Serie A
Plusvalenze, si allarga l’inchiesta: quali società tremano
Plusvalenze, si allarga l’inchiesta: sul banco degli imputati in questo momento c’è la Juve, ma presto potrebbero esserci anche altre società.
Come riporta Repubblica, la vicenda legata alle plusvalenze potrebbe allargarsi a stretto giro di posta. Secondo quanto riporta il giornalista Matteo Pinci che sta studiando le carte, ci sarebbero anche altre società coinvolte oltre a Juventus e anche Napoli, che è nel mirino per i costi relativi ad Osimhen. Il quotidiano fa quattro nomi: Il Genoa, l’Atalanta, la Sampdoria e l’Inter.
Non è detto che vi siano responsabilità, le plusvalenze sono uno strumento da praticamente tutte le società e non tutte configurano un’irregolarità.
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Plusvalenze, i casi del Genoa con Juve e Inter
Possono essere ritenute strumenti di bilancio illeciti quando queste plusvalenze sono gonfiate, ad esempio riporta Repubblica, Il Genoa negli ultimi anni ha chiuo diverse operazioni con la Juve, facendo circolare circa “123 milioni di euro in trasferimenti”. Di questi soldi, 25 hanno alimentato le casse, gli altri movimenti sono frutto di scambi che si sono compensati senza uscita di denaro.Giocatori con la maglia della Juventus hanno raccolto 14 presenze totali. Operazioni che comunque si sono rivelate nefaste dal punto di vista sportivo…
Il Genoa è al centro di rapporti anche con l’Inter, dal 2018 ha chiuso sei operazioni con la Beneamata per un valore totale di 78 milioni: tre dai rossoblù ai nerazzurri e tre che hanno viaggiato in senso opposto.Di questi 78 milioni, però, ne sono usciti realmente soltanto 5 e i giocatori andati e venuti sono stati quasi sempre gli stessi: Radu, Pinamonti, Vanheusden (quest’ultimo venduto allo Standard per poi ricomprarlo senza mai utilizzarlo).
Ci sono anche altri rapporti con tra squadre diverse, magari con meno giocatori e soldi coinvolti, ma pur sempre con giri di denaro non così chiari.
Ora la Procura di Torino pare volerci vedere più dettagliatamente…
Serie A
Roma, Toni: “Ranieri è l’uomo giusto. Sulla Champions…”
Il calciatore ex Roma Luca Toni ha rilasciato delle dichiarazioni relative al nuovo tecnico del club giallorosso Claudio Ranieri.
L’ex attaccante di Bayern Monaco e Fiorentina e attuale opinionista sportivo Luca Toni ha rilasciato delle dichiarazioni sul nuovo tecnico della Roma Claudio Ranieri e su come potrebbe cambiare il club giallorosso con il suo arrivo.
Roma, le parole di Toni
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’ex calciatore Luca Toni su Ranieri.
“In questa situazione lo è, ma solo lui non basterà per risalire. II tifo dei romanisti è speciale e la Roma non può giocare senza la spinta del pubblico: con Mourinho tanti risultati sono arrivati per merito dell’Olimpico sempre esaurito.
Idem con De Rossi. Ed è stato così anche nella nostra cavalcata 2010. Ranieri ama la Roma ed è amato dalla piazza: il suo ritorno riporterà pace. Sarebbe successo anche richiamando De Rossi, ma probabilmente si è rotto qualcosa con la proprietà”.
Cosa servirà?
“De Rossi era amatissimo da tutti, ma non aveva cominciato bene ed è stato esonerato. Con Juric, che è totalmente diverso da Daniele, la media punti è stata peggiore.
Adesso arriva Ranieri. Siamo a tre tecnici, a novembre. Adesso tocca ai giocatori fare qualcosa in più assumendosi delle responsabilità per tirarsi fuori da questa situazione.
Gli alibi sono finiti, basta dare la colpa agli allenatori. La Roma ha una rosa forte, non da dodicesimo posto”.
La corsa Champions è sfumata o può essere ancora un obiettivo?
“Ranieri di miracoli ne ha fatti, a partire dalla Premier vinta con il Leicester, quindi mai dire mai… Ma in questo momento i giallorossi devono pensare soltanto a fare punti.
