Melanoma and skin cancer awareness ribbon. Realistic Black Ribbon. May is Cancer Awareness Month
Una pagina di sport, di dignità e solidarieta. È quella che l’U.S. Lecce ha scritto nella giornata di domenica 27 Aprile, dopo la perdita di Graziano Fiorita.
Graziano Fiorita era uno storico collaboratore del club. Dalla sua scomparsa e dall’indifferenza della Federazione è nato un gesto carico di significato. La squadra, nonostante il lutto e una situazione emotivamente devastante, ha scelto di onorare il suo compagno scendendo in campo contro l’Atalanta, ma l’ha fatto a modo suo: indossando una maglia bianca, priva di stemmi e colori, con una scritta semplice ma potentissima: “Nessun valore, nessun colore”.
Un gesto reso ancora più forte dal comunicato ufficiale diffuso dalla società, che ha denunciato apertamente la decisione della Lega di far disputare comunque la partita. Negata la richiesta di rinvio, descritta come “terribilmente irrispettosa” verso il dolore di tutta la famiglia Lecce. “Emerge una gerarchia della morte – si legge da una nota ufficiale – in base al blasone delle società o al ruolo della persona scomparsa”.
Il Lecce ha ricordato che Graziano Fiorita, fisioterapista della squadra, è deceduto mentre era in ritiro con i giallorossi, lontano da casa e dalla sua famiglia. Nonostante il profondo dolore, la società ha scelto di rispettare le regole, presentandosi regolarmente in campo ma rendendo visibile il proprio dissenso.
Con un gesto silenzioso, ma potentissimo. Nessun simbolo e nessun colore, in attesa che Graziano possa fare ritorno a casa e ricevere il saluto che merita. La squadra è partita solo ieri mattina dal Salento, dopo aver sperato fino all’ultimo in un rinvio. Nonostante tutto è riuscita comunque a conquistare un punto prezioso, ma oggi, più che il risultato, conta il messaggio: il rispetto, la coerenza e l’umanità valgono più di qualsiasi classifica.
La decisione di rimandare una partita per lutto dipende generalmente dal regolamento della competizione, dalla gravità dell’evento e da altri fattori specifici. Di norma i regolamenti consentono il rinvio in casi eccezionali, come un lutto nazionale o eventi particolarmente gravi che colpiscono direttamente la competizione.
Quanto accaduto al Lecce dimostra che forse esiste una falla nel sistema regolamentare. L’attuale normativa, infatti, non sempre tutela adeguatamente chi, all’interno di un club, affronta un dolore così profondo e immediato. È evidente che serva una revisione delle regole. Chi perde un familiare o una persona cara — che sia un calciatore, un membro dello staff o un collaboratore storico — deve avere il diritto di sospendere la gara. È fondamentale che possa vivere il lutto con il rispetto e il tempo necessari.
Non si tratta solo di sensibilità, ma di riconoscere il valore umano che ogni società sportiva porta con sé. Al di là dei risultati e degli obblighi di calendario. Il calcio deve restare uno strumento di comunità, empatia e valori. Ignorare il dolore delle persone che lavorano ogni giorno per una squadra significa tradirne lo spirito più autentico.
La storia di Graziano ha messo in luce una carenza profonda: ora il mondo dello sport ha l’occasione — e il dovere — di riflettere e intervenire, per non ripetere più errori simili. Il Lecce ha dimostrato che lo sport può ancora essere veicolo di valori veri. Ha dato una grande lezione di umanità. E per questo, tutti i tifosi giallorossi possono e devono sentirsi orgogliosi.
Aggiornato al 28/04/2025 14:31
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