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Milan, dopo Torino: Tonali deluso ed Hernández al veleno

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Il Milan non trova i tre punti contro il Torino, una gara difficile con poche occasioni per parte. Le dichiarazioni post gara di due protagonisti rossoneri.

Il Milan di Stefano Pioli non riesce ad allungare ed approfittare dello stop momentaneo del Napoli di Spalletti. I ragazzi del tecnico emiliano provano in tutti i modi ad espugnare l’Olimpico di Torino ma senza riuscirci. Complice l’ottima prestazione dei Granata ed alcuni errori di lettura negli ultimi 20mt dei rossoneri.

Milan

Ora il cammino per lo scudetto si fa più difficile per il Milan, che dovrà vincere tutti i prossimi scontri e sperare in un passo falso dei cugini. La delusione per tifosi e giocatori è lampante e ne da prova anche Sandro Tonali.

Il centrocampista si presenta ai microfoni di DAZN molto amareggiato per il risultato: “L’amarezza è tanta, tanta perché arriviamo da un altro zero a zero quindi si accumulano le delusioni. Fa ancora più male. Dobbiamo cercare di lasciare da parte queste due partite. Non è facile comunque, perché arrivati a questo punto del campionato e della classifica avere due partite fondamentali e non sfruttarle è un peccato.”

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Tonali: “Ci manca solo il goal”

L’ex rossonero Ambrosini chiede se lo preoccupa il forte contraccolpo, vista la delusione: “Si, perché secondo me non è un problema di classifica. Oramai le partite si possono contare sulle dita della mano e bisogna lavorare partita per partita. Una partita da 3 punti oggi ti poteva cambiare tutto, dallo spirito alla settimana che arriva. E’ difficile e lo sai anche te.”

Tonali prosegue dicendo: “Dobbiamo cercare appunto di azzerare e lasciare da parte tutto questo. Può essere difficile ma dall’altra parte può essere una cosa che ci può dare un altro passo avanti. Perché anche dopo la prestazione di oggi ci manca solo il goal. Per giocare giochiamo, non siamo una squadra che per 90 minuti non gioca e lascia giocare gli altri.”

Poi alla domanda del giornalista che insinua una perdita di leggerezza per il peso del primo posto il milanista risponde così: “Non lo so perché siamo ancora lì in alto, quindi ogni partita adesso cambierà ancora. Se la prossima sarà una vittoria cambia ancora, cambieranno le vostre domande e le mie risposte.”

Termina rispondendo alla domanda sul possibile peso della presenza del pubblico, vista l’assenza degli ultimi tempi: “Non credo, da parte mia ti dico di no perché è quello che aspettavamo da almeno 2 anni. Dirti che il pallone è più pesante col pubblico ti direi una bugia quindi no. E’ bello giocare così con tutti i nostri tifosi, anche in trasferta. Dobbiamo cercare di fargli tornare il sorriso a San Siro.”

Milan, Theo: “Perdono tempo tutta la partita”

Ai microfoni di DAZN, prima di Tonali si presenta Theo Hernández che commenta a caldo il pareggio: “Abbiamo dato tutto ma non siamo riusciti a vincere. La prossima settimana ci sarà un’altra partita che dobbiamo vincere.”

Rispetto al Bologna era prevedibile più difficoltà contro il Torino: “E’ vero che queste partite sono difficili. Perché siamo il Milan e queste squadre voglio fare bene contro di noi. Perdono tempo tutta la partita ed è difficile giocare così.”

Il francese risponde così alla domanda del giornalista che gli chiede quanto ci creda ancora il Milan: “Noi abbiamo tutto. Adesso dobbiamo dare tutto per vincere le prossime partite. E’ vero che questi due risultati non sono molto buoni. Ma adesso dobbiamo pensare a vincere la prossima, che è molto importante.”

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Serie A

Serie A tra presente e futuro: il 50% dei club ha proprietà straniere

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Serie A, Friedkin della Roma

Anche nel 2025, la Serie A è e sarà sempre più internazionale: al momento, metà dei club della massima serie di campionato è di proprietà straniera.

L’ultimo cambiamento riguarda il Genoa, passato dal fondo americano 777 Partners all’imprenditore rumeno Dan Sucu. Questo passaggio riorienta la presenza straniera nel calcio italiano, pur mantenendo invariato il numero di club con proprietari non italiani.

È evidente il predominio nordamericano, in particolare statunitense. Con la fine dell’era 777 Partners, sono sette le società italiane ora gestite da gruppi americani.

L’Atalanta è sotto la guida di Stephen Pagliuca, comproprietario dei Boston Celtics, mentre l’Inter è controllata dal fondo Oaktree, che ha rilevato il club dopo l’escussione del pegno nel maggio scorso a causa dei debiti accumulati dall’ex presidente Steven Zhang.

Anche il Milan è sotto il controllo americano, con il fondo RedBird di Gerry Cardinale. Dal 2019, Rocco Commisso è il proprietario della Fiorentina, mentre la Roma appartiene al Friedkin Group, che si occupa di produzione cinematografica e che recentemente è diventato proprietario dell’Everton in Premier League.

