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Serie A

Milan, Maignan via a fine stagione?

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Milan

La situazione attorno a Maignan sembra inasprirsi ogni giorno di più, tra presunti abbandoni in conferenza stampa e un possibile ritorno a casa. ecco i dettagli

Nonostante la vittoria dei rossoneri non sembrano essere passati i malcontenti generati dalle ultime prestazione europee, che inevitabilmente si sono riflessi anche sulle situazione dei rinnovi e delle riconferme in rosa. Infatti in conferenza stampa dopo la presenza di Ibrahimović giunto in soccorso di Conceição, che non si era sentito di presentarsi dopo aver appreso della scomparsa del suo ex presidente, Jorge Nuno Pinto da Costa. Anche il capitano della squadra Mike Maignan si è presentato ai microfoni dando l’impressione di essere stizzito, rispondendo in maniera piccata alle domande dei giornalisti.

La conferenza stampa di Maignan

La conferenza stampa del portiere francese ha preso una piega diversa quando gli è stato chiesto se quello della partita appena conclusa contro il Verona, fosse tornato ad essere il vero Maignan:  “Non mi piace la tua domanda ma sono positivo e fiducioso e voglio continuare a lavorare”. Gettando così ulteriore carne sul fuoco dopo la notizia del suo mancato rinnovo, tema centrale anche della seconda domanda: Che ha non di poco infastidito il sottoscritto che ha deciso di li a poco di abbandonare l’intervista. 

Tuttavia, poche ore dopo sia Dazn (emittente dell’intervista) che il Milan hanno dichiarato che il portiere non aveva lasciato l’intervista per evitare la domanda scomoda, ma bensì a causa di problemi tecnici da parte del broadcaster che aveva reso impossibile il collegamento. Cercando in qualche modo di tamponare le polemiche, anche se con scarsi risultati data la bufera generatasi sul web.

La situazione tra Psg-Donnarumma

A fronte di uno dei momenti peggiori nell’esperienza tra Mike Maignan e il Milan, che giunge forse nel momento più pericoloso data l’imminente scadenza del suo contratto e la necessità di risultati dei rossoneri che ricercano anche e soprattutto attraverso le sue prestazioni. Giunge voce di un suo possibile ritorno al Paris Saint Germain.

Se solo qualche mese fa la presenza e il conseguente rinnovo dell’estremo difensore francese sembrava una priorità in casa Milan, ad oggi le cose sembrano essere vicine ad un  netto cambiamento. Infatti i discorsi sul suo rinnovo non sembrano ancora entrati nel vivo, generando così la possibilità che il giocatore arrivato a Milano per sopperire alla cessione di Donnarumma, possa concludersi come già detto in direzione Parigi proprio come anche quest’ultimo.

Maignan

GIANLUIGI DONNARUMMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

 

 

 

 

Serie A

Milan, Rivera duro: “Gli americani capiscono poco di calcio”

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Lecce-Milan

Il grande ex Gianni Rivera lancia un appello al Milan: “Serve rinnovarsi e ridisegnare la società, per ritrovare l’identità storica”.

Milan

Una critica alla gestione attuale del Milan

Gianni Rivera, storica bandiera del Milan, ha espresso forti critiche nei confronti della gestione attuale del club rossonero. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex calciatore ha sottolineato la necessità di ridisegnare la società per ritrovare l’identità storica che ha reso celebre il Milan nel mondo del calcio. Rivera ha messo in dubbio la capacità degli attuali proprietari americani di comprendere appieno la cultura calcistica italiana, evidenziando la scarsa presenza di italiani nel club. Secondo l’ex numero dieci, il Milan deve ritrovare le sue radici per tornare a essere competitivo.

Il caso del giovane Camarda

Rivera ha anche commentato il caso del giovane talento Camarda, sottolineando che lui stesso non avrebbe debuttato a 15 anni per poi finire in panchina. Questa osservazione mette in luce la necessità di investire nei giovani talenti e di dare loro spazio per crescere all’interno della prima squadra. Rivera sembra quindi suggerire un ritorno a una filosofia più incentrata sullo sviluppo dei giovani, piuttosto che affidarsi esclusivamente a giocatori stranieri e a strategie di mercato a breve termine.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Schira

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Serie A

Lazio, adesso Baroni rischia: decisivo il finale di stagione

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Lazio

Il futuro di Marco Baroni sulla panchina della Lazio è a rischio. A Lotito non sono piaciute alcune scelte del tecnico ex Hellas Verona.

Dopo la pesante sconfitta per 5-0 contro il Bologna, il futuro di Marco Baroni alla Lazio non appare più così certo. Il tecnico biancoceleste, pur avendo portato la squadra ai quarti di Europa League e rimanendo in corsa per un posto nella prossima Champions League, dovrà dimostrare il proprio valore nelle ultime settimane della stagione. 

Se fino a dicembre il presidente Lotito sembrava intenzionato a proporgli un rinnovo oltre la scadenza del 2026, ora questa possibilità è stata congelata in attesa di vedere i risultati e la gestione del gruppo.

Bologna-Lazio

L’ESULTANZA DI MARCO BARONI CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lazio, le criticità che hanno cambiato gli equilibri

Se nei primi mesi della stagione Baroni sembrava essersi guadagnato la fiducia dell’ambiente, da Natale in poi sono emerse diverse criticità. La gestione dell’organico ha suscitato perplessità, con infortuni, squalifiche e scelte tecniche discutibili. Il mancato impiego dei nuovi acquisti, su tutti Belahyane, e il passaggio a una rigidità tattica con il 4-2-3-1 hanno creato tensioni a Formello. 

