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Milan, mai così male dal 2019: chi ha fatto peggio di Fonseca?

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Milan, Fonseca

Urge un cambiamento. Se non di allenatore per lo meno di mentalità, di approccio. Questo Milan sta rischiando di toccare il fondo del barile.

Toccare il fondo, purtroppo, non è così lontano. Questo è un dato di fatto, in quanto il Milan ha raccolto soltanto due punti in tre partite. Ad ora un punto in più (ma anche con una partita in più rispetto a Roma, Monza, Como e Venezia: potenzialmente in corsia di sorpasso.

Il rischio di vedere Fonseca e i suoi ragazzi in zona retrocessione è quindi concreto. Vero è che siamo solo a tre partite dall’inizio del campionato, ma così non va. La falsa partenza rossonera rischia di lasciare ferite profonde da dover curare.

Milan, Fonseca non è l’unico

Milan

Dare tutte le colpe di questa situazione all’allenatore è forse troppo. Il portoghese sembra però faticare ad impostare la sua idea di gioco e le scelte di formazione, discutibili, non aiutano. Resta il fatto che il Milan sembra partire con handicap in campionato e non è l’unica volta.

I tifosi avranno sicuramente l’amaro ricordo del tecnico Giampaolo, che quasi ricorda l’avvio di Fonseca. Il tecnico di Bellinzona nell’annata 2019 fece 3 punti in tre giornate. Pur sempre un punto in più, ma che non fu comunque sufficiente ad evitargli l’esonero. Prima di loro: Gattuso e Montella. Dobbiamo tornare indietro di sedici anni per riscoprire i rossoneri così indietro in classifica in avvio. Ancelotti nel 2008-09 partì con due KO in altrettante uscite. Allegri, cinque anni più tardi, racimolò 1 punti nelle prime due partite.

Il denominatore comune

Milan

A tutto questo va aggiunto il comun denominatore: se la squadra agli inizi di un campionato fa così fatica, ci sono sicuramente meccanismi che non funzionano. Eccoci arrivati ad un tasto dolente degli ultimi anni: la difesa. Il reparto difensivo del Milan fa e ha fatto acqua in tutte le statistiche riportate nel paragrafo precedente. Due reti subite di media fanno intendere che c’è del lavoro da fare e anche in fretta.

Tornando ad oggi, Pavlovic sembra l’unico in forma ma comunque da solo non può reggere un intero reparto. Emerson Royal, preso per sostituire Calabria, fatica come il suo parigrado. Il pressing alto portato dal tecnico originario di Maput sembra ancora in fase di rodaggio, come in effetti tutta la squadra: così proprio non va.

Serie A

Milan-Juventus, emergenza infortuni per Motta. Si punta su un giovane

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Thiago Motta, Juventus

Milan-Juventus, la situazione in infermeria è seria: Thiago Motta dovrà puntare su un uomo in gran forma. Ecco di chi si tratta.

Vlahovic è out: in vista di una partita importante come Milan-Juventus questa tegola in testa ai bianconeri non ci voleva. Eppure c’è un giocatore che è chiamato a fare le veci del serbo e che potrebbe riservare sorprese.

Alludiamo a Timothy Weah, che sta dando prova di essersi totalmente rigenerato dopo una prima stagione opaca passata alla Continassa.

Impiegato nella scorsa stagione come esterno nel 3-5-2 di Allegri, posizionamento che mal si addiceva a lui, oggi è un elemento importante del reparto offensivo: dall’inizio della stagione 2024-2025 ha messo a referto ben 4 gol e 2 assist, nell’arco di 525 minuti di presenze in 11 partite. Numeri che messi a confronto con quelli del 2023-2024 – un solo gol – fanno capire come le cose siano cambiate.

Con Thiago Motta, Weah pare aver trovato la propria dimensione. E ora, complice l’assenza di Dusan Vlahovic, Weah potrebbe scoprirsi anche un valido centravanti di movimento. Un ruolo che ha tante valide alternative – Yildiz e Mbangula tra tutte – ma che ha molto bisogno di lui.

Alla partita Milan-Juventus, la Vecchia Signora ci arriva falcidiata dagli infortuni: oltre a Vlahovic, altri 6 assenti, inclusi Nico Gonzales e Milik.

