Rabiot è uno dei giocatori più importanti della Juventus, ma il suo rinnovo potrebbe complicarsi senza Allegri in panchina.
Le parole recentemente pronunciate da John Elkann, in cui di fatto Cristiano Giuntoli è stato insignito dei poteri di plenipotenziario della Juventus, sembrano sancire l’inizio di un nuovo “anno zero” a Vinovo. E in questo nuovo ciclo bianconero, sembra non esserci posto in panchina per Massimiliano Allegri.
Non è detto, però, che sia davvero così. La rassegna stampa di stamane (per esempio Il Fatto Quotidiano e La Gazzetta dello Sport) fa presente come l’omissione del nome di Allegri nella lettera inviata da Elkann agli azionisti non implica necessariamente una volontà implicita di separarsi dal tecnico labronico.
Negli ultimi anni, quantomeno dal ribaltone che ha visto l’esautorazione di Agnelli dalla guida della società, la lettera annuale indirizzata agli azionisti è diventata una consuetudine ed è divenuto possibile tracciare un pattern nel suo contenuto. Nemmeno l’anno scorso, per esempio, Allegri venne citato nella lettera, in quanto quest’ultima è sovente soffermarsi sugli elementi di novità dell’organigramma.
Detto questo, un avvicendamento in panchina (probabilmente Thiago Motta) è probabile ma non ancora scontato. Nell’eventualità in cui dovesse effettivamente cambiare la guida tecnica, allora anche le strategie sul mercato andrebbero riviste: in primis la situazione concernente Adrien Rabiot.
Il centrocampista francese è uno dei calciatori di spicco della Juventus ed è chiaro che i bianconeri sarebbero ben felici di trattenerlo, ma è risaputo come il suo futuro sia da sempre strettamente correlato a quello di Allegri. Se l’ex-PSG decise di sposare il progetto juventino, anziché quello di una big europea, lo si deve proprio alla presenza in panchina del tecnico labronico, che meglio di tutti ha saputo valorizzarlo.
La permanenza di Allegri non è certo una conditio sine qua non per la permanenza del transalpino, ma è fuori di dubbio che un cambio in panchina porterebbe il francese a fare delle valutazioni. E forse anche alla stessa Juventus, che dovrebbe buttare un occhio sui conti per capire se ne varrebbe davvero la pena di riconoscere uno stipendio così lauto a un 30enne in un regime di auspicata “sostenibilità economica”.
Aggiornato al 15/04/2024 11:26
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