Serie A
Onda Atalanta sulla Fiorentina: 3-0. Le pagelle viola

La Fiorentina perde a Bergamo contro l’Atalanta e questa volta rispetto alla sconfitta contro il Milan è anche peggiorata, se possibile. Una Viola ancora piccola piccola, fragile nelle gambe e nella testa, povera di cuore. Prandelli, che non è ancora riuscito a dar qualcosa in più a questa squadra, prova a rimescolare le carte al pimo minuto: fuori gli anonimi Ribery e Callejon visti sin qui e dentro Eysseric e Lirola, provando a deare fisicità sulle corsie esterne per fermare le ali nerazzurre, ma in realtà il progetto di blocco e ripartenza non si è mai concretizzato. L’Atalanta segna tre reti, altre due arrivate da calcio da fermo, situazioni quando si vede la concentrazione e l’unità della squadra. Per la Fiorentina c’è da preoccuparsi.
Le pagelle
Dragowski 7 – Prende tre gol ed è il migliore in campo, ancora una volta. Situazione paradossale che fa capire il momento viola.
Venuti 5 – Entra al primo minuto a sorpresa: fatica per tutto l’incontro, non riesce a spingere e soffre continuamente Gosens.
Milenkovic 5 – La partita contro Zapata è da colossi, le dà e qualcuna le prende. Colpevole non aver saltato sulla punizione di Malinovskyi.
Pezzella 5,5 – Rispetto alle ultime gare non si macchia di amnesia, ma la retroguardia è sempre in affanno.
Biraghi 5 – Non ha capacità prettamente difensive e Hateboer ne approfitta, in avanti non è preciso. (dal 72’ Barreca – )
Lirola 5 – Prandelli lo mette all’ala, dovrebbe dare spinta senza preoccuparsi troppo della fase difensiva: non si vede mai. (dal 58’ Callejon 5 – Entra in una partita già segnata, ma non offre alcun spunto)
Pulgar 6 – Nel primo tempo la Viola deve fare contenimento e lui corre in soccorso qua e là. (dal 45’ Castrovilli 5 – Sembra non essere nè in condizioni fisiche nè mentali)
Amrabat 5,5 – Come sempre l’ultimo ad arrendersi, anche se in fase d’appoggio non è pulitissimo.
Eysseric 5 – Lo conosciamo, se il calcio fosse uno sport sulla mattonella, sarebbe un top, dentro a sorpresa contro una squadra fisica, soffre parecchio. (dal 58’ Ribery 5- Spenta la squadra, lui non riesce e non fa nulla per accendere la miccia.)
Bonaventura 6 – Il più in forma del centrocampo viola, ma un po’ ovunque senza trovare gran costrutto coi compagni.
Vlahovic 5,5 – Dusan sbaglia i tacchetti, scivola spesso. Qualche errore in appoggio all’inizio, poi riesce a farsi notare con un bel tiro: in mezzo ai tre centrali del Gasp non è facile. (dal 70’ Kouame s.v. – Non pervenuto…)
Serie A
Inter, numeri da big in Champions League

Simone Inzaghi, caposaldo della squadra dell’Inter, continua a scrivere numeri strabilianti sulla storia della rosa. Dopo aver eliminato il Bayern Monaco ed essere approdato in semifinale per la seconda volta in tre anni, il tecnico si conferma il migliore allenatore europeo da tre anni a oggi.
I numeri parlano chiaro: 49 panchine in Champions, dietro a Guardiola, Inzaghi è considerato il miglior tecnico dai primi anni della pandemia ad oggi. Con una media punti di 1.86 (che sale a 1.98 nelle 41 gare con l’Inter), si piazza alle spalle dei colossi come Guardiola, Ancelotti, Nagelsmann, Klopp e Tuchel per rendimento tra i tecnici con almeno 25 presenze.

