Serie A
Lazio, i biancocelesti non vanno oltre l’1-1 contro il Torino

Nel posticipo del lunedì sera di Serie A la Lazio non va oltre l’1-1 contro il Torino. Con questo pareggio i biancocelesti si allontanano dalla zona Champions League.
Si ferma ancora la Lazio di Baroni. I biancocelesti non vanno oltre il pari contro il Torino all’Olimpico. La squadra allenata da Marco Baroni dopo un primo tempo equilibrato, era passata in vantaggio grazie alla quarta rete in campionato di Adam Marusic al 57′. I granata riescono a trovare il gol del pareggio con il subentrato Gvidas Gineitis al 83′.
Lazio a secco di successi in campionato dalla vittoria di San Siro del 2 marzo contro il Milan. Da lì due soli punti raccolti in tre partite di Serie A: il quarto posto occupato dal Bologna è ora distante 4 punti. Il Torino prosegue il buon momento di forma, e resta imbattuto nelle ultime 5 gare disputate.

ADAM MARUSIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lazio-Torino, un gol per parte per l’1-1 finale
Primo tempo
Gara bloccata già dalle prime fasi iniziali. Il modulo speculare scelto dai due tecnici, e la pressione forte sui portatori di palla portata da entrambe le squadre, non hanno reso fluido l’andamento della partita. Al 13’ prima occasione dei biancocelesti: Isaksen serve Zaccagni sul secondo palo, il tentativo al volo del capitano laziale viene respinto in modo efficace da Milinkovic-Savic.
Lo stesso portiere serbo, con un errore con i piedi, regala la miglior occasione dei biancocelesti al minuto 17: Pedro soffia il pallone a Savic, a seguito di uno stop sbagliato; lo spagnolo prova a calciare a rete, ma subisce il rientro del portiere granata che in tuffo riesce a murare la conclusione del numero 9. L’azione si conclude con Isaksen che calcia di poco a lato. I granata rispondono nel finale di tempo. Al
43’ Casadei recupera alto il pallone e serve Adams al centro, lo scozzese non riesce ad indirizzare la sfera verso lo specchio della porta.
Il primo tempo termina senza ulteriori squilli, e senza reti.
Secondo tempo
Nei primi minuti della ripresa è il Toro a rendersi pericolosa per prima.
Maripan sfiora il gol con un colpo di testa su calcio piazzato, grande intervento di Provedel che riesce a deviare sopra la traversa.
Al 57′ la Lazio passa in vantaggio: Pedro riceve al limite e dopo una gran giocata serve Marusic a rimorchio: il montenegrino piazza il pallone sul palo lontano per l’1-0. Al 68’ è ancora Milinkovic Savic a dire di no al raddoppio della Lazio: il portiere serbo ferma con il piede una conclusione angolata di Zaccagni.
Il tecnico Vanoli prova a rientrare nel match con i cambi e con un assetto più offensivo e viene premiato con il gol del pareggio. Al 82’ due dei nuovi entrati partecipano all’azione del gol: Karamoh trova un imbucata per Biraghi, che serve a rimorchio Gineitis, il lituano in area con il mancino batte Provedel sotto le gambe.
Negli ultimi minuti nessuna delle due squadre riesce a costruire l’occasione per il gol All’Olimpico termina in pareggio, la Lazio perde terreno nella lotta Champions e viene agganciata dalla Roma.
Serie A
Hellas Verona, Zanetti ha di nuovo la rosa al completo

L’Hellas Verona si prepara alla sfida contro il Lecce, con la rosa al completo e il Bentegodi pronto a trasformarsi in una bolgia. Ne andrà della salvezza.
L’emozione non ha voce per l’Hellas Verona al completo
Prima di una partita importante non bisogna mai farsi prendere dalle emozioni. Soprattutto come quella che l’Hellas Verona affronterà domenica contro il Lecce. Ne va della salvezza della squadra di Giampaolo, che rischia la retrocessione. Per questo potrebbe essere più agguerrita. Ma l’emozione di Zanetti è dedicata alla sua squadra. Sì, perché proprio in vista del match avrà tutta la rosa a disposizione.
Ghilardi e Coppola, i due centrali difensivi squalificati contro l’Inter, torneranno in campo. E non è tutto: anche il jolly polacco Dawidowicz, assente nelle ultime due sfide, sarà nuovamente arruolabile. Per Zanetti è un segnale di fiducia. Un Verona al completo significa una squadra più solida, più consapevole delle proprie possibilità. E i tifosi lo sanno: il Bentegodi sarà una bolgia, pronto a spingere i gialloblù verso una vittoria che potrebbe cambiare tutto.

PAOLO ZANETTI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Non svegliare il can che dorme
Dall’altra parte, il Lecce di Giampaolo non starà certo a guardare. Anche loro lottano per la salvezza e arrivano a Verona con il coltello tra i denti. Sarà una battaglia. Ma il Verona ha un’arma in più: la consapevolezza di poter contare su tutti i compagni. E per molti giocatori sarà anche una sfida personale. Chi è stato criticato avrà l’occasione di riscattarsi, chi ha lottato per la maglia potrà dimostrare di meritare la fiducia. Zanetti sa che questo è il momento per fare gruppo, per dimostrare di essere una squadra vera.
Il Bentegodi sarà il teatro di un duello fatto di nervi, cuore e sudore. E il Verona sa che i propri tifosi saranno il dodicesimo uomo in campo, pronti a sostenere ogni azione, ogni contrasto, ogni tiro. Perché in partite così, la differenza la fanno i dettagli, ma anche la passione. Un pareggio potrebbe non bastare. E questo aggiunge ancora più tensione. Sarà fondamentale mantenere la concentrazione per tutti i novanta minuti. Ogni passaggio, ogni tiro, ogni intervento difensivo potrebbe fare la differenza. E alla fine, sarà il campo a parlare.
Serie A
Roma, Pellegrini infortunato: in dubbio per l’Atalanta

