Serie A
Monza, Nesta: “Non tutto sta funzionando”
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9 mesi fail
Il tecnico del Monza ha risposto alle domande dei giornalisti nella conferenza pre Monza-Fiorentina. Leggi con noi le parole di Nesta.
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Inizio non semplice per il Monza di Nesta, che in due giornate ha raccolto 1 punto senza segnare ancora una rete. Nesta, in conferenza stampa, ha analizzato le problematiche della squadra fino ad oggi.
Le parole del tecnico del Monza
Su Carboni.
“Nessuna chiarezza, è tutto talmente chiaro che non c’è bisogno. È partito un po’ in ritardo, qualcun altro stava meglio. L’ho detto dal primo giorno, l’ho visto l’anno scorso, è un giocatore importante, che quando riterrò che starà bene, è forte e magari farà tante partite. Non è che la prima formazione è quella definitiva, voi la settimana non la conoscete tutta. Non è il suo caso, ma a volte uno salta due allenamenti”.
Fiorentina-Monza sarà anche Palladino contro Nesta.
“La sfida tra me e Palladino è chiaro che c’è perché è stato qui ed è stato un allenatore importante per questo club. Ogni squadra è in costruzione, ogni squadra ora non è al top, né noi, né la Fiorentina. Ognuno ha i propri problemi, abbiamo visto il Milan, la Roma ha perso con l’Empoli. Bisogna ancora trovare la quadra, bisogna trovare ancora quello che vorremmo vedere.
Ieri sicuramente la Fiorentina ha speso qualcosa, ma ha una rosa che gli permette di girare e mantenere alto il livello. Ogni partita è a sé, ogni gara ha i suoi problemi, la sua storia. Dobbiamo essere pronti e non pensare a ciò che ha fatto la Fiorentina. Veniamo da un pari e una sconfitta in casa, serve fare punti e qualcosa in più”.
Gli infortunati?
“Ciurria non so quanto abbia, ha avuto un infortunio importante, piano, piano dovrà fare un percorso. Non so se durerà un mese, spero il meno possibile perché è un calciatore forte per noi. Sensi non ha fatto il ritiro con noi, è entrato, è uscito di nuovo, non è tanto in condizione, ma probabilmente verrà a Firenze in panchina. Se mi chiedi a che percentuale è, non è altissima. Djuric ha lavorato con continuità, che era quello un po’ più indietro, Birindelli ha avuto un acciacco e non sappiamo se sarà della partita. Domani ci sarà l’ultimo allenamento, poi sceglieremo i giocatori per la gara. C’è anche il mercato, vedremo se porterà qualcosa“.
Sulla Fiorentina.
“È una squadra forte, ha fatto un mercato importantissimo, ha preso tanti giocatori di livello, anche costosi. Hanno ambizioni importanti, davanti hanno una fisicità grande. Hanno problemi anche loro, devono trovare la quadra, hanno cambiato l’allenatore, che gioca in modo diverso, e i calciatori si devono adattare come quelli delle altre squadre, del Milan o della Roma“.
Soddisfatto dal mercato?
“Dobbiamo fare ancora qualcosa, voi lo sapete e lo so io. Se si può fare si fa, tutti vorremmo che il Monza fosse la squadra più forte del mondo: l’allenatore, anche i giocatori spingono per far venire qualcuno a darci una mano, il Dottor Galliani, i direttori. Oggi dobbiamo vedere se ci sono opportunità, poi se non arriva nessuno siamo questi e battagliamo con questi, scuse zero. Se arriva qualcuno che ci dà una mano, non ci dispiace”.
Il gioco di Nesta
Su cosa si basa il suo gioco? Quali sono le differenze con Palladino?
“Non è così per come difendiamo e per come attacchiamo. Tante cose sono diverse, stiamo cercando di fare piano, piano come vogliamo noi nel cambio di mentalità. Anno scorso andavano forte a uomo, avevano una forte identità, ci vuole tempo per far sì che i calciatori si adattino. Su alcune cose siamo avanti, su altre siamo indietro: abbiamo preso un gol in 3 partite, ma ne abbiamo fatti 0. Qualcosa sta funzionando, altro no.
Il nostro mestiere è capire cosa, cercare soluzioni. Magari dobbiamo muovere qualcosa davanti. Contro il Genoa non abbiamo fatto chissà cosa nel primo tempo, nel secondo invece loro erano schierati e non è facile per chiunque. I dati dicono che si è calciato 11 volte, solo 2 nello specchio, 22 cross, oltre il 70% di possesso. Poi abbiamo perso, stiamo zitti e stiamo a casa. Dobbiamo essere bravi nel capire come aiutare i ragazzi, che sono forti e giusti, per essere più efficaci”.
Su cosa sta lavorando?
“Soprattutto bisogna capire quando verticalizzare, come coprire lo spazio, l’ultima scelta. Poi sì, bisogna girare palla più velocemente, altrimenti si trova sempre un muro. Sono d’accordo, serve verticalità, siamo abituati a girare tanto palla, dentro ci si gioca meno, proviamo a convincerli da inizio anno a tagliare qualche linea di pressione e questo è il percorso che dobbiamo fare”.
Su Vignato.
“Ci sono partite diverse. Contro il Genoa sono state due partite in una, nel primo venivano forte in avanti, nel secondo stavano dietro. Quando è entrato aveva il compito di saltare l’uomo. Alcuni giocatori hanno delle caratteristiche, altri altre, devi cercare di fare meno cavolate possibili. Ci sono squadre che ti fanno giocare dentro e altre che ti fanno giocare dentro e vedere che cosa ti lascia l’avversario. Il Genoa stringeva, per quello abbiamo messo le ali. Poi si fanno le analisi, rispetto tutte le opinioni”.
La soluzione per trovare il primo gol del campionato?
“Non è questione di essere offensivi o meno, è mettere alcuni cross in un certo modo, attaccare lo spazio in un certo modo, capire dove stare in area. Ognuno ha le sue caratteristiche, ma noi dobbiamo migliorarli individualmente e far capire loro come dividersi l’area, tante volte sbagliamo e dobbiamo crescere in quello”.

