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Sassuolo, Berardi a rischio per la sfida contro la Lazio

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Sassuolo

Il Sassuolo dovrà affrontare la Lazio sabato pomeriggio in una sfida importantissima in chiave Europa. Dionisi potrebbe dover fare a meno di Berardi.

Brutte notizie in casa Sassuolo.

I neroverdi continuano la preparazione per la partita di sabato pomeriggio che li vedrà sfidarsi contro la Lazio.

Sono 6 i punti che allontanano il Sassuolo dalla Lazio, un’ipotetica vittoria in trasferta vorrebbe dire rimanere agganciati al sogno Europa.

D’altra parte, lo stesso discorso vale per la squadra di Maurizio Sarri, reduce da una cocente sconfitta per 3 a 0 nel Derby.

Manca poco alla ripresa del campionato e ormai tutti i giocatori impegnati con la propria nazionale hanno fatto ritorno dai rispettivi club.

Nel caso specifico di Domenico Berardi, però, la situazione è andata diversamente.

Berardi a parte, problemi per il Sassuolo

Il trascinatore del Sassuolo è tornato in Emilia venerdì scorso, il giorno dopo della disfatta del Renzo Barbera di Palermo.

In quella partita dal drammatico epilogo Berardi è stato, tutto sommato, uno dei giocatori più pericolosi, nonostante il grave errore nel primo tempo a porta spalancata.

Poi la sostituzione nei minuti finali. L’attaccante del Sassuolo ha accusato un problema fisico ed è stato costretto al cambio.

Se inizialmente si pensava ad un fastidio di poco conto, pare che Berardi non abbia ancora recuperato totalmente.

Come riporta Sassuolonews.net, il giocatore è stato valutato al meglio dallo staff tecnico in questi giorni, ma non ha mai preso parte ad una seduta di allenamento di gruppo.

Solamente lavoro personalizzato per Berardi, che sta ancora accusando il problema all’adduttore. L’ansia in casa Sassuolo cresce, visto che mancano solamente due giorni al big match dell’Olimpico.

È inutile sottolineare quanto gioverebbe al tecnico Dionisi la presenza di Berardi per questo appuntamento. Oltre ad essere il capocannoniere e miglior assist man dei neroverdi (14 reti e 10 assist), la sua qualità risulta imprescindibile per il gioco del Sassuolo.

Sono attese evoluzioni nella giornata di domani, per il momento Berardi è da considerare in forte dubbio.

Sassuolo

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Serie A

Roma, tutte le punte centrali dal Covid ad oggi

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Serie A, Dovbyk della Roma

Roma, con l’attesa per il nuovo centravanti è tempo di ripercorrere gli ultimi 5 anni del reparto avanzato giallorosso, tra meteore e leggende

Roma

EVAN FERGUSON RAMMARICATO DOPO LA SOSTITUZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma, storia moderna dei numeri 9

Doppietta di Kalinic, gol di Kluivert e Mkhitaryan. Il successo esterno per 3-4 sul Cagliari è l’ultima partita prima del lockdown, sancito l’8 marzo del 2020 dal Premier Conte. Si ritorna in campo il 24 giugno, e contro la Sampdoria decide una doppietta di Dzeko. A fine stagione è proprio il bosniaco il capocannoniere in rosa, con 19 reti e 14 assist in 43 presenze. Una stagione superlativa per il giocatore della Fiorentina.

Ma insieme a lui? Il solo Kalinic. Protagonista di una stagione mediocre, pallida. Da 5+, quel + che a volte suona meglio di un mezzo voto. Solo 5 marcature e 2 assist in 19 presenze, che non valgono la permanenza del croato. Ma non manca qualcuno? Patrick Schick. Il ceco ha tagliato la corda a inizio stagione. In prestito al Lipsia segnerà 10 volte in 22 partite.

L’ultimo anno di Fonseca alla Roma

A settembre si riparte. È l’anno di Pedro alla Roma, per intenderci, e della semifinale di Europa League, con il triplo cambio nel primo tempo ad Old Trafford. Ma sorprendentemente, non è l’anno di Dzeko. Questa volta la scena se la prende Borja Mayoral, con 17 gol e  7 assist in 45 presenze. Per Edin “solo” 13 marcature, che lo porteranno al gradino più basso del podio, nella classifica del marcatori all-time del club. Numeri in calo, sopperiti dal centrocampo: 15 gol per Mkhitaryan, 11 per Pellegrini e Veretout (rigorista della squadra).

