Serie A
Lazio, Isaksen: “Sogno lo scudetto con questa maglia! Baroni mi ha dato subito fiducia”
Lazio, il calciatore danese ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club biancoceleste alla vigilia del match contro l’Atalanta, in programma domani sera alle 20.45.
A seguire, l’intervista completa.
Lazio, Isaksen: “Sappiamo di poter battere l’Atalanta”
Come vorrebbe essere ricordato dai tifosi della Lazio in futuro?
“Sogno di vincere lo Scudetto con questa maglia! Giocare tante partite con la Lazio, diventare un idolo e vincere un trofeo”.
Quanto è stato importante battere il Lecce a livello mentale dopo l’Inter?
“Molto. Ci ha permesso di riscattarci dopo lo 0-6, non era facile sotto l’aspetto psicologico. Abbiamo vinto una partita difficile e ora siamo pronti per la prossima sfida contro l’Atalanta, la nostra testa è lì. Siamo in fiducia, sappiamo di poter vincere”.
Lo scorso anno 3 gol in campionato, ora sei già a 2: sente di poter segnare ancora di più?
“Sì, mi sento molto bene. Voglio fare più gol e assist per aiutare la squadra a vincere. So di poter fare ancora meglio”.
Dove l’ha aiutata Baroni a migliorare?
“Mi ha aiutato tantissimo dandomi subito fiducia fin dall’inizio. Il mister ha capito che le mie qualità potevano dare una mano alla squadra. Ora gioco nel mio ruolo preferito, largo a destra, e sono felice”.
È quella di Napoli finora la sua notte più bella vissuta con la Lazio?
“Una bella notte, una serata indimenticabile. Un gol che ci ha permesso di espugnare un campo difficilissimo contro una grande squadra”.
Siete una squadra giovane, ma di qualità: qual è il calciatore che l’ha stupita di più per quanto è cresciuto?
“Gila. Mario è fortissimo, anche in allenamento fai fatica a superarlo, è veloce e ha grinta. Ci aiuta tantissimo, sono felice di poter giocare con lui”.
Cosa le ha detto Radu la prima volta che l’ha vista qui alla Lazio dopo che gli creò non pochi problemi con il Midtjylland?
“Mi ha detto che si è ritirato per colpa mia (ride, ndr)! Scherzi a parte, il Boss è una leggenda di questo club, mi ha insegnato molto”.
Chi è invece il calciatore più forte al mondo nel suo ruolo?
“Adoro Salah. Vedo tutte le gare del Liverpool, la squadra che tifavo da piccolo. Segna in ogni partita, crea sempre occasioni pericolose. Sogno un giorno di diventare come lui anche se non è facile ovviamente”.
Messi e Cristiano Ronaldo hanno dominato la scena per anni: di chi è ora il futuro?
“Due mesi fa ho giocato contro Lamine Yamal, dico lui. Ma ci sono anche Mbappe, Vinicius, Haaland. E non dimentico i talenti della mia Danimarca, come Hajlund. Però raggiungere i numeri di Messi e Ronaldo non sarà facile per nessuno”.
Qual è il suo hobby segreto quando non giochi?
“Mi piace tanto giocare a scacchi, mi rilassa, aiuta la mente anche in campo. Guardo molte partite vecchie, studio tutte le mosse. Poi mi piacciono anche tennis, golf e freccette”.
Il suo sportivo preferito fuori dal calcio?
“Sinner ha una mentalità incredibile, prima di lui invece mi piaceva tanto quella di Nadal. Le sue sfide contro Federer sono entrate nella leggenda”.
Si è italianizzato in qualcosa?
“Imparare l’italiano è stato importante per capire tutto quello che accade intorno a me, in campo e fuori. Anche perché all’inizio c’era Sarri che non parlava inglese, quindi se non sapevi la lingua diventava difficile capire le tattiche. Ora che conosco la maggior parte dei termini è più facile capire cosa mi chiede Baroni. Poi ho un debole per la cucina romana, mangio due volte a settimana l’amatriciana, è il mio piatto preferito!”.
Serie A
Del Piero: “Le aspettative alla Juve sono sempre molto alte. Per lo scudetto è lì…”
Il mito bianconero Alex Del Piero ha concesso una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in cui è tornato a parlare di temi caldi legati alla Vecchia Signora.
A seguire l‘intervista completa di Del Piero.
