Serie A
Milan, Loftus-Cheek: “Siamo meglio dell’anno scorso. Morata…”
Il centrocampista inglese del Milan ha parlato della stagione passata e di quella alle porte toccando vari temi, dall’arrivo di Morata a quello di Fonseca.
Dopo le amichevoli contro il Manchester City ed il Real Madrid il Milan si appresta ad affrontare l’ultimo test amichevole in USA il 6 agosto contro il Barcellona, prima del rientro in Italia in vista della prima giornata di Serie A contro il Torino.
Proprio dal ritiro americano ha parlato Ruben Loftus-Cheek in un’ intervista a “La Gazzetta dello Sport”. Il centrocampista inglese ha affrontato diverse tematiche della scorsa stagione e della nuova alle porte, facendo il punto della situazione a due settimane dall’inizio del campionato.
“Fonseca? Un allenatore che ti incoraggia”
“Il mister è un tipo molto positivo. Vuole cercare di trasmettere i suoi concetti nel più breve tempo possibile. Con lui ci alleniamo benissimo e molto duramente. E’ una persona umile, a contatto con la realtà. Lui ci chiede delle cose diverse. Contro il City ed il Real abbiamo proposto un buon calcio, come squadra dobbiamo partire dal basso ed avere sempre delle soluzioni di passaggio. Cerchiamo di muoverci molto”.
Come vede il gruppo?
“Io vedo che abbiamo la spinta giusta per fare meglio. Crediamo nel nuovo allenatore e nella squadra, ma io voglio vedere allenamento dopo allenamento. Il mio obiettivo? Voglio migliorare il mio score personale di dieci gol della passata stagione”.
Su Morata
“Lui è un top player che ha vinto tantissimo nella sua carriera. Il suo arrivo può solo che aiutarci, e non vedo l’ora di giocare con lui. E’ molto simile a Giroud, e nel poco tempo in cui siamo stati a Londra insieme ho capito che è una persona gentilissima. E’ il capitano della Spagna, porterà carisma e leadership. Chi sono i leader dello spogliatoio? Sicuramente Maignan e Tomori”.
Su Pioli
“La cosa buona è stato il secondo posto, ma il grande rimpianto è stato l’Europa League. Non abbiamo sfruttato un’ ottima chance”.
Sull’Inghilterra ad EURO 2024
“Non li ho visti. L’Inghilterra ha avuto un upgrade con Southgate, siamo solo stati sfortunati”.
Quali sono i tuoi giocatori preferiti?
“Il mio preferito rimane Zidane, con Messi al secondo posto e Maradona al terzo. Per Gerrard ho un debole, impazzisco per lui. Degli italiani sicuramente ci sono Baggio primo, poi Totti e Del Piero”.
Serie A
Fiorentina, Beltran: è il tuo momento, adesso o mai più!
L’attaccante della Fiorentina Beltran è stato protagonista di un’ottima prestazione contro il Lecce, condita anche da un gol. Ora deve guadagnarsi la fiducia.
All’inizio della scorsa stagione la Fiorentina ha speso ben 25 milioni di euro per portarsi a casa il cartellino di Lucas Beltran. Arrivato in Italia con grandi aspettative, a distanza di più di un anno, ancora non ha del tutto convinto il popolo viola. Nella scorsa stagione ha messo a referto 6 gol e 3 assist, giocando però ben 32 partite.
In estate si pensava anche ad un’eventuale cessione, in particolare il Galatasaray aveva bussato alle porte del club toscano, prima di ripiegare sul colpaccio Osimhen. Per una serie di motivi, alla fine è rimasto alla Fiorentina dove fino ad adesso non è stato particolarmente utilizzato da Palladino.
Con gli infortuni di Gudmundsson e Kean però, avrà sicuramente più spazio e dovrà cogliere l’opportunità per convincere una volta per tutte il popolo e la società viola. In caso di scarso rendimento, si potrebbe seriamente valutare l’ipotesi di una possibile cessione a gennaio.
Il ruolo di Beltran nella Fiorentina
Lucas Beltran nella scorsa stagione era stato acquistato per ricoprire il ruolo di prima punta, alternato a Nzola. Per caratteristiche l’argentino non è un vero e proprio centro avanti puro, infatti, si troverebbe meglio a giocare in coppia con un altro attaccante o addirittura alle spalle di un vero numero 9. Quest’anno in Serie A con Palladino ha giocato solamente in 4 partite per un totale di 169 minuti disputati.
Con gli infortuni delle due punte di diamante, verrà schierato titolare a partire dalla prossima partita, vista anche la bella prestazione fatta a Lecce. Adesso ha lo spazio e l’opportunità per poter fare bene: sta a lui cercare di convincere in primis il mister, ma ovviamente anche la piazza viola. Ha tutte le qualità e le carte in tavola per ritagliarsi un posto in questa squadra, che è nettamente in crescita dopo un inizio un pochino altalenante.
Serie A
Nela: “I dirigenti della Roma non sono coinvolti. Ci sono tante persone qualifiche che non vengono chiamate”
L’ex difensore giallorosso ha rilasciato alcune dichiarazioni sul momento generale della Roma. Leggi con noi le parole di Nela.
Nela, intervenuto durante la trasmissione Primo Tempo, ha rilasciato dichiarazioni sul momento della Roma. L’ex difensore si è soffermato sulla dirigenza giallorossa, lanciando alcune frecciatine.
Le parole di Nela
Il momento della Roma.
