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Milan, Pioli: “Non può essere tutto perfetto. Penso solo a lavorare. Thiaw, Tomori e Kalulu torneranno…”

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Milan, Pioli

Stefano Pioli ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di MilanNapoli. L’allenatore ha scacciato le critiche e parlato del ritorno di alcuni difensori.

Milan, le parole di Pioli

Milan, Pioli - Depositphotos

Head Coach of AC Milan Stefano Pioli during italian soccer Serie A season 2019/20 of AC Milan – Photo credit Fabrizio Carabelli /LM

L’anno scorso Spalletti, all’andata Garcia, ora Mazzarri: cosa cambia?
“Non cambiano le qualità: i numeri delle prestazioni e della partita sono quelli offensivamente. Con Mazzarri è cambiato qualcosa tatticamente, non sappiamo se giocherà a 3 o a 4, ma è un avversario di qualità da affrontare con molta attenzione e molto rispetto“.

Sei stupito dalla posizione del Napoli?
“È difficile per tutti ripetersi, lo è stato anche per noi. Il campionato è ancora molto lungo e il Napoli non è lontano dal quarto posto. Hanno grandissima qualità, grandissimi giocatori offensivi: ci sarà da mettere tanta attenzione”.

Farà calcoli sulla formazione?
“Io e lo staff abbiamo già visto il Rennes, ma pensiamo solo a domani. C’è il tempo necessaria per preparare il Rennes. Ora è troppo importante insistere in campionato”.

Sarà chiave il centrocampo?
“In molte partite lo è, anche se, soprattutto domani, entrambe le squadre hanno grandi giocatori offensivi nell’uno contro uno che potranno essere credo decisivi. Dovremo essere molto compatti in mezzo al campo sporcandogli il più possibile le loro giocate“.

Come sta Bennacer?
“Sta bene, è disponibile per giocare dal primo minuto”.

Per un allenatore come te a cosa equivale vincere un Sanremo?
“Essendo al Milan significa vincere qualcosa, dobbiamo puntare a quello; poi è difficile, sia in campionato che in EuropaLeague. Poi non dobbiamo puntare troppo oltre, noi dobbiamo costruirci mattone su mattone”.

C’è una canzone che ti accompagna?
“Ne ho tante, amo la musica, non ho visto Sanremo. Ibra a Sanremo è la dimostrazione che può aver successo qualsiasi cosa faccia, lo avrà anche da dirigente”.

Troppe critiche a Maignan?
“A noi non interessano le critiche, perché siamo molto autocritici con noi stessi. Le persone come Maignan non perdono mai: o vincono o imparano e lui uscirà da questo periodo migliore di prima”.

Udinese, Milan

Come sta la squadra?
“La squadra oggi sta bene dieci, tra due settimane non lo so; stiamo bene di testa e di gambe”.

Che idea hai sul cartellino blu?
“Mi piace il ritmo, non mi piacciono le interruzioni e credo che questa sarebbe un altro motivo per le interruzioni”.

De Ketelaere sta facendo molto bene in un altro ruolo a Bergamo…
“Qui per le sue caratteristiche e per ciò che serviva a noi il trequartista era il ruolo giusto in cui farlo giocare. Sta facendo molto bene a Bergamo dopo un anno di esperienza in cui è cresciuto”.

Quando tornano Thiaw, Tomori e Kalulu?
“I recuperi stanno andando tutti molto bene, ma vanno analizzati di settimana in settimana. Malick ha forzato, oggi è stato totalmente in gruppo e domani non sarà convocato; dovrebbe esserci in Europa League. Kalulu e Tomori sarà importante la prossima settimana”.

Domani raggiungerà Sacchi per presenze al Milan…
“Nella sua epoca è stato un allenatore fantastico, uno dei migliore, un innovatore. Raggiungere un allenatore così importante nella storia del Milan non può che essere gratificante per me, ne sono soddisfatto e orgoglioso”.

