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Serie A

Milan, Capello: “Ibrahimovic da dirigente? Gli serve tempo”. Ma i rossoneri non hanno tempo per l’apprendistato del boss

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Ibrahimovic

Milan, Fabio Capello vede uno Zlatan Ibrahimovic dirigente nel lungo periodo. Il Diavolo, però, ha bisogno di soluzioni oggi.

L’opinione di Fabio Capello e’ molto apprezzata nel mondo del calcio. Anche dalle parti di Milanello la considerazione non cambia.

Alla luce dei quattro scudetti, della Champions League e della gloria conquistati nel Milan, il mister di Pieris conosce bene anche i dirigenti, in primis Adriano Galliani, con i quali ha lavorato.

E proprio di dirigenti, anzi, uno in particolare, Capello ha parlato dal Festival dello Sport di Trento: Zlatan Ibrahimovic.

“Lo svedese dirigente? Ibrahimovic ha il potenziale, ma gli serve tempo” ha sentenziato sul senior advisor del Diavolo.

Già, ma il Milan ha tempo per attendere l’apprendistato dell’omone di Malmoe? 

La competenza, in Via Aldo Rossi, sembra deficitare di figure idonee, oltre che di uomini di campo, primo fra tutti di un direttore sportivo.

Gli ultimi mercati, targati Moncada e Furlani, fatti di ruoli doppi e carenze in molti reparti hanno sentenziato: non e’ più il tempo per gli esperimenti, e questo vale anche per Zlatan Ibrahimovic.

Serie A

Hellas Verona, un calciatore sempre più vicino al rientro

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Stando a quanto emerso nelle ultime ore, un calciatore dell’Hellas Verona, utilissimo per mister Zanetti, sarebbe sempre più vicino al rientro in campo.

L’Hellas Verona di mister Zanetti si sta preparando per tornare al meglio dopo la sosta per le nazionali e, in vista del prossimo match di campionato, avrà un calciatore in più a centrocampo: che potrà dare una grossa mano ai gialloblù.

Hellas Verona, chi è il calciatore

Hellas Verona

L’Hellas Verona si sta preparando al meglio in vista del prossimo match di Serie A, che vedrà i gialloblù impegnati nel match casalingo contro il Monza.

In vista del match contro la formazione brianzola, il club veronese avrà un elemento in più in mezzo al campo: assente dalla prima giornata per infortunio.

Si tratta del centrocampista tedesco classe 1997 Suat Serdar, arrivato la scorsa stagione in prestito dall’Herta Berlino e per cui i gialloblù hanno già pagato il riscatto fissato a 4 milioni.

Secondo quanto riportato da il Corriere di Verona, con il rientro del calciatore teutonico mister Zanetti avrà un centrocampo più completo e già nel match di lunedì dovrà scegliere chi mandare in campo tra Serdar, Duda e Belahyane.

La situazione rimane da monitorare, ma il rientro in campo del calciatore ex Herta Berlino può dare un’ulteriore scossa alla formazione scaligera.

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Serie A

Juventus, la reunion della BBC al festival dello sport

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https://www.torinotoday.it/social/bonucci-chiellini-pasta.html

Juventus, sul palco del Festival di Trento i tre ex difensori Barzagli-Bonucci-Chiellini, che per anni hanno formato una delle linee difensive più solide d’Europa, hanno toccato vari argomenti, partendo dalla Juventus di oggi fino a raccontare episodi inediti del loro glorioso passato.

A seguire le opinioni di ciascuno di loro.

Juventus le parole di Barzagli

LA PERCEZIONE DEL TRIO 

“La nostra idea è stata che abbiamo affrontato un periodo lungo dove grazie alla squadra abbiamo fatto un periodo vittorioso e di conseguenza non ti viene di paragonarti agli ex del passato. Abbiamo lasciato tanto nel calcio italiano ed europeo, troppo difficile dire se siamo tra i grandi o no”.

NEI SETTORI GIOVANILI
“Cambiata la tendenza, rispetto a prima si allena più la squadra, saper far giocare i ragazzi. Questi nuovi difensori… io litigo con la gente “eh perché Bonucci sapeva giocare ma non marcare”. Ma chi l’ha detto?! Noi abbiamo fatto tante partite di sofferenza, giocando bassi, ora si tende a essere più alti, non vedi questa ricerca dell’attaccante perché sono cambiati i tempi”.

Juventus

QUANDO BONUCCI FECE GOL COL MILAN
“Venne nello spogliatoio e disse: “Ve l’ho interrotto il record di imbattibilità, è solo nostro”. Ma davvero pensi a questo? (ride, ndr)”

MALEDIZIONE EUROPEA
“No, non ci credo. La Champions è particolare. Credo che è stato tosto perdere due finali, ancor di più la seconda, però il percorso è stato favoloso, nessuno cancella quegli anni. Tutti avrebbero voluto alzare quella coppa, purtroppo non è successo”.

