Serie A
Milan, il motivo per cui resta Pioli: progetto, contratto e poche alternative
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Pioli al momento come abbiamo detto più volte non è in discussione. Almeno è quello che Cardinale fa trapelare da Casa Milan.
Perchè Pioli non è in discussione? Almeno non per il momento?
Partiamo dal caso più importante: Paolo Maldini.
Se avesse mantenuto il ruolo di direttore dell’area tecnica, oggi Stefano Pioli non sarebbe più l’allenatore del Milan.
O comunque sarebbe stato già allontanato da tempo dalla panchina del Milan.
Il cambio di allenatore era una delle priorità di Maldini che dopo la scorsa stagione chiusa sotto le aspettative programmate, con l’ eliminazione nell’Euroderby di Champions e con un quarto posto maturato solo per demeriti (extracampo) altrui.
Un ciclo ormai giunto al termine secondo l’ex capitano rossonero, che però non era il pensiero dei vertici societari che decisero di tenere Pioli e mandar via Maldini.
Oggi, dopo 23 punti in 12 giornate e una qualificazione agli ottavi di Champions da conquistare nelle ultime due sfide, Stefano Pioli, insieme al suo staff, è ancor auna volta sulla graticola.
Eppure da casa Milan confermano massima fiducia nel tecnico rossonero e assicurano che sua posizione non è in discussione.
Neanche con un distacco dalla capolista inter di 8 punti e aver raccolto dolo due punti nelle ultime due giornate.
nonostante i soli due punti conquistati nelle ultime 4 partite di campionato e un distacco di 8 lunghezze dall’Inter capolista che appare già incolmabile.
La Red Bird in estate ha creato un “gruppo di lavoro per la parte tecnico/sportiva”, come spiegato dal CEO Giorgio Furlani, ha portato Stefano Pioli ad assumere un ruolo ancor più importante e con un peso specifico nelle scelte extracampo. Una figura simile a quella di un manager inglese.
La società ha cosi creato un progetto sportivo basato sulle figure di Furlani-Moncada-Pioli e con l’aggiunta del direttore sportivo di Antonio D’Ottavio.
Ecco perchè anche con alcuni risultati al di sotto delle previsioni, licenziare Pioli viene vista dalla società come un’eventualità da prendere in considerazioni estreme: eliminazione dalla Champions e tracollo in campionato, dove l’obiettivo minimo è il quarto posto.
Inoltre, c’è ancora da riflettere per i tantissimi infortuni avuti in stagione che mette in discussione non solo Pioli ma anche membri del suo staff che si aggiungono anche ad alcune operazioni di mercato vedi Jovic che al momento no hanno reso come si pensava e che non possono essere attribuite all’allenatore.
La società sta cercando di far rientra a Casa Milan Zlatan Ibrahimovic, per fare da collante tra squadra e dirigenza.
Dalla parte di Pioli poi c’è anche il contratto fino al 2025, con uno stipendio da 4.1 milioni netti l’anno (più bonus).
Quel rinnovo pesante oggi rappresenta uno dei fattori che inevitabilmente spinge Red Bird a riflettere sull’eventuale esonero di Pioli: con un anno e mezzo ancora da riconoscere al tecnico, un cambio in panchina vorrebbe dire appesantire non di poco i conti.
Poi c’è la mancanza di alternative.
Escludendo Antonio Conte, che difficilmente prende una squadra a campionato in corso, attualmente non ci sono allenatori ‘da Milan’ liberi, non c’è un profilo che possa sostituire Pioli non solo sul campo ma anche nella struttura sportiva-dirigenziale.
Si è parlato di Donadoni o di altri possibili traghettatori che però al momento non danno affidabilità soprattutto visto che questa stagione veniva considerata come apripista di un nuovo ciclo.
Serie A
Napoli, la data prefissata per il rientro di Neres
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Il Napoli fa i conti con l’assenza prolungata di David Neres, da qualche settimana fuori per infortunio. C’è cautela ma manca poco al rientro in campo.
