Serie A
Milan, Reijnders: “Qui mi sento a casa, orgoglioso della mia famiglia”
Il centrocampista olandese Tijani Reijnders ammette che nel Milan si sente a casa e rimane molto legato ai suoi familiari, che lo rendono orgoglioso.
Tijani Reijnders ha messo a segno il gol vittoria con cui il Milan ha sbancato il Bentegodi nell’ultimo turno di campionato. Il centrocampista olandese è forse il più positivo dei rossoneri dopo i primi mesi di stagione. Quella di Verona è la quarta rete realizzata in campionato, alla quale si aggiungono i 3 gol in Champions League e la marcatura in Coppa Italia contro il Sassuolo.
Dalla vita nel Milan al legame con la famiglia: Reijnders si racconta
Nell’intervista rilasciata a Milan TV, Reijnders ha raccontato i suoi lati più profondi: “Vita a Milano? Mi sento davvero a casa. Quando siamo in Olanda e dico a mia moglie Marina di tornare a casa, intendo qui a Milano. Mi trovo molto bene. Amici e famiglia possono venire a trovarci senza metterci tanto perché il volo dura un’ora e mezza. Si sta bene in Italia, soprattutto per il cibo. Se vado in centro è ovvio che ci sono i tifosi che chiedono foto, ma non è proprio una cosa fuori di testa“.
Sulla famiglia
“Mia madre è indonesiana e mio padre olandese. Io, mio fratello e mia sorella siamo un mix. Mio figlio Xavién è un mix pazzesco perché mia moglie viene dall’Iraq. Da bambino, avevo influenze indonesiane ed olandesi e ciò mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. Della cultura olandese ho preso lo stare coi piedi per terra, dal lato indonesiano l’essere molto fieri di quel che si fa e si realizza. Sono orgoglioso della mia famiglia e di come stia andando la mia carriera. Penso sempre di voler essere me stesso, in ogni occasione. Questo aspetto sull’umiltà lo vogliamo insegnare anche a nostro figlio”.
Sulla questione monetaria
“Quando firmai il primo contratto con l’Az, i miei mi dissero che se avessi voluto, avrei potuto spendere tutti i soldi. I soldi rendono la vita più facile, ma alla fine la cosa più importante è essere in salute ed aiutare gli altri. Per questo ho voluto mio padre come agente nel calcio perché mi fido di lui per gestire soldi ed affari“.
Il primo lavoro in un supermercato
“Mi ha fatto bene, lavoravo con due dei miei migliori amici e ci siamo divertiti molto. Ma era bello vedere la vita con un lavoro normale. Mi ha fatto pensare diversamente ai soldi ed alla mia bellissima vita di adesso“.
Le differenze tra Olanda e Italia
“In Olanda si va a cena fuori alle 18 o alle 18:30. Qui, a quell’ora, i ristoranti sono chiusi e quelli dove vogliamo andare a mangiare aprono dopo le 19. Per noi con nostro figlio è già tardi. In Olanda tagliamo la pasta, una volta a Milanello misi il pollo nella pasta e Florenzi mi disse che non è normale questa cosa. Mi piace guidare, a volte guido con altre 4 o 5 auto parallelamente e mi sembra di stare in Mario Kart“.
Sul figlio Xavièn
“Da quando è arrivato, la mia vita è cambiata tanto. Prima tornavo a casa e, dopo una partita persa, pensavo a quello. Adesso torno e dimentico tante cose perché vedo lui, che è la cosa più importante del mondo. Se dovesse giocare a calcio, vorrei essere suo allenatore. Qualsiasi cosa vorrà fare, la cosa più importante è che si diverta. Voglio che lui abbia tutto quello di cui ha bisogno, se lui sta male vorrei star male io al suo posto. Per me quel che conta è che lui sia sano e felice“.
La collezione delle maglie di gioco
“Ne ho tante. Ho la maglia del mio migliore amico, Ehizibue dell’Udinese. Siamo della stessa città, abbiamo giocato insieme ed è stato il mio testimone di nozze. Ho le maglie dei 3 olandesi del Liverpool (van Dijk, Gakpo e Gravenberch), di Kimmich della Germania, Krunic della Bosnia, Frimpong. Spesso scambio la maglia con giocatori che conosco. Ho quella di mio fratello che milita nel PEC Zwolle, con lui condividiamo tutto e ci sentiamo sempre. Ora gioca per l’Indonesia e sono orgoglioso di lui. Abbiamo sempre giocato a calcio fin da piccoli“.
“Poi la maglia di Theo Hernandez della Francia, ho i guanti di Maignan, la maglia di Mbappé del PSG. Quella fu una partita pazzesca per l’ambiente che c’era a San Siro e per come abbiamo vinto. La maglia di Giroud è speciale perché da quando sono al Milan lui mi ha fatto sentire il benvenuto. Mi ha aiutato dandomi consigli su dove vivere a Milano. Un’altra me l’ha data Chukwueze, purtroppo non ci siamo affrontati con le Nazionali. Quando è arrivato al Milan, mio fratello mi ha detto che è un po’ pazzerello per i capelli che ha“.
Serie A
Como, domani Dele Alli si unisce al gruppo: primo rinforzo?
Dele Alli si prepara a iniziare gli allenamenti con il Como il 26, sotto la guida di Cesc Fabregas. Il suo futuro dipenderà dalle prestazioni.
Dele Alli: un futuro al Como?