Un altro brutto colpo per la Roma di Claudio Ranieri. Il club si prepara ad affrontare la fase finale della stagione con un nuovo imprevisto.
Roma: niente di buono
Durante l’allenamento di oggi, il capitano Lorenzo Pellegrini ha accusato un problema muscolare che lo ha costretto ad interrompere la seduta precauzionalmente. Il centrocampista giallorosso ha sentito un fastidio durante una parte del lavoro atletico. E dopo aver avvertito un certo dolore, ha deciso di fermarsi e sottoporsi a un primo controllo medico.
La situazione ha subito allarmato lo staff. Tanto che si è deciso di pianificare per venerdì 9 maggio una serie di esami strumentali per capire l’entità del danno e definire i tempi di recupero. Al momento, la sua presenza nella prossima sfida contro l’Atalanta, che si preannuncia decisiva per le speranze europee della Roma, è in forte dubbio. La squadra capitolina è ancora in corsa per un posto nelle competizioni europee. Ma l’assenza di Pellegrini rappresenterebbe un ulteriore ostacolo in un campionato già difficile.

LA GRINTA DI LORENZO PELLEGRINI ( FOTO SALVATORE FORNELLI )
Un pilastro che crolla
Pellegrini rappresenta uno dei pilastri della Roma. E per la suqdra è spesso simbolo di passione e leadership. Ma ha attraversato una stagione tutt’altro che facile. La sua prestazione sul campo non è stata all’altezza delle aspettative. Con una media voto di 5.68 e solo due gol e un assist all’attivo,ha ottenuto numeri che non rispecchiano il suo talento e le sue potenzialità. Nonostante l’arrivo di Ranieri, che ha provato a rilanciarlo, Pellegrini ha faticato a ritrovare la continuità che lo aveva visto protagonista in passato.
Questa nuova preoccupazione complica ulteriormente la situazione. In un momento della stagione in cui la Roma ha bisogno di tutti i suoi uomini più rappresentativi l’assenza di Pellegrini è un duro colpo. Soprattutto nel match contro l’Atalanta. Tanto più che la squadra si gioca una fetta importante del suo futuro europeo. In attesa di ulteriori aggiornamenti medici, i tifosi sperano che l’infortunio non si riveli grave. Anche se, purtroppo, il rischio di non poter contare sul capitano per la sfida di Bergamo è sempre più concreto.
Le interviste
Tafanelli (compagno Matilde Brandi): “Juve in cerca di identità”

“Juve in cerca di identità sicuramente. L’Inter? Simone Inzaghi penso sia un ottimo tecnico ma ha davvero una grande fortuna”. Senza peli sulla lingua il futuro marito della showgirl Matilde Brandi Francesco Tafanelli, noto tifoso bianconero. Francesco Tafanelli, ex promettente calciatore delle parti di San Severo (oggi noto manager nel mondo della moda), ha 54 anni. E’ uscito allo scoperto come compagno di Matilde Brandi esattamente a inizio 2023, quando i due raccontarono la loro relazione al noto talk show Verissimo (Mediaset).
“Devo ammettere con tutta onestà che, a qualche ora dall’inizio della partita di ritorno a San Siro contro il Barcellona, avevo dato l’Inter di Simone Inzaghi per spacciata: a mio avviso sarebbe passato più facilmente il Barcellona che avrebbe avuto anche un senso di rivalsa, visto che in casa propria aveva subito comunque sia una pressione molto forte da parte dell’Inter. I primi due gol nerazzurri mi avevano immediatamente fatto capire che mi sbagliavo; il 3 a 2 del Barcellona, invece, mi ha fatto rientrare in quei binari e dire forse non mi sbagliavo. Poi il calcio è fatto evidentemente di episodi…”
E’ legittimo considerare Acerbi l’uomo più carismatico di questa Inter? “Francesco Acerbi rimane sicuramente un buon giocatore ma… Sfido chiunque a dirmi che potesse pronosticare in Acerbi l’uomo che avrebbe risolto la semifinale di Champions… Ripeto, quei due episodi hanno poi caratterizzato la finale dell’Inter…”
Quindi tutto merito di Simone Inzaghi? “Ritengo che Inzaghi sia un ottimo tecnico ma dotato anche di grandissima fortuna…”. Sulla sua amata Juventus Tafanelli, futuro marito di Matilde Brandi (nota tifosa romanista), non ha dubbi: “La Juventus è una squadra a mio avviso in cerca di identità. Il cambio di gestione dovuto alla parte tecnica, quindi da Thiago Motta a Tudor, è molto poco significativo secondo me…Mi spiego meglio: Thiago Motta era un ottimo allenatore in una città in cui le aspettative e le pressioni non sono di certo quelle di Torino.
E probabilmente è stato o si è sopravvalutato sotto questo aspetto, rimanendo comunque un elemento di primo piano. Stesso discorso per Tudor…”. Quindi cosa vorresti dire Francesco? “Sinceramente direi che non vedo in queste figure quella personalità, quel carisma, quell’autorevolezza che servono per gestire un gruppo come quello della Juventus. Occorre ribadirlo: al netto di giocatori come Yildiz, che per me è un fenomeno, piuttosto che Vlahovic e qualche altro calciatore come Thuram, non ci sono più dei riferimenti precisi anche in campo. E questo secondo me è fortemente penalizzante…”
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