Del Piero: “Motta? Se trasporterà dal campo alla panchina le sue qualità…”
Il momento della Juventus
“La Juve sta attraversando un momento di cambiamento. Le cose sono andate bene all’inizio e poi ci sono stati questi pareggi che hanno fatto parlare perché sono stati molti. Con ultima vittoria (2-1 a Monza, ndr) però l’ambiente si è rinvigorito. E anche in Champions le cose stanno andando abbastanza bene”.
Qualche difficoltà è normale quando c’è un cambio di allenatore? Lei ne ha vissuti molti in carriera di avvicendamenti in panchina…
“Ho vissuto cambi di allenatore che sono andati bene e altri che sono andati male. La realtà è che le aspettative alla Juventus sono alte. Sempre. È inutile girarci intorno. La storia ha un suo percorso e un suo peso. Questo vale per la Juventus e anche per il Milan che sta attraversando un momento simile. Si parte sempre con la voglia di fare qualcosa di più perché i cambiamenti portano entusiasmo, ma se i risultati non arrivano, c’è rammarico. È normale… La storia della Juve è questa e non la inventiamo noi adesso. La stagione però è iniziata da pochi mesi e di tempo davanti ce n’è molto”.
Thiago Motta come allenatore le piace?
“Come tecnico non l’ho mai avuto e quindi non posso parlare di lui. In compenso l’ho sfidato tante volte da calciatore. Molto tignoso, ma aveva soprattutto grandi capacità tecniche e una notevole visione di gioco. Se trasporta dal campo alla panchina le sue qualità sarà…tanta roba”.
Il numero 10 sulle spalle di Yildiz le piace?
“Sì, mi piace. È bravo”.
Quali sono le sue favorite?
“Di favorite non ne ho. Il fatto che ci sia molta competitività ed equilibrio però è positivo per la spettacolarità e l’interesse del torneo. In Europa di campionati così combattuti in questo momento non ce ne sono tanti. L’Inter è in alto dove però ci sono anche l’Atalanta e il Napoli, che ha le sue chances. Vediamo quello che succede”.
E poi per lo scudetto c’è anche la Juventus?
“La Juventus è lì…”.
I tifosi prima o poi la rivedranno alla Juventus da dirigente?
“Alla Juve sono stato diciannove anni e sono stati unici. È stata una storia d’amore incredibile e con i tifosi il feeling è stato incredibile. Ne sono orgoglioso. Per il resto guardo al futuro con positività perché è il mio modo di essere”.
Serie A
Juventus-Fiorentina, probabili formazioni e dove vederla
Juventus-Fiorentina, match valido per la 18^ giornata di Serie A 2024/25, si giocherà all’Allianz Stadium domenica 29 dicembre alle ore 18.00.
Juventus-Fiorentina non sarà mai una partita come le altre, a maggior ragione quest’anno in cui le due squadre si affrontano in occasione della 18^ giornata di Serie A a pari punti, 31, anche se i viola hanno da recuperare i 73 minuti della partita con l’Inter, interrotta per il dramma di Edoardo Bove. La squadra di Palladino arriva da due sconfitte di fila e deve ritrovarsi, mentre gli uomini di Thiago Motta, ancora imbattuti, dopo quattro pareggi di fila, sono riusciti a battere il Monza
Di seguito le probabili formazioni e dove vedere il match.
Qui Juventus
La Juventus deve ancora una volta fare la conta degli infortunati, ma può tirare un sospiro di sollievo per Koopmainers. L’olandese, sostituito tra il primo e il secondo tempo della sfida con il Monza, non ha riportato lesioni di sorta e dovrebbe sedere in panchina contro la Fiorentina.
Qui Fiorentina
Palladino riabbraccia il brasiliano Dodô: l’esterno destro rientra dalla squalifica e riprende la maglia da titolare che contro l’Udinese è stata indossata da Kayode. Pochi dubbi per il resto: tra i pali c’è lo spagnolo De Gea, protetto dai centrali Comuzzo e Ranieri (ancora panchina per Martinez Quarta, finito nel mirino proprio della Juventus)
Juventus-Fiorentina, le probabili formazioni
JUVENTUS (4-2-3-1): Di Gregorio; Savona, Gatti, Kalulu, Cambiaso; Thuram, Locatelli; Conceiçao, Gonzalez, Yildiz; Vlahovic. All. Motta.
FIORENTINA (4-2-3-1): De Gea; Dodò, Comuzzo, Ranieri, Gosens; Adli, Cataldi; Colpani, Gudmundsson, Sottil; Kean. All. Palladino.
