Serie A
Roma, Ranieri: “Dicembre ci dirà chi siamo. Dovbyk non sta bene: non so se recupera”
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Il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, ha parlato in conferenza stampa a due giorni dalla delicata sfida contro il nuovo Lecce di Giampaolo.
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Claudio Ranieri, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa a due giorni dalla gara interna contro il nuovo Lecce di mister Giampaolo. Sarà una gara molto importante per la formazione giallorossa, alla ricerca spasmodica di punti per allontanarsi dalle zone basse della classifica.
Sarà un match speciale anche per il tecnico della Roma visto che contro il club pugliese taglierà il traguardo delle 100 panchine in giallorosso: una storia iniziata nel lontano 2009, quando subentrò a Spalletti, per poi sostituire Di Francesco nel 2019. Inoltre Ranieri vorrà assolutamente raccogliere una vittoria anche per evitare un record negativo: quello di esordire in panchina con 3 sconfitte nelle prime 3.

CLAUDIO RANIERI PREOCCUPATO GUARDA IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, le parole di Ranieri
Pellegrini e Dybala?
“Pellegrini si sta allenando bene, questo per me è molto importante. È molto importante, è sereno e deve continuare così. Poi deciderò di volta in volta. Dybala l’intensità no, però per come ha giocato sì. Dybala non è un giocatore di intensità, è un giocatore di qualità che si deve far trovare tra le linee al momento giusto, al posto giusto per cui riesce a soddisfare il volere e dell’allenatore e della squadra”.
Dove vuole arrivare la Roma?
“Dove vogliamo andare? Non ci sono partite facili, il Lecce è una squadra abituata a non mollare mai perché sta cercando la quarta, se non ricordo male, la quarta salvezza. Abbiamo visto che ha vinto a Venezia, ha pareggiato con la Juventus segnando al novantatreesimo, è una squadra che non molla mai. Ha giocatori validi, ha giocatori che sanno lottare, è arrivato un nuovo allenatore che ti vuole far giocare a calcio, per cui dobbiamo essere furbi, intelligenti, determinati, perché ogni palla sarà importante”.
Pellegrini si è scaldato e non l’ha ritenuto adatto per Roma-Atalanta?
“Perché in questo progetto è importante anche capire il coinvolgimento dei giocatori. Certo. Lorenzo è un giocatore splendido, da metà campo in avanti, ha invenzioni, ha tiro, ha senso del gol, senso dello smarcamento, sa fare passaggi gol e tutto. Si allenano tutti insieme perché io possa avere la possibilità di scegliere durante la partita qualsiasi giocatore. Non l’ho messo perché avevo bisogno di un giocatore box-to-box a lottare con quei tipi di giocatori che aveva l’Atalanta. Lorenzo lo reputo più un centrocampista da metà campo in avanti”.
Si sta pensando a passare nuovamente a una difesa a quattro?
“Potrebbe essere, ma sicuramente non lo dico. Non do una chance in più all’avversario, per cui ecco perché mi riservo sempre la sera prima di pensare e decidere, sperando che sia la migliore soluzione per la squadra. L’intensità, per quanto abbiamo visto in campo, sia a Londra che contro l’Atalanta, quella è l’intensità con la quale si deve giocare. Quando riusciamo a fare degli allenamenti che dobbiamo spingere è quello che chiedo, perché se vedete io ho avuto pochi giorni da una partita all’altra per poter fare una settimana tipo e chiedere, però oggi hanno fatto un gran bel allenamento, hanno spinto, stanno entrando nelle mie idee.
Non è facile quando dico che hanno cambiato tre allenatori o quattro in un anno, quattro con filosofie diverse di gioco e tutto. I giocatori sono delle spugne, però non è che tu al computer cambi una cosa, ne metti un’altra e tutto funziona, no? C’è chi reagisce subito, chi ha bisogno di più tempo per capire. Per me come tu ti alleni, giochi, per cui tutti i miei allenamenti sono a mille all’ora. Piano piano riusciranno a farlo anche in campionato, piano piano, ma ci dobbiamo sbrigare perché non a mia posta dico dicembre. Chi siamo? Dove vogliamo andare? Siamo noi i primi che ci dobbiamo dare queste risposte”.
Dovbyk?
“Il ragazzo a me, tranne la fase d’attacco, perché lì doveva essere un pochettino più deciso, più cattivo, con la palla 1-2, piace. A prescindere questo poi ha fatto veramente una lotta greco-romana con il suo marcatore, e devo dire che di duelli, tanti, è riuscito ad appoggiare, a dare punto di riferimento. Non sta bene, il ragazzo non sta bene, è influenzato, è riuscito a giocare con l’Atalanta, non so se ce l’avrò per il Lecce, così siamo limpidi e chiari, per cui dovrò pensare a un’altra cosa, sicuramente dovrò pensare, ci sto pensando perché non so se domani mattina si allenerà, come si allenerà, come starà”.
Deve lottare per salvarsi per questa squadra?
“La classifica è lo stato attuale delle squadre. Lottiamo per uscire dalla bassa classifica. Io sono abituato a stare sia si qua che di là . Bisogna lottare sempre. Ho messo dicembre. Che dobbiamo fare? Io sono convinto che i miei giocatori risponderanno ai miei segnali”.
Hummels e Cristante? Come sta Hermoso?
“Credo che il calcio sia una materia in continua evoluzione. Quello che fa Mancini a destra lo fa Ndicka a sinistra. Angelino è tornato a giocare a 3 perchè marcando Samarzdic era l’unica opzione. Tutto può accadere in una partita. Hummels si è allenato tutto bene, così anche Hermoso. Cristante, ha la caviglia viola. Vediamo cosa farà domani. Se si allena o no”.
Come vede Le Fee?
“Le Fee è un giocatore di ottima qualità. Lo vedo dalla metà campo in avanti. Pirlo quando era giovane o Ancelotti. Lui è un play ha le qualità e ci sarà una mano lungo il campionato”.
Gerarchie di centrocampo?
“Vediamo cosa fare contro il Lecce. Paredes è un gran campione. Lo vediamo tutti. Io mi auguro che possa stare sempre su questi livelli. Due partite strepitose. Non capisco perchè debba cambiare ora”.
Quanto è importante l’impegno che la squadra ci sta mettendo?
“Importante basilare. Devono mettere tutto in campo. Non devono sbagliare per quanto riguarda l’impegno. Devono lottare fino all’ultimo secondo. Loro devono uscire dal campo e dire ho dato tutto me stesso. Loro devono dare sempre il massimo. Devono dare sempre il 100%. Questo per me è importante”.
“Volevo dare in chiusura un abbraccio ad Edoardo. Tieni duro. Siamo tutti con te”.

