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Napoli, Mazzarri: “Gira tutto storto. Natan out un mese, Lobotka e Lindstrom…”

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Napoli, Mazzarri

Il tecnico del Napoli, Walter Mazzarri, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia dell’ultimo match del 2023 contro il Monza di Palladino.

Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Monza di Palladino allo Stadio Maradona, in programma alle 18:30.

Napoli, Mazzarri

Napoli, le parole di Mazzarri

Come sta la squadra? Dobbiamo aspettarci qualcosa di diverso domani?
“Intanto voglio ringraziare il pubblico, so che ci sarà lo stadio pieno, sono contento che ci daranno una mano in un momento difficile. Li ringrazio già da ora. Per quanto riguarda il discorso tattico, oggi faccio l’allenamento e sapete che ce ne sono pochi. Fatemi se volete le domande sui singoli giocatori disponibili perché ora sono tanti gli indisponibili, ma dobbiamo fare una grande gara domani”.
Rispetto all’emergenza che mercato si aspetta? Oltre Elmas possono uscirne altri. Si aspetta una rivoluzione?
“Le rivoluzioni non si fanno a gennaio, non c’è il materiale per poterlo fare, credo. Io del mercato preferisco ne parli la società, io voglio dare una mano ai giocatori a riprendere quella fiducia che avevano l’anno scorso, giocando bene e cercando di essere equilibrati e non fare leggerezze ed errori da evitare.
Sarà una partita difficile, il Monza è una squadra che ha messo in difficoltà la Lazio, l’ho vista perchè gioca con un modulo come il nostro ma il Monza verrà senza nulla da perdere, gioca bene ed ha un bravo allenatore. E’ una gara importantissima per tanti motivi e non vorrei andare oltre la partita”.
Come stanno Lindstrom e Lobotka?
“Entriamo nello specifico. Ad ogni gara ho avuto massimo 2-3 allenamenti, oggi è importante per valutare Lindstrom, Lobotka ed altri acciaccati. Faccio un esempio: per provare determinate cose, non essendo un giocatore ancora recuperato, non ho potuto provare. Oggi valuterò tutti e deciderò chi giocherà. Cominciano ad essere tante le defezioni, siamo un po’ in emergenza”.
Mancheranno Osimhen, Politano, Natan, come si affronta questo periodo? Chi recuperi?
“Lobotka è un titolarissimo, vediamo come sta, se sta bene, gioca. Lindstrom non ha i 90 minuti, dovrò pensare una staffetta se gioca dall’inizio oppure può subentrare. I 5 cambi ci sono per fortuna, in base a quanti saremo dovrò essere bravo a capire chi può iniziare e chi dovrà essere sostituito”.
Non potete permettervi altri errori. Come fronteggi l’emergenza: resti col tridente?
“Se vogliamo tenere i 3 davanti poi ci sono altri che non hanno giocato come Zerbin, ma che si comportano bene in allenamento, per restare con le stesse cose tattiche, ma dovrò valutare anche cosa ci propone il Monza. All’Olimpico contro il 4-3-3 della Lazio ha fatto bene, valuterò cosa conviene in base alle risorse che avrò disponibili”.
Quale soluzioni le piace di più davanti alla difesa se mancherà Lobotka?
“Ho grande fiducia in Cajuste, è arrivato quest’anno, sono convinto che da qui a poco sarà un giocatore importante del Napoli. Ha tante qualità. Può partire lui lì, ma Anguissa è uno così esperto che posso anche cambiare eventualmente.
Senza Lobotka, Cajuste è più indicato, anche perché in un cambio di un reparto è importante cambiare meno possibile, Anguissa ha sempre giocato mezzala destra e ci sono meccanismi collaudati da toccare meno possibile. Dovrebbe essere questa l’indicazione”
Ha detto che avrà pochi allenamento, dopo il Monza avrà un po’ di tempo, come strutturerà il lavoro? Si aspetta volti nuovi?
