Serie A
Parma, Sohm: “Qui sono cresciuto come persona, contro la Juve un momento clou”
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5 mesi fail

Il calciatore del Parma Sohm ha rilasciato delle dichiarazioni nella conferenza stampa della Nazionale Svizzera, dove ha parlato anche del club crociato.
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Il centrocampista svizzero del Parma Simon Sohm ha rilasciato delle dichiarazioni nella conferenza stampa della nazionale elvetica, dove ha parlato della situazione della sua nazionale e su alcune tematiche legate al club crociato.
Le parole di Sohm
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista del Parma e della nazionale svizzera Simon Sohm.
“Contro la Juventus per me è stato un momento clou. Ci sono tanti avversari top, non vedo l’ora che arrivino anche le partite contro Inter e Milan. La cucina di Parma? All’inizio stavo un po’ di più al ristorante, ma sono un professionista e posso resistere alle tentazioni del cibo.
All’inizio non è stato sempre facile a Parma. Ero da solo all’estero per la prima volta, poi è arrivata la retrocessione. Ma questo mi ha fatto crescere come persona.
La promozione poi è stata bellissima, abbiamo festeggiato tutta la notte. A Parma sono felice, di recente ho anche rinnovato il contratto”.
Sulla nazionale:
“Io nella stessa posizione di Xhaka? Per me non è così importante dove gioco, faccio semplicemente del mio meglio.
Da quando sono stato convocato la prima volta sono cambiate alcune cose: è diventato tutto un po’ più professionale, anche per quanto riguarda la nutrizione.
La retrocessione in Nations League?
“No, non direi che c’è tensione. A seconda di come andranno le cose contro la Serbia, avremo il destino nelle nostre mani contro la Spagna.
Da Xhaka posso imparare molto, dalla sua leadership ed esperienza. Granit è a questo livello da anni, cerco di portare con me quello che fa”.

Romelu Lukaku si sta distinguendo in questa stagione per le sue prestazioni diverse dal solito. Il suo nuovo ruolo sul campo sta dando vita a una stagione record.
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Il Napoli continua la sua corsa allo scudetto, grazie anche alle prestazioni del suo centravanti, Romelu Lukaku. L’attaccante belga sta vivendo una stagione positiva, ma con un dato che differisce dalle sue ultime stagioni.
A Napoli, sotto la guida di Antonio Conte, il bomber belga ha cambiato il suo modo di giocare, tornando a far sognare i tifosi in un modo diverso rispetto al passato.

ROMELU LUKAKU IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Dopo le difficoltà fisiche iniziali, Lukaku è tornato ad essere l’uomo chiave per Conte. Il tecnico ha richiesto l’attaccante belga per ricompattare il duo che aveva avuto successo all’Inter e inseguire il quarto scudetto del Napoli.
Sotto la guida di Conte, Lukaku si è trasformato. Non è più l’attaccante che si girava spalle alla porta e correva con lunghe falcate come ai tempi dell’Inter, ma Conte ha saputo valorizzarlo, facendone un “nuovo” giocatore.
Dieci assist in campionato: è già record in una singola stagione
La stagione 2024/25 di Lukaku è già da record. L’attaccante belga ha servito 10 assist in campionato, un risultato mai raggiunto in carriera. Un risultato che testimonia una crescita mentale e una presa di consapevolezza di ciò che è in grado di fare.
Per trovare un dato simile dobbiamo tornare alla stagione 2020-21, quando Lukaku vestiva la maglia dell’Inter. In quella stagione segnò 24 reti e fornì 9 assist, uno in meno di quelli già serviti a Napoli con ancora 6 giornate da giocare. L’allenatore, naturalmente, era ancora una volta Antonio Conte.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
Serie A
Juventus, rush finale: le alternative a Koop e McKennie
Pubblicato
49 minuti fail
15/04/2025
Partite decisive all’orizzonte per la Juventus. Il mister della Vecchia Signora, Igor Tudor, si gioca probabilmente il 4o posto con Parma, Monza e Bologna.
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L’allenatore croato potrebbe avere buone notizie, forse 4, dall’infermeria. Per questo motivo la settimana alle porte non è per nulla banale. Oggi la Juve riposa, mentre domani riprenderà gli allenamenti al mattino, per arrivare pronta a Parma per giocarsi un bel pezzo di stagione.