SIMONE INZAGHI PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Inter, numeri per Simone Inzaghi
Il podio per Simone Inzaghi porta il nome di Champions League. Nel cuore della stagione, Inzaghi è in attesa della semifinale di Champions contro il Barcellona e della semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Milan, l’Inter affronterà a Pasqua lo snodo Scudetto a Bologna. I numeri eccelsi classificano Simone Inzaghi tra le stelle più brillanti della Serie A.
Serie A
Immobile, è già finita con il Besiktas. Possibile ritorno in Italia

Immobile-Besiktas: Sembrerebbe già finita la parentesi di Immobile in Turchia. L’attaccante ex Lazio potrebbe concretamente ritornare in Seria A
Dopo aver lasciato l’Italia tra le lacrime di un tifoso, secondo l’edizione odierna de Il Messaggero, la parentesi tra Ciro Immobile e la Turchia sembrerebbe destinata a concludersi al termine della stagione. L’avventura dell’attaccante di Torre Annunziata con la maglia bianconera del Besiktas non è andata come sperato: attualmente, infatti, la squadra del Bosforo è quinta in classifica, alle spalle dell’Eyupspor, e se il campionato finisse oggi, non parteciperebbe a nessuna competizione europea, complicando e non poco la permanenza del centravanti, nonostante gli 11 gol finora messi a segno.
Troppo poco per trattenerlo. Le ragioni che ostacolerebbero la sua permanenza in Turchia sono principalmente di natura economica, anche perché trovare un campionato in cui Immobile non sarebbe in grado di segnare sarebbe un compito estremamente complicato.
Le ragioni economiche pesano non poco sul futuro di Ciro Immobile in Turchia. Nei giorni scorsi, il presidente del Besiktas ha sottolineato quanto l’ex attaccante della Nazionale incida sul bilancio del club:
“Lo stipendio netto annuale di Immobile è di 6 milioni di euro. Con una tassazione del 40%, si aggiungono 2,5 milioni di euro, per un totale di 8,5 milioni di euro. Inoltre, c’è un bonus alla firma di 2 milioni di euro, per un totale complessivo di 10,5 milioni di euro”.
Dunque, non sarebbe difficile ipotizzare un potenziale ritorno di Ciro Immobile in Serie A. L’unico nodo da sciogliere resta capire quale club sarebbe disposto a investire su un giocatore che ha ormai raggiunto i 35 anni. Staremo a vedere.

ESULTANZA LAZIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Lecce, Giampaolo: “Una squadra che fa del gioco la sua qualità migliore se è in una posizione di classifica tranquilla riesce a giocare meglio”

