L’allenatore del Lecce Luca Gotti ha rilasciato delle dichiarazioni in conferenza stampa in vista del match contro l’Udinese, in programma domenica alle 15:00.

Lecce, le parole di Gotti

Di seguito le dichiarazioni del tecnico del Lecce Luca Gotti, rilasciate in conferenza stampa in vista del match contro l’Udinese: in programma domenica alle 15:00.

Che settimana è stata?

“Brutta per me. Veniamo da tre partite senza soddisfazioni. Però posso dire che la squadra ha lavorato bene”.

Svolta tattica?

“Non credo il tema sia tattico. La squadra deve proseguire un percorso di miglioramento degli eventuali limiti: ancora non riesce a gestire bene i momenti della partita. In una partita ci sono altalene emotive di un certo tipo.

Dopo una sberla c’è un motivo in cui non sei ancora lucido e questo ci sta capitando. Il livello della Serie A non permette questo genere di errori”

Potremmo rivedere Oudin titolare?

“Ci sono giocatori che hanno caratteristiche mirate e Oudin ha ottima disponibilità tecnica. Devo attingere di volta in volta dalle caratteristiche migliori per affrontare la partita”.

Rebic esterno o centralmente?

“Ha prevalentemente giocato esterno, quella è la sua mattonella. Devo cercare di mettere i giocatori a loro agio e creare delle dinamiche di squadra funzionali””.

Marchwinski, Hasa, Pelmard: chi vedremo prima?

“Il calcio ci sorprende perché ci sono situazioni che sembrano cristallizzate e poi cambino in maniera repentina, così come la partita col Parma.

Anche in queste situazioni individuali si accendono scintille che cambiano l’aspetto emotivo. Voglio prendermi tutte le cose positive che possono accadere anche in tempi brevissimi”.

È la partita più delicata da quando è a Lecce?

“Assolutamente no. Per me la partita con l’Udinese non è come le altre, ma per il Lecce è una partita come le altre trentotto. Non carichiamola di cose diverse”.

A poche ore da Napoli-Como, primo anticipo della settima giornata di campionato, arrivano le ultime indicazioni sulle formazioni.

Due squadre in cerca di conferme: Napoli e Como hanno voglia di avvalorare quanto di buono mostrato nelle ultime settimane.

Antonio Conte vuole conservare il primo posto in classifica, e per farlo si affiderà all’undici che ha ben figurato contro la Juventus e il Monza. In porta ci sarà ancora Caprile al posto dell’infortunato Meret, mentre in difesa Di Lorenzo, Rrhamani e Buongiorno sono inamovibili. L’unico vero dubbio del tecnico salentino riguarda la fascia sinistra, con Olivera ancora in vantaggio su Spinazzola. In mediana, nonostante l’apprezzamento per Gilmour ribadito in conferenza stampa, ci sarà ancora la coppia composta da Lobotka e Anguissa.  Sulla trequarti agiranno Politano, nuovamente preferito a Neres, e Kvaratskhelia sulle fasce, con McTominay al centro, più vicino a Lukaku.

Dall’altra parte, Cesc Fabregas ha voglia di fare lo sgambetto al suo ex allenatore per ottenere il terzo risultato utile consecutivo. Anche lui, come il suo avversario, manderà in campo l’undici già visto nelle ultime due partite. Tra i pali ci sarà Audero e in difesa il quartetto composto da Van der Brempt, Dossena, Kempf e Alberto Moreno. In mediana ancora Sergi Roberto e Perrone a sostegno della trequarti, dove agiranno Strefezza, Nico Paz e Fadera. In avanti ancora spazio a Cutrone.

Napoli-Como, le probabili formazioni

Napoli (4-3-3): Caprile; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Lobotka; Politano, McTominay, Kvaratskhelia; Lukaku

Como (4-2-3-1): Audero; Van der Brempt; Dossena, Kempf, Moreno; Sergi Roberto, Perrone; Strefezza, Nico Paz, Fadera; Cutrone

Il direttore del Corriere dello Sport si è espresso sulla sconfitta rimediata dalla Roma in Svezia. Leggi con noi le parole di Zazzaroni.

L’inaspettata sconfitta contro l’Elfsborg ha esposto la Roma di Juric a numerose critiche, tra cui quelle di Zazzaroni, che nel suo editoriale ha evidenziato le difficoltà nel giro palla dei giallorossi.

Le parole di Zazzaroni

La sconfitta.

“Una sconfitta assurda, quasi cercata, una partita buttata, di quelle che possono far male. La Roma ha giocato al contrario risultando a lungo inguardabile“.

La manovra lenta.

“La Roma ha tenuto palla, l’ha mossa con una lentezza e un’imprecisione imbarazzanti anche nei venti minuti finali quando i cambi le hanno restituito una fisionomia accettabile. L’Elfsborg era poco più di niente: ha pensato a difendersi, a chiudere tutti gli spazi per poi ripartire quando la Roma s’incartava nel palleggio. Troppo spesso”.