Teun Koopmeiners perplesso ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus: chi recupera?
La classifica si è fondamentalmente messa bene per i bianconeri. La squadra è tornata padrona del proprio destino. Il tutto verrà deciso in campo emiliano: dopo il Tardini e l’impegno interno con il Monza, il match – probabilmente già determinante – sarà in casa del Bologna.
L’importante, è arrivare nelle migliori condizioni. Soprattutto per smaltire il carico di aspettative che sono state create da questi 7 punti in 3 partite. Per questo motivo, Koopmeiners e McKennie ripartiranno da un lavoro differenziato e da un piano di recupero. Tutto questo per averli disponibili per la partita di Parma. Servirà tempo, per capire quanta possibilità possa esserci di vederli al Tardini. Con loro, pronti al rientro anche Mbangula e Perin, fuori dai convocati nell’ultima partita.
Le alternative
Non dovessero essere della partita, la Juventus a quel punto sarebbe da rimodellare. Nel senso che: Koopmeiners ha appena ritrovato il gol e vuole ritrovare soprattutto la continuità. McKennie, invece, arriva da 23 partite consecutive dal primo minuto. In caso di forfait dell’americano, comunque, potrebbe rivedersi Andrea Cambiaso sull’out mancino. Altra scelta potrebbe essere Timothy Weah. Se, al contrario, dovesse mancare Koop, Nico Gonzalez (più di Conceicao) potrebbe essere spostato a ridosso della punta con Weah a quel punto padrone della fascia destra. L’unico dogma a non cambiare sarà l’assetto deciso da Igor Tudor: ha trovato stabilità, equilibrio, forza nella testa e nelle gambe.
Il cambio di rotta della Juventus
Rispetto al passato, va dato atto al tecnico croato di aver impiegato davvero poco tempo a dare una linea precisa alla sua formazione. Se con Thiago Motta le idee, specialmente nei momenti negativi, erano parse più confuse, le linee strette e la verticalità dimostrata da questa Juventus, hanno dato segnali enormi di crescita e compattezza. Questo sarà il vestito che i bianconeri indosseranno da qui al Mondiale per Club. E chissà poi fino a quando. E’ un segnale concretissimo di ripartenza.
In bocca al lupo Igor.

Sette gol e quattro assist: numeri da attaccante navigato, e invece stiamo parlando di un centrocampista, Scott McTominay con le sue prestazioni concrete e decisive, si è guadagnato un posto di riguardo nel panorama della Serie A.
Ma c’è di più: con il suo rendimento, lo scozzese si candida con forza a essere il miglior giocatore anglosassone ad aver mai calcato i campi del nostro campionato.
Un’affermazione forte, ma supportata dai fatti. Basta dare uno sguardo ai nomi che lo hanno preceduto. Ruben Loftus-Cheek ha iniziato bene al Milan, ma è calato vistosamente nella seconda stagione, tanto da essere ora nella lista dei possibili partenti.
Joe Hart, passato fugacemente per il Torino, ha lasciato pochi ricordi, mentre Ashley Young è arrivato in Italia a fine carriera, voluto da Conte all’Inter ma senza lasciare il segno.
E i difensori? Fikayo Tomori ha vissuto una parabola simile: grande impatto iniziale, poi un evidente calo di prestazioni. Chris Smalling, per un certo periodo colonna portante della Roma, ha subito lo stesso destino, scomparendo dai radar per continui problemi fisici. Anche Ashley Young nella sua parentesi giallorossa non è riuscito a brillare.
Guardando indietro nel tempo, ci sono stati nomi altisonanti, soprattutto a centrocampo. David Beckham arrivò al Milan già nella fase calante della sua carriera, come prestito dai Los Angeles Galaxy.
Paul Ince, uno dei migliori centrocampisti del mondo a metà anni ’90, non riuscì a ripetersi all’Inter. David Platt, tra Bari e Sampdoria, offrì buone prestazioni ma mai al livello da trascinare la squadra. Probabilmente oggi faticherebbe a entrare nelle top tre italiane.
E poi ci sono le meteore e gli incompiuti: Paul Gascoigne, talento purissimo ma mai esploso del tutto in Italia. Tammy Abraham, partito forte alla Roma ma frenato dagli infortuni. Mark Hateley, Luthar Bisset, Trevor Francis, Ray Wilkins, nomi che raccontano di passaggi più o meno brevi, più o meno memorabili, ma mai davvero determinanti.
McTominay, invece, è un’altra storia. Arrivato a Napoli con meno clamore rispetto ad altri, ha saputo imporsi con forza e continuità, diventando un perno insostituibile della sua squadra. Non solo per le cifre impressionanti in zona gol, ma anche per la capacità di influenzare il gioco e incidere nei momenti chiave.
Forse non ha il glamour di Beckham o il talento grezzo di Gascoigne, ma McTominay ha qualcosa che molti suoi connazionali hanno lasciato altrove: la concretezza, la costanza, l’impatto. E sì, probabilmente è davvero il miglior anglosassone mai visto in Serie A.
(Foto: DepositPhotos)
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