Il giovane centrocampista della Roma, fresco del rinnovo con i giallorossi fino al 2029, ha parlato del suo momento personale e delle sue ambizioni future.
Niccolò Pisilli è diventato, in questa stagione, uno dei cardini della Roma. La società lo ha voluto premiare, rinnovandogli lo scorso febbraio il suo contratto con il club capitolino fino al 2029.
Intervistato a Sportsweek, il centrocampista giallorosso ha parlato del passato che lo ha portato a vestire i colori della squadra del suo cuore, e del suo momento personale.
“Ricordo i miei tre provini a Trigoria con altri ragazzi, ed il momento in cui mi consegnarono per la prima volta il kit giallorosso. Il provino con la Roma? Non me l’aspettavo. Mia madre me lo comunicò nascondendomi la lettera sotto la tovaglia del tavolo.”
“C’è stata un’evoluzione, è cambiato il centro sportivo, la scuole e moltissime alte cose. Sono cose che fanno la differenza, specie nel settore giovanile. Ho lavorato con tantissimi allenatori come Marco Scisciola, che adesso non c’è più. Quando sono entrato in prima squadra c’era Mourinho, che non ha bisogno di presentazioni. Poi ho avuto De Rossi, Juric ed ora mister Ranieri. Quando è arrivato quest’ultimo ci ha riportato calma e serenità dopo un periodo molto negativo. Il suo segreto? Forse quello di fare le cose in maniera semplice.”
“Sono molto timido come persona, e quando sono arrivato avevo paura di sembrare di troppo. Una persona importante per integrarmi è stato Edoardo Bove. Lui veniva dal settore giovanile come me, e mi dava consigli su come comportarmi. E’ stato fondamentale. Il suo malore? Stavo guardando la partita e mi sono spaventato molto. Ogni tanto ci sentiamo, ma cerco di non tartassarlo. Aldilà del regolamento è un peccato per il calcio italiano. Lui è un grande calciatore, ed una grande persona.
”“Come va con i compagni di adesso? Meglio, mi sono integrato molto. Quando stiamo insieme ci divertiamo e questo è anche un segreto per poter far andare bene le cose. Sono tutti simpatici. Mancini fa molto ridere, ma mi trovo bene anche con Baldanzi. Dybala? In campo lo vedete tutti, ma forse fuori è ancora meglio. Ha una parola buona per tutti. Potrebbe fregarsene, invece è un esempio in tutto quello che fa.”
“Restare tutta la vita con una sola maglia nel calcio di oggi? Sì, ma spesso poi la scelta non è solo del giocatore. In ogni caso bisogna dimostrare tutto sul campo. Se un giocatore rende e la società è felice, si può fare. Il derby? Qualcosa di incredibile. Quest’anno l’ho giocato per la prima volta, durante la gara hai un adrenalina clamorosa. I nostri tifosi? Sono unici, il loro appoggio è continuato con tutti gli allenatori ed i giocatori che sono passati. Non lo trovi da altre parti.”
“Se devo fare un nome dico Claudio Marchisio, per le sue caratteristiche ed i suoi movimenti. Forse dire che è un idolo è un po’ troppo, ma l’ho apprezzato molto. Come mi immagino tra dieci anni? Un giocatore migliore con qualche trofeo. Ma soprattutto spero di rimanere la persona umile che sono.”
Aggiornato al 22/03/2025 11:04
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