Serie A
Raspadori, brillante con Spalletti e rincalzo con Conte: è ancora parte del progetto?
Giacomo Raspadori è un’alternativa per l’attacco del Napoli e parte dietro a Kvataskhelia e Politano. Il suo spazio è limitato e il suo futuro in azzurro non è scontato.
Seppur da gregario, Giacomo Raspadori ha vissuto da protagonista l’annata dello scudetto del Napoli. Sei gol in 33 presenze, hanno fatto di lui una pedina essenziale dello scacchiere di Luciano Spalletti, che ha contato in modo attivo sul ragazzo nativo di Bentivoglio, il più delle volte a gara in corso.
Nella disastrosa scorsa stagione (quella dei tre cambi di panchina), finita l’onda lunga della gloria, l’ex Sassuolo è tornato sulla terra. A fronte di un impiego maggiore (47 presenze) e delle stesse marcature (6), però, non sono arrivati i risultati.
Anno nuovo e vita nuova con Antonio Conte, sia a livello di gerarchie che di ambizioni. Al momento Raspadori, da inizio stagione, ha visto il campo in sole sei occasioni. Poche, ma non tanto, se si considerano i nomi che si trova di fronte.
La voglia di giocare del ragazzo, però, non si è spenta ed essere protagonista è uno dei suoi desideri. A Napoli o altrove? Di sicuro il mercato non gli manca, con Aurelio De Laurentiis che chiederebbe almeno 25 milioni di euro per mettere fine al suo percorso azzurro.
Secondo La Repubblica, alla finestra ci sarebbero Juventus e Atalanta. Entrambe ambiziose, darebbero l’opportunità a Raspadori di ritrovare lo smalto dello scudetto. Gennaio è alle porte, e il tempo delle valutazioni si avvicina.
Serie A
Lazio, Baroni: “Abbiamo tanti giovani di talento. Crediamo nell’Europa League”
Il tecnico della Lazio ha parlato del suo ambientamento nella capitale e del progetto che sta portando avanti. Leggi con noi le parole di Baroni.
Ospite a Rai Radio 1, Marco Baroni ha parlato della prestazioni del duo Rovella-Guendouzi, ieri protagonisti in Italia-Francia. Il tecnico si è poi soffermato sul suo ambientamento a Roma e sulla sua idea di calcio, che sta proponendo con ottimi risultati nella capitale.
Le parole di Baroni
Sui laziali in Italia-Francia.
“Rovella e Guendouzi hanno fatto una buona partita, Rovella è entrato anche molto acceso. Mi fa piacere di poter contribuire alla causa Nazionale con giocatori che si sono fatti trovare pronti, anche se Guendouzi stava dall’altra parte. Sono contento della loro presenza”.
Il lavoro di Spalletti.
“Bisogna dar merito al grande lavoro che sta facendo Spalletti. Un lavoro non agevolato dal fatto che due terzi dei giocatori del nostro campionato sono stranieri, è una delle cose che dobbiamo sempre tenere presente. Al di là della partita sbagliata contro la Svizzera quest’estate, c’è una squadra che esprime un ottimo calcio. Spalletti sta facendo un ottimo lavoro”.
I primi mesi a Roma.
“Ho trovato una società strutturata, molto organizzata, con un centro sportivo e delle competenze interne di primo livello. E poi ho trovato giocatori con una grande cultura del lavoro: è stato un punto di partenza fondamentale, come la loro disponibilità, l’applicazione al lavoro, l’aver subito legato e condiviso i nostri principi, sia di cambiamento che quelli che volevamo mantenere”.
Su Rovella.
“I miei mediani hanno libertà di attaccare e lui ci sta provando. Ha molta mobilità, ha copertura di spazi e di campo, ci sta lavorando e sono sicuro che presto arriveranno i suoi gol. Per caratteristiche, Vecino ha più capacità penetrativa. Avere la capacità di portare molti uomini dentro l’area è un fattore fondamentale per cercare di essere prolifici. Sono molto contento di quello che sta facendo Rovella, come del resto Dele-Bashiru, è giovane ma sta crescendo. Stiamo aspettando anche Castrovilli, sono convinto che può dare molto alla causa Lazio”.
