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Milan-Empoli, Andreazzoli: “Maignan ha fatto un miracolo”

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Serie A ,empoli, Andreazzoli

Aurelio Andreazzoli ha parlato al termine di Milan-Empoli, un match che ha visto prevalere i padroni di casa con il minimo scarto. 

Una sconfitta onorevole quella subita dall’Empoli in casa del Milan. Un 1-0 che lascia come eredità una prestazione coriacea e che fornisce spunti interessanti per Aurelio Andreazzoli. L’allenatore dei toscani ha parlato ai microfoni di SkySport ai margini della sfida, analizzando vari aspetti.

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Andreazzoli

“Non eravamo passivi nel primo tempo, volevamo essere noi stessi ma a volte dipende anche dagli avversari” ha esordito Aurelio Andreazzoli, parlando dell’andamento della partita “nella prima frazione siamo stati fallosi, mentre nel secondo tempo siamo stati quello che volevamo essere. Su quella situazione dovevamo trovare un portiere normale, invece Maignan ha fatto una parata miracolosa”.

Aurelio Andreazzoli ha avuto modo, inoltre, di esprimersi sull’andamento dell’Empoli, sottotono nelle ultime settimane. “Cerchiamo di interpretarla sempre alla stessa maniera” ha sostenuto il tecnico dei toscani “a dire il vero, meriteremmo di cogliere le occasioni. Però ci sono tante occasioni vicine al raggiungimento del pieno, invece non riusciamo a coglierlo. La strada è questa, non ci faremo assillare dal problema della vittoria, il risultato arriverà”.

Infine, sulla presunta mancanza di fame della squadra, Aurelio Andreazzoli non ha usato giri di parole. “Se avete visto le partite, non potete aver avuto la sensazione che non abbiamo fame” ha concluso il tecnico dell’Empoli “e io non ho mai avuto la sensazione di una squadra che si tiri fuori dalla situazione. Se non facciamo il massimo non possiamo neanche presentarci in campo, e se lo facciamo vuol dire che qualcosa proponiamo”.

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Milan, verso la Supercoppa: Fofana in gruppo, differenziato per Leao

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Milan

Allenamento a Milanello per il Milan all’indomani della gara contro il Sassuolo. Torna a lavorare con il gruppo Youssouf Fofana, lavoro differenziato per Leao e Gimenez.

Archiviato il pari interno con il Sassuolo, il Milan è tornata già oggi ad allenarsi a Milanello. La formazione rossonera, guidata da Massimilano Allegri, è già focalizzata sulla gara di Supercoppa italiana contro il Napoli, di scena in Arabia Saudita. Seduta di scarico per chi è stato impiegato nella gara contro gli emiliani, incentrata soprattutto sul capire chi e quali giocatori fermi ai box potrà recuperare il tecnico rossonero per la gara di giovedì sera.

Milan, le ultime da Milanello

Massimiliano Allegri e Christopher Nkunku ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Come annunciato da Allegri alla vigilia della gara contro i neroverdi, è tornato ad allenarsi in gruppo Youssouf Fofana. Il centrocampista francese è perfettamente ristabilito dopo il problema avvertito contro la Lazio in campionato, ed è pronto a tornare in campo già nella gara contro il Napoli. Mentre i due attaccanti Santiago Gimenez e Rafael Leao hanno proseguito con un lavoro personalizzato.

Se c’è da aspettarsi il forfait del messicano per la trasferta di Riad, il portoghese dovrebbe comunque partire con il resto dei compagni, con l’obiettivo di recuperarlo per l’eventuale finale di lunedì. Solo terapie per Matteo Gabbia, che ha avvertito un problema al ginocchio nel corso della gara contro il Sassuolo. Gli esami strumentali effettuati questa mattina hanno escluso lesioni per il difensore.

 

 

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Inter, l’evoluzione di Bisseck: dalla possibile cessione alla centralità nel progetto

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Inter

Ad inizio anno Bisseck non riusciva a trovare minutaggio nella nuova Inter di Chivu. Nell’ultimo periodo si sta ritagliando il suo spazio, diventando decisivo.

Con Simone Inzaghi nella passata stagione il centrale tedesco si era gradualmente conquistato sempre più fiducia, senza mai però diventare un vero e proprio titolare inamovibile.

Da quando sula panchina nerazzurra è arrivato Cristian Chivu, il suo impiego ha seguito un processo di continua crescita. Nel primo periodo, anche a causa di un brutto infortunio subito nella finale di Champions League, non ha trovato grande spazio.

Nell’ambiente cominciava a circolare l’ipotesi di una cessione già a gennaio a causa del suo scarso utilizzo. Con l’andare avanti della stagione però, il suo impiego è decisamente cambiato.

