Le bombe di Vlad
Ronaldo, storia di un Fenomeno
Ronaldo, il Fenomeno, primo e indimenticato, nasceva il 22 settembre del 1976, a Bento Ribeiro, quartiere dell’area nord-ovest di Rio de Janeiro.
Attaccante rapidissimo e dalla tecnica sopraffina, definito “immarcabile” dai più forti difensori che lo hanno affrontato (Cannavaro, Nesta, Stam tra gli altri), è senza dubbio uno dei migliori calciatori della storia.
Senza i gravi infortuni che ne hanno condizionato, purtroppo, la carriera, avrebbe probabilmente raggiunto i più grandi di tutti i tempi nell’Olimpo del calcio.
Ma quando è nato Ronaldo?
Una prima, piccola curiosità su Ronaldo Luìs Nazàrio de Lima riguarda il giorno della sua nascita.
Se lo si cerca su Wikipedia, Ronaldo risulta essere nato il 18 settembre del 1976.
Tuttavia i siti dei club in cui ha giocato, non da ultimo l’Inter, e data base accreditati come Transfermarkt, riportano il 22 settembre del 1976 come giorno della sua nascita.
Il piccolo mistero è stato svelato da alcuni biografi del Fenomeno, come il giornalista James Mosley, autore del libro “Ronaldo, the Journey of a Genius”, o Jorge Caldeira, giornalista brasiliano, autore di “Ronaldo: gloria e drama no futebol globalizado”.
Parrebbe che Ronaldo sia effettivamente nato il 18, ma che i genitori, Nelio Nazario de Lima e Sonia dos Santos Barata, lo abbiano registrato alla anagrafe soltanto quattro giorni dopo, cioè il 22 settembre.
Dadado
Dadado.
Così era stato ribattezzato dal fratello Nelinho, che alla sua nascita aveva tre anni e non riusciva a pronunciare il suo nome.
E Dadado è rimasto per molti anni, in famiglia e tra gli amici con cui giocava alla “pelada”, il calcio da strada in Brasile, un pò la Pallastrada di Benniana memoria.
È ancora Dadado quando inizia a giocare in attacco nella piccola squadra di futsal del Social Ramos, seminando il panico nelle squadre avversarie, dopo avere esordito da portiere (ebbene sì, da portiere) nella rappresentativa del Tennis Club Valqueire.
Dadado o no, la classe superiore ed il talento sconfinato sono evidenti, tanto da fargli guadagnare il primo contratto da professionista a soli 14 anni con il Sao Cristovao.
Il futuro Fenomeno attira l’attenzione di Alexandre Martins, un bancario appassionato di calcio, cacciatore di talenti a tempo perso, e del suo socio Reinaldo Pitta.
I due comprano il cartellino di Ronaldo per 7.500 dollari.
L’intuizione si rivelerà clamorosa.
Jairzinho, leggenda della Selecao e campione del mondo 1970, allora D.S. del Cruzeiro, lo nota subito e lo ingaggia nel 1993, quando Dadado ha ancora 16 anni.
Allenatore del Cruzeiro è Carlos Alberto, altro campione del mondo, che stravede per lui.
La leggenda comincia
Nel Cruzeiro Ronaldo comincia a fare la storia.
Segna con estrema facilità, vince titoli da capocannoniere a ripetizione, viene convocato in nazionale, allenata proprio da Carlos Alberto, a soli 17 anni, e diventa campione del mondo battendo in finale l’Italia di Baggio e Sacchi, accanto a mostri sacri come Romario, Cafu, Aldair e Bebeto.
Sulla scia di questi successi viene notato in Europa.
Il PSV Eindhoven lo tessera nel 1994, ad appena 18 anni.
Ronaldo è subito protagonista, nonostante le iniziali difficoltà di adattamento, e segna 35 reti in 36 partite ufficiali, tra campionato e coppe.
Diventa il beniamino dei tifosi ma subisce il suo primo infortunio: apofisite tibiale la diagnosi, sofferenza di tendini e legamenti che non sopportano la potenza esplosiva della struttura muscolare del giocatore.
Problema di fondo che, purtroppo, condizionerà la sua carriera.
Il Barcellona
Ronaldo ha ormai quasi 20 anni quando arriva al Barcellona.