Il progetto giovani.
“Dobbiamo rompere questo retaggio sulla giovane età: se guardiamo al calcio europeo, si trovano 2006 e 2007, giovanissimi in campo. Al giovane devi creare un percorso: quest’anno sono andati via giocatori che hanno fatto la storia recente della Lazio. C’è stato un ricambio generazionale, abbiamo puntato dei giovani di talento. Compito mio è dar loro fiducia e la fiducia la trovano quando l’allenatore li manda in campo. Magari non hanno il percorso di conoscenza mentale e di pressione, ma glielo dobbiamo concedere. Dovranno essere veloci, perché il tempo nel calcio non esiste. Con la fiducia dei compagni e della società, questi ragazzi possono trovare una crescita esponenziale”.
I fischi all’inno francese.
“Fischi e ululati non dovrebbero esistere in uno stadio. Dobbiamo crescere da tutti i punti di vista, in particolare sull’educazione sportiva”.
Le ultime sui giocatori
Su Zaccagni e Pedro.
“Zaccagni sta facendo benissimo, sono molto contento. È un attaccante esterno vero. Oltre alla fascia da capitano che indossa, sta impersonificando molto bene questo ruolo. Ha sposato la causa Lazio anche dal punto di vista contrattuale: ho scelto di dargli la fascia perché poteva portare questa rappresentatività. Ma nello spogliatoio ci sono tanti capitani, ho la fortuna di allenare giocatori importanti dal punto di vista professionale e della passionalità. Per Pedro non ci sono più aggettivi. Mi sto godendo le sue grandi qualità umane, di grande professionista. Per me è un grande messaggio che dà ai nostri giovani, soprattutto quando lo vedi allenarsi come un ragazzino, fa tutto con grande dedizione. Ci sta ripagando con grandi prestazioni e con grandi gol”.
Su Gigot.
“Gigot è un giocatore forte: è stato capitano del Marsiglia, ha grande personalità. Ora sta bene e troverà sempre più spazio in campo. Può dare un grande contributo al reparto, anche dal punto di vista della personalità e della presenza. Gerarchie portiere?
La scelta in porta.
“Per me il portiere è un ruolo molto delicato. Ho già chiarito le gerarchie iniziali: il primo è Provedel, per noi è un valore importante. Mandas è giovane e ha potenzialità. Ma non è che lui farà l’Europa League e Provedel il campionato, ma quando riterrò che ci saranno i presupposti per mantenere alto il livello di fiducia di entrambi, darò spazio anche a Mandas”.
Il rientro di Dia.
“Sì. Domani riprendiamo gli allenamenti, voglio vedere quali sono le sue condizioni e parlare con il medico. Il ragazzo ha effettuato i test ed è a posto. Contiamo di poterlo reinserire subito nel gruppo. Ne parlerò con lo staff medico, ma spero di sì. Dia è un giocatore che mi piace per la sua mobilità e per come interpreta il ruolo. Se sta bene andrà in campo”.
La vittoria dell’Europa League.
“Un sogno. È chiaro che vogliamo far bene, ora siamo davanti a squadre incredibili. Ci vogliamo rimanere, non sarà facile, avremo degli scontri importanti. Però La squadra ci crede: più che guardare all’obiettivo, la squadra deve guardare al percorso. Non dobbiamo cadere nel pensiero di aver già conquistato qualcosa. Ora inizia il momento più difficile, da vivere con grande entusiasmo, convinzione e con lo sguardo rivolto al lavoro”.
Il rinnovo fino al 2028.
“Sono arrivato in una grande società e il pubblico è meraviglioso. In questo momento quello che è stato scritto sull’ipotesi rinnovo non voglio neanche commentarlo, perché la mia attenzione è rivolta solo alla squadra, al lavoro e a dare tutto me stesso. Poi ci saranno i tempi e le modalità per valutare tutto. Ora solo testa al lavoro”.
Serie A
Bologna, Karlsson: “Il gol con la Roma un plus. Motta? Non comunicavamo”
L’esterno del Bologna Jesper Karlsson si dice felice del suo primo gol in Serie A arrivato contro la Roma e racconta le difficoltà con l’ex allenatore Motta.
Nel successo per 3-2 in casa della Roma nell’ultimo turno di campionato, l’esterno d’attacco del Bologna Jesper Karlsson ha trovato il suo primo gol in Serie A. Lo svedese potrà sfruttare il fatto di essersi sbloccato e il momentaneo infortunio di Dan Ndoye per essere impiegato con maggiore frequenza dall’allenatore Vincenzo Italiano nelle prossime partite.
Bologna, Karlsson tra il primo gol in Italia e il rapporto con Motta
Jesper Karlsson ha rilasciato un’intervista al Corriere di Bologna: “Il gol è un plus ma stavo lavorando bene anche prima. Contro la Roma ho avuto più minutaggio, è più facile giocare bene quando hai l’opportunità, ringrazio il mister Italiano”.
“Quando non giocavo ho sempre cercato di essere sano per allenarmi ad alto livello. Non ho mai pensato di andare via, ma solo a far bene per guadagnarmi la titolarità. I tre infortuni mi hanno tolto il ritmo, quando poi torni e non giochi diventa difficile”.
“Se avessi dubitato di non essere abbastanza forte per giocare in Serie A avrei cambiato strada. Ma ho sempre creduto che il momento buono sarebbe arrivato. Anche quando ero indisponibile ho fatto esperienza: ho imparato a conoscere il campionato, a capire la componente fisica e la fase difensiva. Non basta la tecnica, bisogna essere completi”.
Le difficoltà con l’ex allenatore Thiago Motta: “Io non parlavo italiano ma lui non era a suo agio con l’inglese. Non riuscivamo a comunicare. Era la prima volta che mi capitava un’esperienza simile”.
Serie A
Lazio, Pellegrini: “Questa squadra deve puntare a migliorarsi e su Baroni…”
Il calciatore della Lazio Luca Pellegrini ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni de Il Tempo, sull’avvio di stagione dei biancocelesti.
Il terzino ex Juventus e attualmente in forza alla Lazio Luca Pellegrini ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni de Il Tempo sul momento di stagione che sta vivendo nel club romano, sul mister Marco Baroni e su varie tematiche legate al club capitolino.
Lazio, le parole di Pellegrini
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal calciatore della Lazio Luca Pellegrini ai microfoni de Il Tempo:
“Finora è stato un campionato bello, sei squadre in due punti. La Serie A è molto competitiva, secondo me è seconda solo alla Premier League, anche se non ci ho mai giocato.
Il calcio si sta modernizzando, anche una squadra cosiddetta piccola non ti regala niente, anzi prova anche a farla e ti mette in difficoltà”.
Baroni?
“Il mister è stato bravo, è una persona molto intelligente e molto empatia. Ha tutte le qualità per fare bene con una squadra come la nostra, ha toccato i punti giusti, si è creato subito il feeling.
Noi come gruppo siamo sempre stati coesi e forti, sotto tanti punti di vista il mister però ci ha dato una mano. Nei punti ciechi ci ha fatto vedere la luce”.
Un limite a questa squadra?
“In realtà di limiti ne abbiamo tanti. Siamo una squadra giovane, dobbiamo puntare sempre a migliorare. Sappiamo come nasconderli, o comunque conoscerli per migliorare ogni giorno.
All’inizio dell’anno tante parole sono state spese, della Lazio non ne parlava nessuno. Ma a noi piace così, non vogliamo stare in questa orbita, le pressioni le lasciamo agli altri”.
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