“Se siamo anche in emergenza, sì. Natan ad esempio mi diceva il dottore ha un mese e mezzo… non è di poco conto. Qualcosa andrà considerato, ma tendo a non parlarne perché ci sono state le feste, poi ci sarà l’ultimo dell’anno e per me il Monza è una tappa fondamentale da superare al meglio. Poi ci aggiorneremo, non possiamo guardare a lungo termine, ci serve fiducia e serenità per giocare come prima”.
Come giudica il lavoro svolto finora?
“Mi conoscete, mi sento di Napoli, sono tornato per dare una mano. Le partite che ho fatto sapevo di doverlo fare, vedendo come sono andate mi brucia non aver raccattato alcuni punti. Potevano esserci almeno due punti per noi e due punti in meno alle rivali e li avremmo meritati per come si sono sviluppate. Abbiamo meno punti di quelli che meritavamo”.
Si aspettava un atteggiamento diverso da Osimhen a Roma?
“Tendo sempre a dare meriti ai giocatori se si fanno campionati buoni, lo sapete. Questo ragazzo da quando è rientrato viene martoriato, dall’inizio alla fine, anche quando l’azione non è lì, lì forse sentiva la pressione perché l’anno scorso ha fatto grandi cose e ci sta un po’ di nervosismo. Poi c’è la Coppa d’Africa, ha avuto l’infortunio. Tendo a scusarli, non perché sono un buonista, ma perché poi quando tornerà ci darà una grande mano”.
I numeri al Maradona piangono, come si torna a vincere?
“Quando stiamo bene imponiamo il gioco a tutti, ma bisogna stare attenti a non prendere contropiedi mentre si attacca. Tante partite siamo stati più corti, abbiamo preso meno contropiedi, meno errori difensivi, ma ogni tanto si fa un errore e si prende gol subito. Dobbiamo fare il nostro gioco, ma funzionale al risultato e purtroppo quest’anno non è stato così molte volte”.
Pensa a Simeone titolare? Insieme a Raspadori?
“Mi piacciono entrambi, farli giocare insieme significa cambiare modulo e molti meccanismi, andrebbe provato con più tempo. Una punta in panchina però bisogna averla. Poi se giocano entrambi, uno dei due è stanco nel finale, poi chi metto dalla panchina? Siamo contati, è più facile giochi uno dei due e così l’altro può subentrare”.
Il Napoli è in una terra di mezzo, fa delle cose come la costruzione ed il possesso ma non bene e non fino in fondo.
“Nelle zone importanti ci arriviamo sempre, se lei vede il possesso e nella trequarti ci stiamo più degli altri, ma lì siamo poco incisivi. Non facciamo la cosa fatta bene in quella zona. Però per esempio credo che la finalizzazione… vorrei fare 10 minuti di schemi d’attacco, ma se ne faccio troppi domani sono affaticati, gli allenamenti sono pochi e se non alleni certe cose le perdi.
Poi col video ed i sistemi moderni, i giocatori ormai sono abituati, in 10 minuti capiscono tanto, non come anni fa. Di contropiedi se ne prendono meno, 1 a partita, prima era diverso, l’equilibrio lo sto vedendo, ma serve anche fortuna nell’episodio e svolti, finora è successo al contrario”.
Quanto sente sua questa squadra? Erano caratterizzate per garra, voglia, tempra.
“Bella domanda, iniziano a pensare come piace a me, non sempre riusciamo a farlo vedere, anche qualche reazione inopportuna fa capire che c’è il fuoco dentro, ma per ora non lo riusciamo ad incanalare bene come a Roma.
Poi su Politano voglio dire una cosa: è un ragazzo stupendo, dà l’anima, ha avuto un momento di nervosismo, ci eravamo detto che bisognava vincere, stava andando in contropiede ed ha avuto un gesto di stizzo, ma il ragazzo c’è, per assurdo in negativo, ma c’è quella cosa e appena ci girerà qualche episodio spero di rivedere la mia squadra che non molla mai. Siamo sulla strada giusta”.

