Serie A
San Siro: al via i lavori di ripristino

Dopo le giustificabili lamentele dei club è iniziato oggi il rifacimento del prato dello stadio San Siro.
Il Meazza è da diverso tempo nell’occhio del ciclone a causa delle pessime condizioni del terreno, probabile responsabile degli innumerevoli infortuni, che poco si addicono alla “Scala del Calcio”.
Anche durante il posticipo di domenica sera, nel match tra i rossoneri e la Juventus il campo è apparso in pessime condizioni ed è stato addirittura la possibile causa dell’infortunio tendineo di Zlatan Ibrahimovic, che già nelle interviste post partita aveva denunciato le condizioni non ottimali del campo di gioco.
Il giorno prima si era giocata sullo stesso campo la partita tra Inter e Venezia. Fra le possibili cause del deterioramento, i vari esperti sostengono che i tanti impegni siano la causa principale.
Dall’inizio della stagione, sono state giocate ben 34 partite considerando Campionato di serie A, Champions League, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Nations League, in soli 153 giorni, la media di una partita ogni 4 giorni.
Negli ultimi 10 giorni a San Siro sono state disputate:
-12/01 Finale di Supercoppa Italiana, Inter vs Juventus;
-13/01 Coppa Italia, Milan vs Genova;
-17/01 Serie A, Milan vs Spezia;
-19/01 Coppa Italia, Inter vs Empoli;
-22/01 Serie A, Inter vs Venezia;
-23/01 Serie A, Milan vs Juventus.
La sosta per le nazionali arriva quindi al momento giusto, così che gli addetti all’impianto possano riportare seppur provvisoriamente l’impianto a delle condizioni ottimali per garantire bel gioco e riduzione degli infortuni.
Milan e Inter chiedono a gran voce da anni la possibilità alla città di Milano di poter trovare la quadra per un nuovo impianto o miglioramenti per l’attuale stadio, ma si è ancora lontani dalla soluzione del problema.
Nell’attesa, medici e fisioterapisti sono costretti agli straordinari per curare i giocatori infortunati specie tra le fila dei rossoneri.
Serie A
Palladino: con l’acqua alla gola si è ripreso la Fiorentina

Notte da sogno per la Fiorentina di Raffaele Palladino. Il tecnico, ex Monza, ha fatto vivere una notte da sogno ai tifosi dopo il pesante 3ao alla Juventus.
La Fiorentina passeggia, anzi demolisce, su una Juventus inguardabile e irriconoscibile. Mister Palladino, con i gol di Gosens, Mandragora e Gudmunsson, salva la panchina quantomeno per il tempo della sosta. Grandissima prova di Fagioli, che mette a referto due assist, probabile rimpianto juventino. Una cosa è certa: l’impresa contro la Juve sarà ricordata e raccontata dai tifosi fiorentini per molto tempo.
Palladino salvo…per adesso
Prestazione vincente dei Viola contro la Juventus. Palladino sembra aver ri-trovato una quadra di squadra per affrontare questo finale di stagione per le posizioni europee. De Gea tra i pali muro difensivo, una difesa che con il nuovo vestito a tre sembra aver trovato solidità, centrocampo di alta qualità con l’innesto di Fagioli (in casa Juve si staranno mangiando le mani?), e una coppia d’attacco formata da Gudmundsson e Kean che fa sognare.
Il tecnico Viola è stato più volte nella stagione criticato per la qualità del gioco della sua squadra. Tuttavia va sottolineata una dote dell’allenatore di Mugnano di Napoli: la capacità di saper reagire e resistere quando ci si ritrova con l’acqua alla gola. Qualità da molti considerata da grande allenatore.
Bisogna dire però che la squadra è inciampata, nel corso della stagione, in errori che poi non sono stati del tutto corretti. Errori che hanno indotto i media e gli addetti ai lavori a fare paragoni con il precedente tecnico Viola, Vincenzo Italiano.
Sta di fatto che il tecnico della Fiorentina spera, con gli aggiustamenti fatti, di aver trovato la quadra per centrare l’Europa: “Stasera è stata magica. Non ci rendiamo ancora conto. Siamo felici, abbiamo giocato con intensità ed energia, a tutto campo: serviva una partita così, per dare la svolta”.
Serie A
Fiorentina, Comuzzo dall’addio alla panchina: non è più inamovibile

