In una bella intervista al Secolo XIX, Cesare Prandelli ripercorre la propria carriera calcistica e racconta la sua esperienza all’Atalanta.
Una cosa è certa: Cesare Prandelli è soddisfatto della vita che conduce oggi. Al calcio guarda indietro senza rimpianti.
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Queste le sue dichiarazioni ai microfoni del Secolo XIX: “Avevo fatto il mio tempo, semplicemente. Ora produco l’olio e sono nonno a tempo pieno ma non mi perdo una partita”.
Del calcio non sembra sentire la mancanza: “Ho tutto quello che mi serve. Ho chiuso la carriera da allenatore quando mi sono sentito di farlo, ero ormai cotto”.
Circa il calcio odierno, Prandelli è critico: “Sono cresciuto con l’idea che un allenatore debba valorizzare i propri giocatori, esaltare il talento.
Vedo invece troppo fanatismo riguardo al sistema di gioco, troppi allenatori che non si adattano ai giocatori che hanno. Se vuoi fare 4-3-3 ma non hai gli esterni, allora puoi scegliere una soluzione diversa”.
Prandelli poi ha aggiunto: “Ho iniziato ad allenare nel settore giovanile dell’Atalanta, da lì sono venuti fuori tanti giocatori: non li ingabbiavamo in un sistema di gioco ma cercavamo di migliorarne le caratteristiche, di valorizzarli.
Ecco, non mi piace questa idea di calcio globale, con schemi tutti uguali. Il talento va esaltato e non limitato”.
Aggiornato al 02/10/2024 14:25
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