Serie A

Torino, Borna Sosa: questo riscatto s’ha da fare?

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Udinese-Torino

Si affievoliscono sempre più le possibilità di permanenza per Borna Sosa, giovane terzino croato classe 98′, in quel di Torino.

Sembra lontano dalla Seria A, e dal Torino, il futuro di Borna Sosa. Il difensore sembra non aver colpito positivamente mister Vanoli dal punto di visto puramente calcistico, e Urbano Cairo da quello economico.

Un riscatto molto lontano dall’essere pagato

Il nativo di Zagabria, è approdato in granata l’anno scorso dall’Ajax in prestito con diritto di riscatto, fissato a 7 milioni. Le sue prestazioni finora però, non sembrano valerlo questo riscatto.

Il terzino di spinta croato a Torino ha collezionato 20 presenze, di cui una in Coppa Italia senza stregare piazza e la società.

A partire dal suo allenatore, Paolo Vanoli, che già nel dicembre scorso durante un’intervista aveva dichiarato: “Deve essere sereno e dare di più. So cosa può darmi, lo deve dare, è arrivato da un momento di condizione non al top, dopo l’infortunio è rientrato. Borna può e deve dare di più, poi ci sono le scelte tecniche”.

borna sosa

Nonostante questo modus operandi da “bastone e carota” l’ex Stoccarda, gioca regolarmente. Salta però le ultime due gare, peraltro vinte dal Torino. Una condizione questa ben lungi dal vedersi riscattati.

Borna Sosa e la concorrenza

Se non fosse che basterebbero questi motivi, a gennaio se ne è aggiunto un altro: Cristiano Biraghi.

L’ex Fiorentina, ha sfruttato l’influenza del croato, per prendersi la titolarità contro il Milan e meritarsela poi  contro il Monza. Dal punto di vista puramente economico sarebbe una soluzione molto più fattibile. Infatti, il riscatto del nativo di Cernusco sul Naviglio è fissato a un solo milione di euro.

Anche sul loro dualismo si era espresso Vanoli in conferenza alla vigilia del Monza, sottolineando come la concorrenza potesse spingere Borna Sosa a dare di più.

A tutto questo poi si aggiunge Masina, cercato sia dal Bologna che dal Gremio in Brasile ma che non è stato lasciato partire.

Il riscatto vale “la candela?”

Un’aspetto va sottolineato: il Toro ha bisogno di un terzino sinistro di qualità. Valentino Lazaro si esprime molto meglio giocando a destra. Il croato ha comunque dimostrato di aver un buon bagaglio tecnico, e se è in giornata di risultare determinante. Il cambio di modulo del Toro, dal 3-5-2 al 4-2-3-1, ha aiutato il terzino. Molto più a suo agio come terzino puro e non esterno a tutta fascia. Restano però sul piatto le tante prestazioni anonime.

Questo si riscatto si farà?

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Serie A

Fiorentina, sirene inglesi per Moise Kean

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Como

Tre club della Premier League, dopo le eccellenti prestazioni di Kean, pronti a fare follie per strapparlo alla Fiorentina e portarlo oltre Manica.

Non poteva che accadere prima o poi, viste soprattutto le prestazioni mostrate da inizio anno con la Fiorentina. La Premier League ha “scoperto” Moise Kean. L’attaccante della Nazionale, con la Viola è rinato dopo le scarse stagioni con le maglie di Juventus e Psg. Interesse che, alla vigilia della Conference, potrebbe instillare pensieri nella mente del venticinquenne.

Kean il Magnifico

Nove luglio 2024: il giorno della rinascita. Quel giorno d’estate la Fiorentina annunciava  l’acquisto di Kean dalla Juventus, per 18 milioni di euro totali (13 fissi e 5 legati a bonus). Un regalo per Mister Palladino molto gradito. Il tecnico di Mugnano di Napoli, infatti, lo aveva già cercato quando allenava il Monza. In quel frangente, però, la trattativa era poi naufragata. Sul ragazzo, nato a Vercelli, aleggiava del pessimismo, in quanto nelle ultime stagioni non avesse brillato. Alla Juve soprattutto, con zero reti nella stagione precedente.

Fiorentina

RAFFAELE PALLADINO CARICA MOISE KEAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Pessimismo che Moise ha letteralmente spazzato via subito. Con la Viola 30 partite totali giocate e 21 tra gol e assist. Numeri mai fatti registrare fino ad adesso a questo punto della stagione.

Per trovare una stagione positiva, a livelli come questa, bisogna tornare indietro agli anni parigini. Con il PSG, stagione 20/21, Kean colleziona 41 presenze, 17 gol e un assist.