Milan-Bologna, match valido per la finale della Coppa Italia, mette di fronte i rossoneri e i felsinei sul campo neutro dello Stadio Olimpico di Roma.
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Due squadre partite con ambizioni differenti, che ovviamente hanno una percezione diversa di una stagione molto simile (settimo il Bologna con 62 punti, ottavo il Milan con 60), si ritrovano a lottare per gli stessi obiettivi. I rossoneri, reduci da una stagione travagliata, hanno nella Coppa Italia l’unico appiglio per provare a salvare una stagione a tratti disastrosa. I rossoblu, dal canto loro, hanno vissuto una stagione per certi versi memorabile: sono tornati a giocare la Champions League e per larghi tratti hanno sperato continuare a farlo.
Ora, però, dopo aver raccolto tanti complimenti è giunto il momento di raccogliere i dividendi. Per Italiano è la seconda finale di Coppa Italia consecutiva, la quarta di fila se continuiamo anche le due finali di Conference League perse con la Fiorentina. Anche per lui tanti complimenti, ma zero allori sin qui in carriera. Essendo ampiamente probabile che entrambe finiranno fuori dai primi sei posti in campionato, la vincente della gara di stasera si qualificherà direttamente in Europa League: destinando alla Conference la sesta classificata.
Milan e Bologna si giocano una grossa fetta di stagione allo Stadio Olimpico di Roma, ma anche i due allenatori si giocano tanto. Conceicao, con due trofei in bacheca e un finale di campionato incoraggiante, chissà, potrebbe anche avere ambizioni di conferma: ipotesi che sarebbe parsa utopistica anche solo un mese fa. Il tecnico italiano, invece, deve mettere il punto esclamativo sulla parentesi iniziale della sua carriera, che sin qui ha visto tante cose buone, tanti complimenti ma mai quella definitiva consacrazione e l’agognato next step.
Milan-Bologna, formazioni ufficiali
Di seguito le formazioni ufficiali del match.
MILAN (3-4-2-1): Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Jimenez, Fofana, Reijnders, Theo Hernandez; Puslic, Leao; Jovic. All. Conceiçao
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Holm, Beukema, Lucumí, Miranda; Ferguson, Freuler; Orsolini, Fabbian, Ndoye; Castro. All. Italiano

La stagione 24/25 potrebbe non concludersi con la 38esima giornata. Lo spauracchio dello spareggio incombe sulla Serie A. Tutto ciò che bisogna sapere.
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Ormai da due anni è stato introdotto nel regolamento uno scontro diretto per decidere il vincitore della Serie A in caso di arrivo a pari punti, oltre ovviamente anche a chi si salverà e retrocederà. Due campionati fa, per esempio, ci fu lo spareggio salvezza tra Hellas Verona e Spezia. Le due squadre, arrivate a pari punti, si erano affrontate al Mapei Stadium in gara secca, con gli scaligeri a prevalere sui liguri e mantenere così la categoria.

