Serie A
Roma, un anno di Mourinho. E i tifosi sognano

Il Tempo (A. Austini) – E all’improvviso tutto cambiò. Alle 15.09 di martedì 4 maggio2021 i romanisti hanno avuto un sussulto. Due giorni dopo l’ennesima sconfitta in campionato con la Sampdoria hanno letto queste parole: “José Mourinho sarà il nuovo Responsabile Tecnico della Prima Squadra a partire dalla stagione 2021-22“.
Nel dettaglio
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A quel tweet, per qualche istante, hanno creduto in pochi. Invece era tutto vero e segnava l’inizio di una nuova epoca. Perché comunque andrà a finire, la Roma di Mourinho sarà un capitolo di storia giallorossa, che ha entusiasmato i tifosi. Uniti dallo slogan, anzi l’hashtag #ConMourinhoPerLaRoma, tutti i tifosi, hanno proseguito ad acquistare biglietti e stare a fianco del mister.
Quanto ai risultati, la vera svolta non c’è ancora stata, ma più di un segnale sì. Il tecnico ha puntato su un gruppo ristretto di titolari, ha messo in un angolo tante “comparse”, ha lanciato Felix (e continua a crederci) e ha inventato Zalewski esterno a sinistra. Non è riuscito ancora a valorizzare Zaniolo, ma riesce a ottenere tanti gol da Abraham. Ha recuperato il rapporto con Mkhitaryan e rimesso al centro della squadra Smalling. Ha puntato su Cristante e bocciato Veretout. È partito dal 4-2-3-1 poi la svolta con la difesa a 3. Usa poco il turnover ma ha trovato una chiave per prevenire gli infortuni.
In 50 partite ufficiali giocate sin qui sotto la gestione Mourinho, la Roma ne ha vinte poco più della metà (26), ne ha pareggiate 11 e perse 13. Ha segnato 89 gol e subiti 59. Attualmente i giallorossi si trovano al quinto posto ma con la possibilità di giocarsi la prima finale europea dopo 31 anni.
Serie A
Juventus, pronto il rinnovo di McKennie: si legherà ai bianconeri per altri due anni

Secondo quanto emerso nelle ultime ore, la Juventus starebbe lavorando al rinnovo di Weston Mckennie in vista delle prossime stagione
Juventus-McKennie, la situazione
Secondo quanto emerso nelle ultime ore la Juventus starebbe pensando di prolungare ulteriormente l’esperienza del centrocampista Weston McKennie per un ulteriore periodo di due anni.
Nonostante in casa Juventus sia cambiato l’allenatore con l’esonero di Thiago Motta e l’arrivo di Tudor la versatilità del centrocampista americano è fondamentale lo stesso.
L’ex Schalke sotto la gestione Tudor è un vero e proprio jolly è in 180 minuto ha già occupato tre diverse posizioni in campo come esterno sinistro contro il Genoa, come esterno destro a Roma, e infine come centrocampista.
Vista la sua utilità e la sua duttilità impressionante il club torinese starebbe pensando a rinnovare ulteriormente il contratto per il calciatore statunitense.
Secondo quanto riportato da La Stampa al momento l’obiettivo della Vecchia Signora è quello di blindare il calciatore in bianconero per altre die stagiono essendo diventando un vero e proprio leader.
Serie A
Udinese, le ultime su Davis in vista del Milan

Emergenza in attacco per l’Udinese, che spera di recuperare almeno Keinan Davis in vista della prossima partita di Serie A contro il Milan.
La prossima giornata di Serie A si aprirà venerdì 11 aprile con l’anticipo del Bluenergy Stadium tra Udinese e Milan. I friulani vengono da 3 sconfitte di fila e sono stati agganciati al decimo posto della classifica dal Torino. Solo 2 vittorie nelle ultime 9 gare tra tutte le competizioni per i rossoneri, che vedono allonatarsi sempre di più la zona Europa. La gara d’andata a San Siro è terminata 1-0 in favore del Diavolo, con il gol di Chukwueze.
Udinese, Davis in dubbio contro il Milan: si allena ancora a parte
Non è un caso che in casa Udinese la striscia di 3 ko consecutivi, con un solo gol segnato, coincida con gli infortuni di diversi giocatori del reparto avanzato. L’allenatore Kosta Runjaic ha perso in un colpo solo Alexis Sanchez, Florian Thauvin e Kenan Davis. Il primo rischia di aver terminato la stagione anzitempo dopo il trauma al soleo del polpaccio, mentre il secondo è alle prese con un fastidio alla pianta del piede e rimane ancora in dubbio.

Kosta Runjaić ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’edizione odierna del Messaggero Veneto riporta aggiornamenti sulle condizioni di Davis. Sembrava probabile il suo recupero in vista della sfida con il Milan, invece potrebbe alzare ancora una volta bandiera bianca. Si legge infatti che l’inglese sta continuando ad allenarsi a parte, per cui la sua presenza nell’anticipo della 32a giornata di Serie A rimane a rischio. Seguiranno aggiornamenti.
Serie A
Pogba: “Quando arrivai in Italia mi chiamavano Balotelli”

L’ex centrocampista della Juventus, Paul Pogba, in un’intervista a GQ France si è lasciato andare come non mai davanti ai riflettori.
Il Paul Pogba del 2025 è lontano anni luce da quello che il pubblico si era abituato a conoscere. Lontano dal clamore, dai balletti celebrativi, dalle tinte sgargianti e dai riflettori. In un’intervista concessa a GQ France, il campione francese si è aperto come forse non aveva mai fatto prima, rivelando il lato più umano di una carriera tanto brillante quanto tormentata.

Paul Pogba
Un Pogba mai visto prima
“Prima di tutto, non vedo l’ora di giocare”, dice con un filo di emozione. “È passato così tanto tempo”.
Parole che raccontano più di una semplice pausa dal campo. Pogba si riferisce al lungo periodo vissuto lontano dal calcio giocato, segnato da una squalifica pesante, da problemi personali e da un senso di smarrimento che l’ha cambiato profondamente: “Se mi fossi preso quattro anni, avrei smesso. Mi hanno dato la pena massima, non hanno ascoltato. Tutto questo mi ha fatto cambiare. È stato come una pulizia completa.”
Non solo la squalifica. Pogba ha raccontato anche la questione dell’estorsione, tenuta segreta persino alla propria famiglia: “L’ho nascosta. Nemmeno mia moglie lo sapeva. Quando tornavo a casa recitavo la parte del marito e del padre. Ma dentro mi stava consumando. Provavo a concentrarmi sul campo, ma era troppo. Il calcio rappresentava solo due ore al giorno di libertà. Quando finivano, tornava tutto”.
Poi il discorso si sposta sulla prima volta a Torino. “Quando sono arrivato in Italia, mi chiamavano Balotelli. Avevo già il mohawk, le tinte, i balli celebrativi, ma anche i movimenti tecnici e tutto ciò che ne consegue. È la mia personalità, ho imparato il calcio così, per strada. In quella squadra, c’era spazio per esprimermi in modo diverso.
Indimenticabile per lui il periodo da squalificato a Torino. Alla Juventus, il club che lo ha visto esplodere, Pogba ha ricordato un aneddoto molto significativo per lui: “Portavo i miei figli a scuola, accanto al campo d’allenamento. Soffrivo troppo.”
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