OBIETTIVO JUVE
“Inter e Napoli sono sopra la Juve. La Juventus parte per vincere, poi c’è un processo dove sono cambiate tante cose e bisogna dar tempo”.

 

Tocca a Bonucci

PARLACI DELLA NASCITA DEL TRIO
“Il giorno prima fummo tutti sorpresi di ritrovarci con un modulo che non era stato provato e che veniva provato la prima volta con la partita a 48 ore e ci fu sorpresa. Per me gioia, una delle prime da titolare. Questa intuizione di mister Conte mi ha cambiato la carriera”.

GLI ALTRI DUE
“La loro fortuna era che potevano giocare terzini, io non potevo, mi facevano direttamente fuori dalla linea”.

BBC

SOLIDITA’
“Quando superavano noi trovavano il numero uno (Buffon ndr). Le nostre erano le facce di chi amava cosa faceva, la sofferenza nel difendere e l’amore nel non prendere goal”.

DIVISIVO
“Tanti ancora oggi mi ringraziano per il goal all’Europeo, la gioia più grande della mia carriera, segnare in finale di un Europeo è motivo di orgoglio. Vedere tutti gli italiani festeggiare è stato un qualcosa di emozionante e unico”.

FINALE DI BERLINO
“La squadra più forte degli ultimi 15-20 anni, anche il Real Madrid era pieno zeppo di fenomeni”.

LA JUVE DI MOTTA
“Io mi sarei divertito. È un modo di vedere il calcio diverso, servono conoscenze importanti che Thiago sta trasmettendo. Servono calciatori giusti per farlo. Noi ci trovavamo a meraviglia in quel calcio, ma oggi il calcio è cambiato e Giorgione avrebbe dovuto lavorare più sulla tecnica per il calcio di oggi (ride ndr)”.

VLAHOVIC
“Un grande attaccante, poi vivono di momenti di difficoltà…”

Le opinioni di Chiellini

SULLA BBC
“Storia di amicizia, un trio che è andato al di là dei singoli, per questo siamo ancora ricordati oltre il valore del singolo. Ci siamo amalgamati bene insieme dal primo istante. Siamo riusciti a dare più di quanto avremmo dato singolarmente”.

QUANDO VI SIETE SENTITI IMBATTIBILI?
“Al Camp Nou al ritorno contro il Barcellona, non potevano segnare”.

Juventus

QUELL’INTERVENTO SU SAKA…
“Ogni inglese che incontro continua a dirmi che è rosso”.

FINALE DI BERLINO
“No, con me non sarebbe andata diversamente”.

BUFFON
“Non viveva tanto la quotidianità dello spogliatoio. Aveva però la capacità nelle difficoltà di trovare le parole che entravano nel cuore e solo lui riusciva a farlo”.

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Serie A

Legrottaglie: “Juve? nei prossimi 2-3 anni sarà vincente”

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Nicola Legrottaglie, intervistato da Tuttosport, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito alla Juventus di oggi, concentrandosi soprattutto sul rendimento di alcuni giocatori.

Legrottaglie: “Napoli e Inter sono ancora un passo avanti…”

A seguire, l’intervista completa di Nicola Legrottaglie:


Ora la Juve senza Bremer come fa?

«Si va avanti con Gatti, con Kalulu, con Cabal che può essere adattato da centrale. Ma per come intende il calcio Thiago Motta non ci sarebbe da meravigliarsi se vedessimo qualche giocatore in un ruolo diverso. Poi è chiaro a gennaio, considerando i tanti impegni, che un difensore lo prenderanno. Un difensore che abbia le però caratteristiche di Gleison»

Ardian Ismajli le ha?
«Ha caratteristiche simili: forte fisicamente, bravo nell’anticipo che può fare anche il terzino. Potrebbe essere il profilo giusto anche se Bremer ha più senso del gioco»

Tra i giocatori che si possono adattare c’è anche Danilo?
«Sarebbe un centrale di esperienza. Non è più un ventenne ma la Juventus avendo un gioco dominante difficilmente potrà essere sollecitato tante volte».

Quanto è cresciuto Gatti?
«E’ cresciuto nel gestire i momenti in campo. È arrivato da un’altra categoria, è arrivato alla Juventus e ora gioca anche con la fascia da capitano. In lui vedo un nuovo Torricelli. E la Juventus è brava a scoprire e creare queste belle storie…!