Chivu ha deciso di piazzarlo a centro della difesa a 3, al posto di un Acerbi che dal punto di vista fisico non offre più grandi garanzie. In questo ruolo ha fatto vedere tante buone cose ed ha dimostrato di essere pienamente dentro al progetto nerazzurro.

Con l’infortunio dell’ex Lazio che starà fuori per un po’, Bisseck diventa ancora più importante, sia nella posizione di braccetto che in quella di centrale. Nelle ultime uscite il tecnico ha preferito schierarlo nella sua posizione di terzo centrale di destra, per poter sfruttare maggiormente la sua propensione offensiva ed il suo apporto alla manovra. Il gol contro il Genoa ne è l’ennesima dimostrazione.

Inter

Yann Aurel Bisseck e Rafael Leao in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Inter, la crescita di Bisseck

Il centrale tedesco in questa sua esperienza all’Inter ha sempre dimostrato un’enorme qualità in fase di spinta, ma grandi limiti in fase difensiva. Bisseck è stato spesso protagonista di letture sbagliate, duelli persi e sviste che hanno portato alle reti avversarie, che gli hanno causato grandi critiche.

Questo fuoco è stato stemperato dalle tante buone cose fatte in fase offensiva, da un’incredibile qualità fisica e da una crescita sempre più evidente. Il giocatore nell’ultimo periodo ha diminuito di gran lunga gli errori tecnici e le varie amnesie, riuscendo a rimanere concentrato durante l’arco di tutti e 90 i minuti.

Bisseck è sicuramente un difensore con grandi potenzialità e che ha un grosso margine di miglioramento. Deve dare continuità alle prestazioni che al momento sta mettendo in mostra, migliorandosi anche grazie ai consigli di chi prima di lui è stato un grande difensore, ovvero il suo stesso allenatore.

 

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Bologna, l’attacco resta un rebus: le punte non incidono

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Bologna

Il posticipo contro i bianconeri ha confermato un problema che va avanti da tempo: il Bologna cambia interpreti, ma non rendimento.

La sfida contro la Juventus ha ribadito una sensazione che accompagna la formazione di Casteldebole da diverse settimane: l’alternanza nel ruolo di centravanti non sta aiutando la squadra a trovare continuità offensiva. Vincenzo Italiano continua a cercare la quadra, ma la scelta della prima punta resta irrisolta.

In estate l’arrivo di Ciro Immobile aveva acceso entusiasmo e aspettative. Svincolato dal Besiktas, il centravanti azzurro si è presentato in rossoblù con un bagaglio di gol che pochi possono vantare: oltre duecento reti in Serie A, decisive soprattutto negli anni alla Lazio e al Torino. L’inizio della sua avventura, però, è stato subito frenato da un problema al retto femorale accusato alla prima giornata nella sfida contro la Roma all’Olimpico, un infortunio che lo ha tenuto ai box più a lungo del previsto e che si inserisce in una serie di guai fisici con cui Immobile ha dovuto fare i conti negli ultimi anni.

Bologna, Immobile

CIRO IMMOBILE DOLORANTE LASCIA IL CAMPO PER INFORTUNIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Nel frattempo, chi è stato chiamato a sostituirlo non è riuscito a colmare il vuoto. Castro, protagonista nella passata stagione, fatica a ritrovare brillantezza e incisività, mentre Dallinga non è ancora riuscito a imporsi come riferimento offensivo affidabile. I loro contributi restano discontinui e insufficienti per garantire al Bologna quel peso offensivo necessario nelle gare di alto livello.

Contro la Juventus, i limiti sono emersi con chiarezza. Anche prima dell’inferiorità numerica seguita all’espulsione di Heggem, i rossoblù hanno faticato a costruire vere occasioni da gol, rischiando anzi di subire il raddoppio. L’unico episodio degno di nota è stato un tiro alto di Dallinga, troppo poco per impensierire una difesa organizzata come quella bianconera. L’ingresso di Castro nella ripresa non ha cambiato il volto della partita, lasciando immutata l’inerzia del match.

Certezze smarrite

Eppure, prima della sosta, la convivenza tra Castro e Dallinga sembrava poter funzionare. I due apparivano complementari, capaci di alternarsi e di offrire soluzioni diverse al sistema di gioco di Italiano. Oggi, però, il campo racconta una storia diversa e quelle certezze sembrano essersi smarrite.

Per ritrovare efficacia e tornare a incidere nei big match serviranno tempo e, forse, una scelta più decisa. Il Bologna attende risposte dal suo attacco: finché il rebus della prima punta resterà irrisolto, anche le ambizioni rossoblù rischiano di rimanere incompiute.

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