LA GRINTA DI ARTEM DOVBYK IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La Roma deve vincere altrimenti può dire addio alla Champions League e per farlo ha bisogno dei suoi giocatori al top. Ma Ranieri ha rimproverato uno dei suoi
Mister Claudio Ranieri, in conferenza stampa, ha esternato un po’ di considerazione sullo stato di forma fisico e, a volte mentale, di alcuni giocatori e tra questi ha puntualizzato sull’ucraino Artem Dovbyk.
Proprio il mister giallorosso ha detto che “Le colpe non ci sono, lui di dovrebbe far vedere di più. la squadra dovrebbe servirlo quando lui si muove: la colpa è 50 e 50. Oltre ai gol lui deve lottare, pressare, far vedere. Ci sta lavorando. Ancora non è soddisfatto e neanche io lo sono. Mi deve dare di più”.
Parole apparentemente dure da parte dell’allenatore nato a Roma e che ora ne veste i colori ma il suo appare, a leggerlo in profondità, piuttosto come un tentativo di spronare un talento che, al momento, è ancora un po’ in ombra.
GIUSEPPE PEZZELLA PROVA A FERMARE ARTEM DOVBYK ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Certo a volerci vedere qualche similitudine con i momenti passati, appare alla memoria la condizione di Edin Dzeko al suo primo anno nella Magica. Una relazione indelebile per i tifosi giallorossi che ha inizio nel 2015 quando il fuoriclasse atterrò all’aeroporto di Fiumicino.
Un nome che ora è considerato leggendario per il tifo capitolino e per il club ma che partì un po’ in sordina: il primo anno, in 31 partite riuscì a segnare 8 gol ma arrivò alla fine del periodo trascorso a Roma, però, era arrivato a ben 111 reti (82 in Campionato di Serie A, 12 in Champions League, 12 in Europa League e 2 in Coppa Italia) e solo 3 di queste reti su calci di rigore.
Bene, se si ricorda Dzeko ed ora si considera le prestazioni di Dovbyk, quest’ultimo, invece, ad oggi ne ha già segnati 11. Certo si tratta di giocatori diversi, di una Roma e di un Campionato altrettanti differenti ma, se si prendono in considerazioni i numeri, quelli appaiono chiari: l’ucraino sarebbe in testa in un ipotetica corsa a due.Altra grande differenza è stat la fama che Dzeko già possedeva dopo aver giocato, a lungo in Inghilterra, con Roberto Mancini, nel Manchester City.
Mentre l’ucraino proviene dal Girona dove, comunque, ha dimostrato molto bene ma che non è ancora circondato dalla fama. Ecco, la sostanziale differenza tra il campione del passato e il fuoriclasse del presente potrebbe essere tutta qui ma per capirlo occorrerà prendersi altro tempo e provare, forse, con un altro allenatore ma sempre con la maglia giallorossa!
Aggiornato al 19/04/2025 10:28
L'ex allenatore della Juventus, Gigi Maifredi, ha espresso il suo parere sul futuro del Bologna…
Dopo grandi vittorie e passi falsi, la Dea ha oggi l’occasione per chiudere i conti.…
Il popolo granata ha celebrato il 76° anniversario della tragedia di Superga a Torino. Il…
Sei gol e spettacolo a Lipsia: il 3-3 rimanda la festa del Bayern Monaco, che…
Empoli-Lazio, incontro valido per la 35^ giornata del campionato di Serie A 2024/2025: le scelte…
Il Napoli è in vetta al Campionato sia la per tenacia e la forza di…