È una bella storia anche quelle di Savona…
«Bellissima. Mai come quest’anno ho entusiasmo a vedere la Juventus. Mi dà l’idea di novità e poi è bello vedere tanti giovani in campo. È un segno di forza e programmazione»

Poi c’è Kalulu…
«Mi piaceva già al tempo del Milan. È veloce, sa difendere, sa spingere. Ha tutto».

L’essere un jolly come Cambiaso è un bene o può creare confusione nel giocatore?
«Oggi non esiste esterno basso o alto. Lui riesce a coprire benissimo tutti i 60-70 metri di campo. Tocca tanti palloni, è sempre dentro il gioco e così diventi decisivo come è successo anche in maglia azzurra»

Legrottaglie

ANDREA CAMBIASO DA INDICAZIONI AI COMPAGNI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

È già una Juventus da scudetto o bisogna avere un po’ di pazienza?
«Dire che oggi si vincerà lo scudetto non si può dire. Ma c’è un progetto, un lavoro che nei prossimi 2-3 anni porterà la Juventus sicuramente a essere una squadra vincente. Quest’anno credo che Napoli e Inter siano un passo ancora avanti…».

Vince il Napoli di Antonio Conte?
«Ha solo una partita a settimana, ha un allenatore che in Serie A è un martello pneumatico e che difficilmente sbaglierà quest’anno a Napoli. E difficilmente lo vai a riprendere se prende “spazio” in classifica».

Antonio Conte oggi è un valore aggiunto in Serie A. Thiago Motta lo può diventare?
«Si ma con caratteristiche diverse, con un calcio diverso. Thiago Motta ha la sua identità di calcio. Quando entrerà a pieno nel mondo Juve migliorerà in tutto, ne sono sicuro».

Da ex difensore guardare i rigori che si fischiano oggi viene un po’ da ridere?
«Il Var ti ha tolto la possibilità del contatto fisico: quello naturale, quello che non per forza è un fallo da calcio di rigore. Era difficile per noi, lo è ancora di più per i difensori di oggi».

Quello di Conceiçao era simulazione?
«Secondo me deve essere molto chiara la simulazione prima di dare un cartellino. Ci deve essere l’idea che io ti prendo in giro. E lì non c’era. C’è la corsa di un ragazzo anche più basso rispetto al difensore che gli mette la mano sulla spalla, perché la mano sul corpo c’è. Si è lasciato andare? Può essere. Ma possiamo giudicare l’intensità da un’immagine? Io dico che non l’ha fatto per ingannare qualcuno».

Nico Gonzalez e Koopmeiners sono gli uomini giusti per accendere finalmente Vlahovic?
«Koopmeiners per me è un giocatore incredibile capace di vedere il gioco dieci secondi prima rispetto a tutti gli altri… Ha tutto per diventare un grandissimo. Nico invece è un giocatore più istintivo, più da uno contro uno. Ma deve avere pazienza. Non deve pretendere, come spesso fanno i giovani che arrivano alla Juve di strafare. È uno degli errori che ha fatto anche qualcuno che oggi è in rosa. È la Juve che valorizza il tuo talento, non il contrario. La Juventus ti dà possibilità di crescere ma devi farlo prima di tutto capendo dove sei».

Si riferisce anche a Vlahovic?
«Dusan è un attaccante completo. La Juventus deve avere un attaccante così, come lui, con la sua voglia di Juve. Ma deve entrare e mettersi a completa disposizione nel contenitore Juventus.

Legrottaglie

DUSAN VLAHOVIC IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Vuole dire che è stato un corpo estraneo alla squadra?
«Oggi si sente adatto a essere leader di questa squadra, prima no, c’erano altri giocatori che non gli hanno dato la possibilità di emergere. Oggi in una squadra con più giovani può essere il leader, il trascinatore e così viene fuori il suo talento».

Le manca la Sampdoria?
«Mi manca il mio ruolo da direttore. Ora mi sto concentrato nella preparazione e nel trovare un progetto, un ambiente e delle persone che mi stimano e che condividano con me le mie idee».

C’è chi dice che abbia pagato il fatto di essere l’uomo di Andrea Radrizzani…
«Normale pensarlo. Normale anche che Matteo Manfredi scelga persone sue, persone che stima. Lo stesso ha fatto prima Andrea Radrizzani. Non dico che Manfredi non avesse stima in me ma lui ha deciso di impostare il club con un’altra struttura».

Come giudica il suo lavoro?
«Abbiamo raggiunto quello che ci eravamo prefissati: raggiungere il primo anno i playoff per poi c’entrare la promozione nel secondo anno di B. Questo era l’obiettivo della società. Io sono soddisfatto di aver portato a casa il risultato nel primo anno da dirigente».

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