Prague, Czech Republic - November 27, 2019: Antonio Conte on press conference after the match UEFA champions league Slavia vs Inter.
Antonio Conte, direttamente dal ritiro del Napoli a Dimaro, ha concessa un’intervista ai microfoni della Rai. Di seguito, le sue parole.
Lo scudetto vinto nel 2022 ha creato più problemi che altro. Si potrebbe riassumere così l’intervista concessa da Antonio Conte alla Rai, in cui il nuovo allenatore partenopeo analizza la paradossale situazione che hanno vissuto gli azzurri. Anziché aprire un ciclo vincente, il trionfo di Spalletti ha inaugurato una fase di regressione.
L’obiettivo di Conte e del suo staff è quello di restituire umiltà a un gruppo che lo scorso anno è parso troppo spesso supponente e arrogante. La rifondazione azzurra passa attraverso il sudore; i crampi; la necessità di superare i propri limiti fisici e mentali. Conte ha poi ammonito sui limiti della rosa a sua disposizione.
Conoscendo il personaggio potrebbe certamente trattarsi del classico “mani avanti” in stile contiano, ovvero una comunicazione mirata a tessere una narrativa secondo la quale se la sua squadra vince è un fenomeno lui mentre se perde è perché la rosa non era all’altezza. Sia come sia, ha ragione nell’evidenziare i limiti della rosa.
Una rosa che per gran parte è rimasta quella del “miracolo” del 2022 e che quindi potrebbe dare l’illusione che l’arrivo di un allenatore di livello sia sufficiente per rimetterla in corsa per lo scudetto. Quasi mai nessuno parla di “miracolo” riferendosi al Napoli
di Spalletti ed è stato questo il più grande problema degli azzurri.Ovvero la mancata volontà di rendersi conto che quel successo è stata un’impresa irripetibile. Una stagione in cui molti componenti dell’organico azzurro hanno reso ben oltre le proprie possibilità, toccando picchi di rendimento che sono però l’eccezione: non la regola. Questo, e tanto altro, nell’intervista di Conte.
Di seguito, un estratto delle dichiarazioni del tecnico leccese:
“Stiamo iniziando un percorso di ricostruzione, me ne sto rendendo conto e mi accorgo che c’è tanto lavoro da fare. Non si parte da una situazione alta, ma media. A volte la vittoria copre tante magagne, ma si deve essere obiettivi e capire dove migliorare per tornare competitivi e vincenti. Così come nelle sconfitte si tengono comunque le cose buone e si butta ciò che si deve buttare.
Non giocare le coppe è un vantaggio, ma anche uno svantaggio. Puoi lavorare tutta la settimana, ma non fai una rosa competitiva come le squadre che fanno la Champions. Di sicuro serve una rosa buona, questo è fuori ogni dubbio. Il prossimo step è fare valutazioni in campo, capire chi rimane a Napoli e chi invece è giusto vada a giocare da altre parti.”
Aggiornato al 18/07/2024 17:14
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