Serie A
Lorenzo Pellegrini: capitano silenzioso e anima autentica della nuova Roma
Lorenzo Pellegrini, che oggi compie 28 anni, è arrivato a coronare il sogno custodito da milioni di bambini di fede giallorossa: diventare capitano della squadra del proprio cuore dando seguito ad una dinastia che sembrava essersi interrotta dopo la separazione con Florenzi.
282 presenze complessive, 52 gol in sette stagioni. Più di qualche critica (a volte ingiusta), giocate ragguardevoli alternate a prestazione al di sotto delle aspettative, la sette di Bruno Conti, ma, soprattutto, la fascia al braccio.
La Roma nel destino
Il primo, inequivocabile segnale “sovrannaturale” che unisce i percorsi di Pellegrini e la Roma risale al 22 marzo 2015, data in cui i giallorossi guidati da Garcia vincono di misura al “Manuzzi” di Cesena grazie alla rete dell’allora capitano ed attuale mister Daniele De Rossi, e Lorenzo debutta al 77′ sostituendo Salih Uçan con un improbabile numero 52 sulle spalle.
Il secondo elemento che lega le parti ha un nome ed un cognome ben precisi: Eusebio Di Francesco, che lo accoglie e lo valorizza nei due anni al Sassuolo centrando l’incredibile traguardo dell’Europa League e permettendogli di realizzare il primo gol nel massimo campionato contro la Sampdoria di Montella, altra ex punta di diamante giallorossa.
Nell’estate 2017 entrambe fanno ritorno a casa: Di Francesco in qualità di successore di Spalletti, Pellegrini come nuovo numero 7, in virtù dei 10 milioni investiti dai capitolini per esercitare il diritto di contro-riscatto, con l’arduo compito di restituire lustro e dignità a quel numero indossato nelle stagioni precedenti da Marquinho, Iturbe e Grenier.
La strada verso la fascia
Nella sua prima, vera stagione come parte integrante della rosa romanista trova la sua prima gioia in giallorosso il 1° dicembre 2017 nel match casalingo vinto 3-1 con la Spal, esordisce in Champions League (edizione in cui la Roma centrerà la semifinale dopo lo storico 3-0 inflitto al Barcellona) nello 0-0 contro l’Atletico Madrid, e getta le basi per la titolarità.
Inserimento nell’undici di partenza che gradualmente arriva nella stagione successiva anche a causa delle cessioni di Nainggolan e Strootman, oltre che dei ricorrenti infortuni di Pastore, che il 7 rileva al 36′ di un derby che poi sbloccherà di tacco qualche minuto dopo.
Nel marzo 2018 perde Di Francesco e, in seguito alla parentesi Ranieri, trova Paulo Fonseca che lo elegge vice-capitano dietro Dzeko in seguito alla partenza di Florenzi nel gennaio 2020 e dopo poco più di un anno decide di affidargli la fascia dopo lo screzio con l’attaccante bosniaco che si accaserà all’Inter nella successiva sessione di mercato.
Tra presente e futuro
Con la fascia al braccio Lorenzo decide la rocambolesca gara di campionato con lo Spezia (4-3 che salva la panchina a Fonseca), e la squadra ottiene il settimo posto a fine campionato che vale la qualificazione alla neonata Conference League.
Nell’estate 2021 sulla panchina arriva Mourinho che lo esalta sin da subito con parole al miele, rendendolo un perno del proprio scacchiere e Pellegrini ricambia con tre gol nelle prime quattro partite di campionato più altri tre tra preliminari e gironi di Conference League che fanno di lui il primo italiano ad aver segnato in tutte le competizioni Uefa per club. Diversi problemi muscolari condizionano la parte centrale della sua stagione, chiusa comunque con il record personale di realizzazioni (14, tra cui la strabiliante punizione del 3-0 nel derby) e, soprattutto, con la vittoria della Conference League che permette a Lorenzo di essere il primo capitano romanista ad alzare un trofeo Uefa, oltre che il primo dopo Totti ad alzare al cielo una coppa, impresa sfiorata anche l’anno successivo con la finale persa di Europa League.
A Mourinho succede De Rossi ed il numero 7 rinasce, dopo un periodo no, sotto il profilo delle prestazioni e delle realizzazioni, ben sette, che gli valgono la convocazione ad Euro 2024 con tanto di maglia numero 10.
