Serie A
Milan, bella e sofferta vittoria a Empoli. Le pagelle di Calcio Style

Milan, trasferta in terra toscana fatale a Calabria, Kjaer e Saelemaekers infortunati. I rossoneri combattono, Tatarusanu li salva, Leao li trascina al trionfo. I toscani hanno i mezzi per salvarsi. Andiamo a vedere insieme le pagelle
EMPOLI
Vicario 6.5: vigile e attento, salva la porta con una deviazione su Leao ed evita una autorete di Luperto con un balzo felino. Risponde anche ad una punizione di Tonali. Abbandonato sulle tre reti
Stojanovic 4.5: si batte contro gli scatti violenti di Leao senza potersi opporre e non c’è sul secondo e terzo gol milanista
Luperto 5: è quello più attivo in fase di costruzione, spinge molto. Ma ha responsabilità sul raddoppio di Rebic e sul tris di Ballo Tourė
De Winter 5: naufraga di fronte alla potenza di Leao e non c’è nelle scene delle ultime due reti
Parisi 6: tiene duro sulla sua fascia, ha spazio per offendere ma è da solo
Haas 5.5: gregariato senza lampi
83′ Cambiaghi sv
Grassi 6: stava tenendo botta, poi si è fatto male
47′ Marin 6: protagonista della partenza a razzo nella prima parte della ripresa
Henderson 5.5: si spolmona per raddoppiare su Leao
Bandinelli 6: il suo lo fa sempre, non si capisce perché non è titolare
Pjaca 4: c’era ?
58′ Bajrami 7: Tatarusanu gli nega il vantaggio azzurro, riprende i rossoneri su punizione ed esce amareggiato per la sconfitta
Satriano 6: pressa tutti, a scapito della lucidità sotto porta
83′ Destro sv
Lammers 5.5: ha talento, ma non riesce ad essere concreto
P. Zanetti 5: Bajrami in panchina non ha senso, idem Destro. Non aiuta Stojanovic asfaltato da Leao
MILAN
Tatarusanu 6.5: salva il Milan su Bajrami lanciato in solitudine, un po’ in ritardo sulla punizione del n. 10
Calabria 6: stava facendo la sua solita gara di lotta e governo prima che il flessore saltasse
39′ Kalulu 6: sembra più a suo agio da centrale ormai, infatti quando torna in mezzo blinda le vie centrali
Kjaer 6.5: immenso e sfortunato. Esce con la caviglia girata
73′ Dest 6: entra e mangia l’erba per la voglia di vincere
Tomori 7: si mangia Satriano, Lammers, Destro e vince tutti i contatti
Ballo Tourė 7.5: gara attenta dietro e quella rete che premia la sua serietà e sacrificio. Si, dietro a Theo c’è vita
Bennacer 6: braccato a vista, fatica a fare girare palla come al solito
Tonali 6.5: Zanetti sceglie di togliere aria a Bennacer, lui ne approfitta e imposta, lancia, tira. Uno spettacolo.
Leao 8: scatti mortiferi, Vicario gli nega un gol nel primo tempo. Nella ripresa manda in porta Rebic e realizza la terza rete con uno splendido pallonetto
Giroud 6.5: si sacrifica per la squadra, prende falli e punizioni. Classico repertorio.
73′ Rebic 6.5: entra e sigla il raddoppio con un ghigno beffardo
Saelemaekers 6: stava giocando bene, prima che gli saltasse il ginocchio
33′ Krunic 7: il buon Rade dove lo metti sta e decide la partita con la sua spizzata per Ballo Tourė
De Ketelaere 5.5: tanto talento, poca rabbia
73′ Diaz 6.5: rovescia in campo furia e rabbia, apporto importante
Pioli 6.5: generale fortunato e vincente. Azzecca la fiducia in Tatarusanu e Ballo Tourė. Infila tre cambi consecutivi nel momento giusto e vince la partita.
Serie A
Kolo Muani, il centravanti completo: più decisivo di Vlahovic anche nel lavoro per la squadra

Kolo Muani non segna dal 7 febbraio. Tuttavia, per l’attaccante francese si prospetta comunque un posto da titolare nella prossima sfida contro l’Atalanta.
Vediamo insieme le ragioni di questa scelta. L’attaccante francese, arrivato alla Juventus nel mercato di gennaio, era partito a razzo con 5 reti in 3 partite Era difficile pensare che potesse mantenere quei ritmi, ma nonostante il calo, Thiago Motta continua a puntare su di lui al posto di Dusan Vlahovic. E lo fa per dei motivi ben precisi.
Kolo Muani-Vlahovic, ecco le differenze

