Serie A
Milan-Inter, le ultimissime da San Siro I Esordio dal 1′ per Walker, torna Calhanoglu

Alle 18 scatta il derby di Milano, valido per la 23esima giornata di serie A. In palio punti per la Champions League e la possibilità di mettere pressione al Napoli.
Pochi minuti e sarà Inter–Milan per la terza volta in questa stagione. Il derby della Madonnina sarà particolarmente importante per entrambi.
I rossoneri, sotto gli occhi del nuovo acquisto Gimenez e senza Morata (ormai in via di definizione con il Galatasaray), vogliono rifarsi dalla sconfitta di Zagabria e mantenere la supremazia cittadina.
In difesa ballottaggio Tomori–Gabbia al centro, mentre in attacco Abraham davanti al tridente Pulisic–Reijnders–Leao.
Sull’altra sponda del Naviglio i nerazzurri di Inzaghi vogliono vendicare la sconfitta dell’andata, nonché il bruciante ko che è costato la Supercoppa a Riyadh.
Torna Calhanoglu, che ha recuperato dall’ultimo infortunio. In difesa ancora fiducia a Pavard come braccetto di destra.
Probabili formazioni
Milan (4-2-3-1): Maignan; Walker, Tomori (Gabbia), Pavlovic, Theo Hernandez; Musah, Bennacer; Pulisic, Reijnders, Leao; Abraham. Allenatore: Sergio Conceicao
Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro Martinez. Allenatore: Simone Inzaghi
La squadra arbitrale
Arbitro: Chiffi
Assistenti: Carbone/Peretti
Quarto ufficiale: Marinelli
Var: Di Paolo
AVar: Doveri
editoriale
Fiorentina, “anatomia di una caduta”

10 punti in 10 partite suonano come un campanello di allarme nelle menti di tifosi, cosa è successo alla bella Fiorentina delle prime fasi di stagione?
A differenza del film Anatomia di una caduta -(Anatomy of a Fall) è un film del 2023 diretto da Justine Triet, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes – , che inizia con un evento tragico quasi come a preannunciare la sofferenza che pervaderà il resto della narrazione, la stagione della Fiorentina inizia in modo promettente. Fino a dicembre, infatti, si parlava della nuova viola targata Palladino come una delle possibili outsider del campionato, pronta a lottare per un piazzamento in Champions League, anche grazie al quarto posto vacante lasciato da una tra Milan e Juventus, complicate dalle difficoltà interne di entrambe le squadre.
Ma poi arriva la “caduta”: 10 punti nelle ultime 10 partite di Serie A, 8 sconfitte nelle ultime 16 (che diventano 9 includendo anche il Panathinaikos). Quattro mesi di “caduta libera”, simili a quella del personaggio di Samuel nel film, coinvolto nella tragica caduta su cui si basa la trama. E questa discesa sembrerebbe aver avuto inizio proprio a Firenze, proprio qualche mese fa, a partire da quel lunedì di Monza, passando per Verona, per culminare nella “caduta” casalinga contro il Como.
L’ombra della Fiorentina di Italiano
Il periodo di risultati altalenanti della Fiorentina sembra effettivamente mettere in discussione l’operato di Raffaele Palladino, che, all’inizio della stagione, era considerato una figura capace di portare la squadra a nuovi traguardi, anche grazie al doppio impegno tra Champions League e campionato del Bologna che avevano in qualche modo alterato la percezione parallela del lavoro dei due allenatori ( con la posizione sostanzialmente invertiva che vedeva il Bologna indietro rispetto alla viola) . Palladino era visto da molti come un degno sostituto di Vincenzo Italiano, o forse addirittura come una figura in grado di migliorare ulteriormente il lavoro del precedente allenatore,.
Tuttavia, con i recenti risultati, la situazione sta cambiando rapidamente. Se inizialmente Palladino sembrava destinato a costruire qualcosa di solido e ambizioso per il futuro, l’andamento della squadra negli ultimi due mesi, in particolare, sta alimentando dubbi sulla sua capacità di mantenere le promesse. A rendere ancora più complicata la situazione c’è l’ombra di Vincenzo Italiano, ormai non più protagonista a Firenze, ma la sua presenza resta comunque ingombrante. Il segno profondo che ha lasciato sulla squadra è evidente: due finali consecutive, una finale di Coppa Italia e ottimi piazzamenti in campionato sono risultati che, almeno fino a ora, sembrano difficili da eguagliare o superare.