ANTONIO CONTE RAMMARICATO A BRACCIA APERTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A: uno spareggio per due
Lo scenario potrebbe ripetersi quest’anno. Ma questa volta per decretare lo Scudetto. A contendersi il premio Inter e Napoli, distanti pochi punti. Ma cosa succederebbe se nerazzurri e partenopei arrivassero al primo e al secondo posto a pari punti? Dove si giocherebbe l’eventuale spareggio per il titolo?
Le regole dello spareggio sono semplici: una partita di novanta minuti senza tempi supplementari. In caso di parità al triplice fischio, si andrebbe direttamente ai calci di rigore.
Se si manifestasse quest’ipotesi lo spareggio si giocherebbe in casa della squadra che ha gli scontri diretti a favore. Da questo punto di vista, tuttavia, Inter e Napoli si trovano in situazione di perfetto equilibrio. In questo caso specifico, esisterebbero altri criteri per stabilire chi avrebbe il diritto di giocare lo spareggio Scudetto tra le mura amiche.
In ordine, sarebbero: differenza reti negli scontri diretti, differenza reti nell’intero campionato, goal fatti nell’intero campionato e sorteggio.
Se fossero invece tre o anche quattro le squadre ad arrivare a pari punti, rimarrebbe lo stesso principio: le prime due squadre a primeggiare nella classifica avulsa (punti scontri diretti, differenza reti scontri diretti e così via) si giocherebbero lo spareggio Scudetto, sempre in casa della migliore.

Taremi abbandona il ‘segreto professionale’ e mostra di cosa è capace. C’è ancora lavoro da fare ma ora fa di nuovo parte del progetto. E Inzaghi l’ha capito.
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Il percorso di Taremi in nerazzurro: da comparsa a protagonista
Dieci giorni possono cambiare una stagione. Chiedetelo a Mehdi Taremi. L’iraniano è passato dall’essere una comparsa utile all’occorrenza, a diventare un main character dell’Inter. Tutto è cominciato in una serata folle a Barcellona: 3-3 sul campo dei blaugrana, l’iraniano entra e si inventa un assist per Frattesi. Un lampo, il primo.
Poi il Torino, la svolta vera. Taremi si prende un rigore guadagnato con strategia. Asllani segna, ma la scena se la prende l’ex Porto, che lotta, smista palloni e si muove in chiave offensiva. Da qui Inzaghi ha capito: non è solo un’alternativa, è una pedina che sa come incidere. Finalmente mostra le qualità che avevano convinto i nerazzurri a puntare su di lui.

MEHDI TAREMI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La stagione di Taremi: pochi goal, ma rendimento in crescendo
I suoi numeri non sono strabilianti: 3 gol in 41 presenze, uno solo su azione. Ma chi si sofferma solo su questo perde il quadro. Taremi è diventato altro: un riferimento offensivo, un punto di equilibrio, che fa giocare meglio chi gli sta intorno. E pensare che nella prima parte della stagione tutto sembrava andare storto. L’attaccante aveva avuto una pubalgia che non dava tregua. E, come se non bastasse, c’era stato un rientro dalla nazionale segnato da una lesione. Inzaghi aveva provato a inserirlo, ma ogni volta qualcosa lo frenava.
E ora? Lazio, Como e finale di Champions League col PSG. Inzaghi lo ha scelto per partire titolare contro i biancocelesti. Non era mai successo due volte di fila in campionato. Thuram sarà al suo fianco, ma Taremi non è più una comparsa. Dalla panchina, invece, Lautaro Martinez , Arnautovic e il Tucu Correa aspettano il loro turno. Ma ora Mehdi è parte del piano.
La profezia di Sneijder su Taremi
Il suo segreto? Non solo tecnica, ma lettura del gioco. Non è il classico bomber da area di rigore. È un attaccante che sa giocare per la squadra. Si abbassa, dialoga, apre spazi. E questo Inzaghi l’ha capito.
A dire il vero, qualcuno lo aveva previsto. Wesley Sneijder, ex Inter e vecchio compagno di squadra di Mehdi in Qatar, lo aveva detto: «Nella seconda parte della stagione Taremi sarà prezioso». La dichiarazione è stata una profezia: parola di uno che di calcio se ne intende.
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