Dove vedere Juventus-Fiorentina
La partita Empoli-Genoa verrà trasmessa da DAZN: per vederla in tv bisognerà scaricare l’app di DAZN su una smart tv compatibile o su console Playstation o XBox, oppure utilizzare dispositivi come Amazon Firestick e Google Chromecast, o TIMVISION Box.
Il match si potrà seguire anche su Sky ai canali Sky Sport Calcio e Sky Sport (251).
Serie A
Aldo Serena: “Van Basten mi tirò la sabbia in faccia. Boniperti? il dirigente più grande di tutti”
Aldo Serena, ex storico attaccante di squadre come Juventus, Inter, Milan, Como ecc e della Nazionale ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera.
A seguire l‘intervista completa di Aldo Serena.
Aldo Serena: “Ancelotti mi sputò in faccia”
Compagni memorabili?
“Ero innamorato di Platini per come giocava: aveva tutto quello che non avevo io. Poi mi sembrava impossibile che potesse esistere un calciatore come Scirea: bravo, buono, competitivo ma rispettoso degli altri. Con Nicola Berti ho avuto un’amicizia terapeutica: io portavo solidità ed equilibrio lui mi ha tirato fuori la leggerezza e la spensieratezza. Ci vediamo ancora”.
Van Basten le tirò la sabbia in faccia. Vi chiariste?
“No. E nemmeno con Ancelotti che mi sputò addosso. Ma Carlo al Milan mi fece dei complimenti dopo un’amichevole, mi tese la mano”.
“È forte dalla cintola in su”: con questa frase l’Avvocato Agnelli la destabilizzò?
“No, perché Boniperti gli disse che aveva sbagliato e mi tranquillizzò. Da ex campione fu il dirigente più grande”.
Da ragazzino era interista perché il Milan la scartò?
“No, perché ero un bastian contrario rispetto ai miei amici. Ora si dice che i ragazzi trascurano il calcio, ma noi ne vedevamo pochissimo. Per far crescere la passione, forse l’attesa dell’evento è meglio dell’evento in sé”.
Ha mai rischiato di finire dentro il buco nero del rigore sbagliato a Italia ’90?
“Mi ha creato dei problemi, penso di aver avuto una crisi di panico. Avevo le gambe durissime, respiravo in modo strano: il portiere mi sembrava un gigante. Non ricordo nulla dell’errore, né di tutto quello che è successo dopo: un black out di due giorni”.
Roby Baggio non si perdona ancora l’errore del 1994.
“Io me lo sono perdonato, perché per andare avanti devi chiudere la porta. Però resta la parentesi peggiore della mia carriera: tornando indietro, cambierei il lato del tiro”.
Luisa Corna e a sua moglie Cristina sono le altre due donne della sua vita?
“Sì, è vero. Ma mi faccia citare ancora Gianni Agnelli, ci sono uomini che parlano di donne e uomini che parlano con le donne. Faccio parte della seconda categoria”.
Se la cava con classe.
“Posso dire che quando sei giovane, giochi a calcio e hai visibilità è difficile tenere a freno la primavera milanese”.
Follie per amore?
“In quel contesto, essere fedeli era un’impresa ardua”.
Luisa Corna la conquistò con l’aiuto di Giò Ponti?
“Vivevo nella casa dell’architetto, nella mansarda della figlia. Lei, come suo padre, mi scriveva dei messaggi composti da parole e figure. E io ho scritto a Luisa la mia prima lettera in questo modo un po’ artistico, ha funzionato”.
Ha mai ricevuto attenzioni maschili?
“C’era un signore che aveva un’agenzia di viaggi che lavorava con l’Inter. Mi disse che doveva fare un articolo su di me per un giornale canadese, perché a 18 anni avevo esordito con un gol alla Lazio. Andai nel suo ufficio di San Babila, di sera. Mi disse di portare la divisa sociale, per fare delle foto e mi chiese di cambiarmi. Andai in un’altra stanza e quando sono tornato e lui ha cominciato a farmi degli apprezzamenti ho capito che la situazione non era chiara, mi sono cambiato di nuovo e me ne sono andato”.
Diaz nell’Inter dei record e Piccinini a Mediaset sono stati i suoi partner perfetti?
“Sì è vero. Ramon aveva un altruismo unico, insolito per un attaccante. E Sandro è stato la mia fortuna, lui mette la riuscita del prodotto davanti a tutti, anche a sé stesso”.
Con Galliani che accadde?
“A Pressing feci una critica forte agli arbitri. Lui telefonò dopo Juve-Milan dicendo che non sarei più entrato a San Siro. Non fu così”.
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