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Non ci sono più bandiere

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Il calcio è forse lo sport più seguito al mondo ma a volte, lascia ferite indelebili, difficili da colmare e difficili da superare. Non esistono più bandiere, e ad oggi restano davvero pochi i giocatori che scelgono di rimanere a vita con la stessa casacca. Dopo gli addii di Maldini, Baresi, Del Piero e Totti, ci accorgiamo come l’ aspetto economico prevalga su una maglietta sudata, una maglietta che ti porta a soffrire con i compagni e con i tifosi. L’ ennesima dimostrazione di questo scempio l’ ha fornita il turco Calhanoglu che arrivato al Milan nella stagione 2017, l’ anno della ” rifondazione ” rossonera targata Mirabelli- Fassone, ha deciso di sposare il progetto Inter mettendo così fine alle varie voci di rinnovo mai concretizzato.

Un’ altro dispiacere si aggiunge così ai tifosi rossoneri hanno ben capito che lavorare con Mino Raiola porta anche a questo. Giocatori il cui stipendio viene sempre elevato pur di gonfiare le tasche ai propri procuratori.

Ma forse è un bene che determinati uomini vadano via. La legge del calcio è sempre la stessa e perdere un campione per acquisirne un’ altro fa parte del gioco. I nerazzurri avranno di sicuro un buon giocatore che , seppur incostante, ha delle doti eccelse quando ne ha voglia. Al Milan in 133 presenze ha dimostrato nemmeno la metà del suo valore, ma resta comunque uno dei tanti che bacia la maglia per fare sorridere qualche tifoso.

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Giulini: “Il momento più doloroso? La retrocessione del 2022”

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Giulini

Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, è tornato a parlare dell’amara retrocessione del suo club nel 2022 e di un suo ricordo su Gigi Riva.

Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, è stato ospite del programma Goal Economy, in onda sulla radio ufficiale della Serie A. Il numero uno del club sardo ha parlato della squadra, del passato, del campionato italiano, e del ricordo di Gigi Riva. Di seguito le sue dichiarazioni

Giulini

Giulini, il pensiero su Riva

“Ebbi il privilegio di fare una lunghissima chiacchierata con Gigi Riva, un onore per pochi. Dalle parole e dagli sguardi di Gigi percepii realmente quello che avevo letto e ascoltato dai racconti degli altri, avevo appreso da lui cosa rappresenta il Cagliari per i cagliaritani e i sardi. Inizialmente mi mise in guardia dalla forte responsabilità che avrei dovuto assumermi, ma poi è iniziata questa lunga avventura”.

Sulla retrocessione del 2022

“I miei anni e quelli di Cellino, sommati, mettono insieme buona parte degli anni di Serie A che il Cagliari annovera nella sua storia. Il momento più doloroso di questo decennio è sicuramente la retrocessione di Venezia nel 2022, al termine di una stagione dove ci portavamo dietro parecchi errori: non riuscimmo a vincere quella partita, sulla carta scontata, cosa che probabilmente con uno spogliatoio sano e una preparazione adeguata avremmo fatto. Scoppiò la contestazione, fu una retrocessione sanguinosa. Di momenti indimenticabili ce ne sono tanti, direi sicuramente la prima promozione dalla Serie B, perché a tutti coloro che fanno calcio e lo seguono piace vincere al di là della categoria: ricordo il gol di Sau in rovesciata a Vercelli per farci vincere il campionato davanti al Crotone di Juric. E poi altri due capitoli recenti: l’altra promozione a Bari nel 2023 in uno stadio già festante, all’ultimo secondo con il gol di Pavoletti, la nostra resurrezione completata, poi la salvezza della scorsa stagione a Reggio Emilia. Qualche giorno prima della partita decisiva per la salvezza, mister Ranieri – che è stato fondamentale per quella resurrezione – mi disse che ormai gli pesava tanto fare avanti e indietro da Roma e che sperava di chiudere la sua carriera nei club con una salvezza. Furono giorni difficili da gestire perché solo io e lui sapevamo che ci saremmo salutati, c’era molta ansia e per fortuna tutto andò bene. Il suo ritorno in panchina nella sua Roma è assolutamente comprensibile”.

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Turchia, Montella a rischio esonero

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Montenegro-Turchia

 Pessime notizie per il CT della Turchia, Vincenzo Montella. L’ex attaccante italiano sembra essere a rischio esonero dopo le ultime uscite in Nations League.

La Turchia, guidata da Vincenzo Montella ha buttato la qualificazione nella lega A di UEFA Nations League nelle ultime uscite. Sarebbe bastato non perdere l’ultima partita contro il Montenegro.

I motivi del possibile esonero

Non sembra essere però il “fallimento” in Nations League il principale motivo del possibile esonero. A far discutere sono state soprattutto le convocazioni, nessuno è riuscito a spiegarsi la mancata convocazione di Atakan Karazor. Il centrocampista di proprietà dello Stoccarda è tra i più in forma al momento. Il ventottenne turco si è messo in mostra soprattutto in Champions League, sia nella vittoria con la Juventus che contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu.

Turchia

VINCENZO MONTELLA PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Turchia, le parole di Montella

Nella conferenza post partita, Montenegro-Turchia, il CT se l’è presa molto con il terreno di gioco e ha sottolineato l’importanza dell’assenza del capitano Hakan Calhanoglu, ribadendo la fiducia nel vincere i playoff per accedere alla lega A. Successivamente, ha dichiarato che il reale obiettivo è la qualificazione ai Mondiali 2026. Questa la sua risposta a chi domandava del possibile esonero: “non considero questa domanda una vera domanda, sono felice e orgoglioso di quanto fatto nell’ultimo anno”.

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Ronaldo: “Sono qui per vincere, voglio lasciare un’eredità”

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Messi-CR7

Il fuoriclasse portoghese, sul suo canale youtube, ha parlato del suo momento in Arabia e non solo. Leggi con noi le parole di Ronaldo.

Ronaldo ha pubblicato un video sul proprio canale Youtube in compagnia del youtuber più famoso al mondo, Mr Beast. Il portoghese ha risposto ad alcune domande riguardanti suo figlio, il documentario di Netflix e l’obiettivo dei 1000 gol.

Ronaldo

Le parole di Ronaldo

Giocare con suo figlio.

“Ha 14 anni, vedremo come staranno le mie gambe. Ha già la pressione di essere mio figlio. Lasciamo che commetta i suoi errori, ma si spera per il futuro. Spero che possa diventare un professionista, ma se non lo diventerà e farà un altro lavoro, lo supporterò sempre. Non possiamo fare pressione sui nostri figli perché siamo famosi“.

 Il suo arrivo in Arabia.

“Sono venuto per migliorare il campionato, per vincere. Voglio lasciare un’eredità. Dicono che sono finito, che sono qui solo per soldi. Ancora non ci credono, ma sono qui per vincere”.

L’obiettivo dei 1000 gol.

“Giorno dopo giorno. Mi godo un gol dopo l’altro. Mi godo il ​​momento. I mille gol non mi dispiacciono affatto, sinceramente. Obiettivi che ho ancora nel calcio? Si tratta di divertirsi. Pianificare il tuo ritiro dal calcio. Accadrà tra un anno, due anni, qualunque cosa. Onestamente dico che non è uno scherzo, si tratta di godersi il momento, sentirsi come se mi stessi godendo il calcio.

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