Vincenzo Italiano
La decisione spetta alla dirigenza
Se è vero che “Il passato non ha mai visto il futuro, e il futuro non ha mai visto il passato,” allora le due versioni della Fiorentina dovrebbero essere considerate irrimediabilmente distanti, due realtà differenti che sembrerebbero difficili da paragonare. Eppure, così non è. La Fiorentina, pur avendo affrontato grandi cambiamenti negli ultimi anni si trova saldamente ancorata nella parte destra della classifica. È ormai una habitue delle fasi finali della Conference League, una competizione che, fin dalla sua creazione, ha sempre visto una squadra italiana contendersi i primi posti.
La Fiorentina è senza ombra di dubbio una realtà destinata a diventare sempre più grande e a rafforzarsi ulteriormente, anche grazie alla dirigenza ricchissima che ha a già dimostrato la voglia di crescere e di credere fortemente nel progetto, la quale non si accontenterà di un ottavo posto e di due finali consecutive, per di più tutte culminate con delle sconfitte.
La voglia di migliorare è palpabile; saprà Palladino essere l’uomo giusto per guidare la squadra chiamata a fare il salto di qualità?
Serie A
Roma, la rivoluzione di Ranieri rende tutti protagonisti

Roma, dodici risultati utili consecutivi e una rosa valorizzata al massimo. Ecco qual è la chiave del successo giallorosso.
La Roma di Claudio Ranieri continua a stupire, non solo per la lunga serie di risultati positivi, ma anche per la gestione innovativa della rosa. Il tecnico testaccino, tornato sulla panchina giallorossa con l’esperienza e il pragmatismo che lo contraddistinguono, ha scelto una strada chiara: valorizzare ogni giocatore a disposizione, senza gerarchie rigide.
Roma, una gestione “scientifica”: 26 titolari in 25 partite
L’ultima dimostrazione è arrivata nella vittoria contro l’Empoli. In occasione della vittoria ottenuta per 1-0 grazie al gol di Soulé Ranieri ha cambiato 9 titolari rispetto alla squadra che pochi giorni prima aveva affrontato l’Athletic Bilbao in Europa League. Tra le novità, l’esordio dal primo minuto di Nelsson, fino a quel momento mai schierato titolare.
Tale dato porta a 26 il numero di giocatori utilizzati dall’inizio nelle 25 partite disputate da quando Ranieri ha preso le redini della squadra. Un numero impressionante che certifica un principio fondamentale: nessuno è indispensabile in questa Roma, ma tutti sono importanti.

LA FORMAZIONE DELLA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Anche chi sembrava un titolare fisso ha dovuto accettare qualche turno in panchina. Saelemaekers è rimasto fuori dagli undici iniziali per tre gare consecutive, così come era successo in precedenza a pezzi da novanta come Pellegrini, Hummels, Paredes, Koné, Dovbyk e Cristante. Ma le esclusioni non sono bocciature bensì parte di una gestione mirata a far arrivare la squadra al massimo della forma nel momento decisivo della stagione.
Serie A
Juventus, Buffon: “Mancano ancora 10 giornate. La Nazionale è qualcosa che mi emoziona”

L’ex portiere della Juventus e della Nazionale italiana, Gianluigi Buffon, ha parlato ai microfoni riguardo la situazione di Thiago Motta in casa bianconera.
Gianluigi Buffon è considerato uno dei portieri più forti della storia del calcio. L’ex numero 1 di Parma e Juventus, è stato intervistato margine dell’incontro con gli studenti di Sport Management della Luiss Business School a Roma.

GIANLUIGI BUFFON FA IL SEGNO OK ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, le parole di Buffon
In seguito le parole dell’ex portiere:
Su Thiago Motta e la Vecchia Signora
“Probabilmente le cose non stanno andando come vorrebbero, ma mancano ancora dieci giornate e tanto vale attendere il finale e vedere se in questo rush può accadere qualcosa di sorprendente, e sorprendentemente positivo. Io me lo auguro”
Sul ruolo in Nazionale
“È qualcosa che mi emoziona. Lavorare con mister Spalletti è una grande fortuna, è un professionista eccezionale, un perfezionista unico e una delle persone più generose che abbia mai conosciuto nel mondo del calcio. Il coraggio e la generosità sono i due principali ingredienti che cerco nell’uomo”.
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