DAICHI KAMADA IN AZIONE ( FOTO FAMA/KEYPRESS )
Difficoltà di adattamento. Minutaggio scarso. Prestazioni deludenti. Alla Lazio si aspettavano di più da Kamada. E quel contratto in scadenza a Giugno 2024…
Quello di sostituire uno come Milinkovic era certamente un compito ingrato e non facile da adempiere, ma lecitamente da uno come Kamada ci si aspettava di più. La figura del giapponese assume sempre di più i contorni dell’equivoco tattico.
Del resto, Sarri è stato chiaro. La sua Lazio ha faticosamente ritrovato quella compattezza che l’aveva contraddistinta nel corso della passata stagione e il tecnico non intende derogare dalla propria rigidità tattica. La sua squadra improvvisamente perde gli automatismi quando Rovella, Luis Alberto e Kamada giocano assieme. E a farne le spese è quasi sempre il nipponico.
Lo spagnolo è ovviamente intoccabile, in quanto giocatore di maggior qualità dell’intera rosa. L’ex-Juve interpreta alla perfezione i compiti del metodista, un ruolo da sempre centrale nel sarrismo. E Sarri gli preferisce sistematicamente l’esuberanza di Guendozi, nonostante sia meno disciplinato tatticamente.
Per quanto a Formello si sforzino, nessuno crede realmente alle favole che circolano sul giapponese. Il “finalmente abbiamo una panchina lunga” sembra l’ennesimo puerile tentativo di difendere l’indifendibile.
Kamada, con il suo ingaggio da tre milioni netti a stagione, è il secondo calciatore più pagato dell’intera rosa. Solo la coppia Immobile-Luis Alberto, con i loro quattro milioni netti l’anno, guadagna di più.
Kamada è stato presentato come un top. Viene pagato come un top. E passare dall’essere il sostituto del tuo giocatore più forte al venire relegato a riserva non è sintomatico della bontà del lavoro della società.
Anzi, è l’esatto contrario. Alla Lazio non c’è progettualità. Il modus agendi non è quello di una società che foraggia pazientemente un progetto tecnico ma di una che vive alla giornata. Una società che rincorre le occasioni di mercato senza preoccuparsi della loro compatibilità con l’impianto dell’allenatore.
Dal ritiro con la sua nazionale, Kamada ha concesso un’intervista ai media locali in cui ha parlato anche della sua fin qui non fortunata avventura italiana
.❝Ho bisogno di riconquistare la mia posizione nella mia squadra e di giocare di più. Il club in cui gioco non è assolutamente un piccolo club e penso che se mantenessi i miei numeri la situazione cambierebbe anche in Nazionale. Devo tornare a essere me stesso, perché a volte va bene e a volte va male.❞
Kamada, in gol con il Giappone nel cinque a zero rifilato alla Birmania, in queste settimane è parso molto meno convinto della bontà della propria scelta rispetto allo scorso Agosto. Una perdita di entusiasmo che potrebbe incidere nella volontà delle parti di proseguire assieme.
Infatti, nel contratto di Kamada è presente un’opzione, sia a favore della società che del calciatore, che estenderebbe automaticamente la scadenza dello stesso a Giugno 2027. Ovviamente, affinché questa clausola possa essere esercitata c’è bisogno dell’assenso di entrambe le parti in causa.
Mancano appena nove partita alla fine dell’anno solare. E la Lazio, al rientro dalle vacanze natalizie, non potrà più contare sul giapponese.
Il giocatore, infatti, a inizio Gennaio andrà in ritiro con il Giappone per giocare la Coppa d’Asia. Essendo i nipponici una delle grandi favorite per la vittoria finale, è probabile che l’impegno con la propria nazionale lo terrà lontano da Formello per almeno un mese.
Non esattamente il massimo per chi deve sgomitare per convincere il proprio allenatore. Tutto considerato, a Kamada rimangono pochi mesi di tempo per convincere Sarri ma soprattutto sé stesso.
Tuttavia, le cose nel calcio cambiano rapidamente e se, come appreso dalla nostra redazione, effettivamente Sarri dovesse lasciare la Lazio al termine di questa stagione, allora anche la posizione di Kamada potrebbe essere rivista. L’addio del tecnico aprirebbe le porte a una rivoluzione tecnica che potrebbe spalancare al giapponese le porte della titolarità nella Capitale.
E se la Lazio a fine anno fosse costretta ad aprire un nuovo ciclo, chissà che il nuovo allenatore, chiunque esso sia, non possa finalmente metterlo al centro del progetto. Perché sotto la gestione Lotito si campa solo di “se”.
Aggiornato al 18/11/2023 10:55
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