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Roma, Dovbyk ha le idee chiare: “Voglio portare i giallorossi in Champions League”

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Roma, Dovbyk

L’attaccante della Roma, Artem Dovbyk, ha parlato ai microfoni dei canali ufficiali della Lega di Serie A. Scopriamo insieme il primo ucraino in giallorosso.

Artem Dovbyk si sta lentamente conquistando la Roma. L’attaccante ex Girona, dopo i primi match dove ha trovato qualche difficoltà ad esprimersi, nell’ultimo periodo è riuscito a sbloccarsi, arrivando a quota cinque reti nelle ultime 8 presenze.

Ad intervistarlo ci ha pensato la Lega di Serie A, attraverso i suoi canali ufficiali.

Roma, Dovbyk

L’ESULTANZA DI ARTEM DOVBYK CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma, le parole di Dovbyk

Sei il primo ucraino nella storia della Roma.

“Lo so bene, c’è sempre una pressione particolare se giochi in un club del genere ma sono preparato per questo. Il calcio però, senza la pressione, è niente. Sento il supporto della squadra e del mister, il club crede in me. Mi esalto se gioco sotto pressione, mi aiuta a credere di più in me stesso. Mi regala adrenalina”.

Perché ti chiamano ‘The Machine’?

“Mi chiamano così perché vedono quanto lavoro duramente in allenamento, tutti mi chiamano ‘Beast’ o ‘The Machine’, è facile rispondere”.

A Roma grande tradizione di centravanti: che effetto ti fa essere accostato a Dzeko, Batistuta e gli altri?

“So che la Roma ha avuto grandi attaccanti come Dzeko, Lukaku, Batistuta. Ma loro erano loro, giocavano alla loro maniera, io voglio solo essere il ‘nuovo Dovbyk’, mostrare di cosa sono capace e fare il mio meglio qui”.

Il tuo idolo da bambino era Shevchenko, che ricordo hai di lui in Italia? Che consigli ti ha dato?

“Tutti conoscono Shevchenko in Ucraina, è il migliore della storia nel nostro paese, ha vinto il Pallone d’Oro. Mi ha dato dei consigli quando allenava la Nazionale. Più avanti, ho usato quelle parole per essere più aggressivo, forte e affamato in area di rigore”.

Le difese italiane sono un banco di prova complicato per tutti i centravanti. Quanti gol vuoi fare?

“So che i difensori italiani sono difficili da affrontare, c’è il famoso catenaccio, non sarà facile ma sono pronto. Per me è una nuova sfida, ma credo che se lavori duramente tutto poi arriva in campo. Ecco perché devo lavorare duramente. Non mi prefisso un numero di gol da raggiungere, non mi piace fare queste cose”.

Hai un tiro potente, attacchi bene la profondità, qual è la tua qualità migliore e cosa ti rende felice in campo?

“Credo che sia essere in area di rigore, puntare la porta, il tiro è la cosa più importante. So attaccare molto bene, anche spalle alla porta, queste sono le mie qualità migliori”.

Cosa è il gol per te?

“Amo segnare gol, magari non tocco tante volte il pallone, ma segnare è sempre meglio che non farlo”.

Dal centrocampo in su la Roma ha tanti giocatori creativi, come costruisci l’intesa con loro?

“Cerchiamo di lavorarci in allenamento, avere in rosa tanti giocatori così mi aiuterà. E io aiuterò tutti i miei compagni al meglio che posso”.

Le ambizioni della Roma in questa stagione?

“Prima di tutto, tutti i tifosi vogliono che la Roma giochi in Champions League il prossimo anno. Lo vogliono tutti i tifosi. Farò di tutto per raggiungere questo obiettivo”.

Ci racconti le tue origini?

“Cherkasi non è una città molto grande ma è molto bella e si trova vicino a Kiev. Non c’è un posto migliore per me. Tornerò sempre lì, ci vivono i miei parenti, per me è il posto migliore del mondo”.

Come hai iniziato a giocare?

“È stata una mia decisione, i miei genitori l’hanno scoperto una settimana dopo dal primo allenamento. Mi hanno sempre supportato e fatto di tutto perché io diventassi un calciatore”.

Sei un grande appassionato di surf e arti marziali.

“In Ucraina mi allenavo con la boxe, avevo molti amici boxer che mi invitavano e quindi per un anno circa mi sono allenato anche io con loro”.

Cosa ti incuriosisce dell’Italia?

“Non conosco molto l’Italia ma è un Paese bellissimo e con un cibo favoloso. Spero che col tempo riuscirò a vedere tanti posti”.

Serie A

Napoli, si complica il rinnovo di Meret: addio possibile?

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meret napoli

Il Napoli continua a lavorare ai rinnovi di contratto. Sembrava tutto fatto per il prolungamento di Alex Meret, ma adesso la trattativa si è complicata.

Se l’obiettivo principale del Napoli nel mercato di gennaio è l’acquisto di un difensore, il ds Giovanni Manna è al lavoro anche sui rinnovi di contratto più urgenti. 

Tra questi, spicca la situazione di Alex Meret, protagonista indiscusso tra i pali azzurri. Sembrava tutto fatto per il prolungamento del portiere friulano, ma nelle ultime settimane il dialogo si è complicato, lasciando in bilico il futuro del classe ’97.

Napoli, Meret si allontana

Le trattative per il rinnovo hanno subito un rallentamento, e il Napoli non sembra disposto a soddisfare completamente le richieste economiche di Meret. 

Secondo indiscrezioni, il portiere avrebbe dato mandato al suo agente Federico Pastorello di sondare il mercato per valutare eventuali offerte più allettanti.

Cheddira

Walid Cheddira player of Frosinone and Alex Meret player of Napoli, during the match of the Italian Serie A league between Napoli vs Frosinone final result, Napoli 2, Frosinone 2, match played at the Diego Armando Maradona stadium.

Per il portiere, lasciare Napoli potrebbe rappresentare un’opportunità di crescita. Una parte della tifoseria, infatti, non gli ha mai risparmiato critiche, spesso attribuendogli responsabilità, spesso ingiustificate, nei momenti difficili. 

Sullo sfondo c’è l’interesse della Roma, che potrebbe puntare su di lui in caso di partenza di Svilar, corteggiato da diversi top club. Anche l’Inter resta vigile, considerando Meret un’alternativa valida per il futuro.

Non mancano inoltre i sussurri su un possibile ritorno di fiamma dalla Premier League e dalla Liga, dove in passato alcuni club avevano già mostrato interesse. 

Ed ecco che quindi l’addio di Meret potrebbe davvero concretizzarsi in estate, a meno che le parti non trovino un punto d’incontro nei prossimi mesi.

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Serie A

UFFICIALE, Fiorentina-Inter rinviata a data da destinarsi

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In seguito al malore in campo di Edoardo Bove la partita Fiorentina-Inter è stata ufficialmente rinviata a data da destinarsi. Decisione condivisa dai due club.

Come ci si aspettava, il match del Franchi non riprenderà questa sera e sarà recuperato in futuro. Nessuno dei calciatori in campo se l’è sentita di proseguire dopo quegli attimi di panico.

Fiorentina-Inter rinviata per il malore di Bove

Così come era successo per Udinese-Roma con Ndicka, anche la sfida tra viola e nerazzurri non proseguirà oggi e verrà completata a partire dal momento dell’interruzione.

Decisione condivisa pienamente dai due club e dall’arbitro della gara, che in un primo momento risultava anch’esso decisamente scosso da quel che aveva visto. Da lì la decisione di sospendere il match ma pochi minuti fa è arrivata l’ufficialità del rinvio.