Per questo, nel prossimo match, Weah avrà un’opportunità preziosa per essere titolare. E segnare ancora, magari su assist di Conceição come già fatto contro il Parma.

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Serie A

Napoli-Roma, con Sir Claudio si punta ad espugnare il Maradona

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Napoli-Roma, Claudio Ranieri

In occasione di Napoli-Roma, una prova difficile ma non impossibile, mister Ranieri si rimbocca le maniche. E sperimenta schemi e uomini.

Con tutta probabilità è una delle sfide più difficili che la Roma si troverà a fronteggiare nel corso di questa delicatissima stagione. Con l’aggravante della cornice: il Maradona, il tempio della squadra partenopea.

Per la Roma, l’occasione per testare le idee, tutte da provare, della vecchia-nuova guida tecnica, Claudio Ranieri, che in occasione della preparazione di questa partita di campionato sta sperimentando schemi diversi. Ieri, ad esempio, il 4-4-2.

Sì, perché a questa Roma in cerca di autore serve un’identità di gioco nuova, che sia al tempo stesso solida, perché collaudata, e liquida, in grado di cambiare volto a seconda dell’avversaria in campo.

Sugli uomini che faranno questo match alcuni nomi già ci sono: ovviamente quello della punta centrale titolare Artem Dobvyk, mentre è fortemente in bilico quello di Paulo Dybala, che questi giorni ha eseguito allenamenti differenziati rispetto al gruppo squadra.

La grande novità degli allenamenti è la ricomparsa di Alexis Saelemaekers, che si è allenato in gruppo assieme a Mats Hummels.

La prova che Ranieri punterà su due elementi importanti, finora pressoché ininfluenti? Lo scopriremo molto presto.

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Serie A

Hellas Verona, Zanetti: “La ricerca della continuità di prestazione deve essere il nostro obiettivo”

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Hellas Verona, l'allenatore Paolo Zanetti

Hellas Verona, Paolo Zanetti ha parlato nella conferenza stampa odierna in vista del match di Serie A contro l’Inter, in programma domani pomeriggio alle 15.00.

Domani l’Hellas Verona sarà impegnato in una delle sfide più difficili del campionato, affrontando l’Inter. La squadra di Paolo Zanetti si trova in un momento delicato, avendo raccolto una sola vittoria nelle ultime quattro partite, e l’obiettivo è quello di invertire la rotta e uscire da questa crisi di risultati.

Tuttavia, il compito sarà tutt’altro che semplice. L’Inter, determinata a rimanere in corsa con le altre cinque squadre al vertice della classifica, scenderà in campo con l’intento di conquistare punti preziosi per non perdere terreno nella lotta per il titolo. Per l’Hellas, sarà fondamentale giocare con compattezza e sfruttare al meglio ogni occasione, pur consapevole delle difficoltà che una sfida contro i nerazzurri comporta, soprattutto in questo momento della stagione. A seguire, la conferenza stampa di Zanetti.

Hellas Verona

Hellas Verona, le parole di Zanetti

Che Verona ritroviamo domani?
“Dobbiamo ritrovare il miglior Verona, la squadra si è riunita al completo solo ieri, abbiamo perso un giocatore importante come Duda, oggi l’allenamento sarà determinante ma vogliamo fare una grande partita”.

L’anno scorso un errore grossolano ha condizionato una grande partita del Verona a San Siro, un commento sulla designazione?
“L’anno scorso non ero l’allenatore dell’Hellas ma mi ricordo l’episodio, è già stato detto tanto e non serve aggiungere altro, per quanto riguarda l’arbitro non ci deve interessare età o provenienza dell’arbitro, sono sicuro che si concentrerà per fare la sua migliore prestazione, così come noi”.

Dawidowicz?
“E’ recuperato, è della partita e si candida per un posto, Coppola ha avuto una distorsione alla caviglia tra l’altro, Duda sarà fuori per tre settimane/un mese. Gli altri hanno giocato tanto, Suslov ha giocato due partite e ieri non si è allenato, Tchatchoua ha viaggiato tantissimo così come Livramento che è tornato dalla Mauritania. Sono giocatori che fanno parecchi chilometri tra viaggi e spostamenti. L’allenamento di oggi sarà determinante ma chi è rimasto qua si è allenato molto e bene. Devo fare le ultime valutazioni”.