Per la prossima stagione, anche con l’aiuto di uno che in quanto a conoscenza della piazza romana non è secondo a nessuno come De Rossi, le speranze di successo della Roma sono racchiuse anche nei piedi di Lorenzo: capitano silenzioso, anima autentica e sensibile, sempre pronto a mettere la squadra al primo posto.
Serie A
Inter-Empoli, D’Aversa: “Prima del terzo gol abbiamo riaperto la partita”
L’Empoli torna a casa a bocca asciutta dalla trasferta per il match Inter-Empoli di stasera. L’analisi del tecnico D’Aversa nel post-partita.
Una partita difficile, iniziata con l’illusione di poter resistere efficacemente e, perché no, andare in gol contro i padroni di casa.
Poi, la disillusione dal 55′ in poi, con il “risveglio” del bomber argentino Lautaro Martinez e, a seguire, di Denzel Dumfries e Marcus Thuram.
Dalla gara Inter-Empoli i toscani tornano a casa con l’amaro in bocca. Questa la disanima del tecnico Roberto D’Aversa nel post-partita.
Inter-Empoli, le parole di Roberto D’Aversa
Avete tenuto bene fino a un certo punto, cosa è mancato?
“Penso che sotto l’aspetto dell’atteggiamento non posso rimproverare nulla a questi ragazzi, la partita l’ha sbloccata una grandissima giocata di Lautaro. È stata in equilibrio, ma fin lì hanno creato poco, e sono stati bravi loro a farci lavorare più bassi di quello che avevamo preparato.
Poi quando subisci gol alzi il baricentro e il rammarico aumenta per la gestione del terzo gol, nato da una punizione a favore nostra. Questo è l’atteggiamento che volevo, non è facile venire a San Siro a giocare contro grandi campioni. Quello che avrei potuto fare era far uscire Lautaro al 60′ ma ovviamente non era possibile (ride, ndr)”.
Esposito come mai non dal primo minuto?
“Sta facendo cose mai viste in carriera, sia lui che Saba in settimana non hanno fatto tutti gli allenamenti con la squadra. Sebastiano sta giocando con più continuità rispetto al passato, in passato non l’ho passato sempre potuto gestire e non posso permettermi di perdere un giocatore come lui per infortunio.
Giocavamo sia stasera, ma poi giochiamo anche sabato: lì davanti siamo pochi e devo dosare un po’ l’energia. Detto questo, deve migliorare in alcuni aspetti che lui sa: se non è all’Inter ma all’Empoli dipende anche da lui. Sta facendo cose importanti, anche per merito dei propri compagni che lo mettono in condizione di sfruttare le sue caratteristiche”.
Un punto in sei partite, cosa la fa pensare in positivo al futuro?
“Mi verrebbe da rispondere che comunque abbiamo venti punti: a inizio campionato nessuno poteva immaginarlo a questo punto, dobbiamo ragionare sul fatto che i risultati vengono meno nonostante le prestazioni. In tante partite abbiamo recriminato sul risultato, sia col Genoa che col Lecce.
Nonostante i venti minuti terribili, anche col Lecce abbiamo avuto possibilità di riaprirla. Gli episodi non ci hanno premiato, dobbiamo lavorare perché ci aiutino a portare a casa i risultati valorizzando la prestazione”.
Dove siete cresciuti?
“Guardando le partite successive del Milan, l’abbiamo beccata nel momento peggiore e siamo scesi in campo intimorite. Abbiamo dimostrato coraggio, sia con il Napoli che con l’Atalanta. Stasera i ragazzi ci hanno provato, poi anche il fatto di abbassarci non è stata una scelta tattica, ma legata alla bravura degli avversari.
Devo dire che a questi ragazzi non posso rimproverare nulla. Dobbiamo ragionare sul fatto che prima del terzo gol abbiamo comunque riaperto la partita con l’Inter e non è facile: ha campioni e cambi che in qualche caso migliorano chi è già in campo.
Questo atteggiamento probabilmente ci avrebbe portato a fare dei risultati nelle ultime partite, dobbiamo riportarlo in campo anche nelle gare successive e ritornare a fare risultato. È l’unica medicina che fa passare tutto”.
