Serie A
Milan, Coco shock: “Le mie migliori partite in carriera da ubriaco”
Milan, Coco si racconta in una lunga intervista: “Le mie migliori partite in carriera da ubriaco, non ero un grande professionista”.
In una lunga intervista rilasciata a So Foot, Francesco Coco ha raccontato la sua carriera e le situazioni che hanno rallentato la stessa.
Tra il passaggio all’Inter e qualche notte brava, anche Coco ha ammesso candidamente di non essere stato un professionista esemplare.
Milan, Coco: “Non ero un grande professionista”
Ciò che è stato e i motivi per cui non è stata altro: questa la sintesi della carriera di Coco, raccontata in prima persona in questa lunga intervista.
Lui, talentuoso terzino sinistro di scuola Milan, che ha terminato la carriera a soli 30 anni, per sua stessa ammissione, per atteggiamenti poco professionali.
In uno scorcio delle sue dichiarazioni, infatti, è stato proprio Coco a raccontare il modo di preparare molte delle sue partite in carriera:
“Non ero pazzo perché facevo cose “particolari”, ma perché semplicemente ero sicuro delle mie doti calcistiche e fisiche nella vita di tutti i giorni. Quindi mi prendevo il diritto di non essere sempre molto professionale. Sono state tante le partite in cui non ho dormito la notte prima… Due giorni prima di questa partita (Barcellona-Milan 0-2 del 26 settembre 2000) sono uscito fino alle 7, sono tornato a casa, ho preso la borsa, mi sono lavato i denti e sono partito per Spagna. Ero ancora ubriaco. Eppure ho giocato una delle partite più belle della mia carriera. Ci sono stati moltissimi momenti del genere. Ma d’altro canto ho sempre rispettato i miei compagni, il mio ruolo, i miei dirigenti. Semplicemente non ero un grande professionista, perché spesso mi dicevo: dai, adesso mi diverto.
C’è tantissima pressione in queste partite e ognuno la affronta in base a com’è fatto. Per i più emotivi e stressati è meglio non pensare alla partita, altrimenti la pressione li consumerà. Ad esempio, quando ero a casa nel mio letto prima di una partita, non riuscivo a dormire per tutta la notte: ci pensavo troppo, mi svegliavo continuamente… E alla fine quel giorno arrivavo stanco. La maggior parte delle mie migliori partite le ho giocate senza dormire il giorno prima, sono uscito con gli amici, ho bevuto. Sono arrivato il giorno della partita con la mente leggera, non ci ho pensato fino a quel momento, perché, appunto, mi conoscevo. Ero libero nella mia testa: alla fine è lo stress che ti taglia fuori. Lo stress è una delle peggiori malattie del mondo”.
Serie A
Lazio, Luis Alberto al vetriolo: “Sarei rimasto a vita, ma il clima lì è marcio. Su Tare e Inzaghi…”
Luis Alberto ha rilasciato un’intervista esclusiva a “Cronache di Spogliatoio”, in cui ha ripercorso i motivi del suo addio alla Lazio.
Luis Alberto e la Lazio, quantomeno nei panni della società biancoceleste, non si sono lasciati benissimo. A dimostrazione di tale assunto l’acredine con la quale il centrocampista spagnolo parla quando ne ha occasione.
Lazio, le parole di Luis Alberto
In un’intervista concessa a “Cronache di Spogliatoio“, il calciatore iberico ha ripercorso le orme del suo ciclo in biancoceleste ed è tornato sui motivi che lo hanno portato alla decisione di lasciare la Capitale.
Di seguito, le sue parole.
“Non sarei mai andato via dalla Lazio. Sarei rimasto a vita… Perché sono andato via? Ditemi uno che è uscito bene dalla Lazio. Fanno così: guardate ora proprio Cataldi… era lì fin da piccolo. È un peccato perché poi vedi altre squadre che si comportano diversamente: almeno ti fanno fare un saluto o una conferenza stampa. Radu, ma anche con Lulic e Milinkovic-Savic, a nessuno di loro è stato concesso. Tutti escono male perché non parlano in faccia, è un peccato. La Lazio è una società speciale, però non per le persone che ci sono dentro, ma per quello che c’è fuori, che è una roba pazzesca. Ho tanti amici tifosi, auando parli con loro è tutto. C’è gente che lo mette davanti alla famiglia. Noi eravamo felici dentro perché c’erano Inzaghi e Tare. Con Igli ho litigato mille volte, ma sapevamo che eravamo due persone giuste e trovavamo la ragione. Dopo quel periodo è finito tutto. Quella è stata la differenza, anche quando è andato via Sarri, era finito il ciclo. Avevo appena rinnovato, per me l’idea era restare a vita. Non mi andava però di rimanere in un posto in cui non vedevo niente di pulito. Non sono mai stato zitto. Era il momento di andarmene e stare più tranquillo calcisticamente”.
Serie A
Roma, Sabatini duro: “Friedkin in delirio di onnipotenza. Come si può esonerare De Rossi?”
Walter Sabatini, ex-dirigente della Roma, ha commentato con un duro post su Instagram la decisione dei Friedkin di esonerare De Rossi.
L’ex-direttore sportivo giallorosso, che già aveva modo di commentare la situazione di De Rossi alla Roma in un’intervista a Radio Serie A, si è espresso in maniera lapidaria sull’esonero dell’ex-bandiera romanista.
Roma, le parole di Sabatini su De Rossi
Di seguito le parole dell’ex-dirigente giallorosso.
“Sono amareggiato. Anni fa un notabile dell’ambiente disse una cosa sottoscrivibile: il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti. Oggi vale solo il primo presupposto ed è inutile aspettarsi che ci si possa essere accorti dei miglioramenti di una squadra sperimentale. E’ altrettanto inutile aspettarsi che si rendano conto di dover acquisire cultura calcistica e generale, assumendo, con pieni poteri, profili come Boban e Maldini, che tre anni fa, insieme a Massara, hanno dato vita alla rifondazione del Milan: che ha portato allo scudetto in pochissimo tempo. Ma De Rossi licenziato no, non si può fare: qualcuno sta vivendo in un delirio di onnipotenza“.
Serie A
Esonero De Rossi, Sensi: “Sono amareggiata, fa male vedere De Rossi allontanato da Trigoria”
Questione che sta facendo discutere in molti quella dell’esonero di Daniele De Rossi. Alla lista si aggiunge anche l’ex presidente Rossella Sensi.
Sono tante le persone che stanno commentando la scelta dei Friekin. Una di queste è Rossella Sensi, presidente dell’As Roma dal 2008 al 2011 e figlia del grande Franco Sensi, che ha espresso su un post instagram le sue sensazioni in merito all’esonero di Daniele De Rossi.
Roma, le parole di Rossella Sensi su De Rossi
Su Instagram scrive: “Sono sorpresa ed anche amareggiata, fa davvero molto male vedere Daniele De Rossi allontanato da Trigoria per la seconda volta. So quanto possa stare male ora. Non giudico le questioni o le scelte altrui. Forse non sarebbe nemmeno giusto. Ma mi sento di dare tutto il mio supporto a un uomo che non è solo una bandiera di questo club. Ma è anche un professionista serio e preparato. Il mio in bocca al lupo ora va a Ivan Juric, lo aspetta un compito non facile ed i sarò sempre dalla parte di chi veste quei colori”.
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