Alexandre Pato, ex attaccante del Milan, ha parlato dei suoi ricordi in rossonero e non nasconde la stima nei confronti di Rafael Leao.
Arrivato al Milan nel 2008 a neanche 19 anni, ha deliziato tutto il pubblico rossonero e non solo a suon di giocate, gol, accelerazioni e tanto altro. Sembrava un predestinato, tanto che si parlava di futuro pallone d’oro, ma purtroppo i numerosi infortuni ne hanno condizionato la carriera fin da giovane. Alexandre Pato è uno dei più grandi what if nella storia del calcio, ma nei suoi anni d’oro ha comunque contribuito in modo determinante alla conquista dello scudetto del 2011.
Pato è stato ospite di una puntata del podcast BSMT, in cui ha parlato di molti temi tra passato, presente e futuro.
Le emozioni e i ricordi in rossonero
“Quando sono tornato mi ricordavo tutti i posti in cui sono passato. Con la macchina correvo: con il Puma Emerson ci sfidavamo a chi arrivava prima a Milanello. Poi Galliani chiamò il mio agente e mi chiese di smettere di correre. Mi ricordavo di tutto: le vie e le strade di Milanello“.
“Poi ho incontrato la signora che lavorava quando c’ero io, che metteva tutto a posto. Il cuoco, le persone che lavorano lì. Io ho detto a loro: “Vorrei piangere, ma non posso perché c’è la camera che mi guarda” e mi prendono in giro. Però è stato bellissimo. Ero giovane, sono cresciuto lì, quindi tutto quello che vivo a Milano mi fa venire il brivido“.
L’incontro coi giocatori del Milan attuale
Che differenze ha notato
“C’è qualcosa di diverso, dentro lo spogliatoio soprattutto, qualcosa in più. Poi nel parcheggio. Però per me è sempre uguale. Ci sono meno brasiliani: ho trovato solo Emerson Royal. Quando c’ero io eravamo in 8, oggi c’è solo un brasiliano. Il calcio sta cambiando molto“.
Su Leao
“È un personaggio. Io quando sono arrivato all’età loro ero piccolissimo, loro sono tutti alti. Ho sempre avuto stima di Leao, tifo per lui. Ha tutte le possibilità di portare il Milan in alto, quindi sarò sempre lì a sostenerlo e speriamo che faccia ancora tanti gol per il Milan e lo faccia vincere“.
Il ritorno a San Siro
“Mi hanno fatto entrare nel campo, ti viene voglia di piangere. I tifosi che ti invocano, ti chiedono una foto… Poi avere i miei genitori di fianco, sono rimasti un mese con me poi sono andati via. Sono tornati con me dopo 12 anni a San Siro. Quindi sai, per loro è stato bellissimo. A parte il freddo, è stato bellissimo“.
C’è voglia di tornare a giocare?
“Ho chiesto a Kakà cosa ha fatto quando ha smesso di giocare. Lui mi ha detto che era a posto così. Io a volte non voglio essere quello che vuole tornare per forza al Milan, però ho una voglia di mettere la maglia, scendere in campo e giocare… Ma mi devo rimettere in forma“.
Aggiornato al 16/01/2025 19:25
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