Serie A
Inter-Empoli, Farris: “Se Lautaro fa Lautaro non ci sono problemi”
La sfida Inter-Empoli che è andata in scena stasera al Meazza di Milano è stata combattuta fino al 55′: ecco cos’ha detto il vice di mister Inzaghi nel post-partita.
Una partita serrata, il match Inter-Empoli. Rimasta a reti bianche fino all’inizio del secondo tempo, con un’Inter impegnata a sfinire un Empoli inizialmente pieno di energia.
Poi al 55′ la partita ha preso il suo deciso corso. Lautaro Martinez ha segnato il suo 111esimo gol in maglia nerazzurra, arrivando a pari reti con Mauro Icardi e diventando il secondo marcatore straniero più prolifico di sempre all’Inter.
Dopo lui in gol anche Dumfries al 79′ e, per l’Empoli, Esposito all’83’. A chiudere definitivamente il cerchio è Thuram all’89’.
Nel post partita Massimiliano Farris, vice del tecnico nerazzurro Simone Inzaghi, a seguito della squalifica di quest’ultimo, ha analizzato la partita di fronte alla stampa.
Inter-Empoli, le parole di Farris
Cosa è scattato tra primo e secondo tempo?
“La squadra ha avuto un approccio molto maturo, non sempre vuol dire partire all’arrembaggio: ci siamo trovati subito un Empoli che ha pensato di chiudere gli spazi dietro. Il pericolo era lasciare spazi a loro per il contropiede: nel primo tempo siamo stati leggermente lenti nella circolazione, ma è anche vero che tutto il movimento di palla li ha fatti correre. E spesso le gare si sbloccano nel secondo tempo grazie al lavoro del primo. Se poi Lautaro fa il Lautaro non ci sono problemi”.
Torna la ThuLa, quanto è importante averli al massimo?
“Credo sia importante più per loro che per la squadra. La squadra segna, abbiamo segnato una marea di gol e non abbiamo questo problema. Il lavoro di Taremi andrebbe premiato: si attira addosso troppe critiche. Sappiamo bene quanto sia difficile, è un calciatore al primo anno in un Paese diverso. Non abbiamo modo di dargli tutto il tempo di cui ha bisogno, spendo anche due parole per Asllani che ha fatto una partita di spessore. Abbiamo bisogno di tutti, siamo in corsa per tutte le competizioni”.
C’è ancora qualche tossina dalla Supercoppa?
“Forse di più col Bologna, che è stata una squadra che ci ha impegnato tanto fisicamente: ti fa correre, ha fatto un’ottima partita e ha portato via meritatamente un punto. Lì ci poteva essere qualche scoria fisica, a livello mentale la squadra ha dimostrato di avere la forza fisica e mentale per andare avanti”.
A Praga ci sarà possibilità di avere Acerbi in campo?
“Lo staff medico sta lavorando al meglio e al massimo su tutti gli infortunati, abbiamo bisogno di rotazioni. Garanzie al momento non ce ne sono, tutti stanno procedendo nel loro percorso di recupero e appena avremo l’ok li porteremo. Nelle rotazioni sono importanti, Acerbi su tutti”.
Meglio non pensare all’asterisco in classifica?
“Giocare con l’asterisco non è mai bello, noi pensiamo alle partite da giocare: prima della gara eravamo dietro sei punti, ora tre. In questo periodo non abbiamo tempo per guardare il calendario ma solo per pensare alle cose da fare”.
Serie A
Roma, Svilar presto diventerà papà
Il lieto annuncio riguardante il portiere titolare della Roma arriva dalla compagna, che ha condiviso un’immagine su Instagram.
June Peeters, compagna di Mile Svilar, ha condiviso sul proprio profilo Instagram un gesto emozionante del portiere della Roma dedicato al figlio in arrivo. La coppia, che aveva già annunciato sui social la lieta notizia, si prepara a diventare genitori a breve.
Svilar ha deciso di celebrare l’evento creando una maglietta personalizzata della Roma per il futuro nascituro. Tra le foto pubblicate da June spicca quella in cui il portiere, visibilmente emozionato e orgoglioso, tiene tra le mani l’indumento.
Sulle spalle della maglietta si legge la scritta “tata”, che in serbo significa “papà”.
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