Serie A
Lecce, capitolo rinnovi: le ultime su Baschirotto e Gallo

Il Lecce dovrà definire il futuro di alcuni suoi giocatori chiave, come Federico Baschirotto e Antonino Gallo, due pilastri del reparto difensivo.
Il presente impone di tornare a fare punti dopo 4 sconfitte consecutive per conquistare la salvezza. Dopo la sosta per le nazionali, al Via del Mare arriverà una Roma reduce da 6 successi di fila in Serie A. Nel frattempo in casa Lecce si pensa anche a risolvere alcune situazioni contrattuali in vista della prossima stagione. Se qualche giocatore è destinato a salutare, altri dovrebbero invece proseguire la loro avventura in Salento.
Il Lecce pensa al futuro: Baschirotto rimane, Gallo andrà via
Tra i giocatori che hanno il contratto in scadenza al termine di questa stagione, l’unico che sicuramente resterà in giallorosso è Thorir Johan Helgason. Grazie alle prestazioni in crescendo nell’ultimo periodo, l’islandese si è guadagnato il rinnovo per un altro anno. Nicola Sansone e Ante Rebic invece dovrebbero lasciare il club: entrambi avevano firmato da svincolati ma non hanno ricevuto segnali dalla società su un possibile prolungamento. A scriverlo è Tuttomercatoweb.
Federico Baschirotto, difensore centrale e capitano, è legato fino a giugno 2026 al club salentino, con cui ha un accordo per un’opzione biennale che dovrebbe essere esercitata. TMW parla di addio certo per quanto riguarda Antonino Gallo. Il terzino sinistro, anche lui in scadenza nel 2026, vorrebbe provare una nuova esperienza: si va quindi verso la cessione in estate, a discapito dell’opzione per il rinnovo fino al 2027.
Serie A
Juventus, un altro esonero pesa sul bilancio: il futuro passa dal mercato

Juventus, il cambio in panchina costa caro ai bianconeri. Ecco quanto peserà in termini economici l’addio di Motta e del suo staff.
Dopo due esoneri in due anni, la Vecchia Signora si ritrova ora nuovamente a fare i conti con un bilancio appesantito dai cambi in panchina. L’addio di Thiago Motta e del suo staff costerà circa 14-15 milioni, una cifra da accantonare subito a bilancio per il 2024/25. Un peso finanziario che si aggiunge a un quadro economico già delicato dal momento che la Exor ha imposto l’autosufficienza e, per rispettare l’obiettivo di utile entro il 2026/27, il club dovrà contenere le perdite entro i 32 milioni.
Juventus, i numeri per pareggiare i conti
Per contenere queste perdite, la Juventus dovrà generare almeno 30 milioni dal mercato estivo, sfruttando anche la finestra straordinaria della FIFA per le squadre qualificate al Mondiale per Club.

RANDAL KOLO MUANI E KENAN YILDIZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Tuttavia, senza nuovi interventi della proprietà, le cessioni diventano necessarie per evitare ulteriori squilibri finanziari. È anche vero però che cedere troppo potrebbe compromettere la qualificazione alla prossima Champions League, un tassello strettamente necessario per la stabilità economica del club. Ora è dunque tutto nelle mani di Tudor e di una squadra che, nelle ultime nove partite di Campionato si giocherà il futuro di questa stagione, e parte della prossima.
Serie A
Juventus, Padovano: “Contrario all’esonero di Motta, sostenevo il suo progetto nonostante le difficoltà. Su Tudor dico questo…”

Padovano si esprime contro l’esonero di Motta e propone il ritorno di Conte per la Juventus
L’ex attaccante della Juventus, Michele Padovano, ha recentemente espresso il suo disappunto riguardo all’esonero di Thiago Motta. Nonostante le ultime partite abbiano lasciato molto a desiderare, Padovano è convinto che il progetto di Motta avrebbe meritato una continuazione. Le sue parole sottolineano un forte sostegno verso l’allenatore, evidenziando la necessità di tempo e fiducia per ottenere risultati concreti.
Il futuro della Juventus: un ritorno per Conte?
Padovano non si limita a criticare l’esonero di Motta, ma offre anche una prospettiva per il futuro della Juventus. Secondo lui, per riportare la squadra ai vertici, la soluzione ideale sarebbe il ritorno di Antonio Conte. Con l’arrivo di Igor Tudor, il tempo per fare la differenza è limitato, e Padovano sembra suggerire che la leadership e l’esperienza di Conte potrebbero essere determinanti per rilanciare la squadra.
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Fonte: l’account X di [Schira](https://x.com/NicoSchira)
#Padovano: “Non sono d’accordo con l’esonero di #Motta. Ho sempre sostenuto il suo progetto e credo fosse giusto andare avanti con lui, anche se le ultime partite sono state uno scempio. #Tudor ha poco tempo per incidere. Per riportare in alto la #Juventus serve Antonio #Conte” pic.twitter.com/tEkO9dxN6Y
— Nicolò Schira (@NicoSchira) March 25, 2025
Serie A
Milan, Leonardo: “Mancano i leader Milanisti. Come si può mandare via Maldini?”

