La sconfitta sul terreno dell’Udinese ha sancito la matematica discesa in cadetteria della Sampdoria. Che, però, adesso, ha ben altro fronte su cui combattere.
La discesa agli inferi era annunciata da tempo. Ai tifosi della Sampdoria, però, ciò che va soprattutto di traverso è il modo in cui è maturata. Ovvero con una squadra lasciata a se stessa e nella quale il presidente Marco Lanna ha fatto quanto ha potuto per tenere alto il morale.
Ma, sfortunatamente, il morale da solo non serve a spingerla in porta e a restare con i piedi incollati in Serie A.
E vedere una squadra che ha dato al calcio un campionato (Boskov, Vialli, Mancini, tanto per aprire il libro dei ricordi), una Coppa delle Coppe e una finale di Coppa dei Campioni scendere così mette, o dovrebbe mettere, una tristezza infinita.
Ai tifosi doriani ma, più in generale, per chi ama il calcio e non dimentica chi lo ha nobilitato con le sue imprese. Ma la frittata, sul campo, è stata fatta. Ora si tratta, per i blucerchiati, di portare a casa un obiettivo di più largo respiro: ripartire almeno dalla Serie B.
Occupata fino a poco tempo fa da quel Genoa che ha attuato il percorso inverso, roba che a un blucerchiato doc fa venire, per chi conosce le rivalità calcistiche a Genova, un dolore al cuore. Vale anche a parti invertite.
Niente derby, quindi. Ma la Sampdoria vuole ora vincere la battaglia più importante. Le strade sono due soltanto: o saltano fuori le palanche (alla genovese) per dare ossigeno economico alla società entro il 20 giugno oppure sarà ripartenza dall’Eccellenza.
Che nessun vero amante del calcio auspica e tantomeno per una compagine come la Sampdoria. “Lo dico con grande rammarico – afferma a La Gazzetta dello Sport – tutti noi del Cda stiamo solo cercando di favorire i soggetti interessati alla salvezza della società, il nostro scopo è di rendere la Sampdoria appetibile“.
Di farla tornare a essere quella splendida donna che ha sfilato con leggiadria sulle passerelle del calcio, italiano e non solo, a più riprese.
Lanna è fiducioso che ciò possa avvenire in breve tempo: “La ruota girerà – spiega – e la Samp tornerà nel posto dove merita di stare, la nostra situazione non aveva paragoni in Serie A ma i miei giocatori sono stati uomini fino alla fine“.
Chi potrà quindi evitare che la barca affondi negli abissi dei Dilettanti? La speranza ha un nome e un cognome: Alessandro Barnaba, già patron dei francesi del Lille e già disposto lo scorso dicembre a estrarre dal suo conto in banca 50 milioni di Euro.
A frenare tutto fu però il muro oppostogli dall’ex presidente Massimo Ferrero. Resta in pista anche il nome di Massimo Zanetti, proprietario di una nota marca di caffè e già primeggiante nel basket con la Virtus Bologna.
Un fatto è certo: la Sampdoria rappresenta, come ogni altra compagine, un patrimonio del calcio italiano. E i patrimoni esigono di essere salvaguardati. Per i tifosi, per la realtà geografica da cui sono sorti e che onorano. E per il bene del calcio vero.
Aggiornato al 09/05/2023 11:52
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