Quest’anno si sono aggiunti due nuovi club a questa lista: le neopromosse Parma e Venezia, rispettivamente di proprietà di Kyle Krause e Duncan Niederauer, due imprenditori americani. Il primo è il proprietario del Krause Group, holding attiva in svariati settori, tra cui retail, logistica e vino, il secondo è un ex presidente della Borsa di New York.

La lista dei club con controllo estero si chiude con Bologna e Como: il primo è di proprietà del canadese Joey Saputo, mentre il secondo è stato rilevato dalla famiglia Hartono, miliardari indonesiani attivi nel ramo tabacco con l’azienda Djarum, terza produttrice mondiale di sigarette ai chiodi di garofano.

Serie A, le proprietà italiane superstiti

Le proprietà italiane sono ormai poche. Tra i pochi proprietari nostrani ci sono Claudio Lotito (Lazio), Aurelio De Laurentiis (Napoli) e Urbano Cairo (Torino), anche se per quest’ultimo circolano voci di una possibile cessione del club.

Un discorso a sé stante è quello della Juventus, controllata per oltre il 63% dalla holding Exor, di cui la famiglia Agnelli detiene il 53%. Il Lecce è proprietà di un gruppo di soci guidati da Saverio Sticchi Damiani, mentre il Cagliari è nelle mani di Tommaso Giulini dal 2014, tramite il Fluorsid Group. Infine, l’Udinese è sotto il controllo di Giampaolo Pozzo, tramite la holding Gesapar.

Nonostante la presenza dominante di investitori stranieri, non si prevedono grandi cambiamenti a breve termine. Eppure alcuni club oggi in mano a proprietà italiane potrebbero essere acquisiti da stranieri: è il caso dell’Empoli di Fabrizio Corsi, del Monza di proprietà di Fininvest e dell’Hellas Verona di Maurizio Setti.

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Serie A

Atalanta, l’assenza di Retegui è un campanello d’allarme

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Scarpa d'Oro, Retegui

Atalanta, nonostante le 14 vittorie consecutive, l’infortunio del centravanti principe solleva interrogativi sulle ambizioni nerazzurre.

L’Atalanta vive un momento straordinario con ben 14 successi di fila, un gioco scintillante e la sensazione di essere una macchina inarrestabile. Ma nel bel mezzo di questo volo, l’infortunio muscolare di Mateo Retegui lancia un avvertimento che potrebbe cambiare le prospettive della squadra di Gian Piero Gasperini.

Il centravanti italo-argentino, meno incisivo nelle ultime uscite ma sempre cruciale per il gioco nerazzurro, è un tassello insostituibile. La sua assenza potrebbe costringere l’Atalanta a fare di necessità virtù, adattandosi con soluzioni alternative che, se da un lato esaltano la profondità della rosa, dall’altro mettono alla prova gli equilibri che hanno sostenuto questa cavalcata trionfale.

Atalanta, la forza delle alternative: Lookman, De Ketelaere e Zaniolo

Certo, Ademola Lookman continua a essere una garanzia, capace di segnare anche nelle giornate più complicate, come dimostrato contro l’Empoli. Charles De Ketelaere, invece, ha trovato nuova linfa sotto la guida di Gasperini, tanto da far rimpiangere i tifosi milanisti. E Nicolò Zaniolo, nonostante qualche polemica per le sue esultanze sopra le righe, sembra finalmente a suo agio con la maglia nerazzurra.

Atalanta

NICOLO ZANIOLO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Non mancano poi le opzioni tattiche. Si passa da Samardzic a Brescianini, fino a Pasalic, trequartista trasformista, e Cuadrado, esterno adattabile. Tuttavia, senza un vero numero nove, il rischio di perdere incisività è reale. Il dibattito interno al club sull’opportunità di investire in un altro attaccante potrebbe ora riaccendersi con vigore.

Un messaggio al campionato: la Dea non può fermarsi

L’infortunio di Retegui potrebbe rappresentare un punto di svolta nella stagione dell’Atalanta. Con tre competizioni da affrontare, pensare a un ulteriore rinforzo in attacco potrebbe significare lanciare un segnale chiaro: i nerazzurri sono pronti a giocarsi tutto.

Nel frattempo, la possibilità di promuovere Vlahovic Vanja, promettente bomber dell’Under23, aggiunge ulteriore fascino al racconto di una squadra che non smette di stupire.

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Serie A

Buffon: “Oggi guardare le partite di Serie A è un piacere”

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Buffon

In un’intervista alla Stampa di Torino, l’ex portiere della Juventus Buffon ha analizzato il campionato di Serie A soffermandosi su una delle realtà più belle.

Ecco il punto di vista dell’ex portiere della Juventus, ormai ritiratosi, Gigi Buffon.

Le parole di Gigi Buffon

Sulla Serie A

“Il nostro calcio è cambiato. Dopo la Premier League, siamo noi. C’è stata una trasformazione mentale e penso alla rivoluzione culturale portata da molti allenatori: oggi guardare le partite di Serie A è diventato un piacere“.

Sull’Atalanta

Questo il responso dell’ex estremo difensore, che tesse le lodi della Dea: “L’Atalanta è una squadra che fa bene a tutti. Non sono sorpreso, perché nel calcio, come nella vita, non si arriva a certi livelli per caso.

La società della famiglia Percassi è un progetto solido e visionario, che esiste da tempo”.

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