Serie A
Roma, quando la vittoria arriva dai gregari
Cristante ed El Shaarawy sono i protagonisti del successo della Roma sul Sassuolo, in una serata dove i big hanno steccato e Mourinho può sorridere.
Un successo all’ultimo respiro, di quelli che ti danno consapevolezza e forza, la forza di crederci fino alla fine. E’ una vittoria di valore quella della Roma sul Sassuolo, arrivata al 91′ di una gara più ostica del previsto. I giallorossi hanno rischiato più volte la rete del ko, hanno subito gli emiliani per lunghi tratti del match, ma poi ci ha pensato Bryan Cristante a togliere le castagne dal fuoco, regalando il successo alla banda Mourinho.
Il 2-1 dell’Olimpico è arrivato in una serata dove i big giallorossi hanno stentato, da Zaniolo ad Abraham, passando per Veretout. Così, le reti del successo sono arrivate dai cosiddetti gregari. El Shaarawy e Cristante, infatti, hanno dimostrato che l’uomo di Setubal può contare anche sulle cosiddette seconde linee.
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Roma, la vittoria dei gregari
Il Faraone, appena rientrato dalla Cina in cerca di una nuovo sfida, ha mostrato di conoscere ancora bene il calcio competitivo d’Europa, ricordandosi come si fa gol nei momenti decisivi.
Dal canto suo, invece, l’importante contributo di Cristante alla Roma non è mai stato messo in dubbio, e nel contrappasso che ha portato la panchina dalle mani di Fonseca a quelle di Mourinho, si è vista la capacità di mantenersi in gioco, in una mediana dove Pellegrini e Veretout la fanno da padrone.
La partita di ieri sera ha dato l’ulteriore conferma all’allenatore portoghese che la Roma sa soffrire, e può contare sul carattere della sua squadra, soprattutto di chi si gioca il posto sotto l’ala dei big.
Serie A
Roma-Parma, è sfida salvezza: occhio all’attacco
Il lunch match all’Olimpico di oggi, Roma-Parma, è una sfida cruciale soprattutto per la Roma, a soli due punti di distacco dalla zona retrocessione.
La partita Roma-Parma di oggi è fondamentale: lo sa bene Claudio Ranieri, allenatore di una squadra che nelle ultime 5 partite ha rimediato una vittoria e 4 sconfitte.
Il monte punti accumulato dai giallorossi, al momento, è del tutto insufficiente: solo 16 punti. Un unico punto di vantaggio in classifica sull’avversaria di oggi, il Parma, che attualmente occupa il 16esimo posto.
Roma-Parma, un’avversaria temibile
Si tratta di un’avversaria che non si può e non si deve prendere sotto gamba: abbiamo visto come è riuscita a pareggiare contro la Juventus allo Stadium (2-2) e a vincere di misura in casa contro la Lazio (3-1).
A livello realizzativo, in campionato ha 5 gol di vantaggio rispetto alla Roma (23 contro 18) e i gol incassati la portano a una pari differenza reti rispetto alla padrona di casa (-5).
Nelle partite di questa stagione è raramente rimasta a secco di gol, sia contro le big che contro avversarie meno temibili sulla carta: a zero gol: in effetti è capitato solo due volte, contro il Bologna in trasferta (0-0) lo scorso ottobre e contro il Genoa in casa a novembre (0-1).
La difesa della Roma, per questo, dovrà essere la migliore possibile: l’idea di Ranieri, in occasione di questa sfida, è puntare nuovamente su Mats Hummels, fondamentale contro l’Atalanta malgrado la sconfitta.
Serie A
Inter, Lautaro Martinez: “Vincere? Io voglio tutto”
Il capitano dell’Inter Lautaro Martinez ha parlato in un’intervista del suo momento e di quello della squadra: “Vivo per il gol, ma gioco più lontano dall’area”
Il bomber dell’Inter sta attraversando un momento di digiuno che dura dalla sfida contro il Venezia dello scorso 3 novembre. All’interno di un’intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera, ha spiegato la sua motivazione per la quale in questo periodo sta segnando di meno. Inoltre, ha messo in mostra tutta la sua fame e la sua voglia di vincere, che si porta dietro da una dura e turbolenta infanzia.