Pietro Comuzzo è sicuramente una delle sorprese più liete della stagione della Fiorentina. Da gennaio, però, sembra aver perso la titolarità.
In una Fiorentina che continua a vivere una stagione tra alti e bassi, una delle poche certezze, almeno fino a gennaio, era rappresentata da Pietro Comuzzo. Il classe 2005 si era guadagnato il posto da titolare inamovibile con prestazioni di grande solidità, attirando così l’attenzione dei top club italiani.
Il Napoli, in particolare, aveva tentato il colpo nel mercato invernale, arrivando a offrire oltre 30 milioni di euro per strapparlo ai viola. La trattativa, però, non si è concretizzata e, paradossalmente, da quel momento qualcosa è cambiato nella stagione del difensore.
Gli errori e la rinascita di Pongracic
Comuzzo ha risentito della discontinuità della Fiorentina e di alcune scelte sperimentali di Palladino, commettendo qualche errore di troppo che ha finito per pesare sulle sue gerarchie in squadra.
Nel frattempo, Marin Pongracic ha ritrovato la miglior condizione dopo un avvio di stagione shock tra errori madornali e infortuni. L’ex Lecce, arrivato in estate per 16 milioni come erede di Milenkovic, ha scalato le gerarchie fino a diventare un titolare inamovibile, complice anche il passaggio alla difesa a 3.
Un futuro ancora da scrivere con la Fiorentina?
Nonostante il minutaggio ridotto, Comuzzo non è stato del tutto accantonato: Palladino lo ha schierato titolare nel doppio confronto di Conference League contro il Panathinaikos, segno che la fiducia nel talento del giovane difensore resta.
La sua gestione, però, è cambiata, forse anche per valorizzare l’investimento fatto su Pongracic. Con l’estate ormai alle porte e i grandi club sempre vigili, il futuro di Comuzzo potrebbe essere ancora un tema caldo del mercato: resterà a Firenze o cederà al corteggiamento di una big?
Serie A
Sacchi: “Vittoria Inter importante, una cosa può frenarli”

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato degli scenari possibili della corsa scudetto dopo la vittoria dei nerazzurri sull’Atalanta al Gewiss Stadium.
La vittoria dell’Inter sull’Atalanta al Gewiss Stadium ha delineato la squadra di Inzaghi come la pretendente numero 1 allo Scudetto. Soprattutto a fronte del passo indietro del Napoli di Conte a Venezia.

LA GRINTA DI LAUTARO MARTINEZ IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le parole di Sacchi
A proposito del percorso dei nerazzurri in campionato, all’alba di questa vittoria sulla Dea di Gian Piero Gasperini è intervenuto anche Arrigo Sacchi.
L’ex allenatore della Nazionale e del Milan ha commentato così sulle pagine della Gazzetta dello Sport: “Mi è sembrato un duello tra pugili di altissimo livello: uno tira un colpo, l’altro lo para e va all’assalto con coraggio. Battaglie in ogni zona del campo: lotte per la riconquista del pallone, corse lungo le fasce, buone trame di gioco quando si è trattato di costruire una manovra più articolata. Insomma, tutto quello che un appassionato di calcio desidera vedere quando va allo stadio o si siede in poltrona per assistere a una partita davanti alla televisione. Tutto sommato, ritengo che il successo dell’Inter sia meritato: ha fatto di più in zona offensiva, è stata più pericolosa dell’Atalanta, ha dimostrato di essere superiore”.
Sulla squadra bergamasca e il suo allenatore ha poi continuato: “Dalla squadra di Gasperini, lo ammetto, mi aspettavo qualcosa di più: è mancata la scintilla che tante volte, in questi ultimi anni, abbiamo visto e ammirato”.
Il 78enne di Fusignano ha poi tirato in ballo il Napoli di Antonio Conte: “Aver vinto in casa dell’Atalanta è una notevole prova di forza, anche perché ha spedito i bergamaschi a meno sei punti. E il Napoli, fermato sul pareggio a Venezia, è ora a meno tre”.
Le insidie nerazzurre
Tutti incroci perfetti per il puzzle Scudetto, sempre più vicino per i nerazzurri, ma Sacchi non dà tutto per fatto: “Non voglio dire che per la squadra di Inzaghi il cammino sia in discesa, anche perché ha tanti impegni, e soprattutto quelli in Champions League sono pericolosi e tolgono energie fisiche e nervose. Però bisogna ammettere che lo scatto di Lautaro e compagni è di quelli importanti, perché lasciano sul posto gli avversari, che adesso hanno il compito di assorbire la botta e rimettersi a pedalare”.
E sulla Champions ha concluso dicendo: “A mio avviso soltanto le partite internazionali possono frenare l’Inter, ma se Inzaghi (e non ho alcun dubbio al riguardo) riuscirà a dosare bene le forze dei suoi ragazzi credo che i nerazzurri possano arrivare in fondo a braccia alzate”.
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