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Parma, Pecchia: “Man non ci sarà. Dobbiamo gestire le voci di mercato”

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Parma

Il tecnico del Parma, Fabio Pecchia, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della prima sfida del 2025 contro il Torino di Vanoli.

Pecchia ed il suo Parma sono pronti ad inaugurare il 2025 con la sfida esterna contro il Torino di Vanoli. Il match è in programma per domani, domenica 5 gennaio alle ore 18:00.

Il tecnico ducale è intervenuto in conferenza stampa per presentare la delicata gara. Il Parma è alla ricerca di continuità di risultati dopo la vittoria contro il Monza di Bocchetti nell’ultima gara del 2024.

Parma, Pecchia

LA GRINTA DI FABIO PECCHIA ( FOTO KEYPRESS )

Parma, le parole di Pecchia

Come inizia l’anno del Parma e come sono andati gli allenamenti?

“Auguri a tutti di buon anno innanzitutto. La squadra ha lavorato bene, sembra passato molto più tempo dall’ultima gara. C’è poco da aggiungere, Bernabé sta dando qualche segnale interessante ed è una buona notizia. Oggi si è fermato Man per un problema alla schiena. Ma il gruppo è pronto, al di là di chi c’è. Chiedo al gruppo qualcosa di straordinario”.

Si gioca a mercato aperto:

“Sarà un mese particolare per il Parma come per ogni altra squadra. Tante tra voci di mercato creano cambiamenti nello spogliatoio. Per questo chiedo al gruppo di restare forte e avere un approccio straordinario. Sono partite che valgono punti importanti e vanno giocate con un certo spirito”.

Il Torino vive un momento delicato:

“Sono momenti che riguardano tutti, il gruppo è lì da tempo. A Udine hanno fatto un risultato importante e c’è stata una reazione di energia. Vorranno farsi valere davanti al proprio pubblico. E’ una gara diversa rispetto all’ultima dal punto di vista tattico, dovremo trovare le giuste soluzioni come domenica scorsa”.

Man e Delprato saranno tra i convocati?

“Man non parte con la squadra, non credo sia nulla di grave ma per domani non c’è. Delprato si è allenato in gruppo, non a pieno regime ma è del gruppo. Chiedo a tutti di dar qualcosa di più, anche ai più giovani che sono arruolati da meno con noi. Tutti devono portare entusiasmo e voglia di stare nel gruppo, per fare il risultato servono tante cose e anche questo fa bene”.

Sul mercato hai bisogno di centimetri?

“Ieri sentivo le dichiarazioni di altri dirigenti, c’è urgenza in alcuni ruoli ma bisogna aver pazienza, devono incastrarsi le situazione. Si vive alla giornata, senza entrare nel dettaglio, ma è evidente cosa ci serve a livello tecnico e fisico”.

Domani può esser la partita di Almqvist? Si è parlato di mercato in questi giorni anche per lui:

“Dobbiamo gestire anche le voci di mercato che arrivano da fuori. Pontus è della partita, io ci faccio affidamento”.

Torna ad affrontare Vanoli dopo l’anno scorso:

“L’avversario è un altro ma lo spirito è lo stesso. Sanno adattarsi alle situazioni e hanno i giocatori per farlo. Abbiamo lavorato, dobbiamo essere bravi e pronti ad ogni cambiamento”.

Contro il Monza in avvio siete sembrati contratti, la vittoria vi ha ridato la leggerezza che chiede?

“La prima parte di gara abbiamo visto tutto tranne leggerezza. Ecco perché dico che questa squadra ha bisogno di ritrovare il giusto entusiasmo e la voglia di voler giocare come sappiamo fare. Poi però bisogna saper cambiare spartito a gara in corso, quasi anche all’opposto di quello che siamo. Domenica solo abbiamo fatto è motivo di soddisfazione”.

Avete faticato contro le squadre che giocano in ampiezza in stagione:

“Le squadre che giocano in quel modo hanno avuto sicuramente vantaggio nell’ampiezza. La squadra deve trovare maggiore attenzione, anche domenica. Il gol era evitabile al di là dei moduli”.

In cosa è cresciuto Keita e su cosa ha ancora margini di miglioramento?

“Questo è il percorso di tutti i giovani, lo stesso vale per lui. Ci vuole tempo, più ci sono partite, più sta con noi e più si adegua. Chiaramente ha sempre margini di miglioramento, è un ragazzo serio ed è solo questione di tempo”.

Potrebbero esserci sorprese di formazione? State cercando di definire un assetto:

“C’è poco a livello di sorprese. Domenica abbiamo iniziato in un certo modo, ma da destra hanno creato troppi problemi. Abbiamo cercato in gara di far tanti cambiamenti, nella parte finale ci siamo assestati. Ci può stare che cambiando la squadra deve trovare un assetto, ecco perché chiedo maggiore attenzione e reattività”.