Vieri dice che fare l’allenatore fa ricevere tante critiche e tanti elogi a seconda dei risultati…

“Faccio quello che amo, quello che mi piace, allenare è la mia passione. Quando hai un ruolo di tanta responsabilità hai pressioni, aspettative, critiche, complimenti, ma è così tanto il piacere di lavorare tutti i giorni con i miei giocatori che le altre cose arrivano in maniera inferiore rispetto al lavorare con i giocatori. Tanto tutto perfetto non può essere, per me conta molto il lavorare. Ho sempre avuto la fortuna di allenare un gruppo di persone speciali, prima che giocatori speciali, e questo mi gratifica tanto e mi fa stare bene… fino alla domenica. Tutti sappiamo cosa significa allenare il Milan, le emozioni che provo sono veramente profonde“.

Jovic e Giroud dal primo minuto…
Jovic è una realtà di questa squadra, importante, può giocare dall’inizio, ma con Giroud insieme dall’inizio vediamo”.

Milan-Atalanta

Luka Jovic

Chi le ricorda Camarda?
“Non amo tanto i confronti perché ogni giocatore ha le sue caratteristiche, poi ora è troppo presto per lui. Sta facendo un percorso giusto, con gli atteggiamenti giusti, facciamolo crescere. Gli abbiamo fatto fare qualcosa di extra, di eccezionale, ma perché c’era una situazione particolare… È giusto che faccia il suo percorso. Sicuro che abbia le qualità per essere un domani il centravanti del Milan“.

Cosa deve fare per recuperare l’affetto e la gratitudine dei tifosi del Milan?
Vincere tutte le partite”.

Bennacer da trequartista?
“Non credo possa essere un’idea per domani, partirà un po’ più basso. Poi a me piace non avere giocatori con posizioni fisse“.

Qual è il motivo per cui questa squadra deve segnare un gol in più dell’avversario?
“Per cui siamo portati ad attaccare, perché non ci piace difendere, o meglio, perché siamo portati al gioco offensivo, sia per le caratteristiche dei miei giocatori che per le mie idee. Ci stiamo lavorando, ma credo che dobbiamo insistere molto sui nostri aspetti positivi, limando le situazioni che non ci vedono così attenti in fase difensiva“.

Anche a noi annoiano le voci sul futuro allenatore…
“Perché, se vi annoiano, continuate a fare queste domande?! (ride, ndr)”.

Ci si dovrebbe focalizzare di più sulla difesa?
“Io ho giocato a centrocampo, poi ho giocato da difensore centrale iniziando a marcare Trevor Francis e ho giocato sempre da difensore. Chi ha giocato difensore certe cose le sente. Noi ci siamo scelti un ruolo difficile, il più difficile, il più complicato, in cui l’affidabilità è importantissima“.

Preferisce la quarta maglia nera o quella bianca?
“Giudico dopo che le hanno indossate, ma a me piacciono tutti quelli del Milan. Quello nero mi piace molto”.

Pippo Inzaghi esonerato…
“Gli auguro il meglio e lo rincuoro: a tutti capita o a quasi tutti. Io ho approfittato dei miei esoneri, non subito, perché immediatamente c’è un po’ di delusione… Li ho sfruttati un po’ più in là col tempo per cercare di capire in cosa migliorare. Gli esoneri non significano che tu per forza non hai fatto un buon lavoro”.

Posizione di Loftus cruciale?
“Molto importante, dovrà leggere bene le posizioni degli avversari”.

32 punti di differenza tra l’anno scorso e quest’anno tra Milan e Napoli…
“Sicuramente noi siamo migliorati, ma è un risultato parziale. I conti li faremo alla fine“.

Serie A

Lazio, Luis Alberto al vetriolo: “Sarei rimasto a vita, ma il clima lì è marcio. Su Tare e Inzaghi…”

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Luis Alberto ha rilasciato un’intervista esclusiva a “Cronache di Spogliatoio”, in cui ha ripercorso i motivi del suo addio alla Lazio.

Luis Alberto e la Lazio, quantomeno nei panni della società biancoceleste, non si sono lasciati benissimo. A dimostrazione di tale assunto l’acredine con la quale il centrocampista spagnolo parla quando ne ha occasione.

Lazio, le parole di Luis Alberto

In un’intervista concessa a “Cronache di Spogliatoio, il calciatore iberico ha ripercorso le orme del suo ciclo in biancoceleste ed è tornato sui motivi che lo hanno portato alla decisione di lasciare la Capitale.