I blaugrana lo strappano ad una agguerrita concorrenza europea per circa venti milioni di dollari.
Gioca con campioni del calibro di Luis Figo, Hristo Stoichkov, Laurent Blanc, solo per citarne alcuni.
L’ascesa è impressionante: 12 reti nelle prime 10 partite, “Pichichi” della Liga a fine stagione con 34 reti in 37 presenze, Coppa e Supercoppa di Spagna, Coppa delle Coppe, e per finire FIFA World Player.
Una radio catalana indice un concorso per trovare un soprannome per il campione: E.T. è il responso, un Extraterrestre.
Gli anni all’Inter
Patron Moratti ci aveva già provato nel 1995, senza fortuna.
Ma il momento è arrivato e, il 25 luglio del 1997, Ronaldo sbarca alla Pinetina, tra i tifosi in festa.
Resta in nerazzurro per cinque anni, durante i quali si conquista il soprannome di Fenomeno e raggiunge la piena maturità calcistica.
Vince Coppa UEFA e Pallone d’oro, ma in termini di trofei la prima esperienza italiana è pesantemente condizionata da due infortuni gravissimi al tendine rotuleo, che il professor Gerard Saillant, eminente chirurgo ortopedico francese, deve ricostruirgli due volte in pochi mesi.
Intanto, i difensori italiani ed europei concordano tutti: “Per fermarlo ci volevano i Carabinieri” disse Candela dopo una doppietta rifilata alla Roma nel 1998.
Il Real Madrid e il Milan, la consacrazione e il declino
Con Cuper, titolare della panchina nerazzurra dopo Marcello Lippi, la convivenza è difficile.
Nel 2002 Ronaldo vince da protagonista la Coppa del Mondo con i Carioca, e subito dopo si accasa al Real Madrid senza una parola di commiato, lasciando i tifosi nerazzurri nello sconforto.
Ma il calcio sta diventando in quegli anni quello che conosciamo oggi, e le cose da allora vanno così: tanti, forse troppi soldi in gioco.
Al Real ritrova Figo, gioca con Zizou, Raul, Hierro, Casillas e molti altri.
E vince tutto: dal 2002 al 2007, nei suoi cinque anni madrileni, conquista Liga, Champions, Coppa Intercontinentale, Supercoppa di Spagna, un altro Pallone d’oro, un altro Fifa World Player, un altro “Pichichi” e svariati ulteriori premi “minori”.
È all’apice della carriera.
Nel 2007, a quasi 31 anni, torna in Italia, ingaggiato dal Milan del Presidente Berlusconi.
Ma le sue ginocchia non reggono più ormai.
Va in scadenza dopo solo un anno, costellato da tanti stop, e approda al Corinthians.
Vince poco altro, ma non è più lo stesso: dopo due anni, nel 2011, annuncia il suo ritiro dal calcio giocato.
Il Fenomeno oggi
Dal 2000 Ronaldo è ambasciatore dell’UNDP, organo sussidiario dell’ONU, con il quale collabora ad iniziative benefiche per promuovere il progresso economico dei Paesi meno sviluppati.
In più di una occasione è già sceso in campo in partite amichevoli organizzate dalle Nazioni Unite per la raccolta fondi, insieme ad altri grandi campioni in “pensione”.
Dopo aver provato la strada dello sportmarketing, senza grandi successi, è oggi proprietario e Presidente del Real Valladolid e del Cruzeiro.
E allora in bocca al lupo E.T. e buon compleanno.
Calciomercato
ESCLUSIVA LBDV – Napoli su Miguel Gutierrez
Il Napoli segue con attenzione Miguel Gutierrez, il terzino del Girona già nel mirino dei grandi club europei.
Miguel Gutierrez, talentuoso terzino sinistro del Girona, è uno dei nomi più caldi sul mercato europeo. Sul giocatore, classe 2001, hanno messo gli occhi molti top club del continente, e tra questi spicca anche il Napoli.
Gli azzurri, sempre attenti ai giovani di prospettiva, stanno valutando la possibilità di inserirsi nella corsa per il laterale spagnolo.
