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Serie A

Lazio-Sassuolo 2-1, Traorè non basta ai neroverdi: le pagelle

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Un Sassuolo sottotono soccombe per 2-1 in casa di una Lazio autoritaria e che mette pressione alle rivali per l’Europa. Tra i neroverdi a segno Traoré.

Termina con una sconfitta la trasferta romana del Sassuolo. Gli uomini di Alessio Dionisi, mai realmente in partita, cadono 2-1 per mano della Lazio e devono incassare un ko meritato. L’unica rete degli emiliani porta la firma di Traorè, l’unico pericoloso dell’attacco.

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Sassuolo

 

Le pagelle

Consigli 6: non ha colpe specifiche sui gol subiti, l’unico intervento su cui è chiamato a intervenire con mestiere è un tentativo di Marusic.

Muldur 6: non sfigura al cospetto di Zaccagni, contro il quale tiene testa nei duelli. L’ ex Hellas Verona prova a saltare il numero 17 neroverde ma non gli riesce quasi mai (dal 28′ st Toljan 6: raccoglie l’eredità di Muldur a risultato già deciso, ma prova comunque a dare il suo contributo).

Ayhan 5: molto incerto e in balia delle giocate di Immobile, cliente alquanto scomodo. Il centravanti biancoceleste manca diverse occasioni con il difensore incapace di metterci una pezza. Incerto e punto debole.

Ferrari 5: vedi sopra, da lui Immobile fa il bello e il cattivo tempo.

Kyriakopoulos 5: dalle sue parti è di zona Felipe Anderson, che passa sul terzino greco come fosse il giardino di casa sua (dal 1′ st Rogerio 5,5: ci mette voglia e corsa in più del compagni di squadra, ma il risultato non cambia).

Frattesi 5: è la grande delusione del pomeriggio neroverde. Perde il duello diretto con Milinkovic-Savic, oltre a fallire una facile occasione in avvio di partita. Un deciso passo indietro (dal 28′ st Harroui 5,5: prende il posto di Frattesi nella parte finale del match, ma non fa meglio).

M. Henrique 5: non gli riesce la fase di recupero palla e di rottura in mezzo al campo. Ha sui piedi una delle poche occasioni da gol della partita e la tira addosso a Strakosha.

Defrel 5: totalmente fuori dal gioco e inefficace in sostegno dell’attacco. Colpisce un palo, ma per il resto non è mai utile alla squadra (dal 38′ st Oddei sv).

Raspadori 5: giornata da dimenticare per il giovane attaccante reduce dalla nazionale. Al pari di Defrel, gira a vuoto e non si procura mai una palla buona.

Traorè 6,5: in attacco canta e porta la croce. Autore dell’unico gol neroverde del pomeriggio, prova a rendersi pericolo, ma da solo può fare poco.

Scamacca 5: non ha molti palloni buoni durante tutto il corso della partita. Un tentativo su Strakosha in uscita e poco altro. Fa poco anche per andarsi a cercare le occasioni buone (dal 43′ st Semele sv).

 

Dionisi 5: una partita giocata male e sottotono, come capita raramente. Le occasioni create sono poche e non vanno a segno. Ha l’attenuante dell’assenza di Berardi che toglie la fantasia alla squadra.

Serie A

Milan, Calabria: “Annata difficile, la priorità è il Milan”

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Milan

Davide Calabria ammette le difficoltà personali e professionali, ma sottolinea il suo impegno per il Milan, dichiarando che la squadra viene prima di tutto.

In un’intervista recente, Davide Calabria, capitano del Milan, ha rivelato che la stagione in corso non è stata all’altezza delle sue aspettative. “Sono sincero, non è un’annata positiva,” ha confessato il difensore, lasciando intendere che ci sono anche problematiche personali dietro le sue prestazioni altalenanti. Nonostante le difficoltà, Calabria ha ribadito il suo impegno totale verso la squadra rossonera, affermando con convinzione che il suo obiettivo principale è “fare bene per il Milan“.

Milan, l’importanza della squadra per Calabria

Calabria ha voluto sottolineare che, nonostante le sfide personali, la sua priorità rimane il successo collettivo del Milan. Ha dichiarato: “Voglio finire bene la stagione per il Milan perché è la cosa a cui tengo di più anche più di me stesso.” Queste parole dimostrano una dedizione totale al club e una volontà di superare le avversità per il bene della squadra. Calabria, con la sua leadership, continua a essere una figura centrale nello spogliatoio e un esempio per i compagni.

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Fonte: l’account X di Schira

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Serie A

Juventus, la prima sconfitta porta le riflessioni sul futuro

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Vlahovic

Juventus, i bianconeri perdono l’imbattibilità in Serie A e scivolano a -16 dai partenopei. Tante colpe da dividere tra squadra, allenatore e dirigenza.

E così, anche l’ultimo baluardo della Juventus di Thiago Motta è caduto: l’imbattibilità in campionato. La sconfitta per 2-1 al Maradona contro il Napoli non solo segna il primo KO in Serie A 2024-25 per i bianconeri, ma apre una riflessione amara sullo stato attuale della squadra. È la terza sconfitta stagionale complessiva, dopo quelle con Stoccarda in Champions League e Milan in Supercoppa, ma questa ha un peso diverso.