Fiorentina: London calling

Tali prestazioni con la Viola hanno acceso i riflettori nei confronti di Kean. Tante le squadre interessate a lui in Premier. A partire dal Newcastle. Secondo quanto riportato da givemesport il club, situato sulla riva nord del fiume Tyne,  starebbe pensando al numero di 20 di Raffaele Palladino in caso di partenza di Alexander Isak. Kean, inoltre, avrebbe le qualità perfette per il gioco espresso dalla squadra di Andrew Howe. Ma non solo. Ci sarebbero, infatti, sulle sue tracce anche due squadre di Londra, Tottenham e West Ham.

Cosa fa la Viola?

La Fiorentina di certo ascolta, ed avrebbe anche delle garanzie. Per prima quella contrattuale.

Il contratto di Kean ha una durata molto lunga ancora, fino al 2029. I club inglesi, dunque, per provare a prenderlo avrebbero un’unica chance: pagare la clausola da 52 milioni di euro.

A quel punto la decisione spetterebbe solo al giocatore, in teoria. Una cosa è certa: Moise Kean sembra aver raggiunto quella maturità che mancava. Il futuro del giovane italiano potrebbe essere dunque lontano dalla Serie A.

Se fosse in Premier sarebbe un ritorno, viste le 39 partite giocate con l’Everton tra il 2020 e il 2021. Un’altra annata decisamente non positiva. Ma Kean è cambiato.

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Serie A

Hellas Verona, Puscasiu indica la strada: “Tifosi nucleo centrale” I Quali saranno le prossime mosse?

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Hellas Verona

Il managing partner di Presidio Investors, Christian Puscasiu, ha parlato al Corriere di Verona del futuro dell’Hellas Verona dopo la recente acquisizione.

Tra gli argomenti toccati c’è quello che riguarda i tifosi e il loro ruolo centrale nel progetto della società. Inoltre c’è anche la volontà di legarsi radicalmente al territorio.

Hellas Verona, le parole di Puscasiu su presente e futuro

Il cambio di proprietà non ha ancora rivoluzionato la squadra durante il mercato di gennaio e l’obiettivo della salvezza richiede ancora tanto lavoro per essere raggiunto. Tuttavia in caso di permanenza in Serie A la situazione in riva all’Adige potrebbe cambiare sotto diversi punti di vista.

Come detto dallo stesso managing partner: “La priorità numero uno deve essere la squadra maschile di Serie A. Tuttavia, sosterremo anche la squadra femminile e le giovanili. Lavoreremo sempre per creare un’esperienza migliore per i tifosi rendendo più facile ottenere i biglietti, offrendo di più dentro e intorno allo stadio e fornendo più opportunità di coinvolgimento. Abbiamo già alcune idee, ma stiamo solo iniziando.

Hellas Verona

fans verona during Hellas Verona vs US Lecce, italian Serie A soccer match in Verona, January 26 2020 – LPS/Alessio Tarpini

Da queste parole di evince che i tifosi avranno un ruolo centrale nella crescita del club, soprattutto in materia di matchday. L’obiettivo sarà quello di portare più persone allo stadio (magari applicando tariffe variabili ai biglietti) e arricchire allo stesso tempo l’atmosfera già esistente, che ha impressionato fin da subito il nuovo board:

Durante i 90 minuti, o meglio i 97, io penso di essere un tifoso come tutti gli altri. Non so se ci siano molte altre situazioni in cui pochi secondi di brillantezza possono galvanizzare trentamila persone, e di più in tv, in un attimo. Mentre tornavo a piedi con un amico, ci sentivamo come se stessimo camminando sulle nuvole“.

Hellas Verona

In ultimo ha voluto sottolineare l’importanza di legarsi al territorio attraverso la singergia con le imprese non solo nell’area di Verona ma anche di tutto il Veneto: “Vogliamo diventare partner più stretti con la comunità imprenditoriale l’intero Veneto ha così tante aziende straordinarie. Come loro, noi siamo una realtà imprenditoriale e non vediamo l’ora di partecipare attivamente a questa rete con idee simili“.

Insomma, c’è tantissima ambizione nel portare l’Hellas Verona in una nuova dimensione dove possa ricevere l’attenzione che merita e raggiungere nuovi traguardi nei prossimi anni. Tutto però dipende dalla permanenza in Serie A e attualmente la classifica dice che il distacco sulla zona rossa è di soli 4 punti.

Non ci sono novità sul fronte stadio ma è certo che sarà al centro delle discussioni visto che ci sono già stati dei contatti col Comune di Verona e il sindaco Damiano Tommasi.

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