Una clausola da 35 milioni
Il Girona, consapevole del valore del proprio gioiello, ha fissato una clausola rescissoria da 35 milioni di euro, una cifra importante ma non proibitiva per le squadre interessate. Il club spagnolo sembra intenzionato a monetizzare al massimo da un’eventuale cessione, il che potrebbe aprire la strada a una trattativa complessa, in cui i dettagli economici saranno determinanti.
Per il Napoli, Miguel Gutierrez rappresenterebbe un rinforzo strategico. La società partenopea è alla ricerca di giocatori in grado di elevare il livello tecnico della squadra e il profilo del giovane spagnolo risponde perfettamente a queste esigenze. La sua esperienza in Liga e le sue caratteristiche offensive, unite a una solida capacità difensiva, lo rendono un’opzione ideale per il gioco di Antonio Conte.
Nonostante l’interesse, il Napoli dovrà muoversi con cautela. La concorrenza è alta e i club di Premier League, noti per le loro risorse finanziarie, potrebbero complicare l’affare. La decisione finale, come riportano fonti vicine al Girona, sarà ben ponderata sia dal giocatore che dalla società, il che lascia spazio a un possibile colpo di scena.
Con il mercato di gennaio ormai alle porte, la dirigenza azzurra dovrà accelerare i tempi se vuole assicurarsi uno dei prospetti più promettenti del calcio europeo. Per ora, la partita è aperta, e il Napoli è pronto a giocarsi le sue carte.
(Foto: Depositphotos)
Le bombe di Vlad
Paolo Trapani presenta “Napoli sulla pelle”
Il giornalista e scrittore Paolo Trapani, presenta il suo libro “Napoli sulla Pelle” al club Napoli Scafati il prossimo giovedì 12 Dicembre.
Giovedì 12 dicembre alle ore 20,30, in Traversa Brunelleschi a Scafati, presso il Napoli Club D10S, tifosi e sportivi incontreranno il giornalista e scrittore Paolo Trapani.
L’iniziativa, nata da un’idea di Pasquale “pakyweb” Giugliano e dal Gruppo operativo del club, viene promossa per parlare dei libri scritti da Trapani e relativi al calcio; in particolare ‘Napoli sulla Pelle’, edito da Iuppiter Edizioni, a cui ha collaborato anche il collezionaista avv. Renato Camaggio.
Nei suoi libri, Paolo Trapani non si limita solo a raccontare vicende di calcio, ma pone in evidenza il valore sociale del football e quanto sia importante nella realtà territoriale di Napoli e della sua area metropolitana. Il lettore, quindi, viene stimolato a compiere un’analisi non solo sportiva e agonistica. Ma di approfondimento valoriale, identitario e di appartenenza alla propria comunità.
“Ringrazio – spiega Paolo Trapani – gli amici del Club Napoli Scafafi “D10S”, in particolare Pasquale ‘pakyweb‘ Giugliano, per aver promosso l’evento del prossimo 12 dicembre. Sarà una bella occasione per parlare di Napoli, di calcio, della nostra identità e dei valori che attraverso il calcio ci vedono uniti in un comune destino”.
Questo lavoro di Paolo Trapani, scritto in collaborazione con l’avvocato Renato Camaggio che è un grande collezionista di maglie da campo, racconta aneddoti, retroscena e vicende legate al Napoli ed alla sua storia. Il racconto intreccia le vicende attraverso la storia e la storicità della maglia azzurra.
Infatti la maglia nel calcio, con i suoi colori, è il simbolo più importante di una squadra. Visto che la rappresenta. Ed a Napoli è l’icona assoluta della passione collettiva che unisce il popolo napoletano al football. Un vero e proprio cordone ombelicale che tiene legati, indissolubilmente, la città che rappresenta la madre e la squadra che rappresenta il figlio.
Un rapporto simbiotico che travolge e unisce anche i tifosi sotto un unico colore: quello azzurro che rappresenta indissolubilmente la squadra e la città.
(Foto: Depositphotos)
Le bombe di Vlad
Al Maradona la Lazio batte il Napoli 1 a 0
Il Napoli ritrova la Lazio, per la sfida di campionato, dopo la batosta di pochi giorni fa in Coppa Italia e cerca il riscatto per la prestazione da un punto di vista morale e di risultato per provare a fare il controsorpasso sull’Atalanta e riprendere la testa della classifica
Il Napoli ritrova la Lazio, per la sfida di campionato, dopo la batosta di pochi giorni fa in Coppa Italia e cerca il riscatto per la prestazione da un punto di vista morale e di risultato per provare a fare il controsorpasso sull’Atalanta e riprendere la testa della classifica.