Sarà un mese di scontri diretti, partire bene è importante:

“C’è il Torino, pensiamo a quello. Domani finisce il girone d’andata poi si riparte. Ogni partita bisogna far punti, al di là dell’avversario si gioca per vincere”.

Quest’anno non c’è la sosta e ci sono partite da recuperare con la Supercoppa, cosa ne pensa di questo calcio sempre più fitto di impegni?

“Bisogna adeguarsi e lo faranno tutti i club. La richiesta è questa, prima c’era una sosta che permetteva di affrontare il mercato con una situazione diversa, ora invece è un mercato dinamico, le cose cambiano in una settimana. Bisogna vivere questa cosa, chi si adatta meglio ottiene risultati”.

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Serie A, spettatori: Milan sempre al top. E il Cagliari…

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Serie A

Con la stagione quasi al capolinea, con sole due giornate da disputare, è possibile delineare il quadro di chi abbia la media spettatori più alta in Serie A.

Chi ha la media spettatori più alta in Serie A? Dato importantissimo quello dell’affluenza allo stadio, che ricade direttamente sui bilanci delle società. Calcoli, quelli dei “ricavi da stadio”, che influiscono sul conto economico, insieme ai diritti televisivi e ai ricavi commerciali. Ma che, tuttavia, riguardano anche la distribuzione dei ricavi da diritti televisivi del campionato.

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I TIFOSI DEL MILAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A, spettatori 2024 2025: Milan capofila

Fino a questo momento la nostra Serie A mantiene una media piuttosto alta: 30.765 spettatori per ogni gara, con un tasso di riempimento degli stadi pari al 92,24%. Dato in crescita cospicua se si prende in esame quello della passata stagione: 83%.

Guardando alla classifica stilata da Calcio e Finanza, a due giornate dal termine del campionato il primato per la media spettatori spetta al Milan. Nonostante l’annata sfortunata, per non dire disastrosa, nelle partite casalinghe i rossoneri registrano una media di 71.680 spettatori a gara. Media superiore a quella dei cugini nerazzurri, di 70072.

La medaglia di bronzo spetta alla Roma. Nelle gare casalinghe la squadra di Claudio Ranieri  supera i 62mila spettatori. In top 5 anche  Napoli e Lazio, rispettivamente con oltre 50mila e quasi 44mila spettatori medi.

Da segnalare un caso particolare. Si tratta del Genoa. Il Grifone ha giocato undici partite in casa. Tuttavia, la sfida casalinga di campionato con la Juventus è stata disputata a porte chiuse. Questo in seguito agli scontri tra i tifosi rossoblù e della Sampdoria in occasione del Derby della Lanterna di Coppa Italia.

Per questo motivo, le partite indicate nella classifica sono solamente 17. Il match con i bianconeri non è stato considerato nella media spettatori e riempimento, dal momento in cui i tifosi non potevano accedere allo stadio

Tasso di riempimento: spunta il Cagliari

Per ovvi motivi la media spettatori è direttamente proporzionale alla capienza degli impianti. Per questo motivo è opportuno andare a quantificare la percentuale di riempimento degli stadi. Si tratta della media degli spettatori in rapporto ai posti disponibili in ogni impianto per le sfide del campionato di Serie A.

Sono nove i club che in questa stagione –ad oggi– hanno riempito i loro impianti per oltre il 90% dei posti a disposizione, con un tasso medio che supera il 92% finora.

Da questo punto di osservazione, il Cagliari è in vetta. La squadra sarda supera, finora, il 97,9%. Seguono il Como con 97,05% e la Juventus con il 96,94%. Tra le altre, giusto citare anche l’Atalanta (intorno al 96,74%) ed il Milan, che tocca quota 94,66%.

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Serie A

Napoli, quanto sposta Lobotka nella corsa scudetto?

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Napoli

La stagione di Stanislav Lobotka, centrocampista del Napoli, potrebbe essere già finita. Conte dovrà rimanere in testa senza il suo regista.

 

È arrivato il comunicato del Napoli sulle condizioni di Stanislav Lobotka. Il centrocampista slovacco, come si legge dal bollettino medico diffuso dal club, ha rimediato un trauma contusivo/distorsivo alla caviglia destra nella scorsa gara contro il Genoa. La presenza del regista è fortemente in dubbio per il match del tardini contro il Parma; anche un recupero per l’ultima gara di campionato non appare scontato. Con il rischio quindi che la stagione di Lobotka sia già finita, Antonio Conte affiderà le chiavi del centrocampo della squadra a Billy Gilmour. 

Napoli

Stanislav Lobotka player of Napoli, during the match of the Italian Serie A league between Napoli vs Udinese final result, Napoli 4, Udinese 1, match played at the Diego Armando Maradona stadium.