Difesa a tre è un’opzione?
“Se si ragiona su di loro i punti forti li hanno in tutte le zone del campo e si finisce per fare una partita troppo attendista. Io voglio fare la nostra partita, in casa nostra, l’Inter è tra le quattro squadre più forti d’Europa, è chiaro che faremo delle valutazioni anche tattiche ma non vogliamo essere spettatori della gara e fare una partita per mettere in difficoltà anche una grande squadra come l’Inter”.

Gara aggressiva?
“Serve osare ma anche avere il giusto equilibrio, cercheremo di fare una partita equilibrata, abbiamo lavorato con chi è rimasto su alcuni concetti, specie sulla fase difensiva che abbiamo cercato di migliorare, soprattutto nei dettagli. Al di là di questa partita serve alzare l’asticella da questo punto di vista”.

Quanto pesa l’assenza di Duda?
“Belahyane è stato in nazionale ma non ha giocato, è fresco e sarà della partita. E’ un giovane straordinario con tanto margine di miglioramento, penso che domani potrà confrontarsi con giocatori che un giorno saranno suoi compagni, non dico l’Inter ma parlo del livello che si merita e può raggiungere. Serdar è un nostro punto fermo”.

Il Verona è uscito dalla crisi?
“Ogni partita ha una storia a sè. A Firenze abbiamo fatto un buon primo tempo pur subendo subìto goal e quindi dovendo giocarla tutta in salita. La ricerca della continuità di prestazione deve essere il nostro obiettivo. Per chi lavora per questi tipi di obiettivi la spunta chi ci sta più dentro. Serve costruire un nucleo forte dentro questa squadra che con la Roma si è palesato, ora la difficoltà sta nel trovarlo sempre”.

27 goal subiti, c’è un problema evidente o troppi errori individuali?
“Non è la prima volta che mi succede, mi è successo anche in altri campionati, a Empoli ad esempio ho avuto il problema dell’attacco, le stagioni e i momenti sono così. Ci sono anche errori singoli ma io odio colpevolizzare, ci sono sempre responsabilità di squadra, l’unico da colpevolizzare è l’allenatore, ma per mestiere. Serve lavorare di squadra, anche cambiare qualcosa ogni tanto per cercare di rompere un momento di difficoltà. Fa parte del gioco, fa parte di chi siamo, va accettato ma anche analizzato facendo capire che responsabilità abbiamo quando indossiamo questa maglia. Se si dà tutto e si fa un errore può andare bene, ma se si sbaglia all’interno di un 70% a me non sta bene”.

L’approccio?
“Determinante, con l’Inter è la partita in cui bisogna essere perfetti per portare a casa punti. Serve avere concretezza e limare ogni dettaglio. Oltre che essere attenti a non subire bisogna anche essere propositivi per creare e cercare di far male. Con la Fiorentina non abbiamo creato abbastanza senza credere nel poter andare a riprendere la partita”.

A gennaio ennesima rivoluzione?
“Presidente e direttore sono stati chiari con me dall’inizio, io so che cosa potrebbe accadere anche a breve, è una sfida che ho accettato con grande coraggio anche se ci saranno delle difficoltà. Io sarò sempre qua a combattere e ogni settimana lotto per poter essere ancora qua. Se Belahyane o altri andranno via arriveranno altri giocatori che io allenerò al massimo per centrare l’obiettivo e far sì che l’Hellas l’anno prossimo sia ancora in Serie A. Questa è l’unica cosa che conta”.

Un commento sull’esonero di Gilardino?
“Ognuno ha le sue vicissitudini interne, bisogna sapere cosa succede perchè da fuori è difficile, non mi sento di andare a commentare gli esoneri degli altri. Sappiamo qual è il nostro mestiere, siamo legati ai risultati. Gilardino è un bravo allenatore e questo esonero non toglie nulla a quello che ha fatto fino adesso. Purtroppo fa parte del gioco”.

Le scelte davanti?
“Le scelte si basano su diversi fattori, bisogna capire chi può reggere dal punto di vista fisico perchè sarà una partita molto probante da questo punto di vista. Tanti ragazzi sono rientrati ieri quindi oggi sarà un allenamento importante e determinante per valutare anche l’aspetto mentale perchè quando si gioca in nazionale si spendono anche tante energie nervose”.

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