Se a inizio stagione avessero detto che il primo passo falso in campionato sarebbe arrivato solo a fine gennaio, probabilmente molti tifosi juventini sarebbero stati soddisfatti. Ma la realtà oggi è ben diversa. Questa Juventus, rispetto alla scorsa stagione, ha perso terreno, punti e soprattutto identità. Dopo 22 giornate, i bianconeri si trovano a -16 dal Napoli, leader indiscusso della classifica, e lontanissimi dai 53 punti raccolti dalla squadra di Allegri nello stesso periodo l’anno scorso.

Juventus, una sconfitta che non nasconde gli altri problemi

A pesare non è solo la sconfitta, ma il dato più rilevante – e deludente – della stagione sono i 13 pareggi in campionato, a fronte di sole 8 vittorie. Numeri che spiegano gran parte del ritardo accumulato in classifica e che portano a interrogarsi sulle responsabilità di una stagione che sembra già segnata.

Le colpe, inevitabilmente, vanno suddivise. La squadra non ha offerto un rendimento adeguato. Basti pensare a Koopmeiners, uno dei grandi acquisti estivi, il cui contributo finora è stato ampiamente al di sotto delle aspettative. L’allenatore ha mostrato rigidità tattica e spesso è apparso indeciso nelle scelte di formazioni e cambi. Tuttavia, una parte importante delle responsabilità ricade anche sulla dirigenza.

Juventus

Teun Koopmeiners perplesso ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Cristiano Giuntoli ha certamente avuto il merito di ringiovanire la rosa – con un’età media di 24,3 anni, la seconda più bassa in Serie A – e di ridurre il monte ingaggi. Ma questi risultati non bastano a mascherare alcuni errori significativi sul mercato come l’assenza di un vice-Vlahovic nella prima parte di stagione, la lentezza nel sostituire Bremer dopo il grave infortunio e una gestione delle emergenze non sempre efficace.

Un altro problema, forse il più profondo, riguarda la struttura societaria. Giuntoli si trova a lavorare in un contesto dove i vertici dirigenziali – dal presidente Gianluca Ferrero all’amministratore delegato Maurizio Scanavino – non hanno esperienza diretta nel calcio. L’assenza di figure forti, con competenze specifiche nel mondo sportivo, rappresenta un limite evidente. È una situazione che ricorda la fase più complicata della gestione Secco-Cobolli Gigli-Blanc, quando mancava quel mix di esperienza e autorità che avevano invece caratterizzato l’era di Marotta, Paratici e Nedved, guidati da Andrea Agnelli.

Ora la Juventus è chiamata a reagire, ma anche a guardarsi dentro. Se questa stagione servirà a costruire un nuovo ciclo, dovrà partire da una revisione profonda delle dinamiche societarie. Perché il talento in campo può fare la differenza, ma senza una guida chiara e uomini di calcio al comando, è difficile tornare a essere protagonisti.

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Serie A

Lazio-Fiorentina: formazioni ufficiali, out Rovella

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Lazio-Fiorentina è l’ultimo big match che chiuderà questa intensa domenica di calcio. Calcio d’inizio alle ore 20.45 allo stadio Olimpico: ecco le formazioni ufficiali.

La 22ª giornata di Serie A offre stasera un altro appuntamento imperdibile: Lazio-Fiorentina, uno dei due big match del turno. Allo Stadio Olimpico si affrontano due squadre dal presente molto diverso, ma con ambizioni europee che rendono la partita cruciale per entrambe.

La Lazio di Baroni arriva al confronto con il vento in poppa. Reduce da una convincente vittoria che ha garantito il 1° posto nella classifica di Europa League, la squadra capitolina sta vivendo un momento di fiducia. Nonostante l’assenza di uno dei protagonisti della stagione, Nuno Tavares, i biancocelesti sembrano avere tutte le carte in regola per puntare a un risultato positivo anche contro un’avversaria storicamente ostica come la Fiorentina.

Dall’altra parte, invece, la squadra di Vincenzo Italiano è alla ricerca di un’identità smarrita. La Viola sta attraversando il periodo più difficile della stagione, senza vittorie da sei giornate, e il match contro la Lazio rappresenta un banco di prova delicatissimo. Ritrovare compattezza, solidità difensiva e incisività sotto porta sono le priorità per i toscani, che non possono più permettersi di perdere terreno nella corsa per un posto in Europa.

Le motivazioni non mancano per nessuna delle due squadre. La Lazio vuole consolidare la propria posizione tra le prime quattro della classifica, mentre la Fiorentina, a dispetto del momento negativo, sa che un risultato positivo all’Olimpico potrebbe rappresentare la scintilla necessaria per invertire la rotta.

Lazio-Fiorentina: formazioni ufficiali

LAZIO (4-2-3-1): Provedel; Marusic, Gila, Romagnoli, Pellegrini; Guendouzi, Dele-Bashiru; Isaksen, Dia, Zaccagni; Castellanos. All. Baroni.

FIORENTINA (4-2-3-1): De Gea; Dodò, Comuzzo, Ranieri, Gosens; Adli, Mandragora; Folorunsho, Gudmundsson, Sottil; Kean. All. Palladino. 

Lazio-Fiorentina

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