Il centrocampista scozzese avrà il difficile compito di non far rimpiangere il numero 68 azzurro in questo rush finale. Andando a esaminare la gare affrontate dal Napoli senza Lobotka, gli azzurri hanno patito relativamente poco l’assenza del regista titolare. Nonostante sia stato protagonista di un’ottima stagione sotto la guida di Antonio Conte, il tecnico leccese è riuscito a non far pesare troppo la sua assenza. Fermatosi a fine ottobre per un infortunio alla coscia, Lobotka ha saltato 4 gare di campionato in questa stagione. Di queste 4 partite, il Napoli è uscito vincente in 3 occasioni. L’unica sconfitta senza lo slovacco è lo 0-3 casalingo rimediato contro l‘Atalanta dello scorso 3 novembre.

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Serie A

Serie A, allenatori dopo 150 panchine: Inzaghi secondo

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Serie A

Il tecnico dell’Inter, seppur con una squadra “d’emergenza”, contro il Torino ha centrato la centesima vittoria -in 150 partite- in Serie A.

Un dato, senza ombra di dubbio, all’insegna della continuità di un progetto (solo 4 allenatori prima di lui avevano raggiunto quel numero di panchine minimo in nerazzurro), complesso per certi versi ma sicuramente tracciato all’insegna della competitività, che lo colloca al secondo posto di questa speciale statistica.

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L’ESULTANZA RABBIOSA DI SIMONE INZAGHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A: allenatori con la miglior media punti

Nel panorama del campionato italiano, alcuni allenatori si sono distinti non solo per la longevità con un determinato club, ma anche per l’efficacia con cui lo hanno guidato. Questo studio va ad analizzare proprio i tecnici con almeno 150 presenze in Serie A. Ad emergere, CT carismatici che hanno lasciato un segno significativo dal punto di vista dei 3 punti prima, e da quello per media punti poi.

Simone Inzaghi, nonostante le fresche 150 partite con i nerazzurri, si colloca medaglia d’argento. Il tecnico di Piacenza vanta una media punti superiore a 2 (solo altri 5 possono dire lo stesso). A fare compagnia al tecnico dell’Inter, Massimiliano Allegri (8 stagioni con la Juventus) con 2.20, che lo porta in testa. A chiudere il podio, un altro allenatore con alle spalle 6 stagioni alla guida nerazzurra: Roberto Mancini. L’ex giocatore di Sampdoria e Lazio vanta una MPP di 2.01.

A poter partecipare al “club dei 2 punti” anche Stefano Pioli (2.01 in 5 stagioni al Milan), Marcello Lippi (8 stagioni con la Juventus) con 2 e Luciano Spalletti. Per l’allenatore toscano 2 punti di media a incontro nelle 7 stagioni con la Roma.

Diversi, e importanti, gli allenatori fuori da questo club. Come, ad esempio: Carlo Ancelotti, Arrigo Sacchi o Giovanni Trapattoni. I due ex allenatori rossoneri vantano le medie di 1.97 il primo e 1.85 il secondo. Per l’ex tecnico del Biscione e della Vecchia Signora va fatto un distinguo.

Il Trap è l’unico, insieme all’attuale tecnico dell’Inter, a comparire in top20 per due volte. Infatti Simone Inzaghi vanta con la Lazio una meda di 1.82 in 6 stagioni. L’86enne di Cusano di Milano invece nelle 13 stagioni bianconere ha ottenuto 1.92 di media, mentre con i nerazzurri l’1.88 in 5.

Gare vinte: the winner is…

Nel computo totale delle gare vinte il tecnico piacentino si prende la 14esima piazza. Per lui 208 vittorie in 347 partite disputate. Un gap molto ampio con le 352 gare vinte da Giovanni Trapattoni, primo della lista. A favore del Trap, però, ci sono 689 gare giocate. Quasi il doppio di quelle di Inzaghi.

Il mister nerazzurro però può ancora guadagnare posizioni in questo finale di serie A. Battendo Lazio e Como, salirebbe a 210 ed eguaglierebbe Claudio Ranieri e Francesco Guidolin con molte gare giocate in meno ovviamente (498 per il giallorosso e 555 per l’ex Palermo).

A prescindere da ogni statistica Simone Inzaghi, nonostante tutto questo, potrebbe non tenersi lo scudetto cucito al petto. Tutto è nelle mani di Antonio Conte. Il tecnico del Napoli ha all’attivo 150 vittorie totali in Serie A. Con altre due arriverebbe a 152, stesso numero di successi di Cesare Prandelli, oggi 21esimo.

Non metterà il naso in top20, ma sicuramente Conte non ci penserà più di tanto. Due menzioni da fare. La prima:  Allegri e Nereo Rocco sul podio. Per il toscano 506 match con 302 vittorie. Per il triestino invece 300 gare vinte a fronte di 748 match disputati.

La seconda: Carlo Carletto Mazzone recordman per match da allenatore: 792 con 227 successi.

 

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