L’ESULTANZA DI KOLO MUANI E KHEPHREN THURAM ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Kolo Muani e Dusan Vlahovic si distinguono per il loro approccio al gioco. Muani è più preciso sotto porta, con una percentuale di tiri in porta del 67% e una conversione del 41,67%, mentre Vlahovic ha rispettivamente il 37% e il 14,75%. Nonostante il numero inferiore di partite giocate, Muani ha superato Vlahovic nei dribbling riusciti.
Tuttavia, l’aspetto più rilevante per Thiago Motta è il contributo alla squadra: Muani è più coinvolto nel gioco, lavorando sia in fase offensiva che difensiva. Le sue heatmap mostrano un movimento continuo dal centrocampo all’attacco, mentre Vlahovic si concentra principalmente sulla trequarti destra.
In termini statistici, Muani ha creato quasi lo stesso numero di occasioni (9 contro 11), ha vinto il doppio dei contrasti e ha recuperato lo stesso numero di palloni. Questo lo rende un attaccante più funzionale al gioco di squadra rispetto a Vlahovic. Inoltre, la situazione contrattuale di Vlahovic suggerisce un possibile addio, mentre la Juve guarda al futuro con Muani, puntando su di lui come elemento chiave per la squadra.
Serie A
Venezia, servono punti, ma prima le reti: dati preoccupanti

Venezia: la squadra di mister Di Francesco si avvicina alla sfida contro il Como, in programma sabato pomeriggio, con la speranza di racimolare punti pesanti in ottica salvezza.
Attualmente al penultimo posto, i lagunari devono invertire rotta quanto prima per provare a raggiungere la salvezza. Ogni turno che passa, però, l’obiettivo si fa sempre più lontano, anche perché vi è, nella squadra, un problema non indifferente.
Per portare a casa qualcosa di più di un misero punto (cosa nemmeno sempre certa) servirebbe tornare a segnare. Difatti, il gol manca dal 1° febbraio, quando Gytkjaer trovò la rete del momentaneo pareggio contro l’Udinese.
Diversi fattori, sicuramente, influenzano tale aridità offensiva. Su tutte, la cessione di un riferimento quale era Joel Pohjanpalo. Il finlandese, capitano e guida carismatica della squadra, non è stato praticamente sostituito sul mercato.
L’innesto di Fila, infatti, non rappresenta di sicuro, fino ad adesso, la giusta pezza per provare a rammendare lo strappato tessuto che rappresenta attualmente il Venezia.

Joel Pohjanpalo ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Atalanta, Maldini: il cognome, un problema?

Daniel Maldini, trequartista ventitreenne dell’Atalanta, ha rilasciato una dichiarazione a l’Eco di Bergamo riguardo la “pesantezza” del suo cognome. Apparentemente sembra essere abbastanza positivo.
Alcune dichiarazioni emesse durante l’ultima intervista sembrano non tralasciare particolari segni di titubanza. Ciò che emerge dalla stampa è la questione riguardo “la pressione del cognome”: il calciatore sembra essere ‘abituato’ a convivere col peso del cognome, a tal punto di non farne un problema.

LA GRINTA DI DANIEL MALDINI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La dichiarazione di Maldini:
“Non la vivo come una pressione. So che può sembrare strano, ma da sempre sono abituato a convivere con questa situazione e non mi ha mai dato fastidio, neanche da piccolo. Più che un peso, è qualcosa che ti abitui a gestire naturalmente”.
Alcuni dettagli un po’ particolari emersi a seguito dell‘intervista, invece, sono rivolti su questioni private del calciatore. L’eventuale “spintarella” da parte del padre forse non è mancata nella carriera del calciatore. Forse, il punto cardinale in molte questioni calcistiche, è il padre.
I consigli del padre sono utili?
Nella dichiarazione emersa, alcune riflessioni sono state incentrate sul padre: “Certamente mio padre, con la sua esperienza, è prezioso. Mi ha dato consigli importanti, ma tutta la famiglia mi sostiene sempre nelle scelte, incluso questo passaggio all’Atalanta. È fondamentale avere persone vicine che ti supportano.”
Tuttavia, alcuni metodi ricevuti direttamente da Gasperini sono stati utili al fine della guarigione e il ritorno in campo. Maldini ha dichiarato apertamente i miglioramenti dopo l’infortunio con l’auspicio di continuare a migliorare.
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