L’ex allenatore-dirigente del Milan Leonardo è stato intervistato in esclusiva da QS dove ha approfondito il momento negativo della squadra e della società.
A seguire l’intervista completa
Milan, le parole di Leonardo
LA RICERCA DEI GIOVANI TALENTI
“Lo dico da papà a papà, non è facile dare consigli giusti per far crescere bene un giovanissimo calciatore del 2012 o del 2014, perché ogni bambino è fatto in un determinato modo. C’è chi ha bisogno di una spinta o un incoraggiamento in più, altri invece di una affettuosa “sgridata”, ma di base l’obiettivo di tutti è giocare. La strada da percorrere è lunga ed è una cosa naturale, noi adulti non possiamo costringere il bambino e mettergli ansia se non ha voglia. Anche perché, vi assicuro, oggi chi ha talento non passa inosservato, gli “scout“ sono dappertutto. Di più: loro non guardano solo chi fa gol, ma osservano le potenzialità generali dei ragazzi”
NON SI GIOCA PIU’
“Un bambino non potrà mai essere costante, quindi evitiamo di mettergli pressione. La verità è che prima, anche in strada, giocavamo 8 ore al giorno mentre adesso si gioca meno”
SAN SIRO
“Giocare a San Siro ti crea ansia, è una sollecitazione non facile da reggere. Ma da allenatore o dirigente tocca a me capire come il calciatore possa liberarsene. E comunque la pressione non c’è solo a San Siro ma da tutte le parti. Ci sono addirittura giocatori che preferiscono partire dalla panchina per essere più tranquilli”
ALLENARE IL MILAN
“Certe situazioni le ho vissute, anche se l’allenatore l’ho fatto poco. Ho cominciato col Milan in un momento particolare: Kakà era stato venduto, Maldini aveva smesso. Insomma, parecchie novità. Iniziai l’annata senza vincere per 5-6 partite. Tutti mi invitavano a non condividere con i calciatori scelte o sistemi di gioco e io invece andavo in palestra e dicevo… “giochiamo in modo spericolato e rischiamo“. In realtà i difensori non volevano (sorride, ndr) ma col tempo digerirono l’idea”.
4-2-FANTASIA
“Vero, fu un azzardo, ma in tanti dicevano che il “4-2-fantasia“ era bello e divertente. Tutto cominciò nella terza partita di Champions a Madrid, avevamo schierato una squadra molto sbilanciata in avanti e vincemmo 3-2. Mai successo al Bernabeu…”
MALDINI
“Serve più milanismo? Ma c’era, si chiamava Paolo Maldini e da dirigente ha vinto uno scudetto ed è arrivato in semifinale di Champions. Poi è stato mandato via, e con lui un grande pezzo di passione. Oggi se ne sono accorti tutti, il Milan è vuoto, senz’anima. Ma sono cicli, passerà. Anche perché credo che in società abbiano capito di aver sbagliato”.
I MITI
“Ho avuto la fortuna di giocare col Flamengo che ha vinto tutto e ho esordito in quella squadra. Zico era il simbolo, il campione a cui mi sono ispirato. Perché Zico aveva umiltà e tutti lo ammiravano. Ho giocato col San Paolo, affrontando pure il Milan. In panchina c’era un mito come Telê Santana, e poi cento partite vinte di fila. In quella squadra avevamo solo belle certezze”.
I MONDIALI
“Nel 1994 feci l’esordio con la Russia ma fui espulso ai quarti di finale e nessuno si aspettava che vincessimo. Il ritorno in patria sembrava un carnevale senza fine. Nel 1998 in Francia arrivammo in finale dopo che Ronaldo era stato male all’ora di pranzo. E perdemmo 3-0”.
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