L’ex difensore del Torino ha risposto ad alcune domande sulla possibile cessione da parte di Cairo. Leggi con noi le parole di Raffaele Sergio.
Intervistato da TorinoGranata, Raffaele Sergio ha detto la sua sulle ultime notizie riguardante il Torino. Secondo l’ex difensore, al momento, non ci sono delle vere e proprie trattative per la cessione del club, ma semplici interessamenti.
Che partita potrà esserci fra queste due squadre?
“Non sarà una partita facile per il Torino perché l’Udinese sta bene e infatti ha vinto nella scorsa partita su un campo difficile com’è quello della Fiorentina. Sta vivendo un momento molto positivo, anche se qualche intoppo lo ha avuto però credo che quest’anno abbia trovato i giusti equilibri per fare un buon campionato.
Il Torino è un po’ un mistero a causa del mercato estivo, dell’infortunio di Zapata e per le situazioni anche extra campo. Tutte cose che influiscono sotto certi aspetti. Era partito molto bene, poi a inizio campionato è stato venduto Bellanova, dopo che era stato già ceduto Buongiorno. Questo ha creato qualche malumore, ma è una cosa che si ripete da anni questo modo di fare. Il presidente Cairo guarda molto a far quadrare il bilancio. E’ naturale che poi nell’allestire la squadra qualche problema ci sia e questo influisce su tutto l’ambiente”.
I miglioramenti difensivi del Torino.
“Bisogna avere pazienza, anche perché si è aperto un ciclo nuovo con il nuovo allenatore Vanoli, secondo me molto bravo. Occorre che tutti comprendano nella sua interezza il concetto Torino e cosa vuol esattamente l’allenatore. Forse l’unica cosa negativa è che si sia partiti con un progetto e poi con la cessione di Bellanova e l’infortunio di Zapata lo si è dovuto se non proprio accantonare sicuramente rimaneggiare
Cosa pensa sulla possibile retrocessione?
“La squadra ha buone potenzialità. Sicuramente il clima non aiuta però sono convinto che con la rosa che ha il Torino, formata anche da giocatori di spessore tecnico che vanno assemblati bene, tirarsi fuori da questo momento negativo è possibile. Serve trovare un po’ d’equilibrio perché il Torino non era quello delle prime giornate, ma neppure questo dell’ultimo periodo. Bisogna lavorare, avere pazienza, portare a casa qualche risultato e crederci”.
L’instabilità societarie incide su una squadra già fragile di per sé?
“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Penso che alla base di tutto ci debbano essere offerte serie e che poi vanno accolte. Vedendo da fuori ho l’impressione che il ciclo Cairo al Torino sia finito. E’ rimasto quasi vent’anni e dopo un tempo così lungo quasi tutti i cicli finiscono. Da una parte capisco questo, ma dall’altra comprendo anche bisogna vedere in che mani si va a finire. A chiacchiere sono bravi tutti poi però nella realtà dei fatti quando bisogna mettere il denaro sul tavolo in tanti scappano”.
Aggiornato al 29/12/2024 9:28
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