Mourinho, tecnico portoghese della Roma, ha parlato dopo la vittoria dei giallorossi contro l’Hellas Verona, gara che i giallorossi hanno vinto seppur soffrendo.
La partita?
“Vedo questa gara con un sentimento di appoggio al Verona perché hanno lottato tanto per uscire da questa partita con un punto. Bocchetti è un allenatore giovane, bravo, ha organizzato la squadra molto bene in 10 e ci ha creato tante difficoltà. Hanno lottato e fatto tutto, hanno fatto bene a prendere qualche minutino in più a stare fermi, sono contento per la mia vittoria, non sono ipocrita, però ho un sentimento positivo con loro. La loro posizione è dura, però la realtà dice un’altra cosa, i giocatori, l’allenatore, lo stadio, i tifosi… mi dispiace per loro. Qualche volta esco dalle partite con la sensazione che avrei potuto fare di più, oggi non ho questa sensazione, ho cambiato due volte sistema, ho creduto nel talento di questo bambino (Volpato, ndr), ho creduto che Matic potesse fare la differenza, una cosa è costruire con tre centrali e un conto con due. Quando tu vinci al 90’ si può parlare un pochino di fortuna, però abbiamo cercato questa fortuna per 45’, per tanto tempo”.
Il gol di Zaniolo può dargli fiducia?
“Sì, il suo atteggiamento, il suo senso di giocatore di squadra, di aiutare la squadra, non sono mai frustrato o arrabbiato con lui se non segna. È un ragazzo che dà tutto quello che ha, subisce tanti falli, sono sempre contento di Nicolò”.
Volpato ha deciso il match, i giovani possono essere un valore in più?
“C’è un processo dietro, un conto è un giocatore che si allena solo con la Primavera, un conto chi si allena con noi questo è tutto un processo. L’anno scorso, per esempio, è stato il processo di Bove e quest’anno è toccato a Volpato che da fine agosto è diventato un giocatore da Prima Squadra. È giovane e ha tanto da imparare ogni giorno, però è un giocatore di livello e da Prima Squadra, non ho fatto una pazzia a metterlo. Non sapevo che avrebbe segnato, ma sapevo che avrebbe il potenziale”.
Il derby?
“Non mi interessa per niente, ora mi interessa la partita successiva. Quando un allenatore pensa a una partita e non alla prossima, di solito non finisce bene. Ho avuto un’esperienza di questo tipo e se tu fai un errore, è difficile convivere con l’errore, è difficile ammettere le proprie colpe e comincia a sparare affinché l’attenzione vada da altre parti. Rifiuto completamente di parlare della prossima partita di campionato, se lo fa uno dei miei giocatori sbaglia. Pensiamo al Ludogorets, poi alla Lazio”.
Le parole di Sarri?
“No comment”.
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