Ranieri è intelligente e pratico, capirà in fretta le caratteristiche dei giocatori e sulla base di quelle sceglierà l’assetto migliore.
Ha accettato per amore e la gente lo sa: non ci guadagnerà e non ci perderà nulla. Uscirà a testa alta, con o senza miracolo”.
Serie A
Roma, Hummels: “Juric ha tenuto un discorso nello spogliatoio prima di andare via”
Mats Hummels, difensore tedesco della Roma, ha parlato all’interno del podcast “Alleine ist schwer” del momento difficile della Roma e dell’esonero di Juric.
Il difensore della Roma, Mats Hummels, nel suo podcast gestito insieme al fratello, “Alleine ist schwer”, ha parlato del momento molto difficile del club giallorosso e dell’esonero di Ivan Juric, tecnico con cui non ha avuto sicuramente un gran rapporto visto che l’ex Torino lo ha schierato in campo solamente nella disfatta di Firenze.
L’allenatore croato ha preferito nel ruolo di difensore centrale addirittura arretrare Bryan Cristante al posto del tedesco, titolare nell’ultima finale di Champions League.
Roma, le parole di Hummels
“L’allenatore ci ha salutato nello spogliatoio poco dopo la partita. Erano ancora tutti lì. È successo tutto velocemente. Ero semplicemente sotto la doccia e sono stato richiamato nello spogliatoio, poi ha detto alla squadra che se ne sarebbe andato e ha tenuto un breve discorso. È molto difficile che queste cose restino nello spogliatoio”
Serie A
Juventus, Di Gregorio: “Non parliamo di scudetto. Buffon? la sua eredità mi sprona”
Juventus, il portiere Di Gregorio ha rilasciato una lunga intervista a Sportitalia dove ha discusso del suo approdo alla Juve e dell’eredità di Buffon.
Juventus, Di Gregorio: “Tornassi indietro rifarei tutte le scelte”
A seguire le parole del portiere della Juventus.
In questi primi mesi avete dovuto fare i conti con diverse assenze, però in campionato siete in quota. Che momento state vivendo?
“Credo che, essendo una squadra molto giovane e con tanti innesti nuovi (siamo la seconda più giovane del campionato) siamo sulla strada giusta, lavoriamo in una certa maniera, seguendo quello che ci dice il mister. Ci sono tante squadre davanti in pochissimi punti, noi siamo tra quelle; penso che, per adesso, il bilancio sia positivo”.
Nello spogliatoio parlate di Scudetto?
“In verità no. Parliamo di cercare di allenarci sempre bene, di tenere alto il livello quotidianamente, guardando partita per partita sia in A sia in Champions League. Provando a fare sempre la migliore prestazione possibile”.
Parlando di Champions League: quale idea ti sei fatto sulla dimensione bianconera?
“Guardando un po’ il percorso fatto fino a oggi, abbiamo 7 punti. Siamo a metà di questa grande classifica del nuovo format; siamo ampiamente in corsa, come detto per il campionato”.
Come sta crescendo il feeling tra voi portieri e lo staff di Motta?
“Più lavori insieme, passi del tempo insieme, più ti conosci e capisci le richieste. Penso si stia vedendo un atteggiamento di una squadra molto compatta, un gruppo molto unito che vuole lottare su tutti i palloni e in tutte le partite per fare il massimo. Più passa il tempo e più le cose andranno meglio”.
Ci pensi ogni tanto che difendi la porta che è stata di Buffon per diversi anni?
“Inevitabile. Già prima di mettere piede qui al centro sportivo è la prima cosa a cui ho pensato. Storicamente sono passati portieri fortissimi. Buffon ha fatto la storia di questa squadra e di questo ruolo, sicuramente è bello e mi sprona molto”.
Sei stato paragonato a Peruzzi. Cosa pensi di avere di simile a lui?
“Credo che sia un paragone più a livello di caratteristiche. E un po’ magari anche estetico, non essendo troppo alti e con una fisicità importante. Mi fa molto piacere, Peruzzi è stato un portiere incredibile”.
Siamo in periodo Nazionale. Tra le tue idee c’è anche quella di puntare all’azzurro?