Di seguito, le sue parole.

Non sarei mai andato via dalla Lazio. Sarei rimasto a vita… Perché sono andato via? Ditemi uno che è uscito bene dalla Lazio. Fanno così: guardate ora proprio Cataldi… era lì fin da piccolo. È un peccato perché poi vedi altre squadre che si comportano diversamente: almeno ti fanno fare un saluto o una conferenza stampa. Radu, ma anche con Lulic e Milinkovic-Savic, a nessuno di loro è stato concesso. Tutti escono male perché non parlano in faccia, è un peccato. La Lazio è una società speciale, però non per le persone che ci sono dentro, ma per quello che c’è fuori, che è una roba pazzesca. Ho tanti amici tifosi, auando parli con loro è tutto. C’è gente che lo mette davanti alla famiglia. Noi eravamo felici dentro perché c’erano Inzaghi e Tare. Con Igli ho litigato mille volte, ma sapevamo che eravamo due persone giuste e trovavamo la ragione. Dopo quel periodo è finito tutto. Quella è stata la differenza, anche quando è andato via Sarri, era finito il ciclo. Avevo appena rinnovato, per me l’idea era restare a vita. Non mi andava però di rimanere in un posto in cui non vedevo niente di pulito. Non sono mai stato zitto. Era il momento di andarmene e stare più tranquillo calcisticamente”.

Luis Alberto Lazio

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Roma, Sabatini duro: “Friedkin in delirio di onnipotenza. Come si può esonerare De Rossi?”

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Roma

Walter Sabatini, ex-dirigente della Roma, ha commentato con un duro post su Instagram la decisione dei Friedkin di esonerare De Rossi.

L’ex-direttore sportivo giallorosso, che già aveva modo di commentare la situazione di De Rossi alla Roma in un’intervista a Radio Serie A, si è espresso in maniera lapidaria sull’esonero dell’ex-bandiera romanista.

Roma, le parole di Sabatini su De Rossi

Di seguito le parole dell’ex-dirigente giallorosso.

Sono amareggiato. Anni fa un notabile dell’ambiente disse una cosa sottoscrivibile: il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti. Oggi vale solo il primo presupposto ed è inutile aspettarsi che ci si possa essere accorti dei miglioramenti di una squadra sperimentale. E’ altrettanto inutile aspettarsi che si rendano conto di dover acquisire cultura calcistica e generale, assumendo, con pieni poteri, profili come Boban e Maldini, che tre anni fa, insieme a Massara, hanno dato vita alla rifondazione del Milan: che ha portato allo scudetto in pochissimo tempo. Ma De Rossi licenziato no, non si può fare: qualcuno sta vivendo in un delirio di onnipotenza“.

Roma

DANIELE DE ROSSI SALUTA I TIFOSI DELLA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Serie A

Esonero De Rossi, Sensi: “Sono amareggiata, fa male vedere De Rossi allontanato da Trigoria”

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Questione che sta facendo discutere in molti quella dell’esonero di Daniele De Rossi. Alla lista si aggiunge anche l’ex presidente Rossella Sensi.

Sono tante le persone che stanno commentando la scelta dei Friekin. Una di queste è Rossella Sensi, presidente dell’As Roma dal 2008 al 2011 e figlia del grande Franco Sensi, che ha espresso su un post instagram le sue sensazioni in merito all’esonero di Daniele De Rossi.

Roma, De Rossi

DANIELE DE ROSSI SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma, le parole di Rossella Sensi su De Rossi

Su Instagram scrive: “Sono sorpresa ed anche amareggiata, fa davvero molto male vedere Daniele De Rossi allontanato da Trigoria per la seconda volta. So quanto possa stare male ora. Non giudico le questioni o le scelte altrui. Forse non sarebbe nemmeno giusto. Ma mi sento di dare tutto il mio supporto a un uomo che non è solo una bandiera di questo club. Ma è anche un professionista serio e preparato. Il mio in bocca al lupo ora va a Ivan Juric, lo aspetta un compito non facile ed i sarò sempre dalla parte di chi veste quei colori”.

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