Le formazioni ufficiali
Sono ufficiali le formazioni di Napoli-Lazio, posticipo della 15^ giornata di Serie A. Dopo gli esperimenti in Coppa Italia contro i biancocelesti, per la sfida di campionato Antonio Conte decide di mandare in campo tutti i titolarissimi. In porta torna, dunque, Meret. La difesa a quattro è composta da Di Lorenzo e Olivera sulle fasce, Rrahmani e Buongiorno al centro. In mediana Lobotka in cabina di regia, ai lati Anguissa e McTominay. Attacco guidato da Lukaku con Politano e Kvaratkshelia ai lati.
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Lobotka, McTominay; Politano, Lukaku, Kvaratskhelia. All. Conte.
LAZIO (4-2-3-1): Provedel; Marusic, Gila, Romagnoli, Tavares; Dele-Bashiru, Guendouzi; Isaksen, Dia, Zaccagni; Castellanos. All. Baroni
Come arriva la Lazio
Baroni ha effettuato rotazioni in Coppa Italia ma alcuni uomini saranno comunque riconfermati viste le defezioni. Tra i pali torna Provedel, in difesa a destra ancora Lazzari, dall’altro lato è recuperato Nuno Tavares, a completare la coppia di centrali Gila-Romagnoli. A centrocampo riecco Guendouzi, insieme a lui Dele-Bashiru essendo indisponibili sia Rovella (squalificato) che Vecino. Linea dei trequartisti con Zaccagni e Isaksen larghi, in mezzo recupera anche Dia pronto a partire dal 1′, Castellanos si riprende il posto da punta.
Come arriva il Napoli
Antonio Conte ritorna con tutti i titolarissimi freschi, risparmiati dalla sfida di Coppa Italia lo scorso giovedì. Dunque il classico 4-3-3 con Meret tra i pali, Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno e Olivera a comporre la linea difensiva. A centrocampo Lobotka in regia e Anguissa-McTominay da mezzali, davanti Politano e Kvaratskhelia larghi a supporto del centravanti Lukaku. L’unico indisponibile è Mazzocchi, ai box per infortunio.
Primo tempo
Pronti via e subito, dopo due minuti, Di Lorenzo imbuca per Politano, passaggio all’indietro a trovare McTominay in mezzo che calcia forte sul primo palo. Gila si immola con il corpo. Dopo due giri di lancette è ancora il Napoli a presentarsi dalle parti di Provedel: sponda aerea di Lukaku, Olivera apparecchia per Anguissa che calcia forte dalla distanza. Tiro murato.
Poi è la Lazio che prova a farsi vedere nella trequarti degli azzurri: Castellanos pressa forte Meret che è costretto a rinviare in fallo laterale. Al minuto 10 è ancora McTominay ad essere pericoloso: su un cross a rientrare di Politano, lo scozzese prova a saltare, ma viene, per poco, anticipato da Provedel. Dopo un minuto, all’11’ di gioco, si verifica uno scontro di testa tra Rrahmani e Castellanos su una palla aerea. L’arbitro ferma il gioco e lo staff medico biancoceleste soccorre il Taty.
Alla ripresa del gioco Nuno Tavares recupera palla e si invola sull’out di sinistra, sugli sviluppi dell’azione è lo stesso portoghese a colpire di testa e trovare il corner. La Lazio prova ad alzare i ritmi. Quando il Napoli riconquista il possesso Dia fa un intervento in ritardo che gli costa l’ammonizione. Ancora la Lazio prova a fare breccia nel muro difensivo azzurro: Isaksen sguscia in mezzo a Buongiorno e Kvara e libera il mancino forte sul secondo palo: gran riflesso di Alex Meret che devia in calcio d’angolo.
Si ferma di nuovo il gioco per permettere il soccorso a Di Lorenzo: in uno scontro con Tavares il capitano azzurro viene colpito in testa. I ritmi si alzano e il gioco si incattivisce. Gran recupero di Lobotka che serve McTominay al limite dell’area: lo scozzese subisce fallo. L’arbitro concede il vantaggio ma Politano non riesce a rendersi pericoloso.