Lecce-Giampaolo: alla viglia del match contro il Como ha parlato in conferenza stampa riguardo alle possibilità di salvezza della sua squadra. Le sue parole
Domani alle 15:00, presso il Via del Mare di Lecce, si giocherà un match importantissimo in ottica salvezza per la squadra di casa. Il tecnico Giampaolo, intervenuto oggi in conferenza stampa, ha presentato la sfida che attende il suo Lecce. Queste le sue parole:
Come orientare la partita contro il Como?
“Il Como predilige avere il possesso palla, ma questo non deve avere ripercussioni su di noi dal punto di vista mentale. Non deve far perdere fiducia alla squadra, non la deve demoralizzare. E’ soprattutto un aspetto psicologico, mentale. Dobbiamo restare uniti, si lavora insieme, bisogna saper soffrire quando c’è da soffrire. Dobbiamo fare di tutto per vincere, questo lo sappiamo”.
Poca cattiveria da parte del Lecce?
“La squadra è sempre stata dignitosa. Ritengo che ci manchi una vittoria, questo ci avrebbe tenuto in media in maniera considerevole. Non ce l’abbiamo fatta, per demerito nostro e per merito degli avversari. Ma la squadra ha sempre cercato di fare il suo, nonostante le difficoltà. Non siamo mai usciti in maniera indegna dal campo, indubbiamente abbiamo avuto delle difficoltà, abbiamo avuto avversari che hanno dimostrato di essere migliori di noi e di avere quel pizzico di fortuna che a noi è mancato. Siamo lì e dobbiamo continuare a credere nel nostro sogno”.
Reazione tardiva con la Juventus?
“Se non riesci a reagire prima è perché l’avversario te lo impedisce, sicuramente non è mancanza di voglia. La squadra quando è in difficoltà e quando va sotto vuole reagire, alle volte ci riesce, altre volte l’avversario non ti dà la possibilità di farlo. Gli episodi possono riaccendere le partite, non tutto è razionale”.
Il Lecce riceve poche ammonizioni
“Prendere più cartellini gialli non è meritevole. Se pensiamo ai numeri il Lecce è la squadra che ha subito più rigori contro, questi sono numeri che penalizzano. Non è che a calcio si vince facendo a cazzotti, una volta si diceva che bisognava menare…in realtà bisogna essere bravi a fare tante cose”.
Il Como
“Fabregas sta facendo un lavoro eccellente. Ho grande rispetto, mi piace molto come gioca, gliel’ho anche detto una ventina di giorni fa a Coverciano. Il Como è una grande travestita da provinciale, ha poco da invidiare alle grandi. In questo momento del campionato dobbiamo prendere atto delle qualità ma dobbiamo fare il possibile per portare a casa una vittoria. Sarà una partita difficilissima, ma la squadra deve interpretarla nella maniera giusta. La lucidità deve avere la meglio sull’individualismo. Dobbiamo giocare da squadra, consapevoli del peso della partita”.
La difesa a tre
“Abbiamo giocato in quel modo in altre partite sotto mentite spoglie, abbassando un centrocampista sulla linea dei difensori. Per evitare di fare un lavoro di scalate ho preferito che i calciatori si specchiassero con gli avversari contro la Juventus. Niente di nuovo, cambiano solo le caratteristiche. Dopo un minuto abbiamo subito gol ma abbiamo continuato a giocare nello stesso modo. Sono cose che si possono fare e che tutte le squadre fanno quando affrontano avversari forti”.
La formazione?
“Sarà una partita diversa rispetto a quella con la Juventus. Si giocheranno più partite in una, serviranno calciatori con le caratteristiche diverse in base ai momenti. Sceglierò con chi partire e con chi finire la partita, ma ciò che conta è la qualità della prestazione”.
Il Como ha la mente sgombra, è un elemento di vantaggio o di svantaggio?
“Non ci credo a certe cose, i recenti campionati ce lo insegnano. Una squadra che fa del gioco la sua qualità migliore se è in una posizione di classifica tranquilla riesce a giocare meglio. Se non sei in una posizione tranquilla non corri anche i rischi che dovresti correre”.
Jean, Tiago Gabriel e Veiga
“Ci dispiace per l’infortunio di Jean, lo abbiamo messo dentro dopo il problema di Gaspar ed è migliorato di partita in partita. Mi piace per come si allena e per le capacità di letture difensive, deve migliorare ancora nell’uno contro uno. Gabriel si allena in silenzio, è freddo palla al piede, poi deve migliorare in tante altre cose, ma non era semplice per lui giocare a Torino, ma il suo lo ha fatto. Veiga ha più esperienza, è in un buon momento mentale, ha la leggerezza giusta che in questo momento è fondamentale”.
Helgason e Berisha
“Abbiamo esterni d’attacco e centrocampisti con caratteristiche diverse. Le scelte si fanno sulla base del tipo di partita che ci si aspetta. Sarà una sfida lunga contro una squadra che palleggia molto, non dobbiamo perdere fiducia”.
Come gestire un gruppo giovane in un momento così?
“Unione, squadra, famiglia. Questo è il nostro mantra. In settimana abbiamo ribadito questo concetto. Da soli non ne veniamo fuori, dobbiamo essere uniti, a partire dal gruppo squadra. Devo far capire ai giocatori che l’obiettivo è comune, non solo di chi si mette la maglia dal primo minuto. Poi penso che domani il valore aggiunto possa essere il nostro pubblico”.

CESC FABREGAS ALZA LE MANI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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