Arriva Mourinho

Con José, saluta Dzeko. Dentro Tammy Abraham, secondo acquisto più costoso nella storia giallorossa. E il suo apporto sarà decisivo per la vittoria della Conference League, con i gol contro Vitesse, Bodo-Glimt e Leicester. A fine stagione 27 marcature e un pullman scoperto per Circo Massimo e Colosseo. L’inglese è il miglior giocatore della stagione, intorno a lui il vuoto. Prima di tutto il povero Mayoral, scaricato a gennaio come vittima e colpevole dell’infausto 6-1 in Norvegia. Alla fine il secondo lo fa Shomurodov, con 5 gol e 6 assist. Mourinho lancia anche Afena-Gyan, che ripagherà con una doppietta a Genova.

La finale di Europa League

Il secondo anno poteva essere quello del ritorno in Champions League, ma Taylor aveva altri piani. La Roma ce l’aveva messa tutta. Quasi tutta la Roma. Perchè tra Abraham, Shomurodov e Belotti non si arriva a 15 gol. L’inglese ne fa 9, un terzo dell’anno precedente. Shomurodov uno solo, Belotti 4. A salvare i giallorossi ci pensano Dybala con 18 reti ed El Shaarawy con 9. Serve un nuovo terminale offensivo…

Big Rom in Rome

Dopo Budapest, Abraham si fa male contro lo Spezia. L’infortunio è grave, venderlo non è più un’opzione. Ecco quindi Lukaku in prestito, e il belga non delude: 47 partite, 21 gol e 4 assist. Anche se con l’arrivo di De Rossi, Rom non incide come prima e segna 7 volte. Tammy rientra in tempo per un gol al Maradona, ma anche per sbagliare a porta vuota contro il Bayer Leverkusen. In leggera crescita Belotti, con 6 gol. Per Azmoun solo 3 marcature, e il riscatto rimane un miraggio.

L’anno dei tre allenatori

Un’annata partita male con De Rossi, stravolta dalla notizia dell’esonero, in caduta libera con Juric e salvata dalla scialuppa Ranieri, che quasi rischia di andare in Champions. Dovbyk fatica ad entrare nel gioco, ma porta a casa 17 reti, alcune delle quali fondamentali,  come contro Lecce e Fiorentina. Ranieri ha avuto il merito di puntare e vincere la scommessa Shomurodov, rientrato alla base. L’uzbeko bucherà il portiere in 7 occasioni, tra cui il successo allo scadere contro l’Athletic Bilbao e il pareggio contro la Juventus. Abraham va in prestito al Milan, segnando anche due gol ai giallorossi.

Dentro Gasp, a Roma fuori i gol

Da settembre, il bilancio è devastante. Ferguson 3 gol, Dovbyk 2. I due centravanti sono il motivo dell’esistenza di questo articolo, nonché del possibile arrivo di Zirkzee a Trigoria. Il belga è messo da parte dalla concorrenza di Sesko e Mount, con i Red Devils che proveranno fino all’ultimo a convincere Semenyo a scegliere la parte rossa di Manchester. L’ex Bologna stima Gasp, e Gasp stima il ragazzo. Per la Curva Sud non resta che sperare.

 

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Serie A

Serie A, nostalgia di numeri 9: classifica marcatori invasa da centrocampisti

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Juventus

In Serie A non si vedono più gli attaccanti di qualche anno fa. Sono sempre di meno i bomber di razza e sempre di più i centrocampisti predisposti ad offendere.

Il calcio sta cambiando e l’assenza di grandi centravanti ne è l’ennesima dimostrazione. Se fino a qualche anno fa l’azione di una squadra veniva sviluppata per poi essere conclusa e finalizzata dal numero 9, adesso è sempre meno frequente.

Gli attaccanti hanno spesso la funzione di legare il gioco con la squadra e i tecnici seguono un’idea di calcio “corale” dove tutti possono attaccare e tutti sono coinvolti nella manovra offensiva.

Questo modo di interpretare il gioco ha portato ad una naturale conseguenza, ovvero una redistribuzione dei gol: gli attaccanti segnano meno perché pensano maggiormente alla rifinitura piuttosto che all’attacco dell’area di rigore, mentre i centrocampisti o gli esterni ne fanno di più, perché sono costantemente coinvolti nella manovra offensiva.