L’infanzia del Toro
Lautaro Martinez ha aperto la sua intervista partendo dagli albori della sua infanzia, dove ha formato il suo carattere forte e coraggioso: “Da piccolo io non avevo niente a volte non sapevo dove avrei dormito la sera. Sono cose che mi hanno marcato come uomo e tutto quello che ho passato cerco di trasmetterlo in campo. Fuori dal calcio, cerco sempre di dare una mano e sono felice di andare a trovare i bambini che non stanno bene: capisco quello che vivono, le loro difficoltà”.
Il digiuno dal gol con la maglia dell’Inter
Successivamente, ha spiegato una sua teoria puramente tattica sul perché in questo periodo sta segnando di meno: “Sono un attaccante e vivo per il gol. Però si deve anche analizzare la partita che uno fa. E io in questi mesi sto giocando più lontano dall’area, perché mi piace far salire la squadra: è una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così.
Sì, Marcus sta più centrale e più avanzato, ma non è una cosa studiata: nasce dalla nostra intesa in campo. L’anno scorso spesso era lui che arretrava un po’ o si allargava, adesso tocca a lui fare più gol. A volte mi sento sottovalutato”.
L’ambizione del capitano
Infine, ha parlato delle sue ambizioni e della sua fame agonistica nel voler vincere i trofei: “io voglio tutto. Quando inizi a vincere, non ti vuoi fermare perché sai quanto è bello essere ripagati del lavoro fatto. E questa mentalità voglio trasmetterla anche nelle partitelle. Ho avuto la fortuna di vincere il Mondiale e pensavo che non ci fosse più niente dopo: ma c’è tanto altro”.
Serie A
Serie A, cambio di regia: da Casini a Simonelli
Nella Lega Serie A, l’elezione del nuovo presidente Ezio Maria Simonelli ha suscitato polemiche da parte dell’ormai ex presidente Lorenzo Casini.
L’elezione di Ezio Maria Simonelli a nuovo presidente della Lega Serie A ha scatenato la reazione del suo predecessore, Lorenzo Casini, che ha convocato un Consiglio di Lega per verificare la piena indipendenza del neo-eletto.
In particolare, Casini ha voluto accertarsi che Simonelli non avesse “alcun rapporto, a qualsiasi titolo, con le società associate o con i loro azionisti di riferimento”.
Lega Serie A, la risposta alle polemiche di Simonelli
Intervistato da Repubblica, Simonelli ha risposto chiarendo la situazione: “Ho già detto alle società che quel Consiglio di Lega è stato convocato in modo illegittimo. Non ci sarà alcun giudizio sull’indipendenza dei candidati. Ho presentato l’autocertificazione prevista dallo Statuto: chi pensa che io abbia mentito può denunciarmi, ma so di aver dichiarato il vero”.
Simonelli ha aggiunto di aver già comunicato formalmente la sua indipendenza, come previsto dall’articolo 14: “Ho risolto tutte le incompatibilità a monte, sia quelle reali sia quelle un po’ forzate. Ho troppo rispetto per la Lega e per chi mi ha eletto per metterli in difficoltà. È stato un sacrificio, sia di prestigio sia economico, ma amo il calcio e ho preso un impegno”.
Il neo-eletto presidente non ha nascosto l’amarezza per le tensioni seguite alla sua elezione: “È allucinante quello che è successo dopo il voto. È la prima volta che un presidente viene eletto e non viene nemmeno chiamato per i ringraziamenti. Nello sport si lotta lealmente per vincere e poi, con altrettanta lealtà e onestà, si rende omaggio al vincitore. In questo caso, il combattimento non è stato molto corretto. Questa polemica ha rappresentato un danno d’immagine enorme per la Lega”.
Gli obiettivi del mandato di Simonelli
Nel corso dell’intervista, il neo-presidente ha delineato i punti chiave del suo programma. “Mi piace essere definito un pacificatore, perché credo che il calcio italiano abbia bisogno di pace.
Tra i temi da affrontare con il Governo ci sono il ripristino del decreto crescita per gli sportivi, magari esteso anche ai giovani calciatori con defiscalizzazioni sotto una certa età, la possibilità di sponsorizzazioni da parte delle società di scommesse, la lotta alla pirateria e la nomina di un commissario per risolvere il problema degli stadi“.
Per raggiungere questi obiettivi, Simonelli ha sottolineato l’importanza di collaborare con le altre leghe e con la Federcalcio: “C’è un allineamento astrale favorevole.
Conosco e stimo il ministro Abodi, mentre con il presidente della FIGC Gravina c’è una comunione di vedute e stima reciproca. Credo che questo sia il momento ideale per lavorare insieme e far crescere il calcio italiano”.
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