Si entra nella fase cruciale della stagione, in casa Napoli è decisiva per testare le ambizioni scudetto. Tra la partenza di Kvaratskhelia, gli infortuni di Neres e Anguissa, le 4 partite di fila senza vincere e la vetta della classifica persa a discapito dell’Inter, il morale non è dei migliori. Proprio l’imminente sfida scudetto contro i nerazzurri, in programma oggi alle 18, è l’occasione giusta per il rilancio.
Napoli, niente rischi su Neres: possibile rientro contro il Venezia
Dopo l’1-1 interno con l’Udinese del 9 febbraio, l’esterno offensivo azzurro David Neres ha riportato una lesione distrattiva del semimembranoso della coscia sinistra, che lo ha costretto, e lo costringe tutt’ora, a stare fermo ai box. Per tutto l’ambiente Napoli è stata una mazzata, perché il brasiliano era in uno splendido momento di forma e stava deliziando il popolo napoletano a suon di giocate da capogiro.
A gennaio la società ha ceduto Kvaratskhelia al PSG per 70 milioni. Non è arrivato un vero sostituto sul mercato, in quanto si è deciso di promuovere titolare Neres, che ha sempre avuto qualità ma nel girone d’andata le ha messe in mostra a sprazzi, poiché il tecnico Antonio Conte non gli ha concesso molto spazio. Il Napoli ha preso Okafor in prestito dal Milan, ma sarà perlopiù un’arma a gara in corso.
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L’ESULTANZA DEL NAPOLI CON ROMELU LUKAKU, DAVID NERES, MATHIAS OLIVERA E SCOTT MC TOMINAY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Neres avrebbe avuto la possobilità di esprimere tutto quel potenziale che aveva tenuto a tratti nascosto nei suoi primi mesi italiani, ma si è fermato sul più bello. Gli azzurri si ritrovano di fatto con due esterni d’attacco in meno: uno ceduto e l’altro infortunato. E’ iniziato anche un periodo negativo dal punto di vista di risultati, con 3 pareggi e il ko contro il Como nelle ultime 4 partite.
Privo della velocità, della tecnica, della fantasia, del dribbling fulmineo di Kvara e Neres, Conte nelle ultime 2 partite ha rispolverato il 3-5-2, suo marchio di fabbrica. Il partner d’attacco di Lukaku è Raspadori, autore di 2 gol negli ultimi 2 incontri, mentre Politano arretra a fare il quinto sulla destra. Lo stesso avverrà anche nel match del Maradona contro l’Inter che inizierà a breve, ma che vedrà un’altra assenza pesante, quella di Zambo Anguissa a centrocampo.
Tornando a Neres, quanto manca per rivederlo in campo? Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, lo staff medico dei partenopei non vuole prendersi rischi e sta valutando con assoluta cautela le condizioni del giocatore. Si stima che possa essere nuovamente a disposizione il 16 marzo nella trasferta di Venezia, saltando quindi anche la sfida casalinga con la Fiorentina del 9 marzo. Seguiranno aggiornamenti.
Serie A
Atalanta, un’altra occasione sprecata: solo 0-0 contro il Venezia
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Atalanta, i nerazzurri non sfondano al Gewiss Stadium e falliscono l’aggancio all’Inter. Occhio alla Juventus ora…
L’Atalanta di Gian Piero Gasperini manca ancora l’appuntamento con la vittoria in casa, fermandosi sullo 0-0 contro il Venezia nella 27° giornata di Serie A. Un risultato che lascia i nerazzurri a quota 55 punti, privandoli della possibilità di agganciare temporaneamente l’Inter in vetta alla classifica. Per la quinta volta consecutiva tra campionato e Champions League, il Gewiss Stadium non porta i tre punti alla Dea.
Atalanta-Venezia, l’analisi della partita
Gasperini schiera un tridente offensivo con Lookman, De Ketelaere e Retegui, mentre il Venezia si affida alla coppia Oristanio-Maric. L’Atalanta parte con poche idee ma cresce con il passare dei minuti: Lookman e Retegui sfiorano il gol, ma il Venezia resiste e spreca un’occasione clamorosa con Zerbin al 25’. Prima dell’intervallo, i nerazzurri colpiscono due legni con Zappacosta e Cuadrado, mentre Carnesecchi salva su Zerbin.