Anche alcune sostituzioni nelle ultime partite hanno sollevato malumori in una dirigenza solitamente poco incline a interferire con le scelte tecniche. Il destino di Baroni sarà quindi legato ai risultati delle ultime nove partite di campionato e all’andamento in Europa League, fattori determinanti per capire se la Lazio e il tecnico toscano continueranno insieme o se sarà il momento di voltare pagina.

Gilardino, Lazio

L’URLO DI ALBERTO GILARDINO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Gilardino nome caldo per la panchina

In caso di separazione da Baroni, il primo nome sulla lista della dirigenza biancoceleste sembra essere quello di Alberto Gilardino. L’ex tecnico del Genoa rappresenterebbe una scommessa interessante per la Lazio, dopo un’esperienza in rossoblù terminata con un esonero nella prima parte di questa stagione, ma che lo aveva visto protagonista della promozione in Serie A e di una salvezza tranquilla. Il suo profilo piace per la capacità di lavorare con i giovani e per il suo approccio tattico, ritenuto moderno e adatto al progetto biancoceleste.

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Serie A

Fiorentina, Fagioli: “Ho pianto quando ho lasciato la Juve”

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Italia

Nicolò Fagioli ha detto “addio” alla Juventus, si è preso in poco tempo la Fiorentina. Una scelta sentita dal giocatore, che ora ha acquisito più serenità.

Nicolò Fagioli ha detto “addio” alla Juventus, si è preso in poco tempo la Fiorentina. Una scelta sentita dal giocatore nata da un malcontento, infatti dichiara di essersi “riappropriato della sua vita”.

Il centrocampista è stato tra i migliori in campo nelle recente disfatta bianconera e si è concesso al Corriere della Sera un’intervista, probabilmente per fare chiarezza in merito all’abbandono della squadra.

Fiorentina, Fagioli

NICOLO FAGIOLI PERPLESSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Nicolò Fagioli, l’intervista

Il centrocampista, da poco entrato nella Fiorentina dopo un periodo di ansia e malcontento, dichiara il suo status ad un’intervista al Corriere, su quanto sia stata “liberatoria” l’uscita dalla squadra.

ADDIO JUVE – “Alla Fiorentina mi sono riappropriato della mia vita… Alla Juve sono stato undici anni, quando a fine dicembre ho deciso che me ne sarei andato mi sono sentito più leggero. Ma nel momento dell’addio ho pianto. Una bella botta. Ho pianto senza accorgermene, quel giorno mi sono reso conto che si chiudeva una lunga fase della vita, lasciavo i posti, i compagni, il tragitto di tutti i giorni. È stato traumatico. La Fiorentina mi ha accolto con tanto affetto e la novità ha finito per prevalere sul resto.”

COME KEAN – “La partenza da Torino mi ha permesso di esaurire la fase del ragazzino. Che mi stava molto stretta. La stessa cosa l’ha provata Moise. Alla Juve eravamo sempre quelli del settore giovanile, della Next Gen, trattati come tali. Uno scotto che abbiamo pagato.”

RAPPORTO CON MOTTA E ALLEGRI – “Alla Juve devi vincere vincere vincere, non puoi sbagliare. Se sbagli vai fuori. E se sei il giovane diventi il primo cambio e nessuno dice niente. Solo Allegri mi ha dato la possibilità di giocare con continuità. Dopo Genoa e Lipsia, Motta non mi ha più considerato. Firenze mi ha restituito il piacere e la leggerezza. Fagiolino è morto, oggi sono Nicolò.”

ALLA VIOLA – “C’era il Marsiglia, c’erano diversi club. Ho scelto chi mi ha voluto di più, sono state fondamentali le chiacchierate con Pradè, con Goretti e Palladino. Kean mi ha detto ‘vieni qui che si sta bene’. Il Viola Park è davvero fantastico.”

SCOMMESSE – Fagioli si è messo ormai alle spalle la sua battaglia contro la dipendenza dalle scommesse, che lo ha portato a una squalifica di sette mesi e oggi ne parla con maturità, ricordando i momenti duri che ha passato. “È iniziato tutto come un gioco. La noia mi ha rovinato la vita. Il centro della mia vita erano le scommesse, non più il calcio. Mi sentivo soffocato ma non bisogna aver paura di chiedere aiuto.”

IDOLO E MODO DI GIOCARE – Modric mi piace, è il mio idolo, lo osservo sempre con attenzione. I suoi movimenti con e senza palla, le giocate di esterno, su quelle lavoro sul serio. Ho anche avuto la fortuna di incontrarlo agli Europei. Spero di poter tornare in Nazionale il più velocemente possibile, non posso non considerarlo un obiettivo. Dove gioco? Dipende da cosa mi chiede l’allenatore, se devo stare più alto o più basso. Con Palladino gioco a tre e mi trovo bene. E le tre partite in una settimana non mi pesano. La stanchezza? A vent’anni è impossibile, a trenta forse. È anche vero che il giocatore esperto sa come dosare le energie. Se giochi in una squadra come la Juve, l’Inter, il Milan e il Napoli è naturale avere tanti impegni, lo sai in partenza.”

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