La notizia dell’arrivo di Dele Alli al Como ha suscitato grande interesse tra gli appassionati di calcio. Il centrocampista inglese, una volta stella del Tottenham, si unirà alla squadra italiana domani 26 dicembre per iniziare un periodo di prova sotto l’attenta supervisione di Cesc Fabregas, attuale allenatore del Como. Questo periodo di allenamento sarà cruciale per determinare se Alli potrà integrarsi ufficialmente nel team e contribuire alla sua competitività in campionato.
Una nuova opportunità in Italia
Dele Alli è stato avvistato a Como, segnale di un forte interesse per questa nuova avventura. La società lombarda spera che il giocatore possa ritrovare la forma fisica ottimale e dimostrare le sue capacità, nonostante al momento non ci siano garanzie certe sul suo ingaggio definitivo. Questo periodo di prova sarà determinante per il suo futuro, e gli occhi degli addetti ai lavori sono puntati su di lui.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🚨🔵 Dele Alli will start training with Como on day 26, all scheduled with the Italian club and coach Cesc Fabregas.
Como hope he can prove his fitness and join the team, although is not guaranteed now and will depend on performances.
🏴 Dele was in attendance @ Como yesterday. pic.twitter.com/IceT77TXFH
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) December 16, 2024
Serie A
Cagliari, Orsi: “Salvezza difficile, contro l’Inter il giusto coraggio”
L’ex portiere Fernando Orsi sostiene che se il Cagliari continuerà di questo passo faticherà a salvarsi. Contro l’Inter servirà la giusta dose di coraggio.
Reduce da 4 sconfitte di fila tra campionato e Coppa Italia, il Cagliari si prepara a ospitare l’Inter nella 18a giornata di Serie A, l’ultima del 2024. I campioni d’Italia vengono invece da 4 vittorie consecutive in campionato. Nella scorsa stagione la squadra di Simone Inzaghi si impose per 2-0 all’Unipol Domus, mentre al ritorno a San Siro finì 2-2.
Cagliari-Inter: cosa si aspetta Fernando Orsi
Proprio sul match si è soffermato Fernando Orsi, ex portiere di Roma e Lazio: “Se i sardi vanno avanti di questo passo sarà dura salvarsi, anche perché le partite a disposizione per recuperare punti saranno sempre di meno. Lo scontro con l’Inter non sembra esattamente l’occasione giusta per rilanciarsi… Ma i giocatori dovranno ugualmente cercare a tutti i costi un risultato positivo” ha dichiarato a Tuttocagliari.net.
I sardi affronteranno i nerazzurri con coraggio o con timidezza?
“Va bene il coraggio, ma bisogna vedere di che tipo. Se l’idea è quella di approcciare la sfida come ha fatto la Lazio all’Olimpico, allora forse conviene essere un po’ meno coraggiosi… Serviranno sia coraggio che la giusta dose di paura. Il Cagliari col Milan sembrava spacciato, invece ha pareggiato con merito. Col Napoli nonostante i 4 gol subiti ha costruito almeno 5-6 palle gol nitide. L’Inter è tra le corazzate d’Europa, ma per i sardi è arrivato il momento di raccattare punti giocando non solo di fioretto, ma anche di spada“.
Serie A
Torino, Vanoli “Ilic è un giocatore con qualità importanti ma deve imparare a mettere la squadra davanti”
La vittoria di Empoli ha rappresentato un caso. Il Torino è tornato a perdere, stavolta contro il Bologna. Dopo il match Vanoli ha espresso parole forti su Ilic
Nelle ultime partite nessuno ha fatto peggio del toro in Serie A, con 5 goal segnati in 10 partite giocate, è attualmente uno dei peggior attacchi all’interno dei top campionati europei. Nel match che ha aperto il sabato di Serie A giocato dal Torino contro il Bologna (partita persa poi 2-0), il Toro ha mostrato ancora una volta di essere nettamente inferiore rispetto al suo avversario, sia sul piano tattico che su quello prestazionale.
Malgrado la sconfitta, i granata erano riusciti a mantenere l’equilibrio almeno fino alla metà del secondo tempo, quando le scelte di Vanoli hanno scaturito una vera e propria mazzata, ed hanno fatto deragliare le speranze di vittoria. L’allenatore varesino ha fatto entrare in ordine Adams, Vlasic, Ilic e Njie (oltre che Mergim Vojvoda) senza però riuscire a dare la scossa necessaria ad indirizzare la partita nella direzione giusta.
Le parole di Vanoli
Le parole di Vanoli rilasciate in conferenza sottolineano il disappunto nei confronti del serbo, che nonostante il rientro dall’infortunio tendono a ricalcare una probabile bocciatura in arrivo per l’ex Hellas Verona. Di seguito le parole del tecnico:
“Ilic è un giocatore con qualità importanti ma nel calcio le qualità sono fine a se stesse, deve imparare a mettere la squadra davanti” a “Ho schierato Karamoh e Gineitis per un motivo, la voglia che mettono. Tutti stanno dando il massimo: non guardo 12 persone, ma chi merita gioca”.
La dimostrazione di quanto dichiarato dall’allenatore si ritrova nei 30 minuti contro il Bologna, durante i quali Ilic è sembrato spesso svogliato e in totale assenza di concentrazione.
Fattori che anche per un giocatore che si posiziona al secondo posto come acquisto più oneroso del suo club, possono costare la panchina e una inevitabile discesa nella gerarchie.
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