“Sono andato allo stadio dopo tanti mesi, possiamo parlare di molto. Ci sono cose buone, cose meno buone. Tornare all’Olimpico è sempre bello, il pubblico è sempre quello. Da calciatore, ho sempre giocato con l’Olimpico pieno, per chi gioca ti dà una grande carica. Per chi non sa gestire una pressione del genere, può diventare sempre un’arma a doppio taglio. Non tutti reagiscono bene. Questa è anche la nostra professione”.
La situazione di Pellegrini e Cristante.
“Massima tranquillità, devi cercare di far sì che le cose cambino con le prestazioni e con una serie di vittorie. Quando si ottengono risultati, il pubblico va dietro e non guarda moltissimo alle prestazioni”.
La gara contro l’Inter.
“Serviva un po’ di coraggio, è stata una partita contro l’Inter al 60%. Da qui ci sarebbe da dibattere, c’è un mio ex compagno a cui non piace Dovbyk, a me personalmente piace. Bisogna mettere in condizione l’attaccante di impattare sulla gara in più modi, giocando bene, mettendo buoni cross, ma anche avvicinarlo con un altro compagno di reparto.
Questo ragazzo ha numeri, sta bene in area, ha fatto cinque cose, non tante, ma quattro le ha fatte molto bene. In tutti i reparti c’è qualcosa da migliorare. Non sarei così negativo, anche quest’anno credo la squadra possa pareggiare la sua posizione in classifica. Alla fine, credo che la Roma possa piazzarsi dove è stata negli ultimi anni”.
Il problema degli esterni.
“Se pensiamo a quello che vediamo con Celik, passando da terzo di destra a titolare, vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Se ne parla da anni, della necessità di giocatori di fascia con buoni piedi. Si è parlato dei soldi spesi in questo mercato, che è stato buono ma non hai completato l’organico. Magari arriverà qualcuno a Gennaio. L’idea di calcio di De Rossi non mi dispiaceva, probabilmente c’è stata qualche difficoltà nel reperire determinati giocatori e forse anche un problema “economico” sui trasferimenti. Credo si possa migliorare in tutto. Avrebbe avuto bisogno di una figura centrale al suo fianco”.
Le proprietà della Roma.
“Stiamo parlando di persone che vengono dall’altra parte del mondo, molte di queste non conoscevano il calcio. Soprattutto in Italia. Ho sempre ritenuto che noi ex possiamo essere delle risorse importanti per i nostri club. Sappiamo perfettamente dove ci troviamo e conosciamo la tifoseria, molto dipende da noi però. Non possiamo pensare che l’incarico in società sia dovuto. Bisogna studiare: c’è chi vuole fate il ds o l’allenatore, oggi il calcio è cambiato e bisogna essere preparati. Detto questo, è una domanda che mi sono fatto molte volte. Vedo altre squadre e vedo qualcuno coinvolto, qui non succede.
Parliamo di grossi imprenditori che devono gestire un club di calcio, sono discorsi che a loro interessano il giusto o forse niente. Se vogliamo dirla tutta, in questo momento mi sembra ci sia un vuoto dirigenziale. Lo dico con dispiacere, non ci sono più dirigenti. Chi è che dà l’ospitalità alle delegazione dei club esteri negli incontri in Europa? Io credo che i nomi ci siano e non costerebbero nemmeno troppo. Per il mercato posso immaginare che ti affidi a qualche dirigente o a qualche studio stranieri. Credo che potremmo fare un bel lavoro, qualcuno è molto credibile e qualcuno che è riconosciuto in tutto il mondo. Ci sono ragazzi qualificati e che hanno studiato”.
Juric ha giocatori adatti al suo gioco?
“Juric è un allenatore di calcio, poi si può discutere delle squadre che ha allenato. A me non piace sentire che un giocatore deve capire quello che deve fare, che ancora non c’è intercambiabilità o che deve fare un certo tipo di lavoro. Caratterialmente ancora non abbiamo visto il vero Juric, non è scatenato come eravamo abituati. Credo che questa squadra, sistemata bene, possa fare un buon campionato. Questo è un gruppo che alla fine uscirà fuori. La Coppa Italia non sarebbe male, devi guardare alle turnazioni, bisogna essere bravi a gestire tutti gli impegni”.
Serie A
Roma, Svilar è un muro: i numeri che lo consacrano
Una delle pochissime certezze della stagione della Roma è sicuramente Mile Svilar. L’estremo difensore giallorosso è uno dei migliori portieri in Serie A.
La stagione della Roma non si sta muovendo verso quelli che erano gli obiettivi iniziali. In un inizio di annata in cui le certezze si contano sulle dita della mano ecco che arriva il guantone di Mile Svilar.
L’estremo difensore giallorosso sta avendo un rendimento da top player mettendo la firma su quasi tutti i punti conquistati dalla formazione di De Rossi prima, ora in mano a Juric. Infatti, il classe ’99 in campionato ha la percentuale di parate più alta con uno score di 25 tiri bloccati su 31 arrivati nello specchio, che gli valgono un’incredibile 84%.
Solo Di Gregorio ha fatto meglio, subendo però solamente 11 tiri verso lo specchio. Tra i portieri con almeno 20 tiri ricevuti, l’ex Benfica è il primo per percentuale più alta di parate.
Situazione abbastanza identica se controlliamo gli expected goals. La Roma infatti, avrebbe dovuto all’incirca subire 10 reti, ma grazie all’abilità tra i pali del portiere ne ha incassati solamente 6. Un dato, anche questo, che lo colloca come miglior portiere della Serie A. Nonostante non siano arrivati punti, anche contro l’Inter Svilar si è dovuto sporcare le mani: 5 parate e 3 big chances negate agli avversari, che gli sono valse l’8 in pagella da parte dei maggiori quotidiani.
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