“Sono molto felice per la prima chiamata perché come da bambini si sogna di giocare in A e in Champions, si sogna anche di vestire la maglia azzurra. La prima convocazione era un obiettivo, così come sarà un obiettivo riuscire a entrare nel gruppo e rimanerci il più a lungo possibile”.
Ci racconti come è nata l’opportunità di arrivare alla Juventus e le prime emozioni che hai provato?
“Allora, nasce che finito il campionato è passato qualche giorno e il mio procuratore dopo una chiacchierata di fine stagione mi ha detto che c’era questa possibilità ed è normale che mi ha lasciato un po’ spiazzato perché comunque sapevo di aver fatto una buona stagione però poi quando si concretizza l’interesse di una società come la Juventus, a realizzarla ci vuole qualche giorno. E’ stata un’emozione molto bella e forte”.
Vorrei parlare del tuo percorso: sei cresciuto nel Settore Giovanile dell’Inter, potevi ambire al posto di terzo portiere in Prima Squadra, invece hai fatto una scelta diversa. Hai scelto di ripartire dalla Serie C, di giocare, di fare gavetta: ti chiedo se rifaresti questa scelta, di ripartire dal basso e quanto poi è stata importante l’avventura al Monza.
“Tornassi indietro rifarei tutte le scelte che ho fatto perché mi hanno formato sia come calciatore che come uomo partendo appunto dalla C dove comunque ti scontri con realtà molto diverse da quelle che sei abituato ad affrontare nel Settore Giovanile. Quindi ti formano davvero tanto. E il fatto di aver fatto un percorso dove ho sempre ambito a giocare, non mi importava dove e in che categoria, mi ha aiutato nel minutaggio, nello sbagliare e migliorarmi. Quindi si, rifarei tutto.
Monza? Quattro anni molto belli, quattro anno vissuti con un obiettivo che era quello di andare in Serie A. Ed esserci riusciti è stato emozionante sia personalmente che per tutto il mondo Monza, per la presidenza. E’ stato veramente bello e anche i due anni in Serie A sono stati molto difficili, perché l’impatto con la Serie A è sempre differente. Però ci siamo tolti delle soddisfazioni, quindi, per me, sono anni che porterò con me per sempre”.
Considerato che il portiere generalmente ha un rapporto diverso col proprio preparatore, nel senso che ci sta più a contatto, ti chiedo se c’è un allenatore che credi ti abbia cambiato la carriera. E poi se c’è una parata che in carriera ricordi con più emozione.
“Ma a livello di preparatori credo di essere stato comunque fortunato, di aver incontrato preparatori diversi l’uno dall’altro, ma da cui ho potuto estrapolare qualche dettaglio o qualche concetto diverso. Un po’ tutti. Sicuramente essermi allenato due anni con Magni mi ha aiutato perché lui arrivava da una società grande come il Milan e aveva già lavorato con portieri come Donnarumma. E anche lui mi è stato di grande aiuto. La parata? La prima che mi viene in mente adesso che sono qua è proprio in Juventus-Monza quella su Di Maria. La ricordo con piacere”.
Svelaci il tuo prossimo sogno che vuoi realizzare: se chiudi gli occhi e li riapri a giugno. Cosa vorresti aver raggiunto?
“Sicuramente se dovessi esprimere un sogno lo farei al massimo e sarebbe quello di aver vinto tutto. E poi dopo c’è la realtà, ci sono gli avversari, ci sono i percorsi. E quindi non è mai semplice vincere. Però questo è il mio sogno: cercare di fare una stagione importante e aiutare la società, la squadra, i miei compagni, di dare il mio massimo e poi cercare di raccogliere tutto quello che si può raccogliere”.
Chi è il più elegante? Chi il più chiacchierone e chi il più riservato? Chi il più divertente del gruppo?
“Locatelli è il più elegante, mentre Perin è il più chiacchierone e Douglas Luiz il più riservato. Quanto a Gatti, ha i gusti musicali peggiori, mentre Vlahovic è il re degli scherzi e McKennie il più simpatico. Danilo è la figura più saggia e il mio principale punto di riferimento per i consigli”
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