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JUAN CUADRADO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Nella ripresa la squadra di Gasperini spinge, ma la precisione sotto porta continua a mancare. De Ketelaere e Retegui sciupano buone occasioni, mentre i cambi non cambiano l’inerzia del match. Nel finale, Lookman calcia alto da pochi passi e Yeboah manca il colpo del possibile colpaccio per il Venezia. Dopo qualche scintilla tra Lookman e Kike Perez, entrambi ammoniti, il triplice fischio sancisce un pareggio amaro per la Dea, che rimane a secco di vittorie casalinghe e vede sfumare un’importante chance di classifica, forse “la più importante”…
Serie A
Juventus, Chiellini: “Nel 2015 vivemmo una situazione simile. Allegri? Ne ho apprezzato la leggerezza che aveva nell’allenare…”
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L’ex difensore della Juventus Giorgio Chiellini è stato ospite dell’Università Luiss di Roma, dove è stato intervistato brevemente in merito al momento dei bianconeri
A seguire l’intervista completa
Juventus, Chiellini: “Non è stato facile essere capitano”
IL FUTURO
“A Los Angeles ho lasciato il cuore, non so quando ma tornerò. Però volevo dare stabilità alla mia famiglia e rientrare a Torino, non precludo nulla ma mi vedo ancora lì per tanti anni”.
MOMENTO NEGATIVO
“Nel 2015 abbiamo vissuto qualcosa di simile. Partimmo malissimo e ad ottobre ci fu la sconfitta in casa del Sassuolo, dove fui anche espulso. Quello era un periodo di scarsa lucidità e in quel momento fu determinante Buffon a spingerci a tirare qualcosa di diverso. Gigi ha dei valori che ha dentro il cuore, è riuscito a toccare le corde giuste di tutti e a farci tornare sulla retta via. Poi oltre a quello c’è il lavoro quotidiano, però quello che ha riacceso l’orgoglio e che ci ha fatto risalire sono state le sue parole”.
RAPPORTI UMANI
“Io ho sempre cercato di essere un esempio di dedizione, costanza, abnegazione e resilienza per i miei compagni, soprattutto per quelli più giovani. Ho sempre puntato ad avere il rispetto di tutti per quello che facevo, ancora prima per ciò che dicevo. In un ambiente come il nostro, dove si viaggia a duemila all’ora, è importante partire dalle basi e instaurare un ottimo rapporto umano con tutti. Ogni tanto può capitare un confronto in pubblico, soprattutto in situazioni di emergenza, ma è specialmente in privato che si risolvono i problemi”.
GUIDA E CAPITANO
“Per quanto mi riguarda, dopo aver superato i 30 anni, non è stato facile rappresentare 25 persone, di differente età, cultura e provenienza, anche se tutti con lo stesso obiettivo che poi era quello della società. Ma non è facile se pensiamo che giocano solo 11 calciatori su 25, meno della metà, e che spesso ci sono delle gerarchie da rispettare. Poi ogni anno nella rosa ne cambiavano 7-8 e spesso si ripartiva da zero. Essere il tramite tra vecchi e nuovi non era facile, cercavo il più possibile di capire le persone per estrarre da loro il meglio”.
ALLEGRI
“Di lui ho apprezzato la leggerezza nell’essere allenatore e nel farsi scivolare addosso quel che capitava. È stato bravo a non appesantire un mondo già pesante e pieno di pressioni. Ha dato fiducia e libertà alla squadra pur pretendendo tanto da tutti. Ti dà tanto ma ti controlla, anche a livello umano è riuscito a capire subito i valori della Juve pur non avendoci mai giocato. È cresciuto tanto come persona, ha studiato per migliorarsi ed essere adatto al ruolo di allenatore nel Cagliari, Milan e nella Juve per fare suoi certi valori. Ero l’unico che capiva le sue battute in livornese e dovevo tradurle agli stranieri ma anche agli italiani”.
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Milan, Italy. 19/03/2023. Italian SerieA Football Championship. Inter VS Juventus 0-1. Massimiliano Allegri, coach Juventus.
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