Il Parma di Cristian Chivu, che dopo la vittoria contro la Juventus, ora pensa al match con la Lazio, ma non avrà contro i biancocelesti 3 giocatori.
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Il Parma, dopo la vittoria contro la Juventus, ora pensa al match contro la Lazio, ma non avrà ben 3 giocatori per infortunio: Bernabé, Estevez e Vogliacco. Il tecnico Cristian Chivu per riformulare la squadra per l’impegno contro i biancocelesti.

I TIFOSI DEL PARMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Parma, problemi per il tecnico Chivu in vista della Lazio: non ci saranno Bernabè, Estevez e Vogliacco per infortunio
Il Parma, archiviata della vittoria contro la Juventus, ora pensa al prossimo impegno contro la Lazio lunedì sera all’Olimpico. Ma i ducali del tecnico Cristian Chivu dovranno affrontare il match senza ben 3 giocatori: Adrian Bernabè, Nahuel Estevez e Alessandro Vogliacco. Per i primi due si parla di lesione ai muscoli posteriori della coscia destra, mentre per Vogliacco si tratta di una lesione a carico della coscia sinistra al retto femorale.
Certo che avere ben 3 infortunati sul groppone, non è il massimo per il tecnico rumeno, costretto correre a ripari. Però c’è una cosa, non cambierà modulo rispetto alla vittoriosa partita del Tardini contro la Juventus di Tudor, si affiderà ancora una volta al 3-5-2, con il ritorno in linea difensiva di Balogh insieme a Leoni e Valenti. Ma Chivu potrebbe anche pensare ad una difesa a 4. Mentre per il centrocampo nessun dubbio, con Hernani, Keita e Sohm e il confermato Valeri. Anche l’attacco confermato, con Bonny e Pellegrino.
Certo perdere giocatori come il centrocampista spagnolo protagonista del ritorno in massima Serie per i ducali e medaglia d’oro la scorsa estate a Parigi, è veramente una brutta tegola. come lo sono anche Estevez e Vogliacco, che non hanno avuto molto spazio, ma sono sempre giocatori si spessore. Vedremo in questi giorni cosa Chivu deciderà di fare per affrontare all’Olimpico la squadra di Marco Baroni.
Notizie
Roma: vincere a San Siro per la Champions. Ma i precedenti…
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1 ora fail
25/04/2025
Finale di stagione complicato per la Roma di Claudio Ranieri che, di scena a Milano con l’Inter, proverà a restare attaccata al treno Champions.
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Cinque giornate alla chiusura del campionato di Serie A. La squadra di Claudio Ranieri chiuderà la stagione contro: Inter, Fiorentina, Atalanta e Milan, prima della chiusura col Torino. Quattro scontri diretti che decideranno il futuro europeo dei giallorossi. Emerge però un problema da tutto questo: nei match contro le prime nove della classifica, la Roma ha vinto solo una volta su dodici.