Arrivati alla mezz’ora, gli azzurri provano ad alzare anche il baricentro: Anguissa e Buongiorno recuperano diversi palloni nei pressi della metà campo. Ancora gli azzurri provano a rendersi pericolosi. Kvara e McTominay provano a connettersi: sulla sponda dello scozzese, il georgiano prova il tiro a giro che però termina ampiamente fuori. Al 35′ minuto Lobotka verticalizza per Lukaku, il belga smista per Kvara che pennella col mancino ma non trova un compagno in area.
Il Napoli prova ad alzare il forcing contro la Lazio per provare a riscattare il risultato di pochi giorni fa in Coppa Italia: prima imbucata per Di Lorenzo che va al cross ma viene murato. Poi Politano dal limite calcia a giro: palla non di molto a lato. Subito dopo Kvara a memoria trova Lukaku con un lancio di prima, il belga spizza per Politano che però perde il tempo per servire McTominay tutto solo.
Al 40′ minuto il Napoli si lamenta perché Kvaratskhelia salta Marusic con un tunnel, poi il difensore della Lazio atterra il georgiano con un intervento chiaramente falloso. L’arbitro lascia inspiegabilmente correre, il Var non interviene perché il contatto pare fuori l’area di rigore anche se di poco. Il pubblico presente al “Maradona” rumoreggia per la decisione discutibile dell’arbitro. Vengono concessi due minuti di recupero.
Kvaratskhelia falciato per l’ennesima volta. Finalmente Colombo estrae il giallo per Guendouzi. È proprio il georgiano ad incaricarsi della punizione dai 25 metri, traiettoria a scavalcare la barriera che sfiora il palo. Dopo questa punizione, l’arbitro fischia la fine del primo tempo.
Secondo tempo
Il Napoli ritorna in campo ma sembra più svogliato: subito McTominay viene ammonito. Infatti lo scozzese sbaglia lo stop ed interviene in modo pericoloso su Isaksen. L’arbitro estrae il cartellino giallo.
Provedel effettua molti lanci lunghi per scavalcare le linee del Napoli, ma le palle sono facile preda dei difensori azzurri. Il Napoli guadagna due calci d’angolo, di cui uno grazie ad una bella azione personale di Olviera, ma vengono sprecati malamente da Politano che non crossa benissimo. Rrahmani è costretto ad ostacolare Provedel per evitare veloci ripartenze e viene ammonito.
Al 51′ minuto, Lobotka sbaglia l’aggancio e Dele Bashiru lascia partire un destro potentissimo che si stampa sulla traversa.
In questa fase il Napoli spezzetta il gioco compiendo diversi falli. Però poi la squadra di Conte alza i ritmi ed il pressing. Verticalizzazione al bacio di Kvara che serve McTominay, lo scozzese ne salta tre e arriva in una zona pericolosissima ma Romagnoli è bravo a fermarlo. Al minuto 58 Romagnoli accusa un fastidio e chiede il cambio che Baroni effettua subito. Castellanos frana su Anguissa e si becca il giallo. Batte per l’ennesima volta male il Napoli il calcio di punizione e Nuno Tavares parte in contropiede, il suo cross però non trova nessun calciatore.
Il Napoli al minuto 70 ha una buona occasione: Anguissa colpisce il palo da calcio d’angolo! Svetta più in alto di tutti ma la palla colpisce il montante. Al 75′ Conte decide di cambiare e mette dentro Neres per Politano.
Passano pochi minuti e al 78′ di gioco, David Neres, appena entrato, sbaglia un passaggio. La Lazio parte in contropiede: Noslin allarga benissimo per Isaksen che sterza e con il mancino insacca dietro le spalle di Meret.
Conte corre ai ripari e inserisce Raspadori e Gilmour, per McTominay e Lobotka. Il Napoli spinge e alza ritmi e baricentro, conquistando anche un altro calcio d’angolo. La Lazio si chiude dietro. L’arbitro concede 5 minuti di recupero.
Conte effettua altre due sostituzioni: fuori Anguissa e Lukaku per fare spazio a Folorunsho e Simeone. Anche la Lazio effettua una doppia sostituzione. Ma l’arbitro fischia la fine della gara.
(Foto: Depositphotos)
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