Stasera, Tiago Pinto presenzierà alla sua ultima partita in veste di General Manager della Roma. Ecco un excursus della sua permanenza nella Capitale.
Tiago Pinto è affetto dalla crisi del terzo anno: tre, infatti, sono stati gli anni di permanenza al Benfica. Allo stesso modo, tre sono gli anni dopo i quali si dimette da General Manager della Roma.
Era arrivato nella Capitale a gennaio 2021, sulla scia della sua prima esperienza al club lusitano del quale è sempre stato un tifoso accanito.
I Friedkin si erano da poco insediati come nuovi proprietari del club giallorosso, dopo averlo acquistato per 591 milioni di euro, Pinto aveva da poco compiuto 37 anni.
Scendendo a compromessi tra il suo carattere schivo e il bisogno di presenziare alle conferenze stampa, Pinto ha fatto il suo lavoro senza clamori, suscitando talvolta malumore tra i tifosi e la stampa specializzata.
Il suo intervento è stato essenziale per portare a Roma figure come José Mourinho o Paulo Dybala. Che ha apertamente ammesso: “Tante squadre si sono avvicinate, poi il direttore è venuto a Torino ed è cambiato tutto”.
Il suo segreto? Riuscire a unire indissolubilmente, nella percezione collettiva, l’As Roma e la città stessa. Con una grande sensibilità nel percepire i bisogni più profondi della squadra.
Durante il mandato del General Manager portoghese la Roma ha vinto un trofeo di Conference League (2021-’22) ed è arrivato in finale ad un torneo di Europa League (2022-’23).
Tra i suoi principali successi in termini di mercato si ricordano soprattutto l’arrivo di Paulo Dybala dalla Juventus e di Romelu Lukaku dal Chelsea.
Tra gli arrivi che gli sono stati più criticati ricordiamo il recente arrivo di Sardar Azmoun, che ha suscitato una pioggia di hashtag #PintoOut su twitter.
Pinto fu criticato per aver portato a Trigoria un giocatore considerato “marginale” pur avendo bisogno di un vice Abraham.
Il ds fu chiamato in causa anche quando, a fine settembre, si infortunò Renato Sanches e il portoghese fu messo sotto accusa per aver portato un club un giocatore tanto fragile fisicamente.
Tra i colpi mancati, tra gli altri, troviamo Davide Frattesi, oggi all’Inter, Gianluca Scamacca (Atalanta), Alvaro Morata (Atletico Madrid) e Marcos Leonardo (Benfica).
A Pinto, comunque, non mancano le qualità. Secondo l’ex allenatore del Benfica Bruno Lage, che ha lavorato con lui durante la stagione 2019-’20: “Pinto è bravo a creare legami tra le persone.
A prescindere da quale sia il loro lavoro in società, tutti sentono che stanno lavorando per un obiettivo comune. Ha la visione generale delle cose e l’abilità di anticipare e risolvere i problemi, anche quelli di cui non ti accorgi nemmeno”.
il 4 febbraio termineranno ufficialmente i suoi 1128 giorni di mandato: è il secondo direttore sportivo giallorosso per durata (al primo posto c’è Giorgio Perinetti, rimasto in carica 1968 giorni).
I tifosi possono stare sereni: troveranno presto un altro nome sul quale poter accanirsi, se le cose a Trigoria dovessero complicarsi.
L’arrivo di un nuovo ds, magari l’ex Massara, è prossimo.
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