CLAUDIO RANIERI E LEANDRO PAREDES ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma: grana scontri diretti
La classifica che tiene conto degli scontri diretti tra le big, vede la Roma al penultimo posto con 9 punti. I giallorossi sono davanti solo al Milan (8). In testa troviamo il Napoli con 30, poi l’Atalanta (24) e la Fiorentina (23). Segnali non proprio incoraggianti per Ranieri & co, ma anche un’opportunità per invertire questa tendenza nel momento più importante. Da quando l’allenatore romano è tornato sulla panchina giallorossa, la squadra ha cambiato passo: terza in una classifica parziale da metà novembre ad oggi (dietro solo a Inter e Napoli), con 44 punti. E se si escludono le due sconfitte iniziali contro Napoli e Atalanta, la sua Roma sarebbe addirittura davanti a tutte.
Ranieri, però, non vince a San Siro da 17 anni. Contro l’Inter ha ottenuto solo 3 pareggi nelle ultime 9 trasferte al Meazza, e la Roma ha perso 8 degli ultimi 9 scontri diretti contro i nerazzurri. Da difendere però c’è un traguardo importante: i giallorossi sono imbattuti da 17 partite in campionato. E se il mister ex Leicester è riuscito a rimettere in corsa una squadra che sembrava destinata a fare la comparsa, nulla è impossibile. Ora quello che serve è la lucidità con cui far bene nelle partite di cartello.
Riusciranno Ranieri e la Roma, proprio a San Siro, a vincere per continuare la cavalcata verso l’Europa?.

Pellegrino, erede di Crespo ed eroe di una sera: gol decisivo contro la Juve e sipario alzato su un futuro da possibile protagonista. Ecco i dettagli:
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Il destino, spesso beffardo, con Pellegrino sembra invece sorridere. Prima il primo gol, poi la prima doppietta: un climax di eventi particolare, che ha colpito entrambe le squadre torinesi, accomunate non solo dalla città d’origine, ma anche dal medesimo carnefice nelle sfide contro i crociati.
Il giocatore in questione è Mateo Pellegrino, attaccante argentino arrivato in Italia dal Vélez per 2 milioni di euro. Un’operazione che testimonia non solo l’incredibile fiuto del club per i talenti, ma anche una certa lungimiranza: il Vélez ha infatti mantenuto il 50% sulla futura rivendita, diversamente da quanto fatto in passato con Castro. Prima dell’approdo a Parma, Pellegrino aveva già lasciato il segno con 14 reti con il Vélez e, ancor prima, con 15 gol durante la sua esperienza all’Atlético Platense.
Oggi il ragazzo, che indossa la maglia numero 32 del Parma, sembra destinato a farsi notare anche in terra italiana, nel segno anche di papà Mauricio, attuale allenatore del Lanus in Argentina, dopo aver trascorso una carriera tra Barcellona, Valencia e Liverpool ed esser stato assistente di Rafa Benitez in nerazzurro.

Italian football manager and former football player Luigi Di Biagio, left, and former French football player Hernan Crespo attend an event at Chengdu Sport University in Chengdu city, southwest China’s Sichuan province, 14 December 2018.
Pellegrino erede di Crespo, cosa ne pensa il diretto interessato?
Proprio Hernan Crespo ci ha tenuto a spendere due parole su quello che potrebbe essere il suo futuro erede in terra emiliana “La gente di Parma ha conosciuto un altro centravanti argentino che sa buttarla dentro, e questo non può che farmi piacere, visto che a Parma sono molto legato. Mateo lo seguo da diverso tempo, ha un fisico importante, è bravo di testa e in area di rigore ha fame, che è la dote migliore di un attaccante. Non so dove possa arrivare, ma so che non gli si deve mettere pressione e lo si deve lasciar crescere con calma. Il Parma ha trovato un ragazzo che può dare una mano a raggiungere la salvezza“
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