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Napoli, il monito di Conte: “Le vittorie coprono tanti problemi, ma c’è molto da fare”

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Napoli, Conte

Antonio Conte, direttamente dal ritiro del Napoli a Dimaro, ha concessa un’intervista ai microfoni della Rai. Di seguito, le sue parole.

Il Napoli sfata il tabù: Conte il primo a parlare di “miracolo”

Lo scudetto vinto nel 2022 ha creato più problemi che altro. Si potrebbe riassumere così l’intervista concessa da Antonio Conte alla Rai, in cui il nuovo allenatore partenopeo analizza la paradossale situazione che hanno vissuto gli azzurri. Anziché aprire un ciclo vincente, il trionfo di Spalletti ha inaugurato una fase di regressione.

L’obiettivo di Conte e del suo staff è quello di restituire umiltà a un gruppo che lo scorso anno è parso troppo spesso supponente e arrogante. La rifondazione azzurra passa attraverso il sudore; i crampi; la necessità di superare i propri limiti fisici e mentali. Conte ha poi ammonito sui limiti della rosa a sua disposizione.

Conoscendo il personaggio potrebbe certamente trattarsi del classico “mani avanti” in stile contiano, ovvero una comunicazione mirata a tessere una narrativa secondo la quale se la sua squadra vince è un fenomeno lui mentre se perde è perché la rosa non era all’altezza. Sia come sia, ha ragione nell’evidenziare i limiti della rosa.

Una rosa che per gran parte è rimasta quella del “miracolo” del 2022 e che quindi potrebbe dare l’illusione che l’arrivo di un allenatore di livello sia sufficiente per rimetterla in corsa per lo scudetto. Quasi mai nessuno parla di “miracolo” riferendosi al Napoli di Spalletti ed è stato questo il più grande problema degli azzurri.

Ovvero la mancata volontà di rendersi conto che quel successo è stata un’impresa irripetibile. Una stagione in cui molti componenti dell’organico azzurro hanno reso ben oltre le proprie possibilità, toccando picchi di rendimento che sono però l’eccezione: non la regola. Questo, e tanto altro, nell’intervista di Conte.

Scudetto? Bisogna essere obiettivi

Di seguito, un estratto delle dichiarazioni del tecnico leccese:

“Stiamo iniziando un percorso di ricostruzione, me ne sto rendendo conto e mi accorgo che c’è tanto lavoro da fare. Non si parte da una situazione alta, ma media. A volte la vittoria copre tante magagne, ma si deve essere obiettivi e capire dove migliorare per tornare competitivi e vincenti. Così come nelle sconfitte si tengono comunque le cose buone e si butta ciò che si deve buttare.

Non giocare le coppe è un vantaggio, ma anche uno svantaggio. Puoi lavorare tutta la settimana, ma non fai una rosa competitiva come le squadre che fanno la Champions. Di sicuro serve una rosa buona, questo è fuori ogni dubbio. Il prossimo step è fare valutazioni in campo, capire chi rimane a Napoli e chi invece è giusto vada a giocare da altre parti.”

Napoli, Conte, Milan

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Milan-Venezia, le ultimissime da San Siro

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Tutto pronto per la sfida tra MilanVenezia davanti ai 70.000 del San Siro.

Ecco la formazione dei rossoneri schierata nel consueto modulo 4-2-3-1: Maignan, Emerson Royal, Gabbia, Pavlovic, Theo Hernandez, Loftus-Cheek, Fofana, Pulisic, Reijnders, Leao, Abraham.

A disposizione: Raveyre, Torriani, Bartesaghi, Terracciano, Tomori, Musah, Zeroli, Chukwueze, Jovic, Morata, Okafor.

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Serie A

Milan-Venezia, le formazioni ufficiali

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Milan-Venezia è il posticipo del Saturday Night della quarta giornata della Serie A 2024/2025. I rossoneri ospitano i lagunari a San Siro.

Sono sempre sotto pressione” e “non cambio le mie idee“. Sono i momenti salienti della conferenza stampa che Paulo Fonseca ha rilasciato prima di Milan-Venezia. Il tecnico portoghese ha glissato, affermando che la pressione sia “normale” poiché “ogni allenatore è costantemente sotto esame“.