Serie A

IL GOL DI CALHANOGLU ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A, dominio di centrocampisti nella classifica marcatori

In Serie A questo processo è molto evidente: tra i primi 8 della classifica marcatori, ci sono solamente Lautaro Martinez, Bonazzoli e se vogliamo anche Leao, che di mestiere fanno i centravanti. Per il resto è un dominio di centrocampisti o esterni: Pulisic, Calhanoglu, Orsolini, Nico Paz, Mandragora. Andando avanti se ne trovano tanti altri e ad esempio a quota 4 reti ci sono anche: De Bruyne, Anguissa, Zaniolo, Soulé, Vlasic.

Ormai si è anche abbassata la quota di gol raggiungibile dai numeri 9, che spesso e volentieri non superano le 20 reti stagionali, al netto di qualche eccezione. Negli anni passati giocatori come Icardi, Immobile, Quagliarella, Higuain e chi più ne ha più ne metta, raggiungevano in modo abituale la quota 20, per poi lottarsi tra di loro il titolo di capo cannoniere.

Quest’anno invece, l’unica eccezione da un punto di vista realizzativo è Lautaro Martinez, che se dovesse continuare con questa media gol, chiuderebbe la stagione con circa 18/19 reti. Per il resto tutti gli altri attaccanti sono decisamente indietro, e difficilmente ci sarà qualcuno che supererà quota 15.

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Serie A

Serie A, chi sono i giocatori con più presenze ma senza gol segnati?

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Serie A

In Serie A sono molti i giocatori a non aver ancora trovato il gol e, con la rete di Hien arrivata nell’ultima giornata, la lista è diminuita. 

Natale è periodo di cene, di gioia e un attimo di distrazione da un mondo che non cessa mai di muoversi.

Tuttavia, in tanti esprimono desideri e risparmiano soldi per i regali. Molti calciatori vorrebbero realizzare il primo gol in Serie A, dopo anni senza alcun gol realizzato.

Scopriamo insieme di quali calciatori stiamo parlando e quanti di questi potrebbero sbloccarsi in questo campionato.

Serie A

Isak Hien ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A, gli 8 giocatori con più presenze a non aver mai segnato un gol

8: Filippo Romagna.

Il difensore del Sassuolo vanta 64 presenze in Serie A, ma nessuna rete segnata.

7: Yunus Musah.

Arrivato in Italia dal Valencia, il Milan non l’aveva certo acquistato per le capacità offensive (243 presenze totali in carriera, 11 gol segnati).

Non a caso, nonostante le 67 presenze in campionato, non è mai riuscito a realizzare una singola rete in campionato.

6: Marcus Pedersen.

Non ha mai avuto grandi numeri in carriera e, in Italia, ha confermato questa narrativa. 70 presenze, 0 gol e una buona crescita rispetto alla scorsa stagione.

5: Evan Ndicka.

Il difensore centrale giallorosso, arrivato a parametro 0 dopo la scadenza del contratto con L’Eintracht Francoforte, non è riuscito a realizzare una rete nel nostro campionato.

Una grande qualità del centrale della Costa d’Avorio, specialmente in Germania, era quella di trovare spesso il gol (2, 4 e 3 reti realizzate nelle ultime 3 stagioni a Francoforte).

Dopo 78 presenze in Italia, non è ancora riuscito a tornare sullo stesso livello realizzativo.

4. Marin Pongraĉić.

Una sola presenza in più rispetto a Ndicka, ma con lo stesso esito. Il difensore della Fiorentina, da quando è arrivato in Italia, non è riuscito a trovare il gol.

È da dire che non trova il gol dalla stagione 2019/20, dunque dai tempi del Wolfsburg.

3. Valentino Lazaro.

Altro esterno del Torino senza reti. Molto paradossale, ma la situazione è questa. L’ex Inter da quando è arrivato in Italia ha giocato 112 partite, senza trovare il gol. Di preciso non segna dalla stagione 2019/20, da quando giocava per il Newcastle.

2 e 1. Antonino Gallo e Sebastian Walukiewicz. 

Il terzino del Lecce in 113 presenze ha avuto lo stesso identico destino degli altri giocatori presenti in lista.

L’ultima volta (e anche l’unica) ad aver realizzato una rete per il Lecce? Nella stagione 2021/22, in Serie B.

Mentre il difensore centrale polacco nonostante abbia giocato per il Cagliari, l’Empoli, il Torino e il Sassuolo, in 125 presenze totali è il primo giocatore in Serie A per partite giocate senza trovare il gol.

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