Bove, Fiorentina

Questa la nota della Lega Serie A: “La partita non riprenderà e viene rinviata a data da destinarsi. A gioco interrotto Bove è crollato a terra ed è subito parsa molto seria la situazione. Un’ambulanza ha portato via il giocatore, si aspettano notizie”.

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Serie A

Roma, Ghisolfi: “Sette episodi arbitrali contro la Roma”. Ecco a quali si riferisce

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Roma, Ghisolfi

Florent Ghisolfi è intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport manifestando un certo disappunto per i torti abitrali subiti dalla Roma in campionato.

Inizio non semplice per la Roma, che ha già cambiato 3 allenatori dall’inizio della stagione ma che non è stata neanche tutelata dagli arbitri in questo inizio di stagione. Ecco quali sono i sette errori di cui parla il direttore sportivo francese.

Roma, le parole di Ghisolfi

In seguito le parole del ds francese:

Roma, Ghisolfi

FLORENT GHISOLFI PREOCCUPATO AL TELEFONO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

“In nessuna delle sette occasioni l’arbitro ha fatto ricorso alla verifica video. Se gli episodi fossero stati rivisti dal Var quasi certamente i risultati finali sarebbero stati altri. Una sola volta la Roma ha voluto manifestare il proprio disappunto, nel post-partita di Monza dove il danno era stato evidentissimo e dove lo stesso Monza aveva alzato la temperatura criticando la scelta di un arbitro di Roma”.

VS Empoli

Il primo grave errore arbitrale arriva alla seconda giornata. La Roma è sotto 1-2 all’Olimpico contro l’Empoli. Al 94’ arriva la chance per il pari per Shomurodov che si avventa sul pallone dopo il palo di Dybala, ma spara alto a causa di una trattenuta di Gyasi. Nessun controllo al Var in quel caso.

VS Genoa

A Marassi sono due gli episodi che fanno infuriare la Roma. Il primo è un calcio di rigore non fischiato al 12’ per un fallo di De Winter su Dybala. Mentre il secondo è l’intervento di Sabelli su Pellegrini considerato uno scontro di gioco dall’arbitro Giua. De Rossi viene espulso per proteste e poco dopo arriva l’1-1. Un pareggio che condanna DDR: due giorni dopo verrà esonerato.

VS Monza

Cambia l’allenatore e sulla panchina giallorossa c’è Ivan Juric. Nei minuti finali di Monza-Roma il pestone di Kyriakopoulos su Baldanzi è netto, ma La Penna non interviene e non viene richiamato al Var da Aureliano. Ghisolfi decide per la prima volta di parlare in diretta Tv: “Vogliamo rispetto. Tutto il mondo ha visto il rigore tranne il Var”.

VS Fiorentina

Difficile parlare di arbitri nel naufragio di Firenze, ma resta un episodio dubbio. Nel match  poi terminato 5-1 per gli uomini di Palladino  viene assegnato un penalty alla Viola per un fallo di Celik su Bove. Il terzino, però, sembra intervenire prima sul pallone.

VS Verona

La penultima gara in Serie A sulla panchina giallorossa di Ivan Juric è caratterizzata da un altro errore arbitrale. Il momentaneo gol del 2-1 di Magnani è viziato da un fallo del difensore su N’Dicka. Il centrale dell’Hellas col gomito colpisce il giocatore della Roma. Il tecnico croato ha protestato nel post gara: “Ennesimo torto subito”. Il club giallorosso, inoltre, è indispettito per la mancata diffusione dell’audio del colloquio tra arbitro e Var.

VS Napoli

Al Maradona si gioca la prima di Ranieri. Due interventi dubbi di Lukaku non vengono sanzionati. Entrambi potevano essere da giallo e avrebbero portato all’espulsione del belga che ha poi deciso la gara nel secondo tempo. Per Ghisolfi il primo intervento sul terzino giallorosso era da rosso: “Sono convintissimo”.

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