Se questo è vero, è altrettanto vero che c’è una grossa differenza fra l’essere sotto esame e l’esser stati delegittimati da buona parte dell’ambiente rossonero. Uno scetticismo aprioristico, basato su preconcetti (sedimentati nell’inconscio collettivo rossonero ancor prima del suo arrivo) e corroborato dai risultati.

Risultati che, però, sono paradossalmente quasi secondari rispetto all’espressione corale della squadra. E qui arriviamo al secondo main topic della conferenza. Fonseca non ha intenzione di cambiare il proprio modo di lavorare. Questo perché è arrivato al Milan per farlo giocare in un certo modo e soprattutto è stato assunto proprio affinché facesse giocare il Milan in un certo modo.

La dirigenza rossonera voleva un allenatore come lui, ma probabilmente non lui. Il portoghese è un ripiego e lo spogliatoio lo ha percepito, ancor prima delle discrepanze tecnico-tattiche. E’ fisiologico per un nuovo allenatore chiedere tempo, ma la legittima richiesta deve essere supportata dalla visione di un qualcosa.

Se una squadra fa intravedere la mano dell’allenatore, anche solo a tratti, allora la richiesta di maggiore tempo diventa legittima, altrimenti è mero oltranzismo. La sensazione è che questo Milan e Fonseca non siano compatibili e anche la proprietà sembra averlo capito, tanto da aver appiccicato già una data di scadenza sulla sua esperienza meneghina. Le prossime tre partite saranno decisive e due di queste sono contro Liverpool e Inter.

Se non è una condanna a morte questa, poco ci manca. Tradotto: se Fonseca fa un miracolo allora lo teniamo, altrimenti per noi è già fuori. Un matrimonio, parso sin da subito innaturale, nato male e destinato a finire peggio. Un successo stasera contro il Venezia servirebbe solo ad allungare inutilmente l’agonia, a meno ché il Milan targato Fonseca non si ritrovi tutto assieme e all’improvviso: ipotesi abbastanza irrealistica.

Milan-Venezia, le formazioni ufficiali

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Pavlovic, Theo Hernandez; Fofana, Reijnders; Pulisic, Loftus-Cheek, Leao; Abraham. Allenatore: Fonseca.

VENEZIA (3-4-2-1): Joronen; Idzes, Svoboda, Schingtienne; Candela, Duncan, Nicolussi Caviglia, Zampano; Oristanio, Busio; Pohjanpalo. Allenatore: Di Francesco.

Milan-Venezia

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Como-Bologna, Iling: “Siamo una buona squadra, ma il calcio è fatto di momenti. Su Italiano…”

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Finisce con un pareggio di 2-2 il match Como-Bologna allo stadio Giuseppe Sinigaglia, quarta giornata di Serie A ricca di emozioni.

La partita è appena incominciata quando, al 5′ per un errore grave difensivo, arriva l’autogol di Nicolò Casale. Il Bologna è già sotto di un gol.

Nel secondo tempo la situazione della squadra di mister Italiano peggiora. Dopo un’attenta valutazione del Var, al 53′ viene convalidato il gol del raddoppio del Como: Patrick Cutrone riceve palla e trova l’angolino destro.

Quando l’esito della partita sembrava ormai certo, al 76′ Santiago Castro, senza pensarci troppo, butta la palla in rete riuscendo a riaccendere le speranze della sua squadra.

Siamo nei minuti di recupero quando l’esterno inglese, Samuel Iling Junior, strappa il pareggio e la partita finisce con un turbolento 2-2.

Dispiacere per la squadra di Fabregas per le tante occasioni avute, gli ospiti invece possono gioire:  si rubano un punto che sembrava ormai perso.

Como-Bologna

Como-Bologna, le dichiarazioni dell’ex-Juve Iling-Jr

L’autore del 2-2, Samuel Iling Junior, ha commentato la partita alla fine del match: “Siamo una buona squadra, nel calcio ci sono momenti di difficoltà. Dobbiamo stare insieme e andare avanti con la testa giusta e lo spirito giusto, mercoledì c’è un’altra partita e dobbiamo essere più cattivi di oggi. Italiano mi ha chiesto di provare a cambiare la partita, era motivato. La stagione è lunga e dobbiamo sempre guardare in avanti.”

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