Serie A
Roma, la panchina trema: De Rossi salta?
Fatale potrebbe essere la partita della quarta giornata di campionato contro il Genoa: un pareggio che mette in subbuglio la Roma. Ecco cosa potrebbe succedere.
I proprietari della Roma, i Friedkin, di base sono produttori cinematografici statunitensi: gente che è abituata a investire milioni ma per i quali non è accettabile un mancato ritorno in termini di numeri.
La loro ricetta è valida anche quando vestono i panni di proprietari di uno dei top club italiani: se investo tot, la squadra mi deve fruttare.
E invece. In questo inizio di stagione privo di vittorie come se ne sono visti solo altri tre in tutta la storia del club (1974-75, 1984-85 e 2010-11) il club non si sta dimostrando all’altezza delle aspettative e dei molti milioni investiti nel mercato in estate.
Milioni (92,60, ndr) che hanno posizionato la Roma al terzo posto tra i club che hanno investito di più, subito sotto Juventus e Napoli, due club dagli inizi decisamente più promettenti.
Eppure, finora, in Serie A i giallorossi hanno collezionato solo due pareggi e due sconfitte. Un trend che va avanti dalla scorsa stagione, dal momento che è da ben 13 partite che non si registra una singola partita.
Roma, i Friedkin meditano
E così i Friedkin, per usare un’espressione anglosassone, hanno “fatto la matematica” e sono entrati in allerta.
Dopo aver dato la loro fiducia all’allenatore in carica, Daniele De Rossi, mettendolo sotto contratto per ben tre anni a oltre 3 milioni di euro netti a stagione, i proprietari del club sono pronti a fare quello che hanno fatto persino a uno degli allenatori più vincenti di sempre, José Mourinho: un esonero lampo.
Un autentico coup-de-theatre che potrebbe verificarsi anche a stretto giro. La stampa ha riportato con un certo allarmismo la visita della proprietà a Roma e a Trigoria nella giornata di ieri: visita che non è un buon segno, e alla quale pare sia seguita una riunione.
Ancora non si conosce l’esito di quella riunione ma ne siamo certi: De Rossi è ormai in osservazione. E non può permettersi di sbagliare o compiere passi falsi. La sua estrema tensione e cautela nella conferenza stampa nel post partita contro il Genoa ne sono una chiarissima testimonianza.
La rabbia, e la nostalgia di alcuni tifosi nei confronti di José Mourinho, nel frattempo, monta sui social.
Serie A
Lazio, Luis Alberto al vetriolo: “Sarei rimasto a vita, ma il clima lì è marcio. Su Tare e Inzaghi…”
Luis Alberto ha rilasciato un’intervista esclusiva a “Cronache di Spogliatoio”, in cui ha ripercorso i motivi del suo addio alla Lazio.
Luis Alberto e la Lazio, quantomeno nei panni della società biancoceleste, non si sono lasciati benissimo. A dimostrazione di tale assunto l’acredine con la quale il centrocampista spagnolo parla quando ne ha occasione.
Lazio, le parole di Luis Alberto
In un’intervista concessa a “Cronache di Spogliatoio“, il calciatore iberico ha ripercorso le orme del suo ciclo in biancoceleste ed è tornato sui motivi che lo hanno portato alla decisione di lasciare la Capitale.
Di seguito, le sue parole.
“Non sarei mai andato via dalla Lazio. Sarei rimasto a vita… Perché sono andato via? Ditemi uno che è uscito bene dalla Lazio. Fanno così: guardate ora proprio Cataldi… era lì fin da piccolo. È un peccato perché poi vedi altre squadre che si comportano diversamente: almeno ti fanno fare un saluto o una conferenza stampa. Radu, ma anche con Lulic e Milinkovic-Savic, a nessuno di loro è stato concesso. Tutti escono male perché non parlano in faccia, è un peccato. La Lazio è una società speciale, però non per le persone che ci sono dentro, ma per quello che c’è fuori, che è una roba pazzesca. Ho tanti amici tifosi, auando parli con loro è tutto. C’è gente che lo mette davanti alla famiglia. Noi eravamo felici dentro perché c’erano Inzaghi e Tare. Con Igli ho litigato mille volte, ma sapevamo che eravamo due persone giuste e trovavamo la ragione. Dopo quel periodo è finito tutto. Quella è stata la differenza, anche quando è andato via Sarri, era finito il ciclo. Avevo appena rinnovato, per me l’idea era restare a vita. Non mi andava però di rimanere in un posto in cui non vedevo niente di pulito. Non sono mai stato zitto. Era il momento di andarmene e stare più tranquillo calcisticamente”.
Serie A
Roma, Sabatini duro: “Friedkin in delirio di onnipotenza. Come si può esonerare De Rossi?”
Walter Sabatini, ex-dirigente della Roma, ha commentato con un duro post su Instagram la decisione dei Friedkin di esonerare De Rossi.
L’ex-direttore sportivo giallorosso, che già aveva modo di commentare la situazione di De Rossi alla Roma in un’intervista a Radio Serie A, si è espresso in maniera lapidaria sull’esonero dell’ex-bandiera romanista.
Roma, le parole di Sabatini su De Rossi
Di seguito le parole dell’ex-dirigente giallorosso.
“Sono amareggiato. Anni fa un notabile dell’ambiente disse una cosa sottoscrivibile: il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti. Oggi vale solo il primo presupposto ed è inutile aspettarsi che ci si possa essere accorti dei miglioramenti di una squadra sperimentale. E’ altrettanto inutile aspettarsi che si rendano conto di dover acquisire cultura calcistica e generale, assumendo, con pieni poteri, profili come Boban e Maldini, che tre anni fa, insieme a Massara, hanno dato vita alla rifondazione del Milan: che ha portato allo scudetto in pochissimo tempo. Ma De Rossi licenziato no, non si può fare: qualcuno sta vivendo in un delirio di onnipotenza“.
Serie A
Esonero De Rossi, Sensi: “Sono amareggiata, fa male vedere De Rossi allontanato da Trigoria”
Questione che sta facendo discutere in molti quella dell’esonero di Daniele De Rossi. Alla lista si aggiunge anche l’ex presidente Rossella Sensi.
Sono tante le persone che stanno commentando la scelta dei Friekin. Una di queste è Rossella Sensi, presidente dell’As Roma dal 2008 al 2011 e figlia del grande Franco Sensi, che ha espresso su un post instagram le sue sensazioni in merito all’esonero di Daniele De Rossi.
Roma, le parole di Rossella Sensi su De Rossi
Su Instagram scrive: “Sono sorpresa ed anche amareggiata, fa davvero molto male vedere Daniele De Rossi allontanato da Trigoria per la seconda volta. So quanto possa stare male ora. Non giudico le questioni o le scelte altrui. Forse non sarebbe nemmeno giusto. Ma mi sento di dare tutto il mio supporto a un uomo che non è solo una bandiera di questo club. Ma è anche un professionista serio e preparato. Il mio in bocca al lupo ora va a Ivan Juric, lo aspetta un compito non facile ed i sarò sempre dalla parte di chi veste quei colori”.
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