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Un Torino senza troppe pretese cade in casa del Napoli ma guarda con ottimismo al futuro, nella speranza, per Vanoli, che il mercato porti ambizione.
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Il Torino torna da Napoli senza punti, ma la squadra di Vanoli ha lasciato comunque segnali positivi. Di fronte c’era una capolista con una marcia in più soprattutto sul piano delle motivazioni, mentre i granata hanno ormai poco o nulla da chiedere al campionato. L’obiettivo è chiudere bene la stagione e porre le basi per il prossimo futuro.
E proprio guardando avanti, la prestazione del Maradona – pur senza tiri nello specchio – ha mostrato buone trame, idee e soluzioni. Vanoli ha mostrato ancora tanta elasticità sul modulo, passando dal 4-2-3-1 delle ultime partite a un 3-5-1-1, fino ad arrivare al 3-4-2-1 nel secondo tempo. Un dato che conferma la capacità del tecnico e del gruppo di adattarsi all’avversario. Non a caso, a inizio ripresa il Torino ha costretto il Napoli nella propria metà campo.
Ancora una volta, però, è mancato qualcosa in avanti: un po’ di qualità, un po’ di convinzione.

Paolo Vanoli carica Alieu Njie ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Vanoli guida una squadra pronta a crescere
La sensazione è che con Vanoli il Toro abbia trovato la guida giusta per provare a fare un salto in avanti. Il suo lavoro è stato silenzioso ma continuo, e se il Torino in questa stagione non ha mai, o quasi, rischiato nulla è soprattutto merito suo.
Dalla prossima stagione il tecnico potrà contare su due ritorni fondamentali: quello di Duvan Zapata e – si spera – quello di Perr Schuurs, ancora ai box dopo il grave infortunio del 2023. Due giocatori che, se al 100%, alzano notevolmente il livello della rosa. A loro vanno aggiunti gli arrivi di gennaio, su tutti Elmas e Casadei, che hanno già fatto intravedere le proprie qualità.
L’impressione è che il mercato invernale abbia tracciato la strada anche per l’estate: puntare su profili giovani, duttili e tecnici, che possano permettere al Toro di alzare l’asticella.

IL TORINO FA GRUPPO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Torino, ora servono investimenti
Per provare davvero a sognare l’Europa serviranno però investimenti in estate. Il primo nodo riguarda il riscatto di Elmas, che costerà intorno ai 17 milioni: uno sforzo importante, ma necessario se si vuole dare continuità a un progetto ambizioso.
Poi ci sarà da sostituire Ricci, la cui partenza sembra ormai quasi certa. E ci saranno da rinforzare le fasce, dove né Pedersen né Borna Sosa hanno convinto fino in fondo. Serviranno giocatori pronti, ma anche funzionali al gioco di Vanoli, che a sua volta dovrà essere ancora più bravo nel valorizzare l’intera rosa.
Il Torino, oggi, ha basi solide e un allenatore capace. Se la società deciderà davvero di fare quel passo in più, allora sognare l’Europa non sarà più un’illusione.