Uno su tutti, Rafa Leão, colui che diventò grande di punto in bianco, spazzando via, almeno per qualche giorno, le critiche incessanti che i media gli riservano. Un’opinione pubblica spesso troppo severa, che riversa su di lui una pressione costante, sera dopo sera, capace di mettere in ombra persino le sue ottime prestazioni.
Ora Leão è un altro giocatore: non è più il giovane pieno di belle speranze, su cui si riversavano le preghiere dei tifosi affinché riportasse a brillare, a San Siro, quelle luci che solo una grande stella è capace di accendere.
Classe 1999, non è più un ragazzo, e a dimostrarlo non sono solo i dati anagrafici, ma anche quelli statistici: Leão è diventato il primo giocatore nella storia del Milan per marcature da subentrante (10), superando una leggenda come Pippo Inzaghi, fermo a 9. Inoltre, nelle ultime cinque stagioni, è il giocatore che ha fornito più assist in assoluto nell’intera Serie A.
Questi numeri non sono solo impressionanti, ma gettano le basi per la statistica più importante, quella che rappresenta il raggiungimento della tanto richiesta maturità calcistica, invocata da tempo da parte di addetti ai lavori e tifosi. Infatti analizzando l’intero percorso di Leão in rossonero, dal suo esordio fino ad oggi, emerge un dato straordinario: è l’unico giocatore in Serie A
Un eco incessante quello evocato dai precedenti vissuti, sia in campionato che in Champions League: dall’incredibile “trasvolata” prima di servire la palla a Giroud, che non ha dovuto fare altro che metterla in rete, aprendo le danze al Maradona, agli 8 minuti impiegati da Taarabt per trovare la sua prima firma con il Milan, passando ovviamente per lo straordinario esordio di Pato con la maglia rossonera, sancito dal magnifico gol con la palla che passa sotto il portiere, uscito in anticipo in prevenzione di un possibile scavetto.
PAULO FONSECA TIENE A RAPPORTO I GIOCATORI NEL COOLING BREAK DOVE RAFAEL LEAO E THEO HERNANDEZ NON HANNO PARTECIPATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )