Serie A
Roma, con Lukaku numeri da scudetto: il dato
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Da quando Lukaku è diventato il centravanti titolare della Roma, solo l’Inter capolista ha numeri migliori di quelli della squadra di Mourinho.
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16 punti in 8 partite. Media esatta di 2 punti a partita. Solo l’Inter (2,37) capolista ha fatto meglio. Sono i numeri della Roma da quando Lukaku (Roma vs Empoli, quarta giornata) è diventato il centravanti titolare.
Lukaku: numeri da scudetto
Lukaku, se sta bene, è uno che in Italia vince i campionati da solo. Lo fece con Conte al suo secondo anno in nerazzurro. Non lo fece con Inzaghi, ma solo perché la sua forma fisica, nella prima parte di stagione, ha latitato.
Non appena ha ritrovato una tenuta atletica degna dei suoi standard fisici, il gigante belga ha trascinato l’Inter verso una qualificazione in Champions League che sembrava tutto fuorché scontata.
7 gol e 4 assist nelle ultime 7 giornate dello scorso campionato sono il bottino con il quale ha confermato la presenza dei meneghini nella massima competizione europea per club. Più i 6 (in 8 partite da titolare) di questa.
Rimpianto Juve
Numeri che giustificano la volontà di Allegri di portarlo a Vinovo. Lo scambio con il Chelsea, che avrebbe visto Dusan Vlahovic imbarcarsi direzione Londra in cambio del cartellino del belga e (tanti) soldi, sarebbe stato l’ennesimo capolavoro della carriera di Cristiano Giuntoli.
Con Big Rom la Juventus sarebbe stata da scudetto. La sensazione è che questa Inter sia ancora troppo forte per i bianconeri, ma uno come Lukaku avrebbe potuto riscrivere le gerarchie del campionato.
Esattamente come sta facendo alla Roma. Una squadra costruita male e che si poggia su fondamenta di cristallo. Come quelle dei muscoli di Dybala e Renato Sanches. Una squadra che, spesso e volentieri, si poggia sulle enormi spalle del pivot belga. A lui l’ingrato compito di riportare una squadra squinternata, messa in piedi con pochi soldi e ancor meno idee, a giocare la Champions. Normalmente sarebbe impossibile, ma non con lui.

Il Parma di Cristian Chivu, che dopo la vittoria contro la Juventus, ora pensa al match con la Lazio, ma non avrà contro i biancocelesti 3 giocatori.
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Il Parma, dopo la vittoria contro la Juventus, ora pensa al match contro la Lazio, ma non avrà ben 3 giocatori per infortunio: Bernabé, Estevez e Vogliacco. Il tecnico Cristian Chivu per riformulare la squadra per l’impegno contro i biancocelesti.

I TIFOSI DEL PARMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Parma, problemi per il tecnico Chivu in vista della Lazio: non ci saranno Bernabè, Estevez e Vogliacco per infortunio
Il Parma, archiviata della vittoria contro la Juventus, ora pensa al prossimo impegno contro la Lazio lunedì sera all’Olimpico. Ma i ducali del tecnico Cristian Chivu dovranno affrontare il match senza ben 3 giocatori: Adrian Bernabè, Nahuel Estevez e Alessandro Vogliacco. Per i primi due si parla di lesione ai muscoli posteriori della coscia destra, mentre per Vogliacco si tratta di una lesione a carico della coscia sinistra al retto femorale.
Certo che avere ben 3 infortunati sul groppone, non è il massimo per il tecnico rumeno, costretto correre a ripari. Però c’è una cosa, non cambierà modulo rispetto alla vittoriosa partita del Tardini contro la Juventus di Tudor, si affiderà ancora una volta al 3-5-2, con il ritorno in linea difensiva di Balogh insieme a Leoni e Valenti. Ma Chivu potrebbe anche pensare ad una difesa a 4. Mentre per il centrocampo nessun dubbio, con Hernani, Keita e Sohm e il confermato Valeri. Anche l’attacco confermato, con Bonny e Pellegrino.
Certo perdere giocatori come il centrocampista spagnolo protagonista del ritorno in massima Serie per i ducali e medaglia d’oro la scorsa estate a Parigi, è veramente una brutta tegola. come lo sono anche Estevez e Vogliacco, che non hanno avuto molto spazio, ma sono sempre giocatori si spessore. Vedremo in questi giorni cosa Chivu deciderà di fare per affrontare all’Olimpico la squadra di Marco Baroni.
Notizie
Roma: vincere a San Siro per la Champions. Ma i precedenti…
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50 minuti fail
25/04/2025
Finale di stagione complicato per la Roma di Claudio Ranieri che, di scena a Milano con l’Inter, proverà a restare attaccata al treno Champions.
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Cinque giornate alla chiusura del campionato di Serie A. La squadra di Claudio Ranieri chiuderà la stagione contro: Inter, Fiorentina, Atalanta e Milan, prima della chiusura col Torino. Quattro scontri diretti che decideranno il futuro europeo dei giallorossi. Emerge però un problema da tutto questo: nei match contro le prime nove della classifica, la Roma ha vinto solo una volta su dodici.

CLAUDIO RANIERI E LEANDRO PAREDES ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma: grana scontri diretti
La classifica che tiene conto degli scontri diretti tra le big, vede la Roma al penultimo posto con 9 punti. I giallorossi sono davanti solo al Milan (8). In testa troviamo il Napoli con 30, poi l’Atalanta (24) e la Fiorentina (23). Segnali non proprio incoraggianti per Ranieri & co, ma anche un’opportunità per invertire questa tendenza nel momento più importante. Da quando l’allenatore romano è tornato sulla panchina giallorossa, la squadra ha cambiato passo: terza in una classifica parziale da metà novembre ad oggi (dietro solo a Inter e Napoli), con 44 punti. E se si escludono le due sconfitte iniziali contro Napoli e Atalanta, la sua Roma sarebbe addirittura davanti a tutte.
Ranieri, però, non vince a San Siro da 17 anni. Contro l’Inter ha ottenuto solo 3 pareggi nelle ultime 9 trasferte al Meazza, e la Roma ha perso 8 degli ultimi 9 scontri diretti contro i nerazzurri. Da difendere però c’è un traguardo importante: i giallorossi sono imbattuti da 17 partite in campionato. E se il mister ex Leicester è riuscito a rimettere in corsa una squadra che sembrava destinata a fare la comparsa, nulla è impossibile. Ora quello che serve è la lucidità con cui far bene nelle partite di cartello.
Riusciranno Ranieri e la Roma, proprio a San Siro, a vincere per continuare la cavalcata verso l’Europa?.

Pellegrino, erede di Crespo ed eroe di una sera: gol decisivo contro la Juve e sipario alzato su un futuro da possibile protagonista. Ecco i dettagli:
Il destino, spesso beffardo, con Pellegrino sembra invece sorridere. Prima il primo gol, poi la prima doppietta: un climax di eventi particolare, che ha colpito entrambe le squadre torinesi, accomunate non solo dalla città d’origine, ma anche dal medesimo carnefice nelle sfide contro i crociati.
Il giocatore in questione è Mateo Pellegrino, attaccante argentino arrivato in Italia dal Vélez per 2 milioni di euro. Un’operazione che testimonia non solo l’incredibile fiuto del club per i talenti, ma anche una certa lungimiranza: il Vélez ha infatti mantenuto il 50% sulla futura rivendita, diversamente da quanto fatto in passato con Castro. Prima dell’approdo a Parma, Pellegrino aveva già lasciato il segno con 14 reti con il Vélez e, ancor prima, con 15 gol durante la sua esperienza all’Atlético Platense.
Oggi il ragazzo, che indossa la maglia numero 32 del Parma, sembra destinato a farsi notare anche in terra italiana, nel segno anche di papà Mauricio, attuale allenatore del Lanus in Argentina, dopo aver trascorso una carriera tra Barcellona, Valencia e Liverpool ed esser stato assistente di Rafa Benitez in nerazzurro.

Italian football manager and former football player Luigi Di Biagio, left, and former French football player Hernan Crespo attend an event at Chengdu Sport University in Chengdu city, southwest China’s Sichuan province, 14 December 2018.
Pellegrino erede di Crespo, cosa ne pensa il diretto interessato?
Proprio Hernan Crespo ci ha tenuto a spendere due parole su quello che potrebbe essere il suo futuro erede in terra emiliana “La gente di Parma ha conosciuto un altro centravanti argentino che sa buttarla dentro, e questo non può che farmi piacere, visto che a Parma sono molto legato. Mateo lo seguo da diverso tempo, ha un fisico importante, è bravo di testa e in area di rigore ha fame, che è la dote migliore di un attaccante. Non so dove possa arrivare, ma so che non gli si deve mettere pressione e lo si deve lasciar crescere con calma. Il Parma ha trovato